Sempre più sorprendente la squadra operaia di Phoenix

Phoenix studia da piccola St.Louis. Anche in Arizona le prime 18 vittorie in 35 apparizioni sul ghiaccio sono state frutto di un lavoro operaio con pochissime distrazioni.

E se i Blues hanno festeggiato il Natale agganciando il sesto posto in graduatoria generale, lassù in vetta alla Western a giocarsela con San Jose, Chicago e Minnesota, Phoenix ambisce quantomeno a ripetere la stagione dell’anno scorso, quando chiuse la RS all’undicesimo posto, un’annata archiviata dopo un dignitoso 0:4 da Detroit al primo turno dei playoff.

Si può dire che i Coyotes abbiano sicuramente meno frecce all’arco dei Blues, sebbene le sorprese sul ghiaccio dell’Arizona non siano una novità. Almeno da quando coach Tippett ha preso per mano la squadra, rimpiazzando Mr.Legend Gretzsky, ogni anno ha riservato sensibili progressi, nello Stato che è il più tiepido in assoluto verso l’hockey. Persino più tiepido della Florida dove, un anno Tampa Bay e l’anno dopo (quest’anno) i Panthers continuano a confermare che scommettere sul ghiaccio nel Sunshine State non è poi l’ossimoro che molti osservatori avrebbero voluto.

Le cose vanno molto diversamente nella Contea di Maricopa: la Jobing.com Arena si riempie molto di rado e anche sul versante supporters, Shane Doen e soci non possono chiedere più di tanto. Che Dio preservi Ray Whitney, quindi, che fa parte di quella nidiata di campioni classe 1972 che, insieme a Jaromir Jagr, non accenna a voler passare la mano.

Anzi l’ala sinistra nata a Fort Saskatchewan si è caricato sulle spalle i Coyotes per tutto questo primo scorcio di stagione, infilando la rete 12 volte, fornendo 20 assist e collezionando un totale di 32 punti. Tenendo testa in graduatoria-marcatori a campioni del calibro di Marian Gaborik (21 goal e 11 assist), Patrick Kane (9 goal e 25 assist) e Niklas Backstrom (12 e 22).

Il problema è che l’apporto a rete di Radim Vrbata e dello stesso capitan Doan, gli altri top scorer di Phoenix, in questo momento non si avvicina a quanto riesce a dare Whitney. Il risultato sono i due punti lasciati sul ghiaccio amico con i Rangers, vittoriosi il 17 dicembre con una segnatura del solito Richards quando mancava un-secondo-uno alla fine del match.

Altri punti importanti, in questo dicembre 2011 sono stati lasciati contro Winnipeg, team strabiliante alla sua prima stagione, ma sicuramente da battere se si vuole guardare in alto. E anche con St.Louis non è andata meglio.

Conforta lo scatto d’orgoglio prodotto con i Florida Panthers, domati per 2:1 con un uno-due del duo Whitney-Vrbata. Ma la vittoria è costata l’infortunio del goalie Mike Smith. Per fortuna sostituito degnamente da LaBarbera, che ha impedito la seconda beffa consecutiva dopo quella dai Rangers, opponendosi ad un penality shot a 24 secondi dalla sirena.

La domanda a questo punto è: per quanto tempo ancora un arzillo 39enne come Ray Withney potrà alimentare la linea del fuoco dalle parti di Glendale, Arizona?

IL PUNTO SULLA LEGA

Da Natale alla fine dell’anno restano da giocare 2-3 match per ciascheduna delle squadre in testa alla graduatoria: Chicago, Boston, NY Rangers e Philadelphia sono schiacciate nello spazio di 2 punti, dai 46 ai 48 punti, con Minnesota subito a seguire.

I Wild stanno tirando un poco il fiato dopo due mesi e mezzo sempre a guidare la fila. I team sui quali si concentra inevitabilmente l’attenzione dei supporters, sono Rangers e Flyers che rischiano di arrivare a giocarsi il primo posto provvisorio della Lega proprio nella suggestiva cornice open air del Winter Classic.

Il 2 gennaio, all’evento per famiglie del Citizen’s Bank Park, Richards e Giroux potrebbero arrivare appaiati, esattamente come adesso. Prima di incrociare le mazze con Phila, New York dovrà passare attraverso il derby con gli Islanders e i match con Washington e i sorprendenti Panthers. Appuntamenti non facili, ma tutti abbordabili.

In caso di “filottino” di W, i newyorkesi comincerebbero davvero a fare paura, quando ormai si avvicina il giro di boa di metà stagione. I Flyers invece saranno a Tampa Bay e poi a casa dei cugini Penguins, prima di arrivare al Winter Classic. Pittsburgh è in netta ripresa in questo finale di anno, guidata da un Malkin in grande spolvero, e protagonista di tre vittorie negli ultimi match: con Buffalo, Geno ha messo a referto il settimo hat trick della sua carriera, contro Chicago e Winnipeg è stato ancora una volta Neal a togliere le castagne dal fuoco. E tutto questo sempre senza Crosby, ancora ai box.        

3 thoughts on “Coyotes di corsa con i vecchietti terribili

      • grandi sicuramente. se si considera che in Arizona l’hockey non interessa a nessuno. la terza PS centrata consecutivamente sarebbe qualcosa di eccezionale. toglimi una curiosità @Lyer, ma c’era una vicenda societario-finanziaria in corso l’anno scorso per i Coyotes o mi sbaglio? come è andata a finire?

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