Parto con una parola: indimenticabile. Sì, per me si è trattata della prima partita di NFL vista dal vivo e quindi mi dovete concedere un po’ di emozione e forse anche qualche imprecisione nel racconto.
Nonostante le premesse non sembrassero buone, visto l’andamento e il livello delle due squadre, la partita è stata godibile e ricca di colpi di scena, ma soprattutto l’atmosfera dell’Allianz Arena e di Monaco è stata meravigliosa e le aspettative non sono state tradite.
Ho finalmente capito bene, anche se lo avevo già intuito, il perchè l’NFL abbia deciso di investire con le International Games in Germania, come a Francoforte l’anno scorso e nella stessa Monaco due anni fa.
Appena avuto la conferma dell’accredito, prenoto treno e hotel e decido che mi sembra giusto condividere questa prima esperienza di NFL dal vivo con un altro grande amante del football e degli sport americani.
Andrea, admin della pagina Instagram Blitz Nation Italia, è di nuovo il mio compagno di viaggio come alle London Series di MLB lo scorso giugno.
Arrivati a Monaco il sabato pomeriggio e fatto il check-in in hotel, decidiamo di avviarci verso Marienplatz dove intorno ci sono i pub di alcune franchigie di NFL.
L’Hard Rock Cafè, sia pub che negozio, è diventata casa dei Seattle Seahawks, noti per avere un’enorme fanbase internazionale.
La metropolitana è invasa di divise e cappellini di squadre di NFL: Kelce, Mahomes, Brady e Taylor (Lawrence), Cam Newton e McCaffrey sono quelle più indossate. Ci sono tantissimi tedeschi con giacche dei Panthers, anche loro, come me, ammaliati dalla bellezza di quell’azzurro.
Arrivati a Marienplatz, espongo orgogliosamente il cappello e la felpa dei miei Buffalo Bills, ma risultando quasi invisibile, visto che si conta sulle mani chi non indossa accessori legati all’NFL.
Arrivati finalmente all’Hofbrauhaus, il pub probabilmente più famoso di tutta la Baviera, è uno spettacolo incredibile: sarebbe il Giants party, perchè il venerdì c’è stato quello dei Panthers, ma dentro c’erano tifosi di tutte le squadre, molti anche dei Bills.
Impossibile trovare posto, dobbiamo accontentarci di un McDonald’s, vedendo i pub strapieni di gente e decidiamo di tornare in albergo stanchi morti da sette ore di treno.
Il giorno dopo è la domenica. The Day. L’emozione è tanta. Ce la prendiamo comoda e prendiamo la metro che in un’oretta ci porta verso l’Allianz Arena. La metro si riempie clamorosamente da Odeonsplatz e la maggior parte dei tifosi sono tedeschi.
Voi direte: è un’ovvietà. Invece non è così scontato: a Londra per le partite di MLB la maggior parte dei fans arrivava da oltreoceano. In Germania il football sta crescendo esponenzialmente e molto velocemente.
Finalmente scesi alla fermata dello stadio, diventa una processione di divise di ogni tipo verso l’Allianz Arena. Uno spettacolo clamoroso.
Raggiungo il container per ritirare l’accredito e poi percorriamo l’Esplanade in cui hanno piazzato 32 caschi giganti, uno per ogni franchigia, e la foto con quello dei Bills è d’obbligo.
Le strade con Andrea si separano: lui entra con i fans e io vado verso l’ingresso per i media. Una discesa mi accompagna verso la gigantesca press room.
Profumo di pollo al curry e una temperatura calda, dopo il gelo subìto per entrare, mi sembrano il paradiso. Mi consegnano il programma e sono pronto per andare al mio posto in tribuna stampa.
Il tunnel che collega il lounge, che è contiguo alla sala della Post Game Interview, è parallelo a quello che porta dalle locker room dei New York Giants dentro il campo. Mentre mi avvio verso la tribuna stampa, incrocio il nose tackle dei Giants Dexter Lawrence che sta rientrando nello spogliatoio.
Dalla tribuna stampa, lato sideline dei Panthers, si vede benissimo e lo lo stadio è stracolmo: 70mila persone per l’unica partita di NFL in Germania della stagione.
Il kickoff è alle 15:30 locali: prima l’inno statunitense suonato magistralmente da David Garrett, violinista americano di origine tedesca e poi l’inno tedesco cantato dalla performer locale Florentina.
