Se la prima volta non si scorda mai… anche la seconda non scherza. Ma andiamo con ordine.

L’anno scorso molti fattori “emozionali” hanno influito su quell’esperienza: la mia prima “London Games’ Experience“, c’erano i miei Buffalo Bills, mi ero ritrovato in una camera… ops.. topaia di albergo che mi ha destabilizzato un po’…

Quest’anno è stata diversa, soprattutto per l’albergo, sono andato sul sicuro prendendone uno vicino all’aeroporto, comodo per il mio ritorno verso l’Italia, lunedì, molto mattutino.

Ma torniamo alla “ciccia”, al football americano. Quest’anno niente “NFL EXPERIENCE” come quella del 2023 a Battersea Power e quindi ho potuto dedicare il sabato al turismo e alle Fan Base.

Dopo il giretto tra la Tower of London, London Bridge e tutto il resto lì vicino (ps: se capitate da quelle parti, fate una scappata a St.Dustin in the east che merita parecchio), ho puntato deciso verso il quartier generale dei Jacksonville Jaguars, ovvero il Goldwood, in Old Jewry street. 

Sarà che sono capitato lì presto, erano le 16.45, ma ho trovato poca gente (poca per quello che troverò dopo ma non voglio spoilerare troppo). Ho fatto un paio di giri dentro, qualche foto e filmano e prima di uscire, ho salutato il mio compagno di banco l’anno scorso alla partita Bills-Jaguars pure lui seduto al pub per una birra.

Al che ho deciso di muovermi verso l’altro quartier generale, quello dei Chicago Bears, distante circa 40′ in bus e precisamente al Greenwood Sports Pub di fronte a Victoria Station. Ecco, diciamo che l’impatto è stato un pelino diverso.

Coda chilometrica, pub già strapieno alle 17.45. Ottimo. Riesco anche ad incontrarmi con i ragazzi dei Chicago Bears Italia: con loro ci eravamo conosciuti a febbraio in occasione delle mie dirette con tutte le fan base italiane del football e con Stefano ci eravamo dati appuntamento per oggi. Conosco anche gli altri e sono tutti troppo simpatici.

Ci mettiamo in fila per entrare, ma da buoni italiani, troviamo il modo per accedere al pub con anticipo rispetto agli altri (ve l’ho messa molto edulcorata :-) ). Una volta dentro è il delirio. Capienza massima prevista da norme di legge: 300. Persone presenti in quel momento: 1000. E ho detto tutto.

Rimaniamo dentro un’oretta, si urla, si canta, si manda un saluto “affettuoso” saluto ai Green Bay Packers e ai loro tifosi (c’è un po’ di tensione tra le due squadre, ma giusto un po’), si beve birra e poi decidiamo di uscire per mangiare un boccone. Io saluto la combriccola e mi avvio verso l’albergo che è leggerissimamente a nord, a 1h30′ di bus.

Day2: GAME DAY, baby! E’ arrivato il giorno della partita. Stansted Express fino a Tottenham Hale e poi a piedi fino a quello che secondo me è uno degli stadi più belli in Europa, il Tottenham Hotspur Stadium.

Forte dell’esperienza dell’anno scorso, decido di non fare colazione in giro ma di “concentrarmi” sul buffet all’interno della media-workroom. Scelta azzeccata. Incontro il buon Giovanni Ganci di Huddle Magazine, amico e espertissimo conoscitore della NFL e poi decido di tornare fuori a immergermi nello sciame di tifosi che, come di consuetudine, attendono l’apertura dei cancelli bevendo ettolitri di birra e mangiando laqualsiasi cosa capiti a tiro. Incontro nuovamente i ragazzi dei Chicago Bears Italia e, finalmente perché il giorno prima non eravamo riusciti ad incrociarci, quelli dei Jacksonville Jaguars Italia direttamente da Padova.

Si rientra perché ormai manca poco al kick-off. Il mio posto è sempre super spettacolare e il colpo d’occhio è irreale. Ormai lo stadio è quasi pronto.

Inni. Coin-Toss e si inizia. Della partita avete letto già sicuramente da qualche parte e non mi soffermo più di tanto. I Jaguars sono stati messi k.o. da un pazzesco Caleb Williams che sembra essersi tolto quelle scimmie che aveva sulle spalle nelle prime 3 week di campionato. Mi ha impressionato soprattutto la capacità di scappare dalla pressione della difesa(to scramble in gergo appropriato) e la velocità “nord-sud”, ovvero quella nel puntare la end-zone avversaria. In più ha un braccio niente male. A beneficiarne il TightEnd, Cmet e il “mio” Keenan Allen (mio perchè ce l’ho al fantafootball, ahaha): 2 TD per uno.

Come al solito, a far da cornice alla partita, il coinvolgimento del pubblico, insieme al sottoscritto, nel cantare e urlare. Ovviamente quelli più numerosi e rumorosi sono stati quelli dei Bears, ma l’avevo già intuito il giorno prima, chissà perché.

 

In conferenza stampa, di cui il “podio” sembrava più il pulpito di una chiesa, da cui hanno parlato i vari protagonisti della partita, uno su tutti il #18 dei Bears.

La mia giornata londinese finisce con una corsa a perdifiato verso l’albergo: alle 20 ora locale(le 21 ora italiana) dovevo essere “live” con la mia trasmissione radio “Tropp American Sport” su Tropp fun Radio(vi aspetto, cercatela su internet) che si tiene tutte le domeniche, appunto, dalle 21 alle 22. Non ve lo dico nemmeno che l’argomento principale è stata l’esperienza appena trascorsa.

That’s it! Per l’anno prossimo, mi sa che dirò “goodbye” alla City per il nuovo appuntamento spagnolo al “Bernabeu”, una delle nuove sedi della NFL EUROPE 2025.

Stay Tuned!!!!!!!!!!

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