In un momento storico nel quale il gioco del football ha subito molti cambiamenti e si è fatto con il passare del tempo sempre più “verticale”, ovvero improntato sul passing game, i Buffalo Bills hanno rispolverato i vecchi manuali ingialliti e puntato su un gameplan piuttosto conservativo per avere ragione dei Broncos, una delle sorprese di questa stagione; “controlla il cronometro, e controllerai il gioco”, questa la frase che ogni appassionato di questo sport avrà ascoltato almeno una volta nella vita, e questo è il mantra che ha guidato il team allenato da Sean McDermott ad una netta affermazione contro Denver, dominata non solo nel punteggio, ma anche nel possesso dell’ovale, come raccontano quei 41 minuti e 43 secondi nei quali i padroni di casa hanno condotto le danze.
Eppure l’inizio di Bo Nix, all’esordio nei playoffs, e compagni aveva fatto sperare in una partita decisamente più equilibrata, con un drive esplosivo che aveva portato gli ospiti in vantaggio grazie a due pass ben calibrati del prodotto di Oregon, il primo per le affidabili mani di Courtland Sutton, utile a convertire un 3rd down fondamentale, il secondo per l’altra matricola Troy Franklin, con il quale ha condiviso tante battaglie indossando la divisa dei Ducks; bomba da 43 yards e primi punti del match, per una squadra che ha segnato a raffica nelle ultime settimane di regular season, diventando la terza per punti realizzati in NFL da week 11.
Proprio per scongiurare un bombardamento costante, favorito dalle caratteristiche dello stesso rookie QB, i Bills hanno optato per adottare la soluzione più semplice in questi casi, ovvero fare in modo che l’attacco avversario avesse la palla a disposizione per il minor tempo possibile, e consci del compito che li attendeva, hanno puntato tantissimo sul gioco di corse, sfidando la franchigia del Colorado proprio sul terreno a lei più congeniale, visto che si è classificata terza nel torneo 2024 per running yards concesse, con una media di 96.4 a partita.
Davanti a numeri del genere fa ancora più scalpore la prestazione sfoderata da James Cook, primo runningback di Buffalo a sfondare nuovamente il muro delle 100 yds corse in un match di postseason a distanza di 29 anni da un certo Thurman Thomas, che ha messo in costante difficoltà la difesa di Denver accumulando 120 yards in 23 portate e andando a segno all’inizio del secondo quarto, al termine del secondo drive offensivo dei padroni di casa; un possesso che risulterà poi essere il più lungo della serata al termine della partita, con i 7 minuti e 35 secondi che sono stati necessari per raggiungere l’endzone avversaria consentendo al runner da Georgia di piazzare, con una run da 5 yds, il primo vantaggio Bills del match.
Passati a condurre per 10 a 7 tra le mura amiche del Highmark Stadium, i ragazzi di McDermott hanno provato a gestire la partita, ma dopo uno dei pochi drive in cui l’attacco non è riuscito ad ottimizzare gli sforzi profusi lungo il campo accontentandosi di un punt e di aver consumato parecchi minuti sul cronometro, hanno subito un tentativo di rimonta da parte dei Broncos, desiderosi di andare al riposo in parità; la serie di passaggi e corse con cui Nix è avanzato rapidamente sul terreno di gioco si è però arrestata contro un palo, quello colpito dal kicker Will Lutz nel tentativo di trasformazione da 50 yards in chiusura di secondo quarto.
Quel tonfo sordo del pallone che ha colpito il montante di destra, provocando la vibrazione che si è udita chiaramente nel silenzio dello stadio, dove i tifosi di ambedue le squadre erano intenti a trattenere il fiato in attesa di scoprire l’esito del calcio, ha di fatto segnato la fine di ogni speranza per Denver, che nel secondo tempo ha faticato parecchio a conquistare terreno, riuscendo ad entrare nel territorio Bills solo quando i giochi erano ormai praticamente fatti, nel quarto finale della sfida.
Al rientro dagli spogliatoi, infatti, è salito definitivamente in cattedra Josh Allen, che con il suo talento da dual threat ha saputo alternare pass e run mantenendo saldamente in suo possesso il pallino del gioco, riservandosi le giocate più spettacolari per i momenti decisivi dell’incontro, in modo che le stesse risultassero quanto più efficaci possibili; dopo un secondo field goal da 27 yards di Tyler Bass, il numero 17 ha guidato Buffalo a due drive vincenti, conclusisi entrambi con un viaggio nell’endzone avversaria grazie ad altrettanti lanci precisi, il primo, 24 yds, confezionato per il runningback Ty Johnson, autore di una presa contestata, ma comunque buona, a pochi millimetri dalla linea che delimita il terreno di gioco, e il secondo, 55 yards, per il redivivo Curtis Samuel, abile a farsi trovare completamente libero nel bel mezzo delle secondarie di Denver.
Dopo aver subito un uno-due del genere i Broncos non si sono più rimessi in carreggiata, e complice la bolgia nel quale si era nel frattempo trasformato l’impianto di Orchard Park, nei drive successivi non sono più riusciti ad aggiungere altri punti sul tabellone, fallendo due trasformazioni di quarto down nella metacampo avversaria intervallati da un nuovo FG messo a segno da Bass, che con un piazzato da 34 yds ha fissato il punteggio sul 31 a 7 finale quando mancavano poco più di 4 minuti e mezzo al termine del match.
Una partita ampiamente dominata dai Bills, che al di là del drive iniziale concesso agli ospiti non hanno avuto problemi ad imprimere il loro ritmo per l’intera durata dell’incontro, decidendo senza difficoltà quando era il caso di rallentare o di pigiare sul pedale dell’acceleratore per trovare la giocata decisiva; una dimostrazione di maturità e di consapevolezza nei propri mezzi che fa ben sperare in vista del Divisional Round contro i Baltimore Ravens, con i quali hanno perso 35-10 a fine Settembre, dove Buffalo spera di riuscire a replicare la prestazione convincente sfoderata contro Denver.
Broncos che, dal canto loro, lasciano lo stato di New York consapevoli di quali saranno gli obiettivi da perseguire nella prossima offseason, come ha ammesso lo stesso head coach Sean Payton al termine del match, quando, nonostante l’amarezza, ha inteso lanciare un messaggio ben preciso ai suoi giocatori, questa non è la fine del percorso, ma solo l’inizio.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…
La notte tra sabato e domenica avevo sognato che vincevano i Broncos, quindi ieri sera, dopo l’immediato 0-7, avevo già iniziato a intonare lamenti funebri. Poi, invece, loro non hanno più segnato e il nostro attacco, con calma e senza panico, ha pian piano ingranato.
Sono curioso di vedere quale piano d’attacco studieremo per la partita coi Ravens: da questo dipenderà l’esito dell’incontro. Leggo commenti in giro che si chiedono come fermare Jackson ed Henry: io temo, semplicemente, che non si possano fermare e che bisogna mettere in preventivo di subire almeno 35 punti. Quindi il dilemma è uno solo: come segnarne 36.
Il TD di Johnson…Josh Allen ha sparato un missile assurdo in end zone quando sembrava che potesse finire per terra o comunque vittima di un sack.
QB sensazionale.
Divisional bellissimo alle porte.