Otto vittorie nelle ultime dieci gare, con il primo posto di Division; benvenuti a St. Paul, Minnesota, dove l’hockey è ben più di un semplice sport.
Lo hanno dimostrato le Golphers, squadra N.C.A.A. capace di conquistare il titolo femminile ottenendo 49 vittorie di fila; lo stanno dimostrando i colleghi uomini della Nhl, i Minnesota Wild, la formazione più “hot” del momento dopo i Pittsburgh Penguins.
Ecco protagonisti e chiavi di una stagione sinora soddisfacente, in rigoroso ordine alfabetico.
A come attacco – La squadra di Mike Yeo (v.) ha realizzato sinora 90 reti in 32 gare. Zach Parise (v.) è il top scorer con 14 reti; Mikko Koivu (v.) il più prolifico in fatto di punti, con 9 centri e 21 assist.
B come Backstrom – Niklas ha disputato sinora 27 delle 30 partite giocate dai Wild, parando il 91,7% delle conclusioni a lui rivolte. Diciotto le vittorie, due le gare senza subire reti. “B” è anche la lettera di Pierre-Marc Bouchard, prima scelta del team nel 2002, autore di 14 punti sino a questo punto.
C come capitano – Nei suoi primi nove anni di Nhl, i Wild hanno cambiato numerosi captain. Non per problemi interni allo spogliatoio, bensì per una forma di democrazia, stabilita dall’allenatore Hall Famer Jacques Lemaire (v.). Dal 2009 il capitano è stabilmente Mikko Koivu (v.) , già tre volte capitano nella stagione 2008-09.
D come Dallas (e come 10) – Il destino dei Wild è strettamente legato a quello di Dallas. Gli Stars nascono infatti come una formazione del Minnesota nel 1967 (i North Stars) e solo nel 1993 traslocano in Texas. Dieci sono invece gli anni trascorsi dall’ultima affermazione dei rossoverdi a Dallas, prima del 7-4 “a domicilio” del 25 marzo scorso.
“D” è anche la difesa, settore in cui Minnesota brilla: le 78 reti subite rappresentano il secondo miglior valore a Ovest (dopo le 71 di Chicago) e il quarto di tutta la Lega.
E come equilibrio – Dal punto precedente si può notare come la chiave del gioco dei Wild sia proprio the balance. Non molti gol fatti, ancor meno quelli incassati per una squadra che viaggia con il 62,5% di successo in stagione.
F come Falk – Ventiquattrenne canadese, Justin Falk indossa sin dall’esordio la maglia dei Wild, con cui ha disputato cento gare tonde, realizzando 14 punti. “F” è anche il colore dominante della maglia, “Forest Green”, presente anche nel logo.
G come Gaborik – Prima vera “stella” dei Wild, Marian Gaborik (futuro Rangers) è stata la prima scelta mai effettuata dalla squadra ed è tuttora il leader in fatto di gol e punti (219 e 437 rispettivamente). In fatto di assist, solo Koivu con 274 e Bouchard con 229 hanno fatto meglio di lui.
Lo slovacco è stato tra i protagonisti dei playoff del 2003, i primi per la franchigia. Sconfitti Avalanche e Canucks dopo essere stati sotto in entrambe le serie per 3-1 (record per la Nhl), i Wild saranno poi sconfitti in quattro gare dai futuri campioni di Anaheim.
H come Heatley – Già Senator e Shark (oltre che Thrasher), con le sue 849 partite il 32enne canadese di origine tedesca è tra i più esperti giocatori della squadra. Per DH, 9 gol e 9 assist nella stagione in corso. “H” è anche l’iniziale di due goalie, Matt Hackett e Josh Harding. Entrambi sono canadesi, il primo è stato recentemente richiamato per sostituire il secondo (infortunato) come backup di Backstrom in attesa della maturazione del connazionale Darcy Kuemper, classe ’90.
I come inizio – Esordio con il botto per i Wild, che hanno sconfitto in serie Colorado e Dallas in casa. Il 30 gennaio Minnesota ha ottenuto il suo successo numero quattro, interrompendo la striscia di sei vittorie consecutive della miglior squadra di stagione regolare, i Chicago Blackhawks.
