Più che una resurrezione dei Devils, è sembrato come se Los Angeles avesse voluto tirare il fiato. Quasi un desiderio improvviso di godersi quell’ attimo che precede il colpo del ko, prima di abbandonarsi all’ebbrezza del trionfo.
Il 3-1 in gara-4 molto difficilmente rappresenterà il punto di svolta della serie per New Jersey, perché si è trattato di tutto tranne che di una prestazione travolgente, in uno Staples Center stipato in ogni settore, in una Città degli Angeli che era già pronta a festeggiare tra le mura di casa.
E invece la festa dei Coronati è rinviata, magari già per domani sera nel Jersey o, al massimo, lunedì di nuovo in California. Se la cosa dovesse andare in maniera diversa, cioè se la serie dovesse trascinarsi fino allo spareggio di gara-7, significherà davvero che i Devils avranno trovato una “fonte alternativa” di energie per rientrare in corsa, ripetendo l’impresa di recuperare uno svantaggio di 3-0 e andare a vincere la Stanley Cup in gara-7, che è riuscita solo a Toronto. E ben 70 anni fa.
Ma, al di là delle statistiche, come si diceva, gara-4 si è risolta solo nel finale, dopo due drittel chiusi a reti bianche, dopo 40 minuti di sostanziale equilibrio, con occasioni dall’ una e dall’ altra parte. E comunque, quando L.A. ha accelerato, ha dato sempre l’impressione di potere dominare, come ad esempio nello scorcio finale del primo tempo, quando i Kings si sono visti negare il vantaggio da un ferro colpito da Williams, alla base sinistra della porta difesa da Brodeur. E poi anche Lewis si è trovato a tu per tu con il portierone rossonero, senza riuscire ad infilarlo.
Nei minuti precedenti, NJ si era fatta vedere sporadicamente sottoporta e comunque Quick aveva fatto buona guardia. Il match dello Staples si è sbloccato quando ormai erano trascorsi quasi otto minuti nell’ultima frazione di gara.
Elias è stato lesto a ribadire dentro un tiro dalla distanza di Salvador. Passa un minuto esatto e i Coronati pareggiano il conto approfittando immediatamente di un power play. Neanche il tempo di spedire in panca Willie Mitchell e il puck d’ingaggio si trasforma nel pari di Drew Doughty, alla sua quarta segnatura in questi playoff.
Tutto da rifare per New Jersey che, alla fine, ha ritrovato il guizzo del vantaggio a 4 minuti e mezzo dalla sirena finale, quando Clarkson si è reso protagonista di una discesa sulla destra scaraventando al centro verso Henrique. Il rookie dall’Ontario ha messo alle spalle di Quick di prima intenzione, confermando le caratteristiche di ottimo realizzatore già mostrate in questa post season.
Il Centro 22enne ne ha già messi quattro e, per questi Devils che sinceramente appaiono assai vicini al capolinea, il suo apporto appare una sorta di manna dal cielo. Il 3-1 finale è firmato Ilya Kovalchuk, che chiude il match ad empty net, agevolato dalla caduta di Doughty proprio al momento decisivo.
A questo punto, la domanda è: cosa potrebbe impedire ai Kings di allungare ulteriormente la striscia da record di 10 vittorie esterne nei play off? O meglio: quale imprevisto “coniglio dal cilindro” potrebbe tirare fuori la truppa agli ordini di mister DeBoer per rimettere in piedi la Serie?
Nemmeno le statistiche dei power play sembrano costituire un punto debole per i losangelini, che in queste Finals non hanno mai subito gol in inferiorità numerica. Per una squadra come i Devils, che ha fatto della pressione senza quartiere sul ghiaccio la sua arma migliore sia contro Philadelphia che contro NY, non è certo una bella notizia.
