Nel gruppo domina un equilibrio quasi assoluto. Dato il punteggio più alto delle leader di Atlantic e Northwest, conquistare il raggruppamento potrebbe significare essere testa di serie numero 3, piuttosto che numero 7 o 8.
Una specie in via d’estinzione
Pensi alla Florida e pensi alle spiagge e al mare. Eppure a Sunrise (lett. “alba”), non lontano da Miami, le Panthers stanno trovando sempre maggiore seguito nel massimo torneo al mondo di hockey su ghiaccio.
I cats, come sono chiamati affettuosamente, vantano 23 vittorie, 15 sconfitte e 11 ai supplementari e precedono con 57 punti i Washington Capitals di Alexander Ovechkin, fermi a 56.
Sono 126 le reti firmate sino a qui dalla formazione che prende il nome da una specie di felini che abitano le vicine Everglades, a rischio estinzione.
I migliori sotto porta sono Kris Versteeg (43 punti, frutto di 19 reti e 24 assist), Stephen Weiss (13 e 25) e Tomas Fleischmann (16 e 21).
Con 138 reti subite, sono la difesa meno perforata nella Southeast Division. Scott Clemmensen, Jacob Markstrom e il titolare Jose Theodore sono ampiamente sopra il 90% di parate.
I Panthers stanno attraversando una fase critica, con appena tre vittorie in dieci gare. Se riuscirà a tenere la testa della Division, a parte i playoff, anche il vantaggio di stare nella parte alta del tabellone (per dirla con gergo tennistico) è assicurato.
Scostanti, ma temibili
Prendi uno dei più grandi talenti degli ultimi dieci anni come Ovechkin e un grande passatore come Nicklas Backstrom e un portiere affidabile come Thomas Vokoun.
Mixali a una squadra negli ultimi anni temibile, specie in stagione regolare, e il risultato è assicurato. O no?
Nonostante i 20 centri, i 29 assist dello svedese e il 91,5% di parate dell’ex portiere di Florida, i Capitals sono al momento fuori dal quadro dei playoff, seppure di una sola lunghezza.
Le 26 vittorie di Washington, il top nel girone, si accompagnano ad appena 4 sconfitte in extremis, per cui ai 52 punti conquistati dopo i tre periodi regolari se ne aggiungono appena 4.
Il bilancio tra gol fatti e subiti è quasi in perfetto pareggio: 141 e 145.
Delle ultime dieci gare, ne hanno vinto 5 e altrettante ne hanno perse (4+1).
Fantasticando sui playoff, un piazzamento tra le top 8 sembra possibile, andare avanti, specie con un seed basso, sembra tuttavia difficile.
Il ritorno dei Jets
Tornati quest’anno al posto di Atlanta (di cui hanno preso il posto in Division solo per la stagione in corso), gli storici pattinatori di Winnipeg hanno dimostrato di potere essere ben più di una matricola.
Attualmente sono in declino (tre vittorie negli ultimi dieci incontri) ma con 52 punti sono lì per un posto nei playoff.
Spicca un attacco poco prolifico (126 come Florida, il più basso a Southeast) e una difesa tutto sommato affidabile (144 reti subite).
Il giovane Evander Kane, vent’anni, tiene il peso offensivo con 18 reti, mentre Blake Wheeler, classe ‘86, conduce la rassegna dei punti: 33, con 9 centri e 24 passaggi decisivi.
Nella lotta per un posto nei playoff, i giovani canadesi possono avere una voce in capitolo.
Un lampo intermittente
Sono la formazione più in forma con i Predators: cinque vittorie di fila. Sono anche la difesa più battuta a Est: 168 reti subite, appena 4 in meno di Columbus, la più battuta della Lega.
Contraddizioni che al momento portano Tampa Bay lontano dai playoff.
Altri dati che fanno riflettere sono il fatto che il capocannoniere del torneo (Steven Stankos, 33 reti) e due tra i migliori assist-men (lo stesso canadese di Markham e Martin St. Louis, 53 passaggi determinanti in due) militano proprio in maglia Lightning.
Le 140 reti realizzate sono seconde soltanto all’attacco dei Capitals.
Mantenendo il ritmo delle ultime giornate, possono accedere ai playoff. Altrimenti, il percorso è tutto in salita.
Uragani “deboli”
Tra le pretendenti a un piazzamento nella post-season, scendono le quotazioni degli Hurricanes.
Carolina ha conquistato appena 18 vittorie in 52 partite e non è mai riuscita ad aggiudicarsi uno scontro agli shoot-out. Entrambi sono record negativi ad Est.
La difesa è il problema principale dei rossoneri: 164 reti sono un passivo pesante, specialmente se in porta si può contare di un portiere di spessore come Cam Ward (90,9% di parate).
D’altra parte, se il principale terminale d’attacco (Tuomo Ruutu) ha segnato appena 15 reti, allora c’è qualcosa che non quadra anche nei meccanismi offensivi.
Potenzialmente Carolina può ridurre il gap di 12 lunghezze che attualmente separa la formazione dei playoff. Tra il dire e il fare c’è di mezzo la pista e c’è tanto da lavorare per raggiungere l’obiettivo.
Gabriele Farina nasce a Palermo il 18 dicembre del 1986. Appassionato
di scrittura, sport e viaggi, decide di diventare giornalista e
s’iscrive al corso di laurea in “Giornalismo per Uffici Stampa” nella
sua città d’origine.
Conclusa l’esperienza nell’ottobre 2009, con una tesi dal titolo
“Solo per sport”, si dirige a Roma per studiare alla Sapienza nel corso
di laurea “Editoria multimediale e nuove professioni
dell’informazione”. Nella capitale consegue la laurea nel luglio 2011
mantenendo intatta la passione per lo sport, base di partenza per
l’esame finale sulle Olimpiadi di Berlino.
Ha praticato nuoto, corsa e molti generi di sport di squadra, dal calcio a 5 alla pallanuoto, dalla pallamano al volley. Ultima avventura, appunto, l’hockey.