Ancora una volta sono la città e la franchigia di Kansas City a fermare la corsa playoffs di Buffalo, che dopo aver vinto ogni singolo incontro di regular season in cui ha affrontato i Chiefs, non riesce a smuovere la casellina delle vittorie in postseason, inanellando la quarta sconfitta consecutiva quando si è trovata di fronte Mahomes e compagni; quarto stop che coincide con il proseguimento del viaggio per il team del Missouri, ormai sempre più vicino a centrare un obiettivo che lo proietterebbe, di diritto, non solo nella Storia, ma addirittura nell’eternità di questo Sport, ovvero la conquista del terzo Vince Lombardi Trophy consecutivo.
Per raggiungerlo, ovviamente, i ragazzi di Andy Reid dovranno superare un ultimo, insidiosissimo, scoglio, ovvero quello rappresentato dai Philadelphia Eagles, usciti vittoriosi dal Championship e freschi campioni della National Conference, rimasti con il fiato sospeso, dopo i festeggiamenti del Lincoln Financial Field, per scoprire l’esito del match in programma all’Arrowhead Stadium, iniziato non benissimo dagli ospiti, con Josh Allen che ha rischiato di farsi intercettare in due occasioni nel drive iniziale, costringendo i Bills ad un three&out e dando la possibilità ai padroni di casa di aprire le danze al termine del loro primo possesso offensivo.
Una serie nella quale l’attacco dei Chiefs si è mosso davvero bene sul terreno di gioco, alternando pass e run fino ad entrare nell’endzone avversaria con una portata “vecchia scuola” di Kareem Hunt, sempre più a suo agio nella sua seconda parentesi in Missouri e capace di rompere diversi placcaggi per portare a termine una corsa vincente da 12 yards, regalando il primo vantaggio della partita ai suoi compagni di squadra.
Segnatura che ha il potere di risvegliare immediatamente Buffalo, che accorcia le distanze già nel drive successivo, concluso con un field goal da 53 yards di Tyler Bass, prima di mettere la freccia e sfruttare al meglio un turnover creato dalla difesa, con Ed Oliver che recupera un fumble di Mahomes, per portarsi avanti con una run esterna di James Cook, che dopo aver impegnato la defense di Kansas City per l’intera lunghezza del terreno di gioco, colma le 6 yards che lo separano dall’endzone in assoluta scioltezza, scivolando tra le maglie dei difensori sul lato sinistro del campo.
Torna la palla ai Chiefs che rispondono per le rime grazie al rookie Xavier Worthy, protagonista indiscusso del drive con 3 ricezioni fondamentali, l’ultima delle quali, 11 yds, decisiva per consentire ai suoi di ritornare in vantaggio e gettare le basi per scavare il primo, piccolo, solco della partita; dopo un punt avversario i padroni di casa riescono infatti a farsi nuovamente strada verso l’endzone di Buffalo grazie ad un ottimo ritorno di Nikko Remigio, 41 yards, che li mette in condizione di segnare il touchdown del 21 a 10 con una corsa da 1 yard di Mahomes.
Proprio prima della run da 6 punti del numero 15 ancora il wide receiver al primo anno da Texas effettua una giocata dal valore specifico enorme, infilando la mano destra tra le braccia della safety Cole Bishop per evitare un intercetto ormai certo, contendergli l’ovale e tirarla a se completando una ricezione che viene confermata valida anche dopo la review arbitrale; intelligenza, football IQ e un pizzico di fortuna consentono così a Kansas City di resistere al ritorno dirompente di Buffalo, che a 23 secondi dall’intervallo va di nuovo a segno, questa volta con un bel lancio da 34 yds di Allen che, di precisione, mette la palla tra le mani di Mack Hollins, fissando il punteggio sul momentaneo 21 a 16 a causa del successivo tentativo di conversione da 2 punti fallito da Curtis Samuel.
