Di solito è vero che 3 indizi non sono necessariamente una prova ma, nel caso in cui avessimo considerato la vittoria ottenuta ad Atlanta in week 1 solo frutto del caso e non ci fossimo accontentati della vittoria in week 2 nella Mile High City contro i Broncos per trarre eventuali conclusioni, dopo il successo di questa domenica ottenuto in casa contro i Chargers non possiamo non prendere atto della partenza positiva degli Steelers. Di fatto sono ancora imbattuti dopo 3 giornate, Justin Fields sembra finalmente aver trovato la sua dimensione, l’attacco ha beneficiato dal nuovo offensive coordinator e, infine, giocare contro questa difesa pare al momento una sfida troppo ardua, ma procediamo con ordine.

La squadra della Steel City è stata parecchio al centro dell’attenzione durante la scorsa off season, soprattutto per la scelta di mettere sotto contratto due QB come Russel Wilson e Justin Fields, attirando su di sé dubbi su chi dei due avrebbe dovuto effettivamente essere il titolare e perplessità sulla loro possibile convivenza, vista la delicatezza e importanza del ruolo che entrambi ricoprono. La competizione per il posto da titolare l’ha vinta poi vince l’ex Bears, non per scelta tecnica quanto per problemi fisici dell’ex Seahawks, nonostante le dichiarazioni di coach Tomlin (fresco di rinnovo e pronto per la sua 18esima stagione), secondo cui Fields avrebbe potuto ottenere il posto anche in nel caso in cui la salute di Wilson fosse stata perfetta. Non sono completamente convinto della veridicità di queste parole: a mio avviso, infatti, il favorito ad essere nominato starting QB per la week 1 era Wilson ma, con il senno di poi, l’esito della contesa è stato comunque favorevole per la franchigia di Pittsburgh, che si trova imbattuta dopo la terza giornata. Quanto all’ex Ohio State, dopo la trade mai mi sarei aspettato di vederlo compartecipe e anche un po’ artefice del successo iniziale della sua nuova squadra.

In generale, l’identità di questo gruppo è molto chiara e si è evinta soprattutto nelle prime due partite: per quanto riguarda la fase offensiva, il mantra dell’offensive coordinator Artur Smith è correre molto, avendo un elevato tempo di possesso e limitando le giocate esplosive e l’annesso rischio di turnover; difensivamente, invece, la chiave è limitare al massimo il gioco di corse avversarie e al tempo stesso non ricorrere eccessivamente al blitz in maniera tale da avere uomini in fase di copertura. Nelle prime due uscite, vinte rispettivamente 18-10 in Georgia e 13-6 in Colorado, Fields, infatti, ha lanciato un solo TD, ma il reparto offensivo ha messo a referto nella prima 141 rushing yards (con 3,9 yards medie per portata e un tempo di possesso pari a 32 minuti su 60) e nella seconda 137 (con una media 3,3 yards per portata ma un tempo di possesso pari a quasi 36 minuti su 60). Entrambe le partite sono state a basso punteggio, tirate, fisiche, se vogliamo a tratti neanche troppo entusiasmanti; tuttavia, è proprio in queste circostanze che, a parer mio, il gruppo di coach Tomlin esprime appieno la propria indole, sfruttando fisicità e forza per conseguire l’obiettivo, tralasciando la spettacolarizzazione del gioco a chi ha i mezzi necessari per farla.

Lo stesso Fields non è stato esaltante, ma chirurgico! Ha fatto ciò che doveva, approfittando dell’infortunio di Wilson per dimostrare di saper gestire e guidare questo tipo di attacco, facendo sicuramente affidamento sull’ampio uso che l’OC fa della coppia di running back Harris-Warren, al tempo stesso però ha utilizzato le proprie gambe in caso di necessità e confezionato, comunque, le giocate necessarie per vincere la partita. L’ex Ohio State nelle prime due giornate ha registrato 273 yards lanciate ed un solo TD. I due incontri sono risultati a basso punteggio e con un tempo di possesso favorevole alla squadra della Pennsylvania, ovviamente anche grazie all’apporto del reparto difensivo, capace di concedere sole 89 rushing yards ad Atlanta e, addirittura, 64 a Denver. Sicuramente c’è lo zampino di Cameron Heyward, tra i migliori della lega in questa specialità, ma anche del resto della difensive line e dei placcatori in supporto (tra cui non posso non citare le due nuove aggiunte Queen e Elliott, due colpitori che sicuramente ad oggi risultano investimenti riusciti).

