Feroci in difesa e cinici in attacco: i Rams dettano legge nel Wild Card game e passeggiano 27-9 sui resti dei Vikings, riportandoli drammaticamente coi piedi per terra. Ad attendere Stafford e soci nel Divisional la trasferta a Philadelphia, nella quale con le stesse armi di oggi potrebbero eccome dire la loro. Minnesota invece chiude amaramente una splendida stagione, tuttavia già ridimensionata dalla scoppola a Detroit di week 18, non un winner take all come l’odierno ma basilare per conquistare il bye del primo turno e invece concluso anche lì con la miseria di 9 punti!

Probabilmente la gara più intrigante dell’intero primo turno, che vede il miglior record di sempre per una partecipante Wild Card – il 14-3 di Minnesota – affrontare la vincitrice della NFC West, division sulla carta feudo 49ers ed iper equilibrata con Seattle e Arizona ottime comprimarie, ma infine conquistata con una giornata d’anticipo dai Rams, franchigia che dopo la vittoria al Super Bowl, cessioni continue e la dipartita di Aaron Donald è evidentemente allergica alla parola rebuilding, date le inattese 20 W delle ultime due tornate!

I Vikings hanno abitato il girone più tosto dell’intero football a stelle e strisce, l’unico con tre vere e proprie contender (Lions e Packers le altre), giocando un playbook esplosivo unito però a difesa coriacea specialmente sulle corse, nella quale fra i tanti Greenard e Van Ginkel hanno fatto la voce grossa: caratteristiche queste, che come nella trasferta ultima a Detroit, verranno incredibilmente a mancare!

Vikings-Rams wild card round score predictions from the Vikings On SI staff

La via aerea, spada di Damocle in regular season, poteva per l’appunto rappresentare la sliding door di questa sfida, dove il nickel Byron Murphy Jr e le due superstar al canto del cigno Gilmore ed Harrison Smith fronteggiavano il tris d’assi Stafford/Kupp/Nacua. Ad accrescere hype c’è anche il fatto che i Rams, alla sesta postseason su 8 sotto McVay, sono l’unico team insieme alla nemesi Detroit – due volte – ad aver battuto i Vikings nel Thursday Night di fine ottobre per 30-20!

I problemi con la legge per guida in stato di ebbrezza a Novembre riemersi ora pongono Demarcus Robinson ancora più dietro ai due crack Nacua e Kupp, mentre in linea l’esperto McDermott e il rookie Leveston permangono in infermeria, senza così concedere ai Rams utili ricambi a sinistra per Alaric Jackson, pure lui e Dotson acciaccati titolari assieme ad Avila e il centro Limmer di una egregia saracinesca, giunta però in Wild Card piena di guai fisici, con la spalla di Rob Havenstein a fare le bizze.

Lato Minny invece pochi problemi, se si esclude il backup running back Akers, in dubbio fino alla fine ma assolutamente non determinante rispetto al titolare Aaron Jones, veterano ex Packers alla migliore stagione di carriera, e socio in affari di Justin Jefferson, semplicemente il più forte ricevitore NFL, per merito anche del quale Sam Darnold ha conquistato la fiducia di tutti, nonostante i dubbi di inizio stagione dovuti al claudicante curriculum. Purtroppo per loro la sfida vedrà proprio il corridore deludere, con sole 3.7 yard a portata, e se i Vikings raggiungeranno l’onorevole cifra di 106 lo dovranno invece proprio alla riserva ed a Darnold in persona, terrorizzato dai molteplici blitz trovatosi ad affrontare.

Con tali prodigi poco preoccupava il rookie kicker Reichard, discontinuo a causa dell’infortunio al quadricipite.

Sean McVay vs. Kevin O'Connell: Familiar foes, unfamiliar territory - Yahoo Sports

Il dramma incendi a Los Angeles, oltre a riunire anticipatamente in telefonate di conforto Kevin O’Connell (nativo di San Diego) e l’OC Vikings Wes Phillips con l’ex collega McVay, esclude Inglewood come sede dell’incontro, spostato perciò a Glendale, Arizona, distante ben 400 miglia ad est di L.A.! Un match perciò quasi in famiglia, data l’influenza affettivo sportiva tra i due skipper, con quello Rams che ha influito a far passare l’amico avversario da OC proprio in California l’anno del trionfo a head coach nel Minnesota, e il sostanzioso numero (ben 3) di assistenti offensivi ex Los Angeles di cui O’Connell sfrutta oggi i servigi. Per di più, il debuttante in postseason da USC College Darnold, vincitore del Rose Bowl contro Penn State nel 2016, è nato a Capistrano Beach, proprio nel sud della California.

