La provincia va in paradiso. Ai New Jersey Devils riesce di eliminare i Rangers, in una gara-6 al fulmicotone conclusa 3-2 all’OT.
Col senno di poi, a giochi ormai fatti, è indubbio che la svolta della serie sia stata l’impresa compiuta al Madison nel quinto match, con il 5-3 di mercoledì.
Quella la svolta tecnica. Ma si può dire che i Devils abbiano preso coscienza di quanto l’impresa fosse possibile nella gara precedente, davanti al pubblico amico, con quel 4-1 che ha mostrato chiaramente come NY non fosse più in grado di incidere in attacco e, di contro, di resistere alle ripartenze di Parise e i suoi.
Dopodichè tutto è andato di conseguenza: i Rangers hanno mostrato di non essere in grado di impensierire i rossoneri, se non quando un Lundqvist in serata di grazia consentiva di chiudere la saracinesca per gran parte del march. E, solamente in quelle occasioni, Richards e compagni potevano prendere il sopravvento.
Segnale questo, che una regular season da dominatori aveva condotto i Rangers a ritrovarsi in debito di ossigeno proprio nella fase saliente della stagione, mentre New Jersey aveva concluso la stagione regolare al sesto posto di Conference, ultima, ad Est, delle protagoniste, prima della bagarre per gli ultimi due posti in playoff, poi strappati da Ottawa e Washington.
New Jersey, si diceva, è andata in crescendo nella post season. E dopo avere schiantato Philadelphia ha fatto lo stesso con i ragazzi di John Tortorella. E, semplificando, il simbolo di questa rinascita è Martin Brodeur, a tratti pressoché perfetto nel proteggere il net di New Jersey.
E allora analizziamola nel dettaglio, la partita che ha riportato i Devils in una finale di Stanley Cup dopo quasi una decade. Una società che ha creduto nell’ossatura di questo team anche nel momento più basso, l’anno scorso quando per la prima volta dal 1996 fallirono l’approdo ai playoff.
Colonne portanti della formazione come Brodeur, non sono mai state messe in discussione, e la visione del presidente e Gm, Lou Lamoriello è stata ripagata.
Gara-6 è iniziata da dove erano finiti gli ultimi due match della serie: due incursioni sulla destra rispettivamente di Gionta e Zubrus hanno liberato al tiro Ryan Carter e, dopo meno di quattro minuti, Ilya Kovalchuk. Entrambi non hanno sbagliato.
Sotto di due alla prima pausa, i Rangers hanno provato a rimettere in piedi l’incontro e la serie, arrivando ad accorciare le distanze con Fedotenko, capace di approfittare di un assist di McDonagh, che lo ha servito dopo avere aggirato il net.
A quel punto NY ha colpito di nuovo, approfittando dello sbandamento degli avversari: il 2-2 è arrivato per mano di Callahan. Un doppio colpo, lungi dal rilanciare New York, è stato solo la ulteriore conferma che, in questa post season 2012, i Rangers si sono trascinati a fiammate, incapaci, prima di annichilire sul nascere ogni velleità di entrambe le outsiders dei playoff incontrate, appunto Washington e Ottawa, e poi parimenti incapaci di mettere sotto New Jersey.
Il gol all’overtime di Adam Henrique, che ha fatto impazzire la platea del Prudential Center, è scaturito dal classico botta e risposta sotto-porta, una di quelle ineffabili concessioni allo spettacolo tout court, che mandano in visibilio le folle ma che, obiettivamente prestano poco tributo ai tecnicismi ad alta velocità che sono alla base di questo sport.
Ma anche il “flipper”, dopotutto, è parte dell’hockey, e quindi: ancora un affondo dalla destra di Ponikarovsky, McDonagh si para davanti a Lundqvist ostacolandolo nella caduta e consentendo ad Henrique di chiudere la serie.
Ed è già tempo di pensare alla finale di Stanley Cup: il coach liquidato la scorsa estate dai Florida Panthers, Pete De Boer e Brodeur, goalie 40enne giudicato da molti sul viale del tramonto fino all’exploit di questa post season, guideranno i Devils all’assalto della loro quarta Stanley Cup, contro l’altra sorpresa di questa stagione, i Los Angeles Kings.
Si comincia nel Jersey mercoledì prossimo, 30 maggio e poi il 2 giugno. Terza gara in California, il 6 giugno. Eventuale gara-7 a casa del Diavolo.
Dopo la laurea in Lettere Moderne con tesi sull’amministrazione della giustizia nella Lombardia Spagnola (1641-1645) è diventato giornalista pubblicista nel 2001 e ha collaborato con il Corriere della Sera per la cronaca dai Comuni del Nord Milano. Dal 2001 è in forze al Cittadino di Monza e Brianza. Nel 2003-2004 ha collaborato al “Dizionario della Moda” di Baldini e Castoldi Dalai e alla raccolta “Paolo Grassi. Lettere 1942-1980” di G.Vergani. Nel 2011 inizia l’avventura televisiva di MonzaBrianza Tv con servizi dal territorio del Nord Milano e Brianza Sud. Appassionato di basket Nba, football, ma soprattutto di hockey, dalla stagione 91-92 risulta tesserato Saima Milano. Per tradizione familiare e per perversione personale è devoto a Santa Marianna, per celebrare la quale ogni 17 febbraio si reca in pellegrinaggio in Licaonia insieme ad altri fanatici come lui
Bisogna dire che New Jersey ha chiuso al sesto posto con 102 punti mi pare…abbastanza bugiardo come risultato se paragonato al terzo posto di Florida con 92/94 punti( che ha vinto la Division). Ad est e’ stato un vero peccato avere al primo turno il derby Philadelphia-Pittsburgh..Boston ha deluso sul piu’ bello( ed erano i miei favoriti ad est), contro una squadra ricca di talento offensivamente parlando, e che ha trovato in Holtby gran prestazioni. A parte Boston, le altre squadre secondo me partivano alla pari. Ad Ovest invece, deluso totalmente dai miei Canucks, usciti con la squadra attualmente piu’ in forma, che vanta Cmq un roster di primissimo livello( Carter,Richards,Kopitar,Williams,Brown,Quick) e che ha dimostrato di difendere benissimo per tutta la stagione. Phoenix rivelazione dell’anno, mentre oltre a Vancouver( non in formissima),deludono Nashville e St.Louis… Pronostico per la finale?? 4a2 Los Angeles
@Enrico la realtà ti sta dando ragione e torto, allo stesso tempo. ragione per il trionfo di LA che si sta profilando, però, a livelli di totale annientamento di NJ. Impalpabili fino a questo momento. Volenterosi sì, ma totalmente incapaci di incidere. E in alcuni passaggi anche pasticcioni. Incomprensibilmente