Il riallineamento della Lega previsto per la prossima stagione dividerà una delle più accese rivalità della Northwest Division dall’inizio del nuovo millennio: quella tra Colorado Avalanche e Vancouver Canucks.
C’è voluto tanto impegno, passione, voglia, fortuna e carattere, ma finalmente Vancouver c’è riuscita. Ha perso contro i Colorado Avalanche nella serata di sabato con il risultato finale di 4-3.
Vancouver ha dominato Colorado nelle ultime tre stagioni e aveva vinto tutti gli ultimi 10 scontri diretti. Ha 6 punti di vantaggio su Minnesota seconda nella division e i suoi tifosi discutono su chi sarebbe meglio incontrare al primo round dei playoff. In Canada non sanno cosa sia la scaramanzia a noi italiani tanto cara.
Colorado invece non ha nulla da chiedere alla stagione e a detta del suo portiere JS Giguere molti dei loro giocatori si preoccupano più della loro imminente vacanza a Las Vegas che di terminare in modo degno l’annata.
L’hastag del momento tra i suoi tifosi varia tra #DeathForSeth, #DeflateForNate e #PooinForDrouin a seconda di chi vorrebbero prendere al draft.
Ma l’hockey è bello così, perchè può capitare ogni sera che una qualunque squadra batta un’altra. Soprattutto in una delle più classiche partite di fine regular season in cui l’interesse maggiore è non farsi male in vista dei playoff in un caso, o delle vacanze in un altro.
Per un tifoso cresciuto con la passione dell’hockey all’inizio del nuovo millennio questa partita invece ha significato tanto.
Vedete, questa era l’ultima gara da rivali divisionali tra Vancouver e Colorado. Il riallineamento della NHL che avverrà la prossima stagione estrapolerà le tre canadesi dalla Northwest per metterle insieme alle californiane e a Phoenix nella Division A. A Colorado invece, seguita da Minnesota, toccherà viaggiare parecchio all’interno della Central Time Zone, recandosi a Chicago, Nashville, St.Louis, Dallas e Winnipeg nella Division B.
Mentre i nomi delle division sono soggetti a cambiamenti, ciò che non varierà sarà il calendario, che vedrà queste due squadre scontrarsi d’ora in poi per un massimo di 3 volte a stagione.
Colorado-Vancouver è stata per buona parte della prima decade del nuovo millenio una delle più aperte, cattive e spettacolari rivalità della NHL. Possibilmente l’unica a ovest di Detroit in quel periodo.
Il periodo hockeystico che va dalla fine degli anni ’90 all’inizio del nuovo millennio è conosciuta come la “dead puck era”, l’epoca della morte del disco. Minnesota e New Jersey lanciano un metodo difensivo denominato “la trappola” che tende ad ammazzare il gioco altrui e ripartire, sfruttando il fatto che ai difensori è permesso di tutto (un altro modo di definire questo periodo è infatti “clutch and grab” era). Di conseguenza non si segna tantissimo e se non bastasse le protezioni dei portieri aumentano di dimensioni.
Lo squadrone messo sul ghiaccio da coach Marc Crawford a Colorado è l’unico che resiste fin dall’inizio a questa epoca, e gioca un hockey veloce e spettacolare che non permetteva ai tifosi di alzarsi dalla poltrona.
Colorado domina la NHL insieme a Detroit, ma dalle ceneri della squadra del 1994 e proprio con Marc Crawford in panchina uscirà fuori una nuova versione dei Canucks che riuscirà a tenere testa agli Avalanche. Le partite tra queste due squadre sono da subito veloci, feroci e ricche di giocate di cui parlare nel post-gara. Purtroppo per Crawford a Vancouver non c’è il portiere più forte di sempre ma solamente uno capace di subire gol dalla zona neutrale.
Non dimenticherò mai la prima vera stagione che ho seguito con la passione di adesso: 2002-2003. Naslund e compagni perdono il titolo della Northwest Division l’ultima partita della stagione. A vincerlo sarà Colorado. Naslund si arrenderà anche al titolo di MVP di fronte a un altro svedese: Peter Forsberg. Che di quella squadra era il Centro numero due perchè il primo era il capitano Joe Sakic da Burnaby.
Quella squadra aveva anche Roy e Blake. Foote e Drury. I “Canuck Killer” Hejduk e Tanguay. Probabilmente nati per segnare contro Vancouver. Il primo anche alla playstation.
Non dimenticherò mai nemmeno il 2004. Il ritiro di Roy e la versione hockeystica del dream team con Selanne e Kariya presi con lo sconto famiglia che andavano a completare un top 9 da spavento. Vincere tutto era l’obiettivo, ma Kariya giocherà poche partite per via di un infortunio, Selanne deluderà e gli Avs quell’anno non vinceranno niente.
Dall’altra parte c’erano Naslund e Linden. Morrison e Ohlund. Cooke e Jovanovski. Due sbarbati Daniel e Henrik Sedin. Marc Crawford in panchina. Dopo 82 partite e 6 vittorie nelle ultime 6 gare Vancouver ha 101 punti. Colorado deve giocare e di punti ne ha 100. Perde l’ultima gara, e per la prima volta nella storia qualcun’altro vince la Northwest Division.
Era anche l’anno di Bertuzzi e Steve Moore, episodio che ha distinto la carriera del primo e ancora peggio decretato la fine di quella del secondo. Episodio che ha dimostrato come la rivalità fosse andata ben oltre il limite.
L’anno dopo non si giocherà, c’è un lockout che fa saltare una stagione, e l’era degli imbattibili Avalanche finisce in concomitanza con l’introduzione del salary cap.
Fast forward quasi 10 anni dopo: Vancouver è sulla buona strada per eguagliare il record di 5 titoli divisionali consecutivi di Colorado, e se così dovesse finire le due squadre avrebbero vinto i primi 5 e gli ultimi 5 titoli della Northwest division. Nell’era Gillis è perennemente tra le favorite al titolo finale e nel 2011 ha messo sul ghiaccio una delle squadre più forti dell’era lockout, sicuramente la più forte mai vista in British Columbia.
Dall’altra parte invece, la relocation da Quebec City a Denver è stato uno dei successi del commissioner Gary Bettman, grande fautore di una NHL aperta a mercati nuovi. A sottolineare questo, gli Avalanche registravano il tutto esaurito per 487 volte di fila ed erano tra le squadre più ricche e spendaccione della lega. Hanno messo sul ghiaccio più di una delle squadre più forti di sempre e possibilmente la più ricca di talento dai tempi degli Oilers degli anni ’80.
Ora mancano ai playoff da tre anni consecutivi, lasso di tempo in cui hanno vinto a malapena 80 partite. Sono ultimi nella Western Conference, penultimi nella NHL e se vi trovate a Denver, ovviamente prima del mese di maggio in cui cominciano i playoff, e non sapete cosa fare una sera con 20 dollari americani potrete comprare due biglietti per gli Avalanche al prezzo di uno, parcheggio compreso.
La ruota gira. Arrivederci, Denver.
Author: Jovocop for HNC
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