I Packers sono una delle attuali sensazioni NFL. Dopo essere partiti col freno a mano tirato si ritrovano ora con una striscia di tre vittorie e un ottimo record di 9-3 nella gelida ma focosa NFC North.
Rimasti in naftalina e nell’ombra per tutto settembre hanno poi iniziato a carburare, specialmente nella variegata selezione dei giochi offensivi, un mantra per il visionario Matt LaFleur, sfruttando il rientro di Love e un gioco corale che ha permesso all’head e a tutti gli allenatori in sideline di ricevere gratificazioni a 360 gradi.
La difesa, fin lì forse un po’ arrugginita dai numerosi avvicendamenti in offseason, è salita poi di livello, specialmente nel front seven, aiutata dagli special team e da un gioco di corse che le ha permesso spesso di rifiatare. I 18.80 punti subiti da ottobre sono il quinto miglior dato di lega, e nelle ultime uscite si sono raggiunte vette estreme, coi vari Gary, Nixon, Quay Walker e Slayton sugli scudi, per non parlare di Isaiah Mc Duffie, reduce da 10 placcaggi, 1 tackle for loss, pass defensed e un fumble forzato nelle perentoria W su Miami, senza dimenticare le performance di Wyatt, Van Ness e l’infinito Preston Smith!
Se Green Bay sta praticamente e di continuo svoltando dall’invernale postseason 2023 è tuttavia merito di Jordan Love, quarterback non per caso acquisito al draft per accontentare i gusti di Matt LaFleur, e che oggi sta ripagando lo skipper dell’insperata fiducia concessagli e di un contratto faraonico. L’inizio turbolento ha le sue spiegazioni che accenneremo più avanti, ma leadership ed empatia silenziose hanno ormai conquistato tutto l’ambiente, oltre ad una tecnica che andando avanti sta divenendo debordante!
Non va infatti dimenticato come nel 2020 anziché compiacere Rodgers e le sue continue smorfie durante gli assalti in blitz, si preferì lasciare alle varie Tennessee e Minnesota la scelta in linea, per acquisire bensì un QB tutto fuorchè fatto e finito per la Major, ma dalle immense skill futuristiche che gli valsero già all’epoca paragoni con sua maestà Patrick Mahomes!
Così facendo, le decisioni azzeccate di un front office storicamente più small market che altro ma quasi sempre al vertice, si sono confermate tali, investendo per l’appunto e dapprima su un giovane head coach paziente ma da ideali offensivi poliedrici, e poi su un diamante grezzo da svezzare in sideline, a carpire e rubare con gli occhi i prodigi di uno dei migliori giocatori di tutti i tempi abbinati a decine di schemi al lancio.
Parsimonia e umiltà hanno fatto il resto, sia per l’allenatore che il regista, oggi “liberati” dal fardello Rodgers e perciò spronati senza alcun condizionamento e paura di sbagliare a giocare in autonomia il proprio football d’attacco.
Finalmente i drive non vengono assolti più in maniera monodimensionale ma anzi coinvolgente per tutto il roster, un roster dove la stella planetaria non c’è più – a meno che non si voglia definire tale Josh Jacobs, ennesima steal dirigenziale – ma nel quale le eque responsabilità scaglionate possono renderlo incontrastabile!
Detto ciò quel che traspare in Love è qualcosa di pazzesco rispetto agli esordi, visto che il ragazzo da Liberty non sarà (forse) mai Favre e Rodgers, ma al termine di ogni prestazione vincente e convincente sembra comunque aver lasciato nell’aria altre potenzialità non sfruttate. Questo perché si “accontenta” di eseguire un playbook come detto vario e per tutti, nel quale però LaFleur gli concede lo stesso ampia fiducia su situazioni impreviste da fronteggiare autonomamente, delle quali però, ed evidentemente, non ce ne è finora quasi mai bisogno.
Basti pensare che Green Bay oggi è la 27ma franchigia NFL per tentativi su passaggio e la quinta su corsa: una eresia se detta durante le egemonie di Favre e Rodgers.
Nonostante questo la perfetta selezione al lancio porta addirittura quasi 8 yard a portata per ben 25 TD, 2.900 totali perfettamente suddivise fra quelle guadagnate after catch e con placcaggio immediato, numerosi giochi in handoff, 766 yd su play action e 250 in run pass option. Inoltre è pregevole la media sugli short pass, pure qui vagliati accuratamente, con 93 tentativi a destra col 65.59% di finalizzazione, 85 verso sinistra al 74.12 e 46 centrali per 69.57!
Non stupisce quindi che siano ben 4 ricevitori (Reed, Doubs, Watson e il TE Kraft) a superare o lambire le 500 yard ricevute per più di 2.100 totali, quota che in altri lidi è destinata singolarmente a superstar quali Chase, Jefferson o Lamb per dirne alcuni. LaFleur e Stenavich hanno concesso perciò ai loro quarterback (dunque anche a Willis) soltanto il 10% circa delle chiamate al lancio sul profondo, responsabili finora esattamente di 73 tentativi, performate nei tre lati del gridiron al 42.48% per 14.10 yd di media combinate!