L’andamento della gara disputata domenica in casa contro i Chargers durante la week 3 è stato leggermente diverso: anche gli ospiti, infatti, hanno registrato nei primi due match stagionali ottimi numeri difensivi contro le corse avversarie e, soprattutto, strepitosi risultati offensivi per quanto riguarda il run game, su tutti c’è Dobbins, mattatore prima della difesa dei Panthers e, successivamente, di quella dei Raiders. La sfida tra le due imbattute, risultata particolarmente equilibrata nella prima metà di gioco e terminata 10-7 per gli ospiti, potrebbe essere perfettamente descritta utilizzando il gergo pugilistico “di studio”; la seconda, invece, complice anche l’infortunio del QB Justin Herbert, è stata caratterizzata dal dominio dei padroni di casa, capaci di ribaltare il primo parziale e vincere con un netto 20-10, frutto di una strategia, appunto, leggermente diversa dalle precedenti. Viste le doti della difesa californiana, in grado di negare per gran parte della partita al run game casalingo la possibilità di supportare il proprio QB, l’attacco di Arthur Smith è dovuto ricorrere in maniera più persistente al passing game per rimontare e vincere la contesa.

Justin Fields questa volta ha lanciato per ben 245 yards (quasi quante quelle che aveva lanciato nelle prime due settimane), ma la sensazione è che questa sia stata la sua partita! Mentre nelle altre, infatti, all’ex Ohio State era stato chiesto principalmente di gestire, essendo la sua squadra la più forte e di per sé già in controllo grazie al gioco su corse e alla difesa, questa volta è stato lui il fattore determinante della rimonta, assumendosi le responsabilità che il ruolo di starting quarterback richiede e conducendo la sua formazione verso la vittoria. La difesa di casa si è comunque confermata, riducendo drasticamente lo spazio per Dobbins e compagni (sole 61 rushing yards) e, in particolare nella seconda metà, dando letteralmente la caccia al QB avversario come i 5 sack testimoniano, di cui due di Herbig che ha degnamente sostituito l’infortunato Highsmith e 1 del solito TJ Watt, attualmente a 3 sack stagionali. Dando uno sguardo panoramico ai numeri dopo le prime 3 uscite stagionali, l’attacco si conferma nel gioco dei lanci poco esplosivo, ha un’alta percentuale di completi (73%), ma sole 9 yards medie per recezione, che confermano l’impressione di voler evitare giocate spettacolari ma allo stesso tempo rischiose. Sappiamo quanto ad Arthur Smith piaccia costruire le fondamenta del suo attacco partendo dai suoi running back (pacchetto particolarmente ricco se a Warren e Harris si aggiunge Patterson che sappiamo essere potenzialmente anche ricevitore): a dimostrazione di ciò l’elevato numero di portate (108), il cui guadagno medio, però, non è elevatissimo (3,6).

La difesa, invece, risulta tra le migliori nella run defense (214 yards e 3,5 medie), mentre può migliorare qualcosa nel difendere sui lanci avversari. Il posto da titolare in cabina di regia, soprattutto alla luce della prestazione di domenica, mi sembra abbastanza solido nelle mani di Fields, che ha dimostrato di saper essere anche il fattore decisivo per vincere la partita. Inoltre, la sua connessione con Pickens mi sembra abbastanza solida e l’uso della playaction o le finte di consegnato sui running back appaiono come meccanismi validi da utilizzare, anche grazie alla mobilità che caratterizzano da sempre l’ex Bears. In conclusione, viste le vicende di mercato che hanno visto protagonista la franchigia, ero particolarmente incuriosito da questa squadra e ho posto la mia attenzione su di essa fin dalla prima giornata. Ho aspettato, però, questa settimana per scriverne poiché ero in attesa di un’ulteriore conferma, in quanto le prime due gare mi avevano convinto ma non particolarmente entusiasmato. La sfida di domenica contro i Chargers, invece, avversario comunque non di primissima fascia ma chiaramente di altro rango rispetto ai primi due, è stata effettivamente la dimostrazione che attendevo. È stata, a mio avviso, la prova del valore reale di questa squadra!

È sicuramente presto per i pronostici finali, figuriamoci per le sentenze: la strada è lunga, anzi lunghissima, ma la direzione per un posto nei playoff è sicuramente questa, non resta che seguirla.

 

2 thoughts on “Tre vittorie su tre: la partenza dei Pittsburgh Steelers

  1. L ho detto anche sotto l articolo di week 2, per me non sono un sorpresa in testa alla division, primo per il calendario; ma poi hanno finalmente trovato modo di avere una fase offensiva degna che piano piano ingrana (era difficile fare peggio delle stagioni passate vero), e della difesa non c’è neanche bisogno di parlarne.

  2. Ma il resoconto delle partite giocate non si fa più? Questo sito non è più come prima

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