A livello metaforico, sâintende. Gli unici animali in questione sono le mascotte delle squadre della Western Conference, che si sono affrontate per le prime due gare delle semifinali. In entrambi i casi lâhanno spuntata i âcanidiâ dellâArizona.
Adesso si va però a Nashville, tana dei saber-toothed cats.
Due scalpi eccellenti
Le numero 3 e 4 a Ovest hanno sconfitto rispettivamente Chicago e Detroit nel primo turno dei playoff. Non si tratta di parvenu, ma di due squadre che nella loro carriera hanno conquistato qualcosa come 15 Stanley Cup (quattro i Blackhawks, undici i Red Wings).
Ben diversa la storia di Phoenix e Nashville. Sia i Coyotes (anche ai tempi di Winnipeg, quando ancora erano gli âstoriciâ Jets) sia i Predators non hanno mai disputato una finale per il titolo. Questâanno una di loro ha almeno una possibilitĂ per farcela, Kings o Blues permettendo.
In stagione regolare, Phoenix ha terminato al terzo posto a Ovest con 97 punti. La formazione con lo stemma della tigre dai denti a sciabola ha chiuso invece a 104, chiudendo al quarto posto. Il fatto che i Predators abbiano conquistato piĂš punti dei Coyotes, eppure stiano loro dietro nel playoff tree non deve stupire.
Il regolamento Nhl prevede infatti che le prime tre di ogni Conference siano rispettivamente le tre vincitrici delle rispettive Division. Per cui, dietro i Vancouver Canucks, migliore squadra dellâanno in stagione regolare con 111 punti, si è classificata St. Louis con 109 punti, leader della Central in cui giocano anche i gialloblu, e Phoenix, quale prima della Pacific,appena un punto sopra i San Jose Sharks. Dal quarto allâottavo posto si segue invece il classico ordinamento dei punti, con in caso di paritĂ la valutazione delle vittorie globali e in seguito degli scontri diretti.
Le quattro sfide stagionali si sono chiuse sempre con vittorie esterne, due per parte. Un trend che non sembra essere confermato nei playoff.
Phoenix contro Nashville vuol dire anche Mike Smith e Pekka Rinne. I due goalie sono stati tra i migliori in stagione regolare e hanno confermato il loro rendimento anche nella post-season. Dover fronteggiare 30 o anche 40 tiri in ogni partita, scagliati a velocità anche superiori ai 120 km/h, con un decimo di secondo che può fare la differenza tra una rete e una parata è il loro mestiere e i due dimostrano di saperlo fare bene.
Un altro perfetto esempio è Jonathan Quick. Chiedere conferma ai Vancouver Canucks, vincitori del Presidentsâ Trophy, eppure fuori in cinque gare contro Los Angeles. Il goalie dei Kings ha giĂ lasciato il segno nella prima gara contro i Blues, vinta in California dallâottava testa di serie a Ovest.
Si scrive overtime, si legge Coyotes
Gara-1 promette subito spettacolo e il pubblico dellâArizona non resta deluso. Il primo a lasciare il segno è il biancorosso Vrbata, che conclude unâazione di power-play mettendo alle spalle del portiere finlandese. A meno di sei minuti giunge il pareggio ospite. Un disco lanciato in avanti, che Smith era giĂ pronto a riceverlo dietro la linea di porta, ha uno strano rimbalzo e torna nella zona dâattacco. Per Yip è un gioco da ragazzi insaccare.
I Coyotes non si lasciano scoraggiare e in apertura di secondo periodo tornano avanti. Klesla conquista il puck sulla zona sinistra dellâattacco e va per servire il centro. Un difensore respinge il passaggio, lasciando il disco di nuovo al giocatore ceco, che da pochi passi non sbaglia.
I Predators non ci stanno e verso metà frazione pareggiano di nuovo i conti. Tiro dalla blue line di Bouillon, fuori bersaglio. Il rimbalzo è per Hornqvist, fermato da Smith. Nulla può il numero 41 sulla conclusione ravvicinata di Kostitsyn. Due pari.
Prima del riposo i padroni di casa tornano a condurre. Magistrale azione di due contro uno, con Boedker che finge un passaggio al centro, invece deposita il disco alle spalle di Rinne. Poco prima il goalie lappone era stato super a opporsi in unâazione simile, in cui però il giocatore dalla destra aveva preferito passare al compagno.
Dallâaltra parte, la pressione su Smith aumenta. La parata piĂš bella è però forse quella con cui Rinne si oppone a Henzal dopo un bel cambio di gioco destra-sinistra.
