Daniel Brian Bylsma, per tutti Disco Dan, suonato o no, è l’allenatore più vincente dei Pittsburgh Penguins.
A certificare un sorpasso annunciato quanto una vittoria di Schumacher ai tempi della Ferrari (a proposito, auguri Kaiser torna presto) ecco che con la vittoria contro i Winnipeg Jets il 5 gennaio mette a referto la gara numero 233 con 2 punti portati a casa e supera il record di Eddie Johnston fermo a 232 partite vittoriose divise in 2 decadi da coach Penguins.
E dire il colpo Bylsma assomiglia alla follia fatta da Moratti con Andrea Stramaccioni, risultati diversi ma paragone simile, prima coach ad interim o quello che in Italia è conosciuto come “traghettatore” poi coach col posto fisso, con colpi di fortuna o lampi di classe a seconda del tifoso interpellato.
Dan Bylsma nasce il 19 settembre 1970, 2 anni più vecchio di Jaromir Jagr prossimo record man di Playitusa.com, si sviluppa presso la Western Michigan Christian High School dove si misura nel golf, nel baseball e nell’hockey riuscendo ad arrivare a buoni risultati in tutti in campi vista anche la laurea conseguita.
Di tutti gli sport poteva scegliere il golf, sicuramente più tranquillo, invece prova l’hockey su ghiaccio, ma invece di una carriera tra i professionisti riesce a farsi notare solo per le innumerevoli casacche che indossa tra le leghe minori, draftato dai Winnipeg Jets nel 1989 con la posizione numero 109, nei casi dove se trovi un campione è solo fortuna, molti neanche sanno del draft e nemmeno si presentano.
Bylsma con i Jets neanche gioca, si sposta ai Kings nel 1994 dopo una parentesi che lo vede capitano dei Roadrunners Phoenix (altro che Willy il Coyote), giocando poi in Ahl con i Cincinnati Mighty Ducks, i Lowell Lock Monsters, gli Springfield Falcons, gli Albany River Rats, i Moncton Hawks e i Rochester Americans dove, nonostante sembrino tutte squadre spuntate da Simpson o Space Jam, raggiunge le finali nella Calder Cup 1994.
Quando passa dalle parti di Phoenix per Dan la musica gli occupa i neuroni, i balletti nello spogliatoio gli valgono il soprannome di “Disco Dan” per merito del portiere Byron Dafoe, sembra impossibile nel vederlo oggi con occhiali da professorino e carattere difficilmente al di sopra delle righe, a meno che non si giochi contro i Flyers dove vale tutto.
Nonostante la buona volontà da giocatore e la sua lotta di sopravvivenza nella Nhl Bylsma ha un piccolo difetto, non sa attaccare, sa difendere e giusto nel penalty kill riesce a farsi notare ma se deve partire all’attacco è meglio farlo rinunciare a priori.
Non si direbbe caratteristica delle sue squadre, Pittsburgh in testa, dove spesso ci si chiede dov’è la difesa ma si dimentica tutto quando poi realizza valanghe di gol, sicuramente Bylsma non studia Trapattoni nel calcio ma è tutto figlio di Zeman.
Detto che l’ennesimo infortunio gli chiude la carriera (anche a Stramaccioni succede la stessa cosa) parte l’avventura da coach, prima assistente nei Mighty Ducks di Anaheim (squadra dove chiude la carriera Nhl) poi guida la squadra affiliata sino al posto ancora di assistente negli Islanders.
Nel 2008/09 è il coach degli Scranton Wilkes Barry, squadra “primavera” dei Penguins, qui fa bella figura mentre il coach della squadra Nhl, Michel Therrien, subisce dopo le finali contro Detroit del 2007/08 lo smacco di Marian Hossa approdato proprio ai neo campioni che lo umilia con un secco 3 a 0. La dirigenza di colpo dimentica dove Therrien ha portato i Pinguini e in preda alla follia licenza il coach titolare e affida la squadra ad interim al giovane coach che, a 38 anni, si ritrova alla guida di una fuoriserie.
