Marian Gaborik potrebbe essere uno dei principali beneficiati dall'arrivo di Brad Richards

I Rangers riaprono la caccia alla Stanley. Diciassette anni dopo l’ultima apparizione alle finali (conclusasi con la vittoria della quarta coppa nella storia della franchigia), la più antica formazione di New York coltiva la speranza di un nuovo trionfo. I tifosi della Grande Mela, tra i più esigenti della Lega e abituati a vedere campioni al Madison Square Garden, attendono un riscatto dopo anni bui. Intanto, un’attenta campagna acquisti depone bene per la squadra di coach Tortorella.

2010/2011

La passata stagione è stata da dimenticare per i rossoblu di Manhattan. I Rangers hanno ottenuto un piazzamento nei playoff all’ultima occasione possibile, persino dopo aver terminato le loro 82 partite ufficiali. Sconfitti 5-2 i “cugini” di New Jersey, hanno dovuto attendere il risultato della gara di Raleigh tra i locali Hurricanes e i Tampa Bay Lightning. Carolina sconfitta per 6-2 dai futuri finalisti di Conference, New York nella post-season con l’ottava testa di serie. Tutto troppo facile per i Washington Capitals di Ovechkin, numero 1 a Est e vittoriosi per 4-1.

Oltre alla debacle sportiva, il 2011 ha portato anche un dramma umano. Il 13 maggio veniva trovato morto nella sua casa di Minneapolis Derek Boogard, pattinatore alla prima stagione ai Rangers dopo cinque stagioni ai Wild. Sarebbe stato fatale per il 28enne canadese un cocktail di alcol e ossicodone. Per lui 22 apparizioni in maglia Rangers, l’ultima il 9 dicembre contro gli Ottawa Senators, durante la quale soffrì una concussione. C’è da credere che l’anno che verrà porti eventi più felici, sul ghiaccio e fuori, dalle parti di New York.

Numeri da sogno

La piazza di N.Y., si sa, è esigente. Quale che sia che la disciplina, il pubblico vuole il successo. Dal baseball, in cui gli Yankees hanno conquistato 27 World Series (l’ultima nel 2009), al football americano (4 trofei vinti dai Giants) al basket (2 gli anelli dei Knicks), gli appassionati dalle parti di Broadway e dintorni chiedono sempre l’eccellenza.

Ciò accade anche nel soccer, dove ai Red Bulls capitanati da Thierry Henry si rimprovera il fatto di non avere mai conquistato un titolo, e non può non valere nell’hockey.

I Rangers, formazione “storica” della Nhl, dato che ha formato parte dell’Original Six, ha vinto quattro Stanley Cup, una in più dei New Jersey Devils e lo stesso numero conquistato dai “vicini” Islanders.

Troppo poco, specie se si considera che l’ultima Stanley è giunta nell’anno dei Mondiali di calcio negli States e il gran numero di talenti scesi sul ghiaccio del Madison Square Garden. Con la casacca dei Rangers sono entrati nella Hall of Fame ben quarantasei giocatori (gli ultimi Brian Leetch e Luc Robitaille nel 2009), con nove maglie ritirate, e otto tra allenatori e dirigenti (i cosiddetti builder).

Nella seconda categoria rientra il leggendario Herb Brooks, capace di ottenere l’oro olimpico nel 1980 ai Giochi casalinghi di Lake Placid (N.Y.), sconfiggendo la temuta Unione Sovietica (7 ori, 1 argento e 1 bronzo in 9 apparizioni) dei vari Kharlamov, Makarov e Tretiak con una formazione di giocatori provenienti dai college. Tra i premiati anche l’aiuto coach dell’impresa, Craig Patrick, e due personaggi a cui in seguito la Lega ha istituito premi annuali.

Si tratta del William M. Jennings Trophy, destinato al portiere o alla coppia di portieri meno battuti durante la stagione, e il Lester Patrick Trophy, dedicato a chi, allenatore, giocatore o dirigente, contribuisce in modo rilevante allo sviluppo dell’hockey. Glen Sather, giocatore nei primi anni ’70, poi allenatore nel triennio 2002-04 e attuale presidente e GM, ne fa parte dall’1997.

Stanley Cup, odi et amo

I New York Rangers entrano a far parte della Lega nel 1926, assieme a Chicago e Detroit. Già nel 1927/1928, alla seconda stagione, giunge il primo titolo. Tre a due in finale ai Montreal Maroons (oggi Canadiens) e primo trofeo per una formazione statunitense. In totale saranno quattro.

