Due partite, tre tempi supplementari, 14 goal e due grandi squadre sul ghiaccio: mischiate tutto assieme e avrete le prime due portate della Stanley Cup Final 2014. Le due squadre in questione sono i Los Angeles Kings (campioni della Western Conference) e i New York Rangers (Eastern Conference Champions). Entrambe le squadre arrivano a giocarsi la Stanley, dopo dei playoff non proprio agevoli, con parecchie gare sulle gambe: nel caso di Los Angeles, 21 (cioè tutte quelle possibili, prima volta nella storia NHL), New York invece ne ha disputate “solo” a 20. Tutte e 2 le compagini hanno fatto molto affidamento alle seconde linee (o prime linee-bis) dimostrando la profondità dei loro rispettivi attacchi; ma neanche nel reparto difensivo scherzano…
Il risultato del mix iniziale ha portato la franchigia californiana a condurre la serie per 2-0 dopo le prime due partite giocate allo Staples Center di Los Angeles, CA. Ma vediamo come è andata…
In gara 1, i Kings cominciano subito mettendo sotto pressione la difesa dei Rangers e il portierone Lundqvist ha il suo bel da fare. I maggiori pericoli infatti arrivano da Los Angeles (con Kopitar a manovrare e Brown e Carter a turno per concludere), ma ad andare in gol è New York: infatti dal 13° al 15° i Rangers vanno sul 2-0 approfittando di due distrazione difensive dei Kings. Il primo su un disco rubato da Pouliot (4° gol ai playoff per lui) e il secondo addirittura in inferiorità numerica con Hagelin che infila Quick (in realtà il goalie aveva parato ma il disco, non si sa come, gli è schizzato da sotto e si è infilato in rete). Ma vige una regola a Los Angeles: fino allo 0-1 si scherza, poi dallo 0-2 si comincia a far sul serio (dalle parti di Chicago ne sanno qualcosa…). E infatti al 17° Clifford (un quarta linea) accorcia le distanze con un tiro ravvicinato che trafigge Lundqvist. Si va al primo intervallo sul punteggio di 2-1 per New York. Il secondo periodo è un po’ avaro di emozioni (solo 9 tiri a 7 per New York) e i portieri sbrigano il minimo sindacale, ma al 6° minuto Doughty, che è uno che vede praterie dove gli altri vedono muri, decide di bersi tutta la difesa di New York (Girardi, Staal e compagnia bella) e di trafiggere Lundqvist per il 2-2. La terza frazione è completamente nelle mani dei Kings (20 tiri a 4), ma la difesa dei Rangers sembra reggere lo tsunami anche perchè il portierone svedese decide di abbassare la saracinesca (fantastico una sua parata su tap-in di Kopitar) e così la partita va all’overtime. Qui al 4° minuto Los Angeles approfitta del primo vero errore difensivo dei Rangers, quando Girardi cicca il rinvio, raccoglie Williams che insacca il disco con un facile snapshot. Con questo goal il buon Justin stabilisce il nuovo record di carriera per punti in una singola edizione dei playoff (8G + 12A = 20P), ma soprattutto segna l’1-0 per i Kings nella serie.
In gara 2 la musica non cambia nel senso che New York va subito sul 2-0 nel primo periodo con McDonagh (10°) e il piccolo Zuccarello (18°), ma nonostante ciò vige molto equilibrio in campo. Nella seconda frazione le difese decidono di prendersi una vacanza ed è valanga di gol! Pronti via e Stoll accorcia le distanze per Los Angeles (per la famosa legge dello 0-2), all’11° il redivivio St.Louis fa il 3-1 con un pregevole slapshot imbeccato da Stepan in situazione di powerplay, 3 minuti dopo Mitchell (primo gol in questi playoff per lui) riaccorcia per i Kings, ma dopo soli 30 secondi Brassard trafigge di polso Quick per il 4-2 Rangers. Riprendiamo fiato e tuffiamoci nel terzo periodo, dove Los Angeles fa da padrona (12-7 i tiri a favore) e infatti ci mette solo 7 minuti a pareggiare i conti sul 4-4, con King (2°) e Gaborik (tredicesimo gol in questi playoff). Sul gol di King ci starebbe forse una infrazione dell’attaccante che frana su Lundqvist, impedendo al portiere di effettuare la parata, ma le proteste del goalie svedese cadono nel vuoto. Null’altro succede prima della sirena, che annuncia l’overtime, tanto per cambiare. Nei primi 20 minuti supplementari le squadre decidono di restare guardinghe, infatti il conto dei tiri sarà solo di 8-6 per i Rangers. Nel secondo supplementare la solfa cambia, infatti i Kings inchiodano New York nel suo terzo: l’eroe di serata stavolta è capitan Brown che devia con la stecca un tiro di Mitchell, quel tanto che basta per spiazzare Lundqvist per il 5-4 finale. Quinto gol per il capitano in questi playoff, terza vittoria consecutiva per i Kings all’overtime (altro record NHL caduto, tanto per cambiare) e 2-0 nella serie.
In queste due partite, forse, New York avrebbe meritato qualcosa in più, ma Los Angeles sta dimostrando una personalità fuori dal comune in questi playoff che sembrano toccati da una sorta di mano magica per la franchigia californiana: sotto 2-0 in entrambe le partite e vittoria ai supplementari, e non vi racconto le imprese delle scorse serie altrimenti non si finisce più.
In ogni caso i Rangers sono tutt’altro che morti, perchè fino all’ultimo non mollano e nonostante la leggera inferiorità di talento, mettono sul ghiaccio gli attributi e Los Angeles dovrà soffrire ancora se vuole la coppa.
Arrivederci a New York
#BecauseItsTheCup
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