È una triste estate nell’Ohio tra i fan dei Blue Jackets, ma l’amore, quello vero, spesso è quello ripagato da un gesto che ripaga mille sacrifici e Rick Nash ha voluto lasciare con un sorriso la sua ormai ex squadra.
Nel calcio siamo abituati agli scambi di giocatori che spesso, appena approdati nella nuova squadra, sparano a zero sulla loro vita calcistica precedente, tipo Ibrahimovic che ormai ha una bella confusione sul team che tifava da piccolino.
Esistono però altri casi oltre a chi cambia maglia per guadagnare miliardi in più, son quei giocatori che ad un certo punto della carriera si trovano costretti (ma anche qua a base di dollaroni) a scegliere se continuare a giocare e non vincere oppure rischiare di cambiare aria verso il paradiso del trionfo.
Karl Malone e LeBron James sono esempi Nba, Gabriel Batistuta dalla Fiorentina alla Roma nel calcio, Ray Bourque e Dominik Hasek nell’hockey, tutti a scegliere con fortuna o meno di approdare in ciò che sembra una squadra da titolo.
Rick Nash era il fascino dei Columbus Blue Jackets, prima scelta nel 2002 di una franchigia nata il 25 giugno 1997.
Ne è passata di acqua sotto i ponti, 547 punti realizzati grazie a 289 gol e 258 assist in 647 partite fanno di Rick il record man della franchigia, colui che ha la lettera C sulla maglia e che è il primo a sognare di arrivare lontano con Columbus.
Di playoff nella carriera di Nash e dei Blue Jackets se ne son visti solo nel 2008/09 ma quei Detroit Red Wings avversari chiusero la porta dei sogni con un perentorio 4 a 0. Era l’ennesimo miracolo di Hitchcock e di Nash nell’unica grande stagione nell’Ohio, poi il sogno divenne sempre più lontano, le gare col tutto esaurito divennero sempre meno e a Nash passò per la testa di cambiare aria.
Non una squadra qualsiasi dove approdare, bensì quella dove chi vince entra di diritto nella leggenda, i New York Rangers di Lundqvist.
Ma il capitano di andar via senza un saluto proprio non aveva voglia cosi ecco la sorpresa sul “The Columbus Dispatch” con un intera pagina di Nash verso i suoi ex tifosi:
“Dear Blue Jackets Fans,
Thank you for the unwavering support you’ve shown me over the past nine seasons.
I am so fortunate to have had the chance to call Columbus home and to say proudly I am from the Buckeye state.
Thanks for the memories. Thanks for everything”.
“Cari tifosi, grazie per l’incrollabile supporto che mi avete mostrato in queste nove stagioni, sono stato fortunato ad avere avuto una chance per giocare a Columbus e dire orgogliosamente di provenire dallo stato di Buckeye.
Grazie per i ricordi, grazie a tutti”.
Ora queste parole possono essere accettate o no, c’è chi non sarà d’accordo con il gesto della trade di Nash e chi invece continuerà a tifarlo anche quando indosserà la maglia blu della Grande Mela.
In ogni caso in Ohio attendono già il 5 aprile di una gara qualsiasi di regular season, non proprio qualsiasi, ci sarà il ritorno del figliol prodigo Rick Nash, uno che ha lasciato i Blue Jackets per inseguire un sogno, la Stanley Cup.
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
bellssimo articolo,nash è un campione peccato che gioca in una squadra disastrata