bruinpeng3r2Se l’anno scorso per Pittsburgh bruciò tantissimo uscire contro Philadelphia quest’anno va anche peggio.

Pittsburgh @ Boston – Gara 3 (0-2)

È il TD Garden a ospitare la serie dopo le incredibili vittorie di Boston in quel di Pittsburgh, città che sogna la Stanley Cup e resta al palo anche quest’anno.

Per grinta, cattiveria e voglia di vincere sembrano i Bruins sotto nella serie, per i Penguins i grattacapi iniziano dopo 1 minuto e 42 secondi, tempo necessario a David Krejci di controllare i riflessi di Vokoun dietro la gabbia, poi ecco che si accentra, tiro e rete, 1 a 0 e gran boato.

Sembra una sveglia per Pittsburgh che inizia il duello contro Tuukka Rask, (ignoro se sia stato chiamato cosi in onore a Raffaella Carrà e il tuca tuca ma spero che il ritornello risuoni nella sveglia di Fleury ogni giorno) con il portiere che blocca ogni tentativo.

I grandi solisti provano a inventare qualcosa, prima Malkin, poi Crosby ma il risultato non cambia.

Cosi attaccando a testa bassa qualcosa deve ingranare, Martin prova a sfondare, passaggio per Kunitz e tiro dalla lunga distanza, gol e parità, ora vuoi vedere che esplode tutto l’attacco Penguins?

Neanche a pagare un esorcista per togliersi Rask dalla gabbia, Pittsburgh colpisce pali, Chara, Seidenberg, qualsiasi cosa attraversi il ghiaccio di Boston ma di far gol neanche per sbaglio e dire che prima che l’Orso sbrani il Pinguino la miglior media gol dal 90 a oggi è di questi giocatori che hanno Crosby come capitano.

La lunga maratona prevede 2 supplementari, dove Horton e una vecchia conoscenza dei Penguins spaventano Vokoun e svegliano Marc Andre Fleury che nel frattempo ascolta Justin Biener sul suo Ipod (gli hanno rubato l’attrezzatura da portiere, per il riscatto chiedere di Dan B. allenatore)

Fatto sta che la vecchia conoscenza di Pittsburgh è il leggendario Jaromir Jagr che, visto lo sgarbo di preferire lo scorso anno i Flyers ai Penguins, lascia il segno anche stavolta, ruba il disco a Evgeni Malkin che può essere suo figlioccio, serve Marchand, assist al centro e gol di Patrice Bergeron, 2 a 1 e mazzata terrificante al morale già disintegrato dei Pinguini.

Il tutto chiude una maratona in cui si gioca per 95 minuti e contro Rask vengono scagliate 54 conclusioni senza segnare, con il portiere che para il 94% di quello che Crosby e soci gli lanciano, compresi tiri, Fleury, Justin Bieber e il gemello inutile di Iginla che oggi gioca.

8 power play sprecati, arma letale disinnescata, attacco inesistente e nessuna reazione alle difficoltà.

L’arma di Boston è il cuore, uno su tutti Gregory Campbell, sul tiro di Malkin il disco piomba sulla sua gamba in scivolata, la frattura ma lui pur soffrendo resta sul ghiaccio sino al cambio di linea, intervenendo sull’azione offensiva dei Pinguini, coraggioso e premiato dalla standing ovation che il suo pubblico gli regala.

Jagr è irriducibile, 42 anni e non sentirli s’inventa quello che sarà il colpo del ko, lui che a Boston ci arriva perché Jarome Iginla ormai promesso ai Bruins sceglie di colpo di accasarsi ai Penguins, col senno di poi chi gliel’ha fatto fare.

Pittsburgh @ Boston – Gara 4 (0-3)

Sette gare in una serie sono tante, l’hockey non è una religione perfetta e i Penguins ne vinceranno almeno 1.

Ok, 1 a 0 per Boston e sweep, spazzati via 4 a 0 nelle finali di conference.

Chi ci ha scommesso? Io no, Fleury si.

Andiamo con ordine, diamo a Cesare quel che è di Cesare, applausi per Adam McQuaid che non segna mai e oggi azzecca il tiro della vita, quello che porta avanti Boston e che in nessun modo verrà messo in discussione.

Ci si aspetta una marea di tiri contro Rask, alla fine saranno solo 26 e senza grossi spaventi.

Crosby e Malkin provano a segnare ma la pozione che Gargamella Fleury ha dato loro non gli fa centrare neanche l’uscita dal Td Garden, nessun gol per loro come per Neal, Iginla, Jokinen, Letang, Bylsma, Shero, il pupazzo Iceberg, chi accompagna Fleury all’uscita e chiunque vuole vedere un gol dei Pens.

 La fine della partita è memorabile, il tempo scade con Iginla che tira e Rask non solo para ma blocca anche il puck, simbolo di una supremazia esagerata che porta Boston alla seconda finale in tre anni, dopo Tim Thomas c’è un altro eroe in porta che merita l’mvp.

Le grandi partite si vincono partendo dalla difesa e apriti cielo, fallimento Penguins ora tutti sulla graticola.

Dirigenza esclusa se pensiamo che a Dan Bylsma sia stata data una fuoriserie all’apparenza perfetta, se doveva esserci 4 a 0 era più facile pronosticarlo in favore di Pittsburgh invece Boston ha giocato una serie buona, forse neanche perfetta perché a renderla cosa semplice ci ha pensato la testa dei giocatori (alcuni dovrebbero essere i migliori al mondo) ma per una carrellata degli errori di Pittsburgh vogliamo attendere ancora un po’, almeno per non dare l’alibi che il licenziamento di Bylsma sia merito di Playitusa (il sito a Pittsburgh lo conoscono, Fleury era un tempo inviato).

Per il resto ora sarà Boston vs Chicago, 2 delle Original Six che si contenderanno la Stanley Cup.

Per Crosby, see you in next season.

 

One thought on “Boston spazza via Pittsburgh 4 a 0

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