Fra le dominatrici degli ultimi lustri soltanto Chiefs e Bills si trovano con due vittorie in questo ennesimo pazzo inizio di stagione. Attenzione però, se Kansas City va annoverata sempre e di diritto non solo fra le contender ma come prima favorita, la Buffalo versione 2024/25 si è presentata allo start con numerose perplessità, per via di una offseason al ribasso. I 45 milioni di cap in esubero e le frustrazioni per le continue delusioni targate Patrick Mahomes, avevano infatti rimandato a periodi più rosei i sogni di gloria del front office, costretto quindi alla rinuncia di uomini cardine divenuti free agent.
Ciò che invece raccontano le prime due week ci fa bensì ragionare con prospettive assolutamente propositive, in primis perché questo sport non sarebbe così bello se non sfornasse costantemente delle cinderella story, e poi perché fino a quando in questi lidi le redini del gioco passeranno attraverso mani, gambe e testa di Josh Allen ci saranno sempre speranze di successo! Il franchise resta sia l’immarcabile, istrionico e poliedrico quarterback che coi suoi continui rischi provoca climax che stancano difese e front seven, ma pure quello scaltro e oculato regista che legge ogni tipo di schieramento.
La AFC East poi, sembra abbia già delineato una primordiale scrematura a favore dei ragazzi di Sean McDermott, dato che i Dolphins resteranno probabilmente a lungo orfani del povero Tua, alla quarta commozione cerebrale di carriera, i Patriots in rebuilding si allