I Texans sono usciti a testa alta per il secondo anno consecutivo al Divisional Round, dopo due ottime stagioni da 20 W combinate e un ritorno alla postseason concomitante con la pesca al draft di CJ Stroud, gioiello da OSU e probabilmente generazionale franchise quarterback che qui resterà a vita. Nick Caserio, a proposito di gioventù, ha resettato pure la posizione di HC, affidandola a DeMeco Ryans, 40enne ex linebacker di stanza proprio in Texas e perciò anch’egli debuttante assieme al regista.

Non ce ne voglia il coach, motivatore se ce ne è uno e conoscitore di linea e backfield difensivo più di ogni altro, ma se Houston è improvvisamente rinata dalle ceneri della gestione Lovie Smith e il futuro in questi lidi è splendente il merito è esclusivamente del paffuto ragazzotto californiano.

Lui e Jayden Daniels sono le sensazioni della stagione odierna, ambedue responsabili della rinascita di due franchigie disperse nella mediocrità, col profilo da LSU ancora pienamente in corsa nell’altra Conference, ed entrambi seconde scelte assolute nettamente di caratura superiore rispetto a Bryce Young e Caleb Williams, coloro che li hanno preceduti!

Se Daniels butta il cuore sopra ogni ostacolo, fugge dalla tasca, rischia le ossa, conquista down su down autonomamente ed empaticamente è nel cuore di teammate e fanbase, Stroud rasenta però la raffigurazione del futuristico MVP quarterback, le cui caratteristiche primordiali rimandano a Dan Marino per la potenza nel braccio e Tom Brady sulla freddezza decisionale. Se il paragone sembra affrettato ed esagerato possiamo ripiegare su Flacco e Matt Ryan.

Non ce ne voglia dunque Daniels, ma ciò che Stroud sembra possedere è una classe cristallina abbinata ad auto controllo e sangue freddo che non si vedeva da tempo. Non è stata infatti una tornata da incorniciare per lui, ma una volta entrato nel clima playoff ha alzato l’asticella come un veterano attempato! La sua leadership timida e silenziosa ha poi fatto breccia su tutti.

Diciamo pure che i miracoli del prodigio da Ohio State non sono stati sufficienti nell’ultima e decisiva sconfitta stagionale in Missouri, sconfitta che porta i texani al 25mo step nel venturo draft primaverile, oltre per la ferocia della difesa di Steve Spagnuolo e relativa inadeguatezza a proteggere la tasca, anche a causa della moria di ricevitori affidabili, con l’asso Diggs e l’astro Tank Dell parcheggiati da tempo in infermeria.

Assenze che in questa postseason hanno in pratica occluso la visuale a Stroud sull’ampio, costringendolo a stressare oltremodo il redivivo Mixon (quasi 45 portate totali) e dedicare quasi esclusivamente i propri big play nelle mani di Collins, pure lui spesso ai box durante il campionato. Le uniche alternative ai due sono spesso stati veloci rilasci sul breve, sovente non individuati e perciò motivo di numerosi sack e perdita di drive.

Ai playoff e contro dei cannibali quali i Chiefs certi vantaggi non si possono concedere, e fanno perciò riflettere sulla focosa e futura free agency, nella quale bisognerà rimpinguare il roster di nuovi elementi o puntare su conferme affidabili, visto che seppur formidabile, Stroud senza valvole di sfogo è anch’egli soggetto ad errori e imprevisti. D’altronde la sua media annuale sulle aspettative punti ad azione (EPA) per dropback è risultata 25ma su 35!

Rispetto all’anno passato comunque, dopo aver schiantato la solida retroguardia di Jim Harbaugh e messo alle corde un regista di fama come Herbert, l’uscita al Divisional non solo è arrivata alle conte, ma con molti rimpianti sotto forma di fischietti arbitrali, eccessivamente zelanti nel proteggere “l’intoccabile” Mahomes a differenza del sophomore, letteralmente massacrato in blitz e pressioni della linea.

La peggior division dell’intero football ha permesso inoltre ai ragazzi di Ryans di mascherare qualche crepa assolutamente da migliorare in offseason, nonché controllare sempre il proprio destino, fallendo per di più un paio di vittorie sulla carta agevoli (Jets e Titans) che avrebbero addirittura arrotondato il primato da regular season a 12 W.

Insomma e per concludere, ai Texans per salire il gradino successivo, quello prossimo alla gloria, non mancano arbitraggi favorevoli, ma scelte azzeccate che le stanze dei bottoni dovranno affrontare sin da ora, seppur con 6 milioni scarni di spazio salariale – fonte Sportrac – e sei pick nel draft 2025, al primo, secondo, terzo, quinto (tramite Buffalo) e settimo giro!

Scontata e plausibile prima mossa necessaria da fronteggiare porta all’asso Stefon Diggs, firmato annualmente per un secondo giro e utilizzato col contagocce, per il quale Stroud ha però speso parole di stima e desideri di reunion per il 2026, rispetto a sondare i vari Tee Higgins o Charvarius Ward, anche perché Dell ne avrà per parecchi mesi ancora se non quasi un anno, problema questo che non escluderà al draft uno sguardo a Missouri per Luther Burden III, Texas per Isaiah Bond o Miami per Restrepo, i più intriganti prospetti della loro classe.

Aggiungiamo le garanzie Murray in safety position e nella fortissima linea Fatukasi e Barnett, quest’ultimo affidabile situational pass rusher da 5 sack e 2 fumble riportati in endzone (record NFL), nonché primo ricambio delle stelle Hunter e Will Anderson, unica coppia AFC con 11+sack stagionali singoli, col profilo da Alabama pro bowler e defensive ROY 2023 da 4 placcaggi, 3 tackle for loss e 2 sack contro Kansas City.

Diverso il discorso fra i linebacker, dove To’oto’o, Christian Harris ed Al Shaair hanno pagato forse proprio la giovane età, subendo un alto pass rating e un elevata percentuale sui tackle falliti per gara.

Le certezze futuristiche, oltre a Stroud, prendono il nome di Stingley Jr, Pitre, Lassiter e Calen Bullock, formidabile secondaria di nemmeno 23 anni di media già top ten NFL su passaggio e quarta nel passer rating, i cui contratti, al pari di quello da rookie del qb, dovranno a breve essere ridiscussi al rialzo, comunque e per fortuna non prima di due anni.

La voce che va senza dubbio migliorata (e abbassata) è quella dei 52 sack sostenuti da Stroud, peggior dato AFC, e il 37.9 % di pressione subita, quintultima di lega, che porterà probabilmente Caserio ad assaltare una guardia, dato che in posizione tackle, a parte Tunsil, si potrebbe concedere un’altra chance al secondo giro Fisher, nonostante il 50.4 PFF avg rappresenti una delle più brutte medie fra gli starter, con due alternative presumibili: approfittare della propria alta scelta al Draft e pescare Ratledge o Tyler Booker in zona Georgia e Alabama (fonte Bleacher Report), altrimenti siglare in free agency profili alla Bredeson, Zeitler, Trey Smith, Josh Myers e Teven Jenkins, oppure ancora ripiegare sul centro Ryan Kelly.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.