Dopo l’halfime sono ancora gli ospiti a muovere per primi il tabellone, anche in questo caso grazie ad una giocata degna di nota, ovvero quella realizzata del runningback James Cook, che in seguito ad un pitch laterale di Allen si invola verso l’endzone avversaria, evitando prima il placcaggio di Justin Reid e poi l’intervento di Nick Bolton, lanciandosi verso l’area di meta, raggiunta grazie a quello che nel gergo del football viene comunemente chiamato “second effort”, nel caso specifico un tuffo che gli consente di depositare l’ovale oltre i piloncini arancioni per il primo, ed unico, vantaggio Bills della partita.
Sotto di un punto, 21-22, a causa dell’ennesima conversione abortita dagli ospiti, i Chiefs cercano di rimettersi in carreggiata e dopo un momento del match nel quale le rispettive difese prendono il comando delle operazioni, con quella di casa che ferma addirittura i Bills su un 4th down parecchio discusso, riescono a smuovere le acque con una ricezione da 29 yards di JuJu Smith-Schuster; il prodotto di Southern California si infila nelle secondarie avversarie e raggiunge le 23 di Buffalo, da dove l’offensive coordinator Matt Nagy chiama 3 corse consecutive, 2 eseguite dal solito Hunt ed una, l’ultima, quella decisiva, firmata da Mahomes, che mette a segno altri 6 punti coprendo le 10 yards che lo separano dal secondo touchdown personale della serata.
Justin Watson, che completa la presa sulla 2 points convertion successiva, ristabilisce le distanze, ma il vantaggio dei padroni di casa dura pochissimo e nella serie successiva è Josh Allen a fare doppietta, lanciando il secondo TD pass della partita al già citato Curtis Samuel, abile a farsi trovare completamente libero nella parte destra dell’endzone Bills, dove riceve in solitaria, accorciando le distanze prima del punto del 29 pari realizzato su extra point da Bass.
Un equilibrio perfetto rotto pochi minuti più tardi da Harrison Butker che realizza quella che risulterà essere l’ultima segnatura della partita, nonchè i punti decisivi per la conquista del AFC Championship, ovvero un preciso calcio da 35 yards che si infila tra i pali per il 32 a 29 finale.
Nel drive successivo si spengono infatti le ultime speranze di rimonta dei Bills, che non riescono nemmeno a superare la metà del campo, disorientati dagli schemi e dalle chiamate difensive del coordinator Steve Spagnuolo, in grado di confondere le idee a coach e giocatori avversari nel momento clou dell’incontro; determinante, in tal senso, lo schieramento adottato dai Chiefs sul 3rd&10 a 2 minuti e 17 secondi dal termine, con 11 uomini allineati nel box che mettono ulteriore pressione a Josh Allen, tanto da costringerlo a scaricare rapidamente, confezionando un passaggio laterale per Amari Cooper.
Il guadagno di 5 yds che ne consegue costringe Buffalo a giocare un 4th&5 decisivo sulle proprie 47 yards, ma la confusione creatasi in precedenza lascia ancora disorientata la offensive line, che sbaglia un raddoppio al centro del campo e gestisce male gli uno contro uno sul lato destro, lasciando il numero 17 in balia dei difensori partiti alla caccia del quarterback; con 3 avversari pronti ad inchiodarlo al terreno, Allen anticipa nuovamente il lancio che non riesce a raggiungere il tight end Dalton Kincaid, traducendosi in un incompleto.
Due first down, conquistati rispettivamente da Isaiah Pacheco e Samaje Perine, mettono poi fine definitivamente alle ostilità, bruciando tutti i timeout rimasti agli ospiti e il minuto e 54 secondi residui, consegnando a Kansas City il terzo Lamar Hunt Trophy consecutivo, al termine di una partita che li incorona, per la quinta volta in sei stagioni, i dominatori indiscussi della American Conference.
