blackbru4Chicago e Boston sono appena ai piedi dello Zoncolan.

Chicago @ Boston – Gara 3 (1-1)

La terza gara della finalissima rappresenta il primo crocevia stagionale, chi la vince sale un gradino in più verso la Stanley Cup.

Chicago ha sempre perso gara 3 in questi playoff e son costretti a rinunciare a Marian Hossa, out per un problema non specificato dallo staff medico che lo blocca ancor prima del riscaldamento.

Forti di una difesa impenetrabile i Bruins si scatenano in attacco contro Crawford, specialmente Bergeron che ci prende gusto nello stuzzicare il portiere.

I Blackhawks sono bloccati persino nel power play, con le ultime 20 occasioni di superiorità che non sono state tramutate in rete cosi gli unici che tentano qualcosa sono Keith e Frolik senza riuscire in niente.

Per Boston invece risponde Peverly che sbaglia lanciato da solo, è il preludio al gol, Paille recupera il disco e batte Crawford dopo il primo miracolo su Seguin, sono passati 2 minuti di gioco e i migliori della regular season sono già sotto.

Arrivano solo attacchi degli orsi, e l’orso maggiore, Zdeno Chara, imposta per Jagr che è un fulmine nel dare un cioccolatino a Patrice Bergeron lesto nello spingere il disco con la porta ormai sguarnita, 2 a 0.

Chicago reagisce ma sbatte su Rask e pur restando in 6 contro 4 nei momenti finali della partita non riesce a impensierire il migliore del TD Garden, anche fortunato quando Bickell lo supera ma sbatte il disco sul palo.

Per non far mancar nulla ai tifosi ecco una bella rissa finale, Chara, noto anche Big Show o orsetto abbraccia tutti, decide di distruggere Bickell che per quante rotelle fuori posto ha ci aggiunge anche un sano masochismo nell’andare contro uno di 2 metri e 06 che con una gomitata fa vedere le stelle.

Non contenti anche Shaw e Marchand si picchiano, quasi sicuramente perché vola l’insulto “hai gli stessi attributi di Crosby”.

A Chicago pesa come un macigno l’assenza di Hossa (sostituito da Ben Smith) negli schemi offensivi di Quenneville sia per classe che per l’abilità di sfondare muri invalicabili come quello che Boston sta facendo nascere in questi playoff.

L’incapacità dei Blackhawks di creare grossi pericoli è alla base della sconfitta, con la paura che il tempo per la rimonta stia per scadere e che Boston non sia la stessa cosa dei Red Wings.

I Bruins dal canto loro fanno degli Hawks quello che hanno fatto dei Penguins annullando in poche gare le 2 squadre più efficaci dal punto di vista offensivo vincendo il 71% dei faceoff e dire che la sfortuna poteva giocare un brutto scherzo quando nel riscaldamento un disco di Lucic graffia capitan Chara senza grosse conseguenze (il disco si trova in rianimazione per lo spavento).

Rask salva 28 tiri e ormai tutti si chiedono: “Tim Thomas chi?”.

Chicago @ Boston – Gara 4 (1-2)

Quando tutti stanno scrivendo le dediche sulla tomba di Chicago ecco che rispunta Hossa, il coraggio dei Blackhawks e tanti, tantissimi gol.

Pronti via e dopo 5 minuti di poco studio ecco il power play regalato a Boston grazie a Johnny Oduya, in superiorità numerica però i Bruins si addormentano e ne approfitta Saad nel recuperare il disco, andare in fuga e servire al centro per Handzus, tiro e gol, 1 a 0.

Poco male pensano i padroni di casa, reagiscono attaccando, perché l’attacco è la miglior difesa, specie se oggi difesa non se ne vede, missili scagliati contro Crawford, uno di questi è di Rich Peverly che mira, guarda il portiere e infila il disco ad una forza sconosciuta alle persone normali.

Attenzione, non sarà l’unico denunciato per il limite di velocità infranto da un puck in questa gara.

Nel secondo periodo sono fuochi d’artificio, tira Rozsival e finalmente Toews ci mette il bastone e segna il secondo gol della sua postseason, cosi visto che il giochino sembra facile nuovo tiro di Michal Rozsival e uck spedito in rete da Patrick Kane.

L’orgoglio di Boston è comunque smisurato, la squadra di hockey è l’emblema perfetto di un sentimento forte che si sente in città, una città ferità da fatti di cui non vogliamo parlare ma che fanno amare ancora di più gli Orsi, Chara tira e Lucic depone in gol l’assist perfetto, è 3 a 2.

Non c’è tempo per pensare, ripartenza di Frolik che attende Kruger smarcato, gabbia spalancata e 4 a 2, sembra fatta dunque, invece mischia davanti a Crawford e Bergeron segna, i Bruins ci sono ancora e sono sotto 4 a 3.

Si apre l’ultimo periodo, due minuti di gioco e Jagr colleziona il suo assist numero 199 regalando ancora a Bergeron un altro tiro che a velocità folle supera ancora Crawford, 4 a 4.

A questo punto manca il gol di un altro Patrick, è Sharp a segnare in power play sfruttando un rimbalzo su parata di Rask quando i Blackhawks sono 5 contro 3.

Boston non molla, è come l’Undertaker al tappeto e si rialza sempre, Boychuk attende che si apra la prateria, carica il disco che vola come un proiettile, 5 a 5 e oggi sembra che le porte abbiano la stessa grandezza di quelle da calcio.

Si arriva cosi ad un inevitabile supplementare che a Chicago costa di più dal punto di vista mentale, ora se sbaglia è spalle al muro, cosi attacca a testa bassa, Brent Seabrook scaglia l’ennesimo lampo verso Rask, Bergeron sulla traiettoria sente solo il vento e il puck s’infila lì dove vale la vittoria e lo scampato pericolo, 6 a 5, un overtime e 11 gol, più di cosi.

Quando Seabrook nei giorni precedenti ha chiesto a capitan Toews che pensava lui prontamente ha replicato “penso che segnerò” dunque o lui è un veggente o ha una gran fiducia in se stesso.

Chicago inventa troppe occasioni da gol limitando Boston che stupita non sa reagire, anche perché far una gara tutta attacco non è pane per i Bruins, i Blackhawks hanno dato tutto e son stati ripagati.

Devastati i tifosi locali?

C’è di peggio, per esempio quello di Austin Texas, nel bel mezzo della diretta tv dell’overtime ecco che scatta la pubblicità, prima del tg poi di una concessionaria e il tutto nel bel mezzo del tiro di Seabrook, che viene abbracciato rientrando in diretta, scherzi a stelle e strisce.

Prossimi appuntamenti:

Boston @ Chicago gara 5 22 giugno

Chicago @ Boston gara 6 24 giugno

 

One thought on “La Perfetta Incertezza

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