Chicago è la prima squadra nell’era del salary cap a vincere la coppa per due volte. Gran parte del merito è del numero 1 dei Blackhawks: Stan Bowman.
Per chi non lo sapesse, i geni di Stan sono predisposti per l’hockey da un padre, Scotty, che è uno dei più grandi head coach di tutti i tempi, avendo vinto la Coppa 9 volte da protagonista dietro la panchina, e altre quattro volte come manager.
Il figlio l’ha vinta solo 2 volte, entrambe con il padre come membro dell’organizzazione. Quel che è ancora più sorprendente è che con delle restrizioni economiche che all’epoca non esistevano, Stan è sulla buona strada per riuscire a costruire una dinastia proprio come quelle che il padre guidava dalla panchina, prima a Montreal negli anni ’70, e poi a Detroit a cavallo tra gli anni ’90 e il nuovo millennio.
Dal 2010 ad oggi, a Chicago sono cambiati quasi la metà dei giocatori. Stan Bowman ha tenuto i più forti, i leader e l’allenatore. E ha aggiunto un’altra serie di role players attraverso il draft, la free agency e le trade: le scelte di Brendon Saad e Andrew Shaw, la promozione di Corey Crawford, l’acquisizione di Nick Leddy, i contratti di Roszival e Stalberg e un paio di uscite al primo round hanno fatto il resto.
Chicago quest’anno è stata la squadra perfetta dall’inizio alla fine della stagione. Record di non sconfitte consecutive per aprire la stagione, President’s Trophy e Stanley Cup per concluderla. In mezzo l’hockey più eccitante da guardare (basta togliere il volume dopo che segnano in casa) e la squadra con più talento che riguardasse tutti gli aspetti del gioco.
La stagione è finita, e un piccolo recap su chi ha vinto e chi ha perso in questi playoff è dovuto.
Winnerz !
1 – Corey Crawford: Jimmy Howard? GONE! Jonathan Quick? GONE! Tuukka Rask? GONE! Il portiere che non è da Stanley Cup si è preso una bella rivincita in questi playoff. E probabilmente si è fatto notare da chi avrà, forse, la possibilità di scegliere il gruppo di NHLers che rappresenterà il Team Canada a Sochi nel 2014. Crawford non era da Stanley Cup dopo aver subito il primo gol contro Minnesota, era outplayed da Howard (il più hot del momento durante la serie tra Detroit e Chicago), non era all’altezza della sfida con Quick ed era la causa dei problemi di Chicago nelle prime 3 gare delle finali. Per qualche strano motivo, il mio personale MVP è quello con le 16 fatidiche W, mentre i più tutelati dai media stanno sul divano o nello spogliatoio a guardare gli altri che esultano e stappano quello buono.
2 – Bryan Bickell: 220 partite dopo il suo debutto in NHL, Bickell ha faticato nel farsi conoscere talmente tanto che guadagna ancora poco più del minimo salariale. Nei playoff del 2013 ha segnato 17 punti (Kane, MVP, ne ha fatti 19), 2 game winner e il gol che ha portato la sua squadra sul 2-2, esattamente 17 secondi prima che Bolland segnasse il gol che è poi valso la coppa in gara 6. Bickell fra una settimana sarà UFA. Ricordate la scena di Jerry McGuire in cui Cuba Gooding Jr. urla al telefono con Tom Cruise la frase “coprimi di soldi” ripetutamente mentre balla in mutande nella cucina di casa sua? Yep. Questo è quello che succederà tra una settimana nella cucina di Bryan Bickell.
3 – B Strong: L’intera città di Boston meritava una corsa verso la coppa del genere. Non c’è stato il lieto fine, ma mi auguro che i Bruins abbiano saputo in questi 2 mesi alleviare la tensione in una città che è stata colpita nel profondo. L’hockey da e l’hockey toglie, e davanti a un palazzetto completamente vuoto questa volta non sono stati i Bruins ad alzare la coppa. Ma per quanto sia difficile crederlo in questo momento, altre 28 squadre sarebbero volute essere a pochi minuti da una gara 7 valevole per la coppa. Boston ha dominato l’Eastern Conference e si è arresa davanti a una squadra a cui ha dato pan per focaccia finchè ha retto, ma a cui ha dovuto fare strada per manifesta superiorità dell’avversario. C’è solo da applaudirli, e da essere orgogliosi ogni volta che si arriva anche solo a vederla quella coppa.