Un titolo che sembra essere ormai una sorta di maledizione per Buffalo, uscita sconfitta dall’Arrowhead Stadium già nell’epilogo della season 2020 e costretta nuovamente ad arrendersi al cospetto dei Chiefs, squadra trasformatasi in una vera e propria nemesi per Allen e compagni negl’ultimi anni, quando l’obiettivo non dichiarato di ogni stagione è sempre stato quello di superare il team allenato da Andy Reid per puntare con decisione al Grande Ballo; traguardo che metteranno certamente nel mirino anche per la prossima stagione, consci che le basi per provare a giocarsela fino in fondo ci sono tutte e che la fiducia nei giocatori che compongono il roster non manca, come sottolineato dal HC Sean McDermott “Beh, non è il risultato che volevamo, ma i ragazzi non hanno nulla di cui vergognarsi, hanno dato tutto quello che avevano. Li adoro.”
Una solidità riconosciuta anche dall’allenatore avversario Andy Reid al termine di un match che lui stesso definisce “una partita fantastica per tutti i tifosi e per la National Football League”; una partita decisamente emozionante, in cui, ancora una volta, i centimetri hanno fatto “la differenza tra la vittoria e la sconfitta”.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
– 2020: vabbè, non eravamo ancora maturi, è già stato un successo arrivare sin qui.
– 2021: che sfiga, la monetina ha dato il primo possesso del supplementare ai Chiefs. La prossima volta saremo più fortunati.
– 2023: sì, wide right, ma l’avremmo persa comunque. Ed eravamo in casa. Forse, però, c’è ancora una piccola speranza per il futuro.
– 2024: la fine della speranza. Non li batteremo mai: mettiamoci il cuore in pace.
Qui si va oltre il concetto di bestia nera. Bestia nera è una squadra che ti batte tre volte in dieci anni. Quattro volte in cinque anni credo sia una roba mai vista nello sport. E non riesco nemmeno a odiarli: come fai a odiare una squadra allenata da Andy Reid e che rappresenta un piccolo mercato (37^ città degli Stati Uniti per popolazione)?
Concordo con Nick, da tifoso dei Chiefs, più che altro di Mahomes perché prima di lui simpatizzavo soltanto in virtù del fatto che le mie due motociclette sono state assemblate lì, la vittoria di ieri è l’ennesima stranezza di questa stagione. Non le ho viste tutte in RS, ma quelle che ho visto, comprese le due nei PO, non mi hanno mai convinto. In tanti anni che seguo NFL, non ho mai visto una crew arrivare al SB con un gioco così poco convincente. Gioco in attacco intendo.
I Bills sono una franchigia maledetta! Nient’altro…a partire dagli anni ’90 quando non riuscì a portare a casa 1 Super Bowl in diverse occasioni (e quel calcio sprecato….) fino ai giorni nostri.
Non c’è più Dallas, ma KC a fare da bestia nera. Incredibile.
Io sono dell’idea che, finchè ci sarà Josh Allen, ci sarà la possibilità per loro di finire al Super Bowl e che la squadra sarà sempre competitiva.
E credo che la sua storia coi Bills in termini di fedeltà ad una franchigia potrà essere uguale o similare a quella di Tom Brady coi Patriots o dello stesso Montana.
Poi chiaro che se non vincesse mai coi Bills, magari ad un certo punto di potrebbe guardare in giro, ma io lo vedo molto coinvolto e legato alla comunità di Buffalo ed i fans Bills.
Sì, credo anch’io che resterà a lungo, anche per come è strutturato il football. Non è la Nba, dove puoi mettere tanti campioni nella stessa squadra, così uno può dire: “Vabbè, me ne vado a Golden State e vinco un paio di anelli”. Non è nemmeno la Mlb attuale, dove stanno andando tutti ai Dodgers.
Allen non può dire “Me ne vado ai Chiefs a vincere un anello”, perché c’è già Mahomes e in una squadra non c’è spazio per due qb: a meno che non voglia fare la riserva al minimo salariale, ma tendo a escluderlo!