J come Jonas – Alla prima stagione in maglia rossoverde, Brodin è il giocatore più giovane della squadra, con i suoi 19 anni. Per il difensore svedese, due argenti e un oro con le formazioni juniores del suo Paese, 7 punti nelle sue prime 29 gare disputate nella Lega.
K come Koivu – Da sempre in maglia Wild della Lega, il finlandese Mikko è il primo capitano “in pianta stabile” di Minnesota e il leader in materia di assist. Scelto al primo turno (come il più giovane collega svedese), il centro ha già accumulato 531 partite tra campionato e playoff, a cui punta di condurre quest’anno la squadra dopo l’ultima apparizione, avvenuta nel 2008.
L come Lemaire – Jacques Gerard Lemaire, entrato nella Hall of Fame per i suoi trascorsi da giocatore dei Montreal Canadiens, è stato il primo allenatore nella storia dei Wild. Ha guidato la squadra per otto stagioni, raggiungendo le Finali di Conference nel 2003 e vincendo il primo titolo di Conference nella stagione 2007/2008. Dal 2009 al 2011 è tornato alla guida di New Jersey, con cui aveva vinto la Stanley Cup 1995. Per lui oltre mille partite come head coach (considerando anche le due stagioni sulla panchina dei Canadiens), con 617 vittorie e 1.421 punti ottenuti.
M come Matt – Senatore della squadra, Matt Cullen fornisce ai Wild l’esperienza di chi ha giocato oltre mille gare da professionista (1.126 per l’esattezza). Trascorsi che sembrano dare i frutti, considerati i 17 assist stagionali che si aggiungono ai 6 centri sin qui messi a segno in stagione, all’età di 36 anni.
N come Nate – Di un lustro più giovane, Prosser (difensore) è il più giovane Minnesotan della squadra. Lo stesso Cullen, Tom Gilbert (v.) e Zach Parise (v.) gli altri che hanno deciso di giocare nel team professionistico dello Stato in cui sono nati.
O come Olson – Già preparatore atletico dei Vikings in Nfl, Kirk Olson è di nuovo in carica come Strength and Conditioning Coach dei Wild dopo sei stagioni trascorse nelle palestre rossoverdi, dal 2003 al 2009. Una preparazione che nasce “in famiglia”, dal momento che il tecnico si è formato alla University of Minnesota e alla St. Cloud State University, accademia pluri-centenaria dello Stato.
P come pubblico – Premettendo (e promettendo) che Parise sarà trattato alla “sezione Z”, si parla qui di una delle tifoserie più entusiaste della Lega. Oltre diciannovemila persone (19.298) per l’esordio di stagionale di quest’anno, appena cento in meno del record assoluto per una gara dei Wild, registrato il 5 ottobre del 2005. Numeri superiori alla capacità ufficiale del Met Center, sede ufficiale dei North Stars dal 1967 al 1993.
Q come quarti – I Conference Quarterfinals sono stati l’ultimo piazzamento nei playoff per i Wild. Era il 2008 e Minnesota aveva chiuso la stagione regolare con 98 punti (miglior risultato negli ultimi anni) e conquistando la Division, prima di cedere in sei gare contro Colorado.
Durante quella stagione i Wild viaggiavano con la media di 1,20 punti a gara, contro gli 1,31 della stagione in corso.
R come Rupp – A trentadue anni già compiuti, il globetrotter Mike ha deciso di rimettersi in gioco nel Minnesota dopo i tanti anni trascorsi con le maglie di New York (sponda Rangers), Pittsburgh e New Jersey, con cui aveva esordito nella stagione 2002/2003, tre anni prima di Parise. Per l’ala sinistra dell’Ohio, 103 punti in 648 partite da professionista Nhl.
S come Suter – Alternate captain come ZP, Ryan è sbarcato in Minnesota dopo una carriera passata a Nashville con i Predators. Per lui già 24 assist in stagione, dopo averne prodotti 46 (record individuale) nell’ultima stagione in Tennessee (su un campionato a 82 gare). “S” è anche la lettera di Devin Setoguchi, ex Shark che ha già contribuito con 57 punti nella sua stagione e mezza disputata a Minnesota.
