Una vittoria per parte (entrambe al supplementare) e la serie tra Phoenix e Chicago è in perfetta parità. Dopo le prime due sfide in Arizona, si va adesso in Illinois.
Saracinesca Smith
Gara-1 tra la numero 3 e la numero 6 del tabellone occidentale si disputa alla Jobing.com Arena di Glendale, cittadina 14 chilometri a nordovest da Phoenix.
I padroni di casa devono subito rincorrere i campioni del 2010, passati a condurre già dal primo parziale con una rete del capitano, Jonathan Toews.
La situazione si ribalta nel secondo periodo, quando Pyatt e Vermette portano in vantaggio i padroni di casa, usciti nelle ultime due edizioni per mano dei Detroit Red Wings.
Seabrook (con la zampino sempre del numero 19 dei “falchi neri”) riporta le due squadre in pareggio nel terzo periodo. Si va così ai supplementari.
Dopo 10 minuti nell’overtime, Martin Hanzal intercetta una conclusione dalla blue line di Aucoin e beffa Crawford, costretto a incassare la terza rete nella conclusione numero 34 diretta verso la porta da lui difesa.
Meglio è andata a Mike Smith. Il goalie di Phoenix, già in evidenza durante la stagione, ha respinto 43 conclusioni su 45, risultando così decisivo almeno quanto il centro proveniente dalla Repubblica Ceca, che ha siglato il secondo centro nei playoff, regalando il vantaggio nella serie ai coyote.
All’ultimo respiro, Chicago
Immediato il riscatto della squadra dell’Illinois, che (come nell’incontro precedente) passa a condurre anche gara-2 con una rete dopo pochi minuti di Bryan Bickell (power-play goal).
Le superiorità numeriche saranno un fattore decisivo nella rimonta dei Coyotes, che tra il primo e il secondo parziale ribaltano lo svantaggio, grazie a Raffi Torres e Antoine Vermette. Il canadese di St. Agapit realizza così i centri numero 2 e 3 nella serie, entrambi in power-play.
In mezzo, il primo centro in Nhl di Brandon Bollig, alla sua ventesima apparizione con i rossoneri della Windy City.
Nel terzo periodo Chicago si riversa in avanti, ma rischia di subire più volte la quarta rete. È bravo Crawford (30 salvataggi su 33) a chiudere la porta. Quando anche il numero 50 abbandona la postazione e i Blackhawks si ritrovano con sei giocatori d’attacco, la pressione si fa enorme dalle parti di Smith.
Il portiere dalla maschera di Wile E. Coyote è bravo a opporsi, sino a 5.5 secondi dal termine, quando deve cedere a un tiro di Sharp.
Supplementari inevitabili. Dopo poco più di dieci minuti, Stalberg intercetta un disco perso dalla difesa di Phoenix e serve Bickell, che supera di nuovo il numero 41 avversario e pareggia la serie.
Nemo victor in patria?
Il confronto si sposta adesso all’United Center di Chicago, in cui si svolgeranno gara-3 e gara-4. I due precedenti stagionali sono entrambi favorevoli a Phoenix.
I Coyotes si sono infatti imposti il 29 novembre, con il punteggio 4-1, e il 5 dicembre, quando furono necessari gli shootout per decretare la fine (4-3 per gli ospiti il risultato conclusivo).
I playoff sono sempre un discorso a sé stante e ogni gara comincia in parità. I Blackhawks dovranno a ogni modo stare attenti a invertire la rotta della regular season, dato che anche l’eventuale gara-6 si disputerà in Illinois. Qualora sei incontri non dovessero bastare, l’ultimo confronto sarà invece sul ghiaccio dei campioni della Pacific Division.
Le prossime gare sono in programma il 17 e il 19 aprile a Chicago.
Gabriele Farina nasce a Palermo il 18 dicembre del 1986. Appassionato
di scrittura, sport e viaggi, decide di diventare giornalista e
s’iscrive al corso di laurea in “Giornalismo per Uffici Stampa” nella
sua città d’origine.
Conclusa l’esperienza nell’ottobre 2009, con una tesi dal titolo
“Solo per sport”, si dirige a Roma per studiare alla Sapienza nel corso
di laurea “Editoria multimediale e nuove professioni
dell’informazione”. Nella capitale consegue la laurea nel luglio 2011
mantenendo intatta la passione per lo sport, base di partenza per
l’esame finale sulle Olimpiadi di Berlino.
Ha praticato nuoto, corsa e molti generi di sport di squadra, dal calcio a 5 alla pallanuoto, dalla pallamano al volley. Ultima avventura, appunto, l’hockey.
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