Bruins e Senators sono una spanna sopra le altre squadre della Northeast...

Piccola analisi sulla situazione della Northeast Division, con i vincitori della Stanley 2011 su tutti.

La classe dei campioni

I Boston Bruins hanno assorbito la crisi autunnale di successo (sindrome da Stanley?), inanellando vittorie su vittorie e risalendo la classifica dagli ultimi posti ai livelli più alti della Lega.

Chara e compagni possono vantare il migliore attacco del campionato (175 reti) e la terza migliore difesa (105). Solo i Rangers e i Blues di St. Louis hanno fatto meglio.

Tim Thomas è una sicurezza, avendo incassato 2,15 gol a partita con quasi 1.000 conclusioni dirette sulla sua porta.

Il migliore in attacco è al momento il giovane Tyler Seguin con 19 reti. Il classe ’92 conduce anche il numero dei punti (43), accanto al compagno Patrice Bergeron.

Il record di 32-14-2 porta la squadra a 66 punti, con 6 punti sulla seconda. È il maggiore vantaggio sull’inseguitrice di Division a Est e il secondo in assoluto, dietro gli undici di Vancouver su Minnesota.

Non a caso, B’s e Canucks sono state le protagoniste dell’ultima Stanley.

Salvo terremoti, Boston dovrebbe ottenere accesso ai playoff e c’è da credere che faranno di tutto per tenere la Coppa in Massachusetts.

Senatori sul ghiaccio

Obiettivo: segnare un gol più degli avversari. Così Ottawa è riuscita a portarsi al secondo posto nel raggruppamento di nordovest e al sesto nella Conference.

Un equilibrio precario tra gol segnati (160) e subiti (164) che attualmente sembra vacillare. Le quattro sconfitte negative sono il peggiore record al momento, condiviso con Columbus.

In tutto il torneo, i Senators sono una vittoria “sopra il par”: 27 vittorie, 20 sconfitte, a cui si devono sommare 6 rimediate in OT.

Il peso in attacco è per ora sulle spalle del ceco Milan Michalek, sesta scelta assoluta nel 2003, decimo in graduatoria con 23 reti. Bene anche Jason Spezza (50 punti, frutto di 20 gol e 30 assist) e Erik Karlsson, 48 con 8 e 40.

Lo svedese è il secondo migliore passatore della Lega dopo Henrik Sedin.

Un posto ai playoff sembra un risultato facilmente ottenibile. Per passare il turno forse serve altro.

Una nobile decaduta

I Toronto Maple Leafs sono la seconda squadra più vincente della Lega con 13 titoli vinti. Le foglie d’acero, tuttavia, non sollevano il trofeo dal 1967 e non conquistano la loro Division da oltre dieci anni.

Troppo spesso per la formazione canadese si è parlato di una rinascita, ma i risultati ancora tardano ad arrivare.

Fa ben sperare il potenziale offensivo di Joffrey Lupul 52 punti (20 gol e 32 passaggi vincenti) e Phil Kessel (26 e 25).

Al momento appare più che soddisfacente sia il bilancio delle ultime gare (5 vittorie e altrettante sconfitte, di cui una all’overtime) sia il rapporto reti segnate-incassate, 156 e 152 rispettivamente.

In tutta la stagione, Toronto può vantare 26 wins e 25 losses, di cui 6 dopo i regolamentari.

Continuando così, i playoff possono essere più che una speranza. Alla post-season tutto è poi possibile.

Sciabole spuntate

I Buffalo Sabres, il cui nome denota appunta le antiche lame dell’Ottocento, sono una squadra imprevedibile.

Durante la stagione sembrava che il traguardo dei playoff fosse ampiamente raggiungibile, adesso l’obiettivo appare più lontano.

Colpiscono principalmente un dato: 122 reti realizzate, appena due in più dei New York Islanders. Nessuno a Est ha fatto di meno.

Dall’altra parte del ghiaccio, sono invece 151 i gol subiti, nonostante Ryan Miller (nazionale Usa) sia un portiere di tutto rispetto.

L’attacco è retto principalmente dai gol di Thomas Vanek (19) e gli assist di Jason Pominville (30).

Con il trend attuale la postseason appare davvero lontana, ma la stagione è ancora lunga.

La più vincente di tutte in crisi

Da sola ha vinto più coppe (24) di Boston, Detroit e Chicago messe insieme. Eppure Montreal non trionfa dal 1993 e non solo l’obiettivo Stanley, ma anche quello playoff appare davvero distante.

I Canadiens al momento hanno realizzato 47 punti, frutto di 19 vittorie e 31 sconfitte (9 da un punto).

L’attacco non brilla, con 131 reti, ma la difesa regge tutto sommato bene: 137 reti. Merito soprattutto di Carey Price, a ventiquattro anni già punto fermo di Montreal.

Il migliore davanti alla porta avversaria è l’ala sinistra Erik Cole, autore di 19 centri e 20 assist.

I rossoblu riescono meglio in trasferta che in casa; dato condiviso con Philadelphia e New Jersey nella Conference.

La luce in fondo al tunnel al momento appare ancora lontana.

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