Giustissimo.
C’è la possibilità che i Bills licenzino McDermott per andare su un altro allenatore?
Insomma, è un peccato sprecare così un fenomeno come Josh Allen…è anche vero che ne vince sempre e solo 1.
Per quanto mi riguarda, farei un contratto a vita a McDermott: sogno che diventi il nostro Belichick, o perlomeno il nostro Tomlin. Non dimentico che squadra barzelletta eravamo quando lui è arrivato sulla nostra panchina: diciassette anni di fila senza andare ai playoff. Poi arriva lui e ci porta ai playoff con Tyrod Taylor come qb, tra l’altro in un’epoca in cui ai playoff andavano sei squadre e non sette. Poi prende Josh Allen (in cui all’inizio non credeva nessuno) e ci fa diventare una contendente al titolo. Anche quest’anno doveva essere un’annata di transizione (alcuni esperti di Espn ci davano terzi nella division con 8-9), invece ci ha condotti al championship. Poi non sono io a decidere, ma spero con tutto il cuore che resti 😀 .
Eh sì verissimo, ha costruito anno dopo anno una squadra credibile dopo anni di squadra barzelletta.
Sicuramente spero rimanga per tanti tanti anni e mi auguro che prima o poi sia la volta buona.
E mi auguro che sia con Josh Allen.
Nessuna maledizione. Semplicemente, i Chiefs sono più forti. Allen è molto bravo, ma Mahomes è un’altra cosa. Specie quando la palla scotta, che è poi il momento che si fanno i conti. Di Reid non parliamo: i meriti di McDermott ci sono, leggo sotto. Ma in alcune scelte, sia nella macro scala della offseason, sia in quella micro di un singolo drive, spesso mi lascia perplesso. Faccio l’esempio del RB. L’altra sera lo usa, ma all’ultimo drive, il più delicato, se ne dimentica. Fino a un paio di stagioni fa, nemmeno sembrava schierarlo: a correre ci pensava sempre e solo il fantastico Allen. Boh…
I Bills sono andati meglio di quanto si pensasse l’estate scorsa, viste le cessioni. Per questo a sto giro non avrei tanti rimpianti come altre volte. Mi viene in mente ad esempio la scena muta di un paio d’anni fa contro Cincy sotto la neve. Là sì, con quella squadra, che perdere -in quel modo- mi avrebbe dato fastidio. Quest’anno anche no: in tanti sembravano raccontarsi che questa dovesse essere la volta buona. Ma chissà perchè. Io seguo la F1. Stando a certe testate, la Ferrari è già campione del mondo in pectore. Insomma, è vero che la stagione scorsa è finita in crescendo. E’ vero che è stato preso un campione. Ma tuttavia prima di andare a scommettere la casa, sto a vedere la prova dei fatti.
I Bills quest’anno sono andati oltre le proprie possibilità, ma già contro i Ravens erano passati per il rotto della cuffia per le cappelle messe insieme da un avversario quest’anno assai più forte ma anche più pasticcione. Ma i Chiefs, a gennaio pasticcioni non sono. E temo anche, da perfetto profano, che con loro sarà dura, finchè avranno Reid e Mahomes. Finchè avranno Spagnuolo, che a gennaio riesce sempre a inventarsi qualcosa che spacca le gare. Prima o poi perderanno anche loro, magari iniziando dalla prossima partita. Ma darli sfavoriti, non mi convincerebbe. Ogni tanto capitano le squadre così, o i campioni così.
Buffalo poteva farcela. Brutte chiamate in attacco (soprattutto nell’ultimo drive) corredate da decisioni arbitrali quantomeno controverse e ovviamente tutte pro KC e un drop di Kincaid sanguinoso. Credo che alla fine la vera differenze tra le due squadre la faccia il coaching staff (e il front office). il secondo TD di Cook, la cosa più bella della partita.