La partita parte a rilento e dà subito ragione agli scettici: i primi due drive si chiudono con due punt. Poi si sbloccano finalmente i Panthers con un drive di 90 yard e chiuso con TD lanciato da Bryce Young per Ja’Tavion Sanders: 7-0.
I Giants continuano a faticare offensivamente e sono costretti a un altro punt, mentre i Panthers muovono ancora il tabellone con un FG calciato perfettamente da Eddy Piñeiro per il 10-0.
New York riesce finalmente a muovere la catena, ma non a sbloccare il punteggio: il tentativo di FG di Graham Gano finisce fuori tra i pali. Il primo tempo si chiude 10-0 per Carolina con un intercetto lanciato da Daniel Jones.
L’intervallo è tutto per Machine Gun Kelly, cantante “punk” americano ma con padre nato in Germania in cui si esibisce nella sua versione, discutibile, di Take me home, country roads di John Denver.
Al rientro dalle locker room, il cielo inizia a farsi buio e la temperatura tocca lo zero. New York riesce finalmente a sbloccarsi e la corsa di 32 yard fino in endzone del RB Tyrone Tracy porta la partita sul 10-7.
Ma il drive successivo è tutto di Chuba Hubbard, RB dei Panthers, assoluto dominatore nel backfield che chiude con la corsa in endzone per il 17-7.
I Giants non mollano e all’inizio del quarto periodo rispondono con un drive da 99 yard guidato magistralmente da Daniel Jones, chiuso proprio dallo stesso QB con un TD corso: 17-14.
I Panthers provano a gestire il tempo con delle corse, ma l’errore è dietro l’angolo e lo commette chi fino a quel momento era stato perfetto: Hubbard subisce un fumble e i Giants la recuperano a ridosso della endzone dei Panthers.
In una delle pause tutta l’Allianz Arena canta “Take me home, country roads” (quella vera) di John Denver, le luci dei cellulari si accendono. Un’atmosfera straordinaria che raramente avevo provato prima in vita mia.
Ma succede l’(im)pensabile, perché Jones lancia il secondo intercetto di serata che sembra chiudere ogni discorso.
Ma la gestione difensiva e dei timeout dei Giants nel drive successivo è perfetta e costringono al punt i Panthers.
Restano 2 minuti a New York per portarsi in zona FG: con fatica ci arriva e Gano questa volta non sbaglia il FG a tempo scaduto. 17-17 e overtime in una freddissima Monaco.
Il coin toss viene vinto dai New York Giants che decidono di ricevere per avere il primo possesso. Un touchdown nel primo drive chiuderebbe la partita.
Ma i Giants decidono di fare i Giants: il RB Tyrone Tracy, al primo snap del drive, perde il controllo della palla e la difesa dei Panthers la recupera sulle 24 di NY.
È fatta, perchè i Panthers scelgono tre corse e al quarto down mandano in campo Piñeiro che calcia il FG della vittoria.
Lo stadio esplode, forse per scaldarsi dalla temperatura che ha raggiunto gli zero gradi: 20-17 Carolina, che vince la sua seconda partita consecutiva e la terza della stagione.
Abbandono la tribuna stampa per tornare al lounge e riprendere temperatura e aspettando l’arrivo del coach dei Giants Brian Daboll e di Daniel Jones, entrambi delusi, soprattutto il QB.
Lascio un’Allianz Arena splendidamente illuminata di azzurro e bianco per festeggiare i Carolina Panthers in una cornice indimenticabile.
Mi ricongiungo con Andrea e torniamo in hotel per gustarci le altre partite con Redzone, al calduccio dell’albergo però.
Un’atmosfera stupenda, una partita che ha riservato sorprese e si è chiusa con un FG all’overtime.
Non potevo chiedere di meglio e ringrazio con tutto il cuore Play.it Usa per l’opportunità di questa esperienza che ricorderò per sempre.
Perchè la prima volta non si scorda mai…
Orso per gli amici. Amo il passatempo preferito degli americani: il baseball. Tifoso da sempre dei Boston Red Sox, ma prima di tutto tifoso del Diamante. Innamorato della fastball di Pedro Martinez, dello swing di Mookie Betts e dei fuoricampo di David Ortiz. Sogno nel cassetto: guardare una partita dal Green Monster di Fenway Park. Su Instagram racconto di baseball con la page @mediabattuta