Lâinsistenza dei Predators è premiata a meno di cinque minuti dalla fine: Erat conquista un rebound a pochi passi dalla rete e insacca per il 3-3 con cui si chiudono i tempi regolamentari.
Lâovertime era stato il âtempo dei coyoteâ nella serie contro Chicago e Phoenix non si smentisce anche nella prima sfida contro i Preds. Ray Whitney sfrutta un ingaggio dalla zona destra e manda in visibilio il pubblico di casa con un tiro da distanza ravvicinata. Ă la rete che consegna il primo punto della serie a Phoenix.
Pokerissimo Phoenix⌠con cinque “carte” diverse
In gara-2, sempre in Arizona, si attende una reazione di Nashville. Invece, la partita si apre cosĂŹ come si era chiusa la precedente: con una rete dei Coyotes. Marcatore Vermette, che sfrutta un assist dalla destra di Yandle. I gialloblu pareggiano poco prima dellâintervallo, su unâazione di ripartenza, ben chiusa da Kostistyn. Merito va dato a Klein, autore di un pregevole passaggio al bielorusso, pur in equilibrio precario.
Meno di quattro minuti dallâinizio del seguente periodo e i biancorossi tornano avanti: Vrbata mette a sedere Rinne e offre il disco a Hanzal, che non fallisce lâobiettivo. I Coyotes continuano ad attaccare e riescono a conseguire il primo doppio vantaggio nella serie poco dopo. Tiro dalla distanza di Yandle, a lato. Il rimbalzo è controllato da Vrbata, che segna da pochi passi. Ă il settimo assist della post-season 2012 (quindicesimo in totale) per il 25enne di Boston, mentre è il secondo sigillo per il ceco di Mlada Boleslav.
Sotto di due, i Predators tornano a âmordereâ. Â Patrick Hornqvist realizza il suo primo centro ai playoff con un preciso tap-in su un tiro dalla distanza di Suter. Ă la terza rete in carriera dopo la stagione regolare per lo svedese, nato il giorno di Capodanno del 1987.
Il tre a due dura poco. Rinne respinge un tiro dalla destra di Doan. Sul rebound si avventa Pyatt, che realizza senza particolari problemi.
Con tre gol nella seconda frazione (a uno), Phoenix ha spezzato lâequilibrio e adesso conduce quattro a due.
A meno di un minuto dallâinizio della terza e (stavolta) ultima frazione, Suter riporta sotto i suoi. Potente one-timer del difensore, su unâazione di quattro contro tre, e ospiti di nuovo a meno uno.
Subito dopo, Rinne è superlativo a opporsi a un tiro di Brule, che da pochi passi aveva concluso dopo una bella team action. Tre secondi dopo, sullâingaggio successivo, il portiere di Kempele può ben poco su Doan, che beffa il goalie mettendo la stecca su un tiro di Morris. Il puck cambia completamente direzione e Pekka non può intervenire. Ă il quinto centro della serata per i Coyotes, ognuno con una firma diversa.
Finisce cosĂŹ, cinque a tre per i padroni di casa, che sfruttano per la seconda volta il fattore campo e conducono adesso due a zero.
âĂ stata la nostra migliore gara dei playoffâ, ha dichiarato alla Taylor Pyatt. âNon abbiamo ancora conquistato niente, (âŚ) ogni linea ha dato un grande contributo e ce lâabbiamo fatta a faticaâ, ha ribadito il match winner.
Prossimi appuntamenti il 2 e 4 maggio, in casa dei Predators.
Gabriele Farina nasce a Palermo il 18 dicembre del 1986. Appassionato
di scrittura, sport e viaggi, decide di diventare giornalista e
s’iscrive al corso di laurea in “Giornalismo per Uffici Stampa” nella
sua cittĂ d’origine.
Conclusa l’esperienza nell’ottobre 2009, con una tesi dal titolo
“Solo per sport”, si dirige a Roma per studiare alla Sapienza nel corso
di laurea “Editoria multimediale e nuove professioni
dell’informazione”. Nella capitale consegue la laurea nel luglio 2011
mantenendo intatta la passione per lo sport, base di partenza per
l’esame finale sulle Olimpiadi di Berlino.
Ha praticato nuoto, corsa e molti generi di sport di squadra, dal calcio a 5 alla pallanuoto, dalla pallamano al volley. Ultima avventura, appunto, l’hockey.
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