Dopo la laurea in Lettere Moderne con tesi sull’amministrazione della giustizia nella Lombardia Spagnola (1641-1645) è diventato giornalista pubblicista nel 2001 e ha collaborato con il Corriere della Sera per la cronaca dai Comuni del Nord Milano. Dal 2001 è in forze al Cittadino di Monza e Brianza. Nel 2003-2004 ha collaborato al “Dizionario della Moda” di Baldini e Castoldi Dalai e alla raccolta “Paolo Grassi. Lettere 1942-1980” di G.Vergani. Nel 2011 inizia l’avventura televisiva di MonzaBrianza Tv con servizi dal territorio del Nord Milano e Brianza Sud. Appassionato di basket Nba, football, ma soprattutto di hockey, dalla stagione 91-92 risulta tesserato Saima Milano. Per tradizione familiare e per perversione personale è devoto a Santa Marianna, per celebrare la quale ogni 17 febbraio si reca in pellegrinaggio in Licaonia insieme ad altri fanatici come lui
…e il solito vizietto di dare i Kings già vincenti…
@matt
torno or ora da un weekend fuori porta. mi sembra che alla fine il ghiaccio mi abbia dato ragione
ammetto la sconfitta…confidavo in un grande cuore di NJ ma non è bastato…
eh, ma il cuore può nulla contro certi arbitraggi….
Minci, @Flass! Ma tu le hai viste le partite?… ahahahaha…. io ho visto dei Devils completamente in bambola appena venivano messi sotto pressione. Nei turni precedenti, resistevano con un Brodeur sinceramente commovente e poi infilavano New York e Philadelphia, probabilmente alle corde dopo una stagione regolare più che mai logorante quest’anno. con Los Angeles non ho visto NJ mai entrare in partita. per di più ho visto svarioni che non fanno onore a una difesa Nhl
le partite le ho viste. tu?
mi sembra che gara 1 e gara 2 siano finite in overtime e potevano vincere entrambe.
L.A. ha giocato una gran gara 3, una brutta gara 4 (i devils hanno meritato aldilà del 3-1 finale), una buona gara 5 (molto equilibrata) ma poi gara 6 è stata “fixed”. perchè non puoi non fischiare il fallo su gionta e dopo 10secondi dare un major con espulsione per il bodycheck di bernier. punto. la gara è finita dopo 5minuti. che poi il PK di New Jersey abbia fatto cagare (ma non solo in gara 6, in tutti i playoff) è un’altro discorso.
tutta questa superiorità dei kings l’hai vista solo tu.
cmq vediamo, la tanto decantata L.A. per quanto mi riguarda farà la fine degli Hurricanes. e il tanto celebrato quick potrebbe anche rivelarsi il nuovo cam ward….
l’unica cosa che mi trova d’accordo è il brodeur commovente. ma non se ne è fatto cenno per tutta la post season. si parlava solo di lundquist prima e di quick dopo. della leggenda brodeur e della sua huge postseason solo un accenno adesso….
Minci II @Flash! tu dici di Brodeur “non se ne è fatto cenno”, ma chi ne doveva parlare? IL SUO apporto era sotto gli occhi di tutti. forse Quick gode, in questo momento di una pubblicistica migliore, perchè è il nuovo che avanza, perchè è giovane e perchè ha fatto vedere cose egregie. il nuovo cam ward? per quanto mi riguarda – senti, senti che capperata che arrivo a dire – neanche Sid the Kid ha ancora dimostrato niente rispetto al suo potenziale. Per quello che mi compete, se non si lascia alle spalle i fantasmi del passato, non varrà mai più di un Brad Richards. Preciso: per quello che so io, se non recupera bene, potrà tornare un ottimo giocatore ma mai il fenomeno che era. Un conto sono i Pitts “con” Sid, un conto sono i Pitts “di” Sid.
Le carriere memorabili non si costruiscono in una sola stagione (per di più a corrente alternata come è stata questa appena conclusa). Come i grandi amori, anche i campioni, si vedono sui decenni. e come i grandi amori non si intaccano con una sgallettata qualsiasi che ti mettono sotto il naso ;-)] allo stesso tempo i fenomeni veri sono capaci di superare ogni avversità. Confidiamo nel ritorno di Sid, sappiamo perfettamente cosa ha fatto Brodeur…. e Lundqvist non poteva fare molto di fronte ad un team, il suo, che nei playoff si è sgonfiato come un souffle. So Long, Flas