Loserz !
3 – Jerome Iginla: Il suo problema non è che ha rifiutato Boston quando era praticamente sull’aereo per andare a Pittsburgh. Il problema non è nemmeno che Boston si è presa gioco dei Penguins nelle finali di Conference, o che a decidere la gara che ha portato i Penguins sotto di 3-0 nella serie sia stata una giocata di Jaromir Jagr. Il problema è che Iginla è Iginla. Se invece del wrist shot più veloce e preciso del west fosse stato un Handzus a caso, ora avrebbe un anello e una foto con la coppa. Sempre che Toews gliel’avesse concesso.
2 – Brad Marchand: Avesse alzato la coppa per la seconda volta circa 12 secondi dopo aver cominciato a giocare in NHL, il mio quieto vivere basato sul karmico fai del bene e del bene ti sarà fatto sarebbe definitivamente crollato. La coppa è del talento, e della squadra che dimostra di essere la migliore. La coppa non dovrebbe mai essere sfiorata da chi gioca sporco e sfrutta le zone grigie del regolamento. Senza contare che non so quante volte la coppa possa uscire indenne da un incontro ravvicinato con quel nasone.
1- Toronto: La copertina del Toronto Sun del 25 giugno è la foto che vedete a lato. Per chi l’avesse dimenticato Toronto era in vantaggio 4-1 a 10 minuti dalla fine di gara 7 al primo round contro i Bruins. La gara è finita con Toronto che ha regalato la vittoria agli altri in overtime. Boston si trovava in una situazione simile a 2 minuti dalla fine di gara 6, e se avesse vinto si sarebbe giocata la coppa in un epico match. Boston negli ultimi 3 anni ha vinto un paio di Conference e una Stanley Cup. Toronto ha vinto… eh… aspetta… ah si sono arrivati ai playoff quest’anno. E a quanto pare fanno prime pagine ricche di significati e per nulla piene di rancore. Ci manca solo l’articolo a lato di Andrew Raycroft che prende in giro Tuukka Rask e Tyler Seguin per non aver preso il loro secondo anello, o un commento alla trade senza senso per il nuovo backup dei Leafs. Chapeau.
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Curioso. Toronto era loser per aver perso agli ultimi minuti con una squadra giovanissima. Boston è tra i vincenti per aver fatto lo stesso con una squadra esperta.
Non è che, semplicemente, Toronto ti sta sul culo? :-D
(Ah, il sun è carta da canarini, eh….)
Heh.. fra Chicago, Boston e Toronto direi che mi stanno meno simpatiche le prime due, sai com’è. C’è una Stanley Cup di mezzo, una città messa a ferro e fuoco, e pure in questa finale Toews ha avuto parole poco amichevoli nei confronti di Vancouver, una squadra uscita oltre due mesi fa dalla post-season. Direi che Toronto è facilmente al terzo posto, quindi non è solo un discorso di antipatia.
Toronto ha urinato su un passaggio del turno, il primo turno, praticamente in tasca a 10 minuti dalla fine della serie.
Boston si è fatta rimontare (di un gol, non di 3) perdendo la possibilità di giocarsi una gara 7 che sarebbe potuta andare diversamente, come sarebbe potuta finire allo stesso modo con Toews che alza la coppa e Chara no. Tra l’altro Boston ha fatto una corsa impressionante, vista da molti come uscente praticamente ad ogni round, ha fatto fuori squadre più quotate e si è arresa contro quella che è stata la squadra più forte quest’anno sin dalla prima gara di regular season.
La similitudine tra le due rimonte subite le vede solo il Sun, carta de pesce siamo d’accordo. Ma a quanto pare anche alcuni tifosi biancoblu. Tra l’altro non credo che la copertina del Sun sia dovuta solamente al primo round di questi playoff. Come ho citato nell’articolo c’è una storia di trade e di offer sheet non indifferente tra le due squadre. La copertina sommata a tutto questo ai miei occhi vi rende losers. A volte è solo meglio rosicare per conto proprio ;)
Bè, Boston sinceramente partiva con il favore del pronostico contro i Toronto, mentre con i Rangers ci si poteva aspettare maggior equilibrio. In finale con Pittsburgh ci stava lo sfavore del pronostico. Negli ultimi tre anni ha vinto una stanley, ne ha persa una ed è sempre stata nelle prime 4 ad Est