È sempre bello svegliarsi la mattina e leggere tra le news delle varie tv italiane che anche la Nhl esiste ancora, mentre uno si aspetta chissà quale miracolo legge: folle coach tenta di entrare nello spogliatoio avversario!
Non può essere che John Tortorella.
Per i non addetti a lavoro o vaccinati al “Tortorellismo” diciamo che il mitico John sta alla Nhl come Mourinho al calcio, meno vincente (beh 1 Stanley Cup contro 2 Champions) ma in grado di fare arrabbiare anche un convento di suore.
Succede che in estate NY e i suoi tifosi se ne liberano, molti sono ancora attratti da un modo di fare ribelle e ai limiti dell’esasperazione ma altri semplicemente non lo sopportano, John questo lo sa e non fa niente per attirarsi nuove simpatie, anzi è micidiale nel farsi odiare.
Il “Grande Tortellino”, figlio di un elettricista di origine italiane, comprende tra gli incubi dei giornalisti queste perle di saggezza (allontanate i bimbi perchè non è esempio di delicatezza):
“Voi mi fate domande stupide e allora io vi do risposte stupide”
Sul suo ex pupillo Carl Hageling “Fa schifo, non so bene il perché ma più lo impiego e più fa schifo”
“I motivi della sconfitta? Me li tengo per me”
“Mi sa che tu eri il bambino che tutti picchiavano alla fermata dell’autobus”
“Vorrei scusarmi ma il fatto è che non mi dispiace”
“Abbiamo fatto schifo dalla testa ai piedi”
“Quando si gioca di merda per 20 minuti in una partita di questa importanza puoi solo perdere, non è accettabile”
“Il rimedio?Sinceramente non ho una fottuta spiegazione”
È geniale Tortorella, nessuno si stupisca se il suo bersaglio preferito da piccolo è il fratello Jim picchiato ogni qualvolta fa una papera in porta.
Non può stupire neanche quando in quel di Vancouver, sua nuova città dove far danni, arriva un’altra squadra canadese, i Calgary Flames e il coach Bob Hartley sistema per l’ingaggio iniziale Kevin Westgarth, uno che è messo apposta per intimidire, con buona pace di chi sa usare il puck.
Apriti cielo, Tortorella risponde con i suoi “intimidator-agitator” e si presentano sul ghiaccio le quarte linee, con Goku e Vegeta che, in confronto alla Rogers Arena, sono agnellini.
Passano 2 secondi, quelli iniziali, e il ghiaccio si trasforma nella Royal Rumble del wrestling, tutti contro tutti esclusi i portieri, visto che Luongo ha già i suoi problemi, figuriamoci se si mette a lottare.
Ebbene la panchina non è da meno, Tortorella inveisce contro Hartley mentre gli arbitri trasformano la panca puniti in una fermata dell’autobus al coperto quando piove. Non ci sta nessuno ma peggio per loro, 142 minuti di penalità in tutto per i giocatori con 8 espulsioni (Smid, Westgarth, Jones, Butler per i Flames, Bieksa, Garrison, Weise e Lain per i Canucks) e finalmente acque che si calmano.
Tutto finito?
Ma siete matti, c’è John Tortorella mica una persona qualsiasi, con i pochi neuroni rimasti sfida il corridoio composto da giocatori dei Flames e tenta di lanciarsi verso Hartley, tutta la redazione di Hockey Night in Cividale spera di vederlo distrutto da qualche altra mente con pochi neuroni, invece è solo show televisivo, niente colpi e, purtroppo per tanti, niente Tortorella ko.
John aggiunge cosi un altro tassello all’odio che a Calgary non nascondono più di tanto verso di lui, tra le altre cose la Stanley Cup vinta nel 2004 con i Lightning con head coach “quello con la barbetta” è proprio contro i Flames di Iginla, cosi, tanto per farsi apprezzare come un gatto in calore che ti miagola tutta la notte sotto la finestra.
Le 10 risse fanno parlare anche le tv italiane di hockey come se fosse qualcosa di marziano, tralasciando la bellezza di uno sport ancora misterioso ma bello da impazzire, alla fine vince Vancouver 3 a 2 ai rigori ma poco conta.
Tortorella per il casino provocato si becca 15 giorni di stop per condotta pericolosa e vergognosa dai vertici Nhl, dunque ora avrà un po’ di tempo per riordinare le idee in una squadra che naviga a 20 punti dalla capolista Anaheim e che meno di 3 anni fa ha visto una città in fiamme per colpa di una finalissima andata troppo male.
Stai a vedere che il “Tortorella show in Vancouver” è appena iniziato?
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
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