E’ quindi più che ovvio che diminuendo gli attempt ma a maggior tasso realizzativo un diamante grezzo come Love non può far altro che crescere sbagliando il meno possibile, in attesa di sfornare quel breakout che ne farebbe un asso.
Nessuno fra noi cheeshead della prima ora avrebbe detto una frase simile durante le scelte sbagliate e le forzature estreme degli esordi, quando lo spettro dell’addio di A-Rod appariva avventato: tutto invece previsto in questo lato di Wisconsin, anzi, se qui il futuro ha rosee sembianze quello del negazionista californiano sta giungendo al termine nel peggiore dei modi.
Le presenze “sabbatiche” fatte in origine prima in sostituzione del titolare e poi da QB1 non erano altro che una “palestra” per farsi le ossa e divenire oggi l’unico dual threat quarterback disciplinato della lega, in prospettiva però capace di far tutto: big play, passaggi nello slot, lanci fuori dalla tasca, conquiste su corsa, blocchi e amministrazione moderata del drive.
L’ultima partita contro i Dolphins ha rappresentato la chiusura del cerchio per lui, progressivamente cresciuto durante la tornata in corso e dunque arrivato al cospetto di Miami a rasentare la perfezione. Le difficoltà iniziali bada bene derivavano comunque da croniche problematiche fisiche, con ginocchio e inguine sovente a fare bizze, mentre il passer rating a tripla cifra delle ultime uscite (113.0, 107.7 e 129.2) ratifica un’affidabilità importante e ormai certa per l’erede di Favre e Rodgers, allergico infatti agli intercetti da ormai 10 quarti di gioco, per merito pure del quale i green & gold non hanno più concesso giveaway. Basti pensare che il prospetto da Utah College si era avvicinato a tali statistiche solamente una volta nelle prime 7 partenze stagionali!
Quel che sta sorprendendo gli addetti ai lavori, oltre come detto l’abnegazione verso il lavoro e l’umiltà nonché forza di volontà nel rialzarsi dopo le “cadute”, sta nell’eccellente visione di gioco che Love sta palesando, saggezza e prontezza nel decision making che persino i suoi più celebri predecessori facevano fatica ad abbinare; il regista di Green Bay difatti spara missili lontano lo scrimmage alla stessa frequenza con la quale si accontenta di cedere l’ovale per guadagni brevi, se non addirittura rinunciare alla giocate, per evitare appunto cessioni pericolose di terreno se non proprio fumble perduti.
In aggiunta ai numerosi big play degli special team, fra i segreti di un’accelerata pazzesca che porterà i Packers a giocarsi una buona fetta di gagliardetto divisionale contro i super Lions nel prossimo Thursday Night, c’è come detto un gioco di corsa eccellente, che vede in Josh Jacobs l’uomo di punta nonché unico in rosa a sfornare stats da record: terzo NFL per yard totali dietro Barkley ed Henry e largamente top five in portate e rushing yd per game!
Anche qui niente viene a caso, e oltre all’ottimo lavoro di bloccaggio del ricevitore di turno, ai muscoli di un tight end del calibro di Kraft capace pure di ostacolare ogni entrata e la muscolatura dello stesso Jacobs, in pratica “immune” ai placcaggi specialmente nella tundra siberiana del Lambeau, ecco che gran merito delle praterie liberate per il backfield se lo prende la linea, che secondo le varie metriche a stelle e strisce si divide il primo posto NFL coi Broncos!
L’odierna O-Line è infatti l’ennesima scommessa vinta da Mark Murphy, che pure qui ha concesso libertà di movimento (e scelta) a Brian Gutekunst e LaFleur, dopo le pesche proprio su Jacobs, McManus e McKinney, elementi vintage a “costo zero” che hanno arricchito tre basilari fasi del gioco come backfield, field goaling e retrovia.
Se come accennato nel prologo si preferì soprassedere in questa posizione per puntare su Love anni addietro, dei 5 elementi titolari oggi ben tre (Walker, Rhyan e Zach Tom) fanno parte della stessa classe, quella del 2022, per un nugolo di “ragazzini” che unisce potenza, rapidità post rilascio ovale e scaltrezza nelle aperture varchi, e che vengono da un settimo giro in left tackle position, secondo negli spot di centro e guardia sinistra, terzo a destra e quarto come tackle di destra.
Con queste continue e periodiche mosse societarie vincenti Green Bay è ancora oggi ampiamente sotto la soglia di lega per total cap ed età media (25.2), potendo così permettersi di lavorare serenamente per il futuro restando comunque sempre in scia della vetta e in zona playoff, e forgiandosi di un roster sì giovane ma forte e competitivo, in modo da aspettare poi quel definitivo salto di qualità che appaierebbe Jordan Love ai suoi predecessori hall of famer e darebbe ai Packers il pass per contendere quel titolo intestato al loro iconico patriarca!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.
Ma che partite hai visto? L’infinito Preston contro Miami?
Le ho viste tutte le partite dei Packers da fine anni 80..non era riferita a Miami la nota ma ovviamente da fine settembre e prima del trasferimento..