È il 15 febbraio 2009 e tutti vanno predicando che non durerà. È ancora lì!
Una marcia inarrestabile conquista i Penguins, in 25 partite Pittsburgh ne vince 18, partono i playoff ed è subito derby con i Flyers, nella sesta gara con Crosby e soci avanti 3 a 2 si assiste al primo miracolo, sotto 3 a 0 fanno sfogare i Flyers, Talbot mette a tacere i tifosi avversari (prima di passare lui stesso a Phila) poi si assiste alla rimonta, si va dal 3 a 0 al 3 a 3 e ormai gasatissimi vanno a vincere 5 a 3 chiudendo la serie 4 a 2.
Secondo ostacolo, i Capitals di Ovechkin, prime 2 gare ecco 2 sconfitte, poi riparte la fuoriserie fino a portare la guerra a gara 7, a Washington.
Cosa dica Bylsma resta mistero, ma nella Capitale Pittsburgh s’impone 6 a 2 dimostrando la bontà degli acquisti di marzo, Bill Guerin e Chris Kunitz.
Carolina in finale è spazzata via cosi la finalissima è il revival dell’anno precedente contro i Detroit Red Wings di Marian Hossa.
La serie è bellissima, gare dominate da Detroit alla Joe Louis Arena con predominio schiacciante, gare sofferte alla Mellon Arena ma vinte sempre da Pittsburgh, si arriva a gara 7 e nessun tifoso di Crosby è ottimista dopo il 5 a 0 subito in gara 5.
Miracoli della Nhl ecco che Talbot sigla una doppietta e Lidstrom va a sbattere contro l’ultima versione di Fleury portiere dei playoff (è la versione 2.0 del 2009 poi si son persi gli aggiornamenti) e coach Bylsma può sollevare la sua prima Stanley Cup, c’è chi grida al miracolo chi alla vittoria meritata, fatto sta che è successo l’impossibile.
Dopo l’apice della carriera di Dan, appena all’inizio, i miracoli li fa nelle stagioni successiva quando si ritrova una squadra gestita dal fratello inutile di Dottor House che trasforma Pittsburgh in un’infermeria ambulante, fuori le stelle Crosby e Malkin per Pittsburgh la stagione si chiude ugualmente con 106 punti e fa meritare a Disco Dan il Jack Adams Award come miglior coach della Nhl.
I playoff sono un’altra cosa senza stelle e con Fleury in porta, la compilation di tragedie passa per Montreal poi Tampa e infine Philadelphia e Boston col risultato che in post season Bylsma ha 36 vittorie e 29 sconfitte, poco sopra il 50% rispetto al 66% di vittorie in regular season.
La pecca è sempre la stessa, difesa poco attenta e un portiere che dire sfortunato è un oltraggio alla sfortuna.
Quest’anno arriva per Dan uno degli elogi più grande, l’onore e l’onere di guidare gli Usa alle Olimpiadi Invernali di Sochi, nell’esame di laurea che lo vedrà opposto al Canada di Crosby e la Russia di Malkin, 2 che a detta di tutti, una volta in campo le vinci tutte per forza.
Diamo invece i giusti meriti ad un coach simpatico, 3 stagioni con 100 punti, il più vincente a Pittsburgh nei playoff, 1° nella Eastern conference dello scorso anno, per ora primo quest’anno cosi per Disco Dan la missione è una, suonarle a tutti, vincere l’oro olimpico e la Stanley Cup.
A quel punto si può rifare l’articolo con solo elogi e venerazione tipica del tifoso di Pittsburgh quando le cose vanno bene (alzi la mano chi non ne ha chiesto la testa dopo le ultime eliminazioni!).
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
One thought on “Il record di Disco Dan Bylsma”