Quando si tratta di correre, i Ravens sanno farlo meglio degli altri. D’altro canto la doppia minaccia Lamar Jackson-Derrick Henry è stata appositamente costituita per momenti come questo, dov’è necessario rendere la corsa nei playoff più profonda preparandosi a fronteggiare le vere contender, missione che Baltimore si prepara ad affrontare già dalla settimana prossima. Sì, perchè nonostante la sempre stuzzicante storyline stimolata dalla rivalità tra le due franchigie stavolta non ha portato a nulla, se non a una partita a senso unico – ben più di quanto indichi il 28-14 finale – tradendo le aspettative di chi aveva immaginato un altro Afc North classic, corredato dal football di gennaio, in notturna, con il freddo a farla da padrone, e tanta grinta da mettere in campo.

Premesse completamente fallite, perché gli Steelers si sono dimostrati la stessa squadra dell’ultimo mese di gioco, che nella Nfl è sempre quello dove il volume della radio va alzato a dismisura. La compagine allenata da Mike Tomlin veniva infatti da quattro sconfitte consecutive per chiudere la regular season, gestita così male da perdere la corona divisionale proprio a discapito dei Ravens, partiti senz’altro peggio, ma assai meglio aggiustatisi durante lo svolgimento del campionato, con particolare plauso a una difesa che dalla week 11 in poi, è stata francamente tutt’altra cosa, mostrando un rendimento eccellente.

In una sfida decisa nei primi trenta minuti di gioco, Pittsburgh è sembrata una realtà arrendevole, demotivata, che ha provato a limitare senza successo un’avversaria molto più forte, soprattutto per quello che si è rivelato essere il comportamento visto in campo. Di certo, i Ravens non avevano davanti una di quelle potenze che devono dimostrare di saper battere per compiere l’agognato passo verso il Super Bowl, è più che altro parso un test di collaudo per una postseason che dal prossimo weekend si farà molto più dura di com’è stata la scorsa notte. Un primo tempo chiuso in vantaggio per 21-0 ha consentito agli uomini di Harbaugh di gestire in tutta tranquillità la ripresa, vivacizzata solamente da un paio di geniali intuizioni di Russell Wilson – abbinate a un paio di amnesie dei safety Hamilton e Washington – che hanno se non altro aggiunto un breve elemento di spettacolarità a una gara monotematica, incolore, poco eccitante.

Le caratteristiche della classica contesa divisionale ci sono state, ma sono state applicate solamente da una delle due protagoniste. Baltimore ha letteralmente lavorato ai fianchi T.J. Watt e compagni, giungendo a correre per ben tredici volte consecutive nel drive che ha portato al parziale di 14-0, esercitando tutto lo strapotere fisico in trincea e lasciando la povera difesa giallonera a indovinare chi, tra Henry e Jackson, avrebbe tenuto il pallone in quella read option così efficiente, martellando impietosamente il reparto avversario fino a farlo completamente cedere. Gli Steelers nulla sono riusciti a opporre contro il terribile duo, trovandosi in difficoltà pure a difendere per vie aeree, come suggellato dalle ben 90 yard concesse in nemmeno due minuti, quelli conclusivi del primo tempo, quando Jackson ha infilato completi di 25, 20 e 19 yard facendo entrare in partita Agholor, Andrews e Likely, permettendo di concludere la frazione con oltre 300 yard di total offense in ben 40 giochi, per 20 minuti abbondanti di possesso, approfittando di un Tomlin arrendevole, rinunciatario alla conversione di un quarto e centimetri, alimentando il flusso negativo della partita dei suoi.

Se non altro, nel secondo tempo, Wilson ci ha provato, dimostrando di possedere ancora dell’efficacia – lo aveva fatto per ampi tratti di stagione – nel completare passaggi difficoltosi in momenti di forte pressione. Spettacolare è stata la lettura su Van Jefferson, appropriatosi della zona più a sinistra della endzone mentre Kyle Hamilton decideva di non raddoppiare andando a coprire il centro del campo, la quale ha dato giusto quell’attimo di respiro a una manovra messa in difficoltà dal fatto di doversi per forza appellare a questo tipo di episodio per rimanere agganciata alla gara, seppure mantenendo sempre una distanza importante. George Pickens era stato dipinto quale fattore determinante per gli esiti, limitandosi a essere elettrizzante con le sue 17.4 yard per ricezione con annessa meta, tuttavia anche questa troppo tardiva, e poco significativa per l’inerzia che la gara aveva già cementato a favore dei padroni di casa.

Wilson ha concluso con numeri ben oltre la dignità, 20/29 per 270 yard e 2 mete, ma Pittsburgh nulla ha potuto opporre contro le 299 yard incassate difendendo le corse di King Henry – 186 il fatturato, con una meta spezza-schiena di 44 yard nel mezzo del secondo tempo – e cercando di contenere le galoppate di un Jackson pienamente in controllo del suo attacco, limitatosi a lanciare per 21 occasioni con 16 completi, 175 yard e 2 mete, centrando l’idea di consistenza che gli viene richiesta su questo tipo di palcoscenico. Non avere Zay Flowers a disposizione per infortunio, in questo caso, non è per nulla pesato nelle economie generali della gara, dato che della sua velocità e imprevedibilità i Ravens hanno necessità in momenti precisi, ovvero quando serve un big play generato dalla grande capacità del minuto wide receiver di sgattaiolare in mezzo alle marcature, fattore cui Baltimore può tranquillamente rinunciare qualora riesca – come ieri notte – a mantenere la sua identità offensiva, fatta di battaglie vinte con la linea offensiva, il sacrificio individuale di tight end e ricevitori che devono bloccare, e il conseguente via libera per spaziare concesso agli indiscussi due protagonisti di un reparto che sembra maturo per scontrarsi alla pari con il meglio della Afc, prospettando succulenti momenti di football da qui in avanti.

Il destino di Henry e Jackson si compie in parte stasera, nel senso che il prossimo accoppiamento verrà determinato dall’esito dello scontro tra Bills e Broncos – avente luogo questa sera, ore 19.00 italiane – con la forte possibilità che il weekend prossimo sia incorniciato dalla rovente sfida contro Josh Allen e James Cook, eventualità che fa salivare al solo pensiero. L’alternativa, in caso di clamoroso upset da parte di Denver, è Houston, forte del passaggio del turno contro dei disastrosi Chargers, possibilità che permetterebbe di giocare un’ultima gara casalinga al M&T Bank Stadium, ampliando le percentuali di riuscita nel fare ritorno al Championship di conference, ovvero proprio quel punto dolente da risolvere per una compagine cui manca solo l’ultimo step per giungere al grande ballo.

Un obiettivo futuro molto diverso rispetto a quello degli Steelers, che sotto Tomlin avranno anche portato a termine l’ennesima stagione consecutiva con un bilancio positivo o in pareggio, la quale si porta tuttavia appresso dei limiti di squadra evidenti, che non permettono certo di poter programmare traguardi simili a quelli degli arci-rivali di division.

 

One thought on “I Ravens passeggiano sugli Steelers, e corrono al secondo round

  1. Henry è sembrato incontenibile. Gran bel duo con Lamar, che se splende più di quello che in realtà è, lo deve alla forza straordinaria del suo RB.

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