Una partita questa che a livello statistico è finita in equilibrio, pure perché col risultato già in cassaforte a metà secondo quarto ha visto la formidabile difesa californiana concedere 46 giochi short ai rivali per 154 yard sulle 269 totali, soltanto 33 in meno dei losangeleni.

Cosa ha dunque fatto la differenza?: innanzitutto un quarterback con l’effige del campione, mai sopra le righe e chirurgico nel 19/27 per 117.7 rtg, che ha saputo aggirare le scontate marcature su Kupp – una sola presa seppur incredibile ad inizio terzo parziale – cedendo spesso l’ovale via ground e selezionando i passaggi verso l’usato sicuro chiamato Higbee, la garanzia Nacua e uno dei più sottovalutati dual threat running back del pianeta, quel Kyren Williams da Notre Dame, già settimo NFL per numeri su corsa, capace oggi di congelare il cronometro e ricevere pure 16 decisive yd, fra cui quella iniziale che ha portato in vantaggio gli uomini di McVay.

Aggiungiamo ovviamente la freddezza in red zone di chi sa come si affrontano certe sfide e la calma ad eludere blitz senza lanciare nemmeno un intercetto, forte di una linea che ha “ceduto” soltanto 7 iarde per 2 sack.

Che i Rams rappresentassero altresì un caso più unico che raro lo si sapeva d’altronde prima del kickoff, visto che nonostante le numerose stelle erano giunti fin qui con la più bassa media offensiva di lega (21.6 punti per game), concedendo inoltre il maggior iardaggio fra le partecipanti ai playoff (353.1), malgrado l’esplosione in linea e fra i LB delle matricole Fiske e Verse, lui assieme all’icona Donald unico pro bowler rookie difensivo negli ultimi 50 anni di storia Rans, veri e propri guardiani della 3-4 base a marchio Shula.

E’ proprio il comparto arretrato ad aver alzato l’asticella in maniera fulminea, immettendo nel gridiron un’aggressività mai vista quest’anno, che ha sì comportato 10 penalità per 95 yard ma ha pure permesso a cornerback e front seven di arrivare addosso al debuttante Darnold la bellezza di 5 volte prima del break e 4 poi, costringendolo alla pick di Durant sul lancio ad Addison ed a perdere ben 82 yard di terreno, tutti primati negativi per una postseason!

Rams overwhelm Vikings 27-9 in wild-card playoff game m... | AccessWDUN.com

Oltre al canterano da South Carolina St College, eroi di giornata sono stati Kobie Turner, Gallimore, Byron Young, Hoecht, Desjuan Johnson, Fiske e soprattutto Ahkello Witherspoon, che in pratica ha deciso la gara con due quarti d’anticipo, quando fuori dallo slot è intervenuto in sack su Darnold dal lato cieco, permettendo quindi a Verse di recuperare l’ovale e riportarlo in meta per 57 yard, mandando i Rams avanti 17-3 a 4 minuti dall’half e dopo i due field goal precedenti di Karty e Reichard.

Un td di Allen su lancio di Stafford e un altro FG hanno arrotondato il punteggio, prima che TJ Hockenson – migliore dei suoi – siglasse i 6 punti della bandiera.

Los Angeles dovrà ora recuperare le tossine per una trasferta ad alto tasso tecnico e fisico, sperando che gli acciacchi di Higbee e Witherspoon vengano superati prima di domenica.

I Vikings vanno a casa dopo aver sperperato quanto fatto di buono nella stagione regolare, perdendo malamente e amaramente i due match più importanti dell’anno. Se la O-line ha oggi deluso, bisogna anche dire che contro i Lions Darnold aveva “sparato” ben 23 passaggi su 41 lontano dai target, malgrado di pressione ne avesse avuta meno.

Ciò fa riflettere su quanto in determinate partite la posizione del qb diventi cruciale, non solo per la qualità del proprio braccio ma soprattutto nella bontà delle scelte, scelte che ai playoff si riducono e mandano avanti chi le fronteggia in modo brillante o almeno razionale, rispetto a chi invece le subisce fino a scomparire.

E’ la differenza che c’è fra Matthew Stafford e Sam Darnold.

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