La seconda coppa giunge cinque anni e due finali perse dopo, contro un’altra formazione canadese: i Toronto Maple Leafs, sconfitti tre a uno. La terza Stanley i Rangers la conquistano nel 1939/1940, nell’immediata vigilia dell’ingresso americano in guerra. Ancora una volta i Leafs in finale e ancora una volta due vittorie di vantaggio: quattro a due il risultato finale della serie.

È l’inizio della maledizione per la squadra sulle sponde dell’Hudson: saltuarie presenze ai playoff, con sporadiche finali, e intere stagioni da spettatori della post-season. Ciò nonostante, non mancarono giocatori di talento dalle parti del Madison Square Garden. Anzi. In maglia Rangers passarono portieri eccezionali come Terry Sawchuk, tra i migliori di sempre e a lungo detentore del maggior numero di gare senza subire reti o shutout (103) prima dell’exploit di Martin Brodeur, e giocatori del calibro di Lynn Patrick, Buddy O’Connor, Phil Esposito, Dick Duff, solo per citarne alcuni.

I tifosi della Grande Mela, tuttavia, dovranno attendere quasi cinquantacinque anni per assistere a un nuovo trionfo dei propri beniamini, mentre i rivali cittadini degli Islanders, con cui si disputa la tradizionale Battle of New York, vincevano quattro titoli di fila dal 1979/80 al 1982/83.

Nel 1993/94, appunto, i Rangers conquistano la quarta e ultima coppa, sotto la guida del capitano Mark Messier e dell’allenatore Mike Keenan. Gli avversari in finale, i Vancouver Canucks (freschi finalisti di Stanley nella stagione scorsa) conquistarono gara-1 a New York, prima di dar vita a una lunga e indimenticabile battaglia, conclusasi al Madison in gara-7. Per la prima volta i Rangers vincevano la Stanley di fronte al pubblico di casa e per la prima volta un giocatore conquistava la coppa con due squadre diverse e la ‘C’ di capitano sul petto.

Messier, infatti, aveva già condotto gli Oliers al titolo nel 1980. Curiosamente, pochi anni dopo il numero 11 sarebbe andato a giocare proprio in British Columbia, prima di tornare nella Grande Mela e chiudere il suo decennale percorso in maglia Rangers.

È l’ultimo momento di gloria per la squadra. Nonostante i grandi investimenti fatti (da Jagr a Gretzky, da Lindros a Rucinsky, da Bure a Holik), la formazione per sette anni di seguito non si qualificò ai playoff. Dopo la serrata della stagione 2004/05, la squadra tornerà a essere una presenza costante nella post-season (tranne nel 2009/10), senza tuttavia andare mai oltre il secondo turno.

Acquisti

Il 2010/2011 è stata una brutta annata per l’attacco dei blueshirt. Complici numerosi infortuni, i Rangers hanno chiuso con 233 reti in 82 partite (meno di tre di media), terminando al 14° posto nella categoria della Lega.

Male, in particolare, sono andate le situazioni di power-play: il vantaggio numerico è stato sfruttato solo una volta ogni sei in campionato (18° posto) e una ogni venti nel turno di playoff contro i Capitals.

Dall’altra parte la difesa, grazie all’impeccabile Henrik Lundqvist, ha concesso appena 198 reti (5° posto nella speciale classifica), appena una in più di Washington e tre in più dei futuri campioni di Boston Bruins di Tim Thomas. Al nazionale svedese, goalie di fama mondiale, toccherà l’onore di “esordire” il 7 ottobre prossimo a Stoccolma contro i Los Angeles Kings, nella sua prima trasferta nella terra d’origine con una maglia di Nhl.

Glen Sather ha deciso di rinforzare il reparto avanzato con pochi colpi, ma mirati. Il primo riguarda il centro, dove è stato ingaggiato Brad Richards. Ex Lightning e Stars, il giocatore canadese porta una Stanley Cup vinta nel 2004 a Tampa Bay (risultando anche il migliore giocatore) e soprattutto un forte “carico” di assist. Sono stati ben 116 nelle ultime 152 partite in Florida. Un contributo che può essere fondamentale per i pezzi da novanta dei Rangers, Marian Gaborik in testa. Lo slovacco deve mettere alle spalle l’ultima stagione, in cui ha realizzato 22 gol, 20 in meno dell’anno precedente.

Altro acquisto importante è il free agent Mike Rupp. Anche l’ala statunitense ha già conquistato una Stanley, nel 2003. In maglia Devils (con la quale ha esordito), Rupp ha deciso con una sua rete gara-7 contro i Mighty Ducks of Anaheim (oggi Anaheim Ducks). È stato il primo giocatore in assoluto ad aver fatto coincidere il primo centro in assoluto ai playoff con la rete decisiva per un titolo. Rupp porta tanta esperienza in gare di post-season e anche tanta aggressività. Qualità che non manca di certo al blueshirt Sean Avery, recentemente nei guai con la giustizia per aver assalito un agente, come si apprende dal New York Times. Se sapranno concentrare le energie sul ghiaccio, per gli avversari la vita sarà dura.

Il terzo arrivo giunge da Calgary. Dai Flames è arrivato il difensore Tim Erixon, nazionale svedese che aggiunge tanta fisicità di fronte alla porta difesa dal connazionale Lundqvist. Il ventenne, in attesa dell’esordio assoluto in campionato, prenderà parte al 2011 Nhl Prospects Tournament, torneo destinato a giovani speranze dell’hockey, che si terrà a Traverse City, Michigan, tra il 10 e 14 settembre.

Cessioni

Il ritiro di Chris Drury lascia punti da risolvere dalle parti del Madison Square Garden. Se è vero che il giocatore, 35 anni il 20 agosto e un talento versatile tra hockey e baseball, la passata stagione aveva realizzato appena 4 assist e 1 rete la passata stagione, non si può dimenticare che la squadra perde così anche il suo capitano, il cui unico centro in 25 gare era arrivato nell’ultima gara di campionato, da “dentro o fuori”, contro i New Jersey Devils. Drury lascia dopo 892 gare in Nhl con le maglie di Colorado, Calgary, Buffalo e Rangers appunto. “Ringrazio i tifosi dei Rangers. Mi hanno sempre spinto a dare il massimo”, ha affermato recentemente. “Giocare di fronte a loro al Garden è un’emozione che dura per tutta la vita.”

L’arrivo di Richards ha portato alla partenza di Vinny Prospal, passato a vestire la casacca dei Columbus Blue Jackets. Per lui 9 gol e 14 assist in 29 incontri la passata stagione, iniziata a febbraio dopo un infortunio al ginocchio.

Abbandonano la Grande Mela anche i difensori Matt Gilroy e Bryan McCabe. Il primo è approdato ai Tampa Bay Lightning dopo due stagioni opache, mentre il 36enne canadese resta al momento alla ricerca di una squadra.

Stesso destino per Todd White, approdato la passata stagione dagli Atlanta Thrashers, mentre Alex Frolov è tornato in Russia dopo i 7 gol e 9 assist dell’anno scorso in 43 apparizioni.

L’anno che verrà

Può essere la stagione della verità per John Tortorella, alla quarta stagione sulla panchina dei Rangers. L’allenatore statunitense più vincente della storia, già vincitore della Stanley con Tampa Bay nel 2004 (con Richards come capitano), dovrà dimostrare pienamente il suo valore in una piazza difficile, amante dello sport, ma anche dei risultati.

Il coach dovrà risolvere, tra i tanti rebus, anche quello riguardante il capitano. Partito Drury, restano calde le candidature degli alternate Ryan Callahan e Marc Staal. Possibile che l’onore tocchi a Sean Avery, mentre al momento resta un’ipotesi suggestiva che la “C” possa andare a Brad Richards.

Tra i giovani, occhi puntati su Wojtek Wolski, Michael Del Zotto e Artem Anisimov. Il primo è un’ala di indubbio talento di appena 25 anni; se farà propri gli insegnamenti offensivi di Tortorella potrà ambire a un ruolo in squadra sempre maggiore. Il secondo, canadese come Wolski, è atteso da una stagione di riscatto dopo l’incoraggiante esordio come rookie (37 punti a 19 anni) e un’annata, la scorsa, accompagnata da appena 11 punti.

Infine, il nazionale russo. Anisimov ha 23 anni e già ha realizzato 72 punti nelle sue due stagioni nella Lega, frutto di 30 gol e 42 assist. Il centro di Yaroslavl sembra avere i numeri per poter giocare a buoni livelli e la terza stagione in Nhl può essere quella della decisiva affermazione.

Se il meccanismo di Tortorella, basato sulla forza offensiva, sarà ben assimilato dai giocatori, specialmente dai nuovi arrivi, e se la difesa, Henrik Lundqvist in primis, confermerà quanto di buono fatto la passata stagione, allora l’anno che verrà potrà dare tante soddisfazioni ai blueshirts della Grande Mela.

3 thoughts on “Rangers alla carica

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