Abbiamo visto come a est si è già in clima playoff per le molte squadre che provano a concludere degnamente la stagione che ci ha regalato il secondo lockout in meno di 10 anni. Si è temuto per molto tempo di perdere il passatempo preferito di noi pochi amanti di questo pazzo sport sul ghiaccio, ma i protagonisti si stanno rifacendo regalandoci quasi un mese in più di playoff hockey.
Ad ovest le cose sono un pò meno difficili, a mio parere resteranno così come sono.
Chicago e Anaheim sono praticamente già qualificate, una impressionante striscia di 7 vittorie consecutive rimette a posto la situazione di San Jose, pur avendo venduto alla deadline, e come quest’ultima anche Vancouver e Los Angeles rimangono in bilico per un fattore prettamente matematico.
Vancouver con l’arrivo di Roy alla deadline e l’imminente ritorno di Kesler nel lineup sembra sulla buona strada per consolidare quello che sarebbe il quinto titolo divisionale consecutivo dopo aver ceduto il passo a metà/fine marzo a Minnesota.
Partiamo proprio dall’autoproclamatosi stato dell’hockey. La situazione è interessante. Dopo aver investito moltissimo per portare all’Xcel Center Ryan Suter e il talento casalingo Zach Parise, la squadra faticava a ingranare fino a che non ha trovato un periodo di forma strepitoso nel mese di marzo. Questo periodo li ha fiondati al primo posto nella northwest, che non accadeva dal 2008 e lanciati verso la post-season. Alla deadline hanno investito nuovamente, questa volta talenti e scelte al draft, per aggiudicarsi un attaccante indistruttibile e abile in entrambe le zone come Jason Pominville.
Al momento sono sesti in classifica con con 5 punti di vantaggio e dovranno fare ameno di Dany Heatley per le prossime due settimane.
In tutto ciò Minnesota è la peggior squadra della lega nel possesso e ha degli special teams che sono nella media o poco al di sotto.
Credo che questo sia un fattore da tenere d’occhio, ma non credo che diminuisca più di tanto le chance di playoff dei Wild, specialmente considerando il roster strapieno di talento con picchi eccellenti come i due sopracitati statunitensi, che insieme a Patrick Kane rappresentano l’elite dell’hockey a stelle e striscie.
Un gradino più sotto siede Detroit. Per uno nato nel 1985 non vedere i Red Wings ai playoff sarebbe strano, considerando come siano arrivati alla post season 26 volte negli ultimi 28 anni. Ancor di più sarebbe se il soggetto è cresciuto, hockeysticamente parlando, all’inizio del nuovo millennio. I Red Wings non mancano una post-season dal 1991, che è la più lunga striscia di apparizioni ai playoff di tutti gli sport professionistici dell’America del nord. Se vi interessa sapere perchè i Red Wings siano la franchigia più vincente della storia degli sport professionistici potete chiedere al Dr. Cox di Scrubs.
Quest’anno Detroit ha avuto risultati altalenanti, il calendario sembra essere dalla loro parte: giocano 5 gare in casa e 5 fuori, 5 gare contro squadre che cercano punti e 5 gare contro squadre che cercano posizioni al draft. Senza stare a tirare in ballo il fatto che loro hanno la Joe Louis Arena, Pavel Datsyuk, Henrik Zetterberg e Mike Babcock e gli altri no.
La lotta vera e propria è per un solo posto, l’ottavo, in cui la favorita sembra essere St.Louis. Se non altro perchè i Blues sono ottavi con 3 punti di vantaggio, vengono da 3 vittorie consecutive, hanno una gara da giocare in più di Edmonton e due in più di Columbus che hanno battuto nello scontro diretto nella notte di venerdì. Hanno migliorato e una blueline deficitaria alla deadline aggiungendo profondità in Leopold e la nuova coppia Alex Pietrangelo – Jay Bouwmeester potrebbe fare sfracelli. Il loro goaltending è un punto interrogativo e dovranno fare a meno di Jaroslav Halak nelle prossime partite. Il tutto si riduce alle prestazioni di Jake Allen, che è stato il loro miglior portiere fino adesso pur senza convincere i più.
Gli Edmonton Oilers sono arrivati in pompa magna alla deadline, decidendo di provarci fino alla fine e bloccando quindi il loro talento, aggiungendo profondità alla quarta linea in Jerred Smithson. Hanno vinto 5 delle ultime 6 segnando ben 25 gol e subendone solo 11. Ma Taylor Hall e compagni sono stati presto ridimensionati dai Canucks nella serata di giovedì in una interpretazione tutta canadese della scena di Arancia Meccanica in cui Alexander De Large “ristabilisce le posizioni”, buttando i suoi drughi a forza di bastonate dentro il Tamigi.
L’andamento di questa particolare gara può solo fare bene agli sbarbati Oilers per le rimanenti 11 partite, dove non avendo scontri diretti dovranno dare il tutto per tutto contro squadre molto più attrezzate: affronteranno solo tre volte chi gli sta sotto in classifica, sfideranno 4 volte le prime due della classe a ovest e hanno tre gare contro le due rivali che stanno dettando marcia nella northwest.
La vera sfidante di St.Louis è ai miei occhi Columbus. La nuova proprietà si è presentata, come suggeriscono dal forum, “toccandola piano” e alla deadline ha aggiunto un uomo da 334 gol in NHL in Marian Gaborik, che nella sua peggior stagione e con due sole presenze in Ohio è già diventato il loro miglior marcatore. La dice lunga su quanto avessero bisogno di un uomo gol, e quando si parla di goleador Gaborik è nell’elite. La squadra è sembrata solida nelle ultime settimane e si è affacciata alla lotta per la post-season sulle spalle di Sergei Bobrovsky. Nelle ultime 10 gli rimane uno scontro diretto contro St.Louis, in casa, e 6 gare in giro per la western conference, 3 delle quali sono contro tutte e 3 le californiane.
Inutile dire che se vogliono andare ai playoff dovranno assolutamente migliorare il pessimo record fuori casa (5-11-2), staremo a vedere se Gaborik è la risposta.
Author: Jovocop for HNC
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