T come Tom – Tra i quattro nativi del Minnesota, il difensore Tom Gilbert è in Nhl dal 2006, anno in cui ha vestito per la prima volta la casacca degli Oilers. Dal 2011 è in forza ai Wild, con cui ha siglato 14 dei suoi 172 punti nella Lega. “T” è anche il nome di Torrey Mitchell, centro ex Sharks che ha già marcato 78 punti in Nhl.
U come una – È la volta in cui i Wild hanno prevalso su tutte le avversarie della Northwest, ottenendo il titolo di Division. Un’occasione che sembra alla portata quest’anno: i Vancouver Canucks hanno sì due punti in più in classifica, ma con due gare disputate in più. Ben più lontane Edmonton (33 punti), Calgary (30) e Colorado (26), fanalino di coda della Western Conference. Minnesota è al momento quarta in quanto “migliore seconda” (i top team di ogni Division acquisiscono automaticamente i primi tre posti della Conference), ma la possibilità di fare di meglio non appare remota.
V come vittorie – Venti successi in 32 gare fanno di Minnesota la sesta formazione con più successi del torneo, la terza a Ovest. Impressiona considerare come i Canucks abbiano ottenuto un una vittoria in meno (come Los Angeles), riuscendo a essere avanti solo per i sei punti ottenuti agli overtime (contro i due dei Wild). Solo Chicago e Anaheim hanno fatto meglio di Minnesota nella Western.
W come Wilson – Alla seconda stagione come Assistant Coach in Minnesota, Rick Wilson ha già vinto con lo stesso ruolo una Stanley Cup, nel 1999 con i Dallas Stars. Attento agli aspetti difensivi e di penalty killing, ha conquistato con l’ex franchigia di Minnesota sette titoli di Division, due di Conference e due di migliore squadra del campionato (Presidents’ Trophy).
X come Xcel – L’Xcel Energy Center è la “casa” dei Wild. Tra le mura amiche dell’impianto di St. Paul, conosciuto anche come The X, i rossoverdi hanno vinto 12 delle 16 partite sin qui disputate. Solo Anaheim (13 su 17) e Chicago (12 su 15) ha fatto meglio sul proprio ghiaccio a Ovest, solo Pittsburgh (14 su 18) meglio nella Lega.
Y come Yeo – Non poteva mancare il riferimento all’Head Coach, il terzo nella storia del club. Già tecnico degli Houston Aeros (squadra affiliata ai Wild), è stato Assistant Coach dei Penguins quando hanno vinto il titolo nel 2009. Dal giugno 2011 è alla guida della squadra, con la quale ha ottenuto sino adesso 123 punti.
Z come Zach – Beniamino di casa, Zach “Parisi” (come lo chiamano gli Americani) la scorsa stagione ha giocato a New Jersey – con la “C” di capitano sul petto – le Finali per la Stanley Cup, uscendo sconfitto contro i Kings. Da Parise, 481 punti in Lega (28 con i Wild), passano anche le speranze dei tifosi dei Wild per regalare il primo titolo a Minnesota, vincendo quella stessa Coppa che nemmeno i North Stars sono riusciti a sollevare.
Gabriele Farina nasce a Palermo il 18 dicembre del 1986. Appassionato
di scrittura, sport e viaggi, decide di diventare giornalista e
s’iscrive al corso di laurea in “Giornalismo per Uffici Stampa” nella
sua città d’origine.
Conclusa l’esperienza nell’ottobre 2009, con una tesi dal titolo
“Solo per sport”, si dirige a Roma per studiare alla Sapienza nel corso
di laurea “Editoria multimediale e nuove professioni
dell’informazione”. Nella capitale consegue la laurea nel luglio 2011
mantenendo intatta la passione per lo sport, base di partenza per
l’esame finale sulle Olimpiadi di Berlino.
Ha praticato nuoto, corsa e molti generi di sport di squadra, dal calcio a 5 alla pallanuoto, dalla pallamano al volley. Ultima avventura, appunto, l’hockey.
Grande articolo, complimenti
complimenti, grande passione e competenza in qst pezzo. gornalisticamente perfetto e piacevole da leggere. Chapeau !!!