Boston vince anche gara 4 con Vancouver e pareggia la serie. Merito di un buon attacco e soprattutto di Tim Thomas, capace di respingere tutte le conclusioni dirette verso la porta da lui difesa.
Dodici reti al passivo in due incontri, invece, per Luongo, sostituito nel finale da Schneider. Certo il goalie canadese non è l’unico imputato della seconda sconfitta di fila dei Canucks, specialmente in una serata in cui i tentativi offensivi ospiti (ben 38) non hanno avuto buon esito.
Il quattro a zero con cui si chiude l’incontro aggiunge ancora più fascino, come se fosse necessario, alla sfida per la Stanley Cup. La serie si sposta ora in Canada, dove la formazione di casa farà di tutto per rispettare il fattore campo.
La cronaca della gara si apre con una buona notizia per tutti gli amanti dello sport. Nathan Horton, infortunatosi la serata precedente (commozione cerebrale) sta bene ed è anche passato a salutare i compagni dello spogliatoio. I tifosi presenti al palazzetto del Massachusetts hanno sostenuto a gran voce il giocatore, eroe di gara-7 contro Tampa Bay (sua la rete decisiva). Prima dell’inizio, Bobby Orr, “vecchia gloria” dei Chicago Blackhawks e dei Bruins, con cui ha vinto l’ultima Stanley Cup della loro storia, ha fatto la sua comparsa tra il pubblico e sventolato una bandiera in onore del numero 18 giallonero.
Dopo la celebrazione, la gara. Gli ospiti partono con il piede sull’acceleratore, decisi a rimediare alla goleada subita appena 48 ore prima. Sedin e company, tuttavia, trovano sulla loro strada un super Thomas, sempre più candidato al Vezina Trophy, premio per il miglior portiere della stagione.
Dall’altra parte Luongo tiene testa per una decina di minuti alle iniziative dei Bruins, poi deve capitolare a Peverley, che va a segno su un’azione di ripartenza. Manovra propiziata da Krejci e Chara e conclusa dal centro di Boston con uno snap shot a pochi passi dalla porta
I Canucks non accusano il colpo e continuano a spingersi in avanti, senza esito. Al primo stop il tabellone recita 1-0 Bruins.
Il copione non cambia in apertura della seconda frazione. Gara equilibrata e divertente, con Vancouver che non riesce a incidere e i padroni di casa sempre pronti a far male in contropiede.
All’undicesimo, infatti, i Bruins mettono a segno il raddoppio. Disco perso da Salo all’altezza della blue line di Boston. Se ne impossessa Seguin, che lo fa correre lungo la balaustra per Kelly. Preciso assist di prima per Ryder, che entra nella zona di difesa di Vancouver, prende la mira e deposita il disco sul secondo palo, vanificando la farfalla del portiere canadese.
Passano appena due minuti e i gialloneri chiudono di fatto l’incontro. La retroguardia dei Canucks non riesce ad allontanare un disco dietro la porta di Luongo. Sul puck si avventa Marchand, che con un preciso tiro di rovescio lo deposita sotto l’incrocio dei pali. Ottava rete alla sua prima apparizione nella postseason per il numero 63 di Boston, canadese di Halifax: eguagliato così il record di gol nei playoff di giocatori all’esordio nella storia della franchigia, stabilito da Mike Krushelnyski e Bobby Joyce nel 1983.
Nono centro nel periodo centrale durante tutta la serie per la formazione del Massachusetts, mentre i verdeblu, nello stesso intervallo di tempo, restano fermi a zero.
Nel terzo periodo i gialloneri calano il poker. Assist dalla destra di Milan Lucic, canadese di Vancouver, respinto dalla stecca del numero uno avversario. Il disco rimbalza sulla gamba di Peverley, contrastato da Kesler, e termina in fondo alla gabbia. L’azione, dopo l’official review degli arbitri, è giudicata regolare.
A tal punto coach Vigneault decide di dare riposo al goalie e lo sostituisce con Cory Schneider, originario del Massachusetts e già studente del Boston College. Dopo la quinta rete di lunedì il portiere aveva chiesto all’allenatore di restare sul ghiaccio; questa volta la scelta è stata diversa. Per lui 16 parate su 20 tiri in porta, con almeno due reti in cui è stato esente da colpe. Per gara 5, stando alla Montreal Gazette, dovrebbe tornare lui tra i pali, con Schneider in panca.
L’eroe della serata, tuttavia, è nuovamente Tim Thomas. Per lui 38 salvataggi su altrettante conclusioni, uno shutout o perfect game e il premio di Mvp: il secondo consecutivo. Il portiere statunitense, già in lizza per il premio come migliore estremo difensore, può puntare anche al titolo di migliore giocatore delle finali.
Ma la serie è ancora lunga. I Vancouver Canucks hanno decisamente migliorato sul piano del gioco, concludendo nove volte più dei Bruins nello specchio della porta. A ogni modo, sono apparsi imprecisi in difesa, come in occasione del terzo gol, e troppo “buoni” in situazioni di superiorità numerica. I verdeblu nella serie hanno segnato una sola rete in power-play su 22 tentativi, di cui 6 nell’ultimo incontro.
Gara 5 e l’eventuale gara 7 si disputeranno in British Columbia e questo può essere un grande vantaggio per la squadra con il miglior record della stagione regolare, che alla Rogers Arena hanno subito solo tre sconfitte su dodici incontri, vincendo il 75% delle gare. Percentuale identica per i Bruins, che, dopo le due debacle nelle prime gare contro Montreal e la sconfitta contro Tampa Bay nella prima gara della finale di Eastern Conference, sono stati perfetti al TD Garden.
“Sì, è dura, ma ce la dobbiamo fare”, afferma Kevin Bieksa. “Hanno conquistato le loro due vittorie in casa e così abbiamo fatto noi, sembra che possa essere una serie che si deciderà nelle gare interne e fortunatamente abbiamo due delle prossime tre in casa.”
Lo stesso difensore aveva sdrammatizzato la sconfitta per 8-1 di lunedì sostenendo che “fortunatamente non si sommano i punteggi. Non è la Champions League. È la finale di Stanley Cup”.
La serie torna adesso sull’Oceano Pacifico, dove si giocherà tra poco più di 48 ore dalla sirena conclusiva di gara 4. C’è da credere che una nuova affermazione dei Bruins farà diminuire notevolmente l’ottimismo dei Canucks, oltre a porre una grande ipoteca per il titolo. Sarebbe il sesto per Boston, lontano dal trofeo dalla stagione 1971-1972.
Vancouver, invece, non ha mai assaporato il piacere di alzare al cielo la Stanley Cup, avendo ottenuto il miglior risultato questa stagione con la conquista del Presidents’ Trophy, il premio per la migliore squadra prima dei playoff. La sfida per la Stanley si preannuncia più bella che mai.
Prossimo appuntamento sulla west coast venerdì 10 giugno alle ore 20.00, le 2.00 di sabato nella notte italiana.
Gabriele Farina nasce a Palermo il 18 dicembre del 1986. Appassionato
di scrittura, sport e viaggi, decide di diventare giornalista e
s’iscrive al corso di laurea in “Giornalismo per Uffici Stampa” nella
sua città d’origine.
Conclusa l’esperienza nell’ottobre 2009, con una tesi dal titolo
“Solo per sport”, si dirige a Roma per studiare alla Sapienza nel corso
di laurea “Editoria multimediale e nuove professioni
dell’informazione”. Nella capitale consegue la laurea nel luglio 2011
mantenendo intatta la passione per lo sport, base di partenza per
l’esame finale sulle Olimpiadi di Berlino.
Ha praticato nuoto, corsa e molti generi di sport di squadra, dal calcio a 5 alla pallanuoto, dalla pallamano al volley. Ultima avventura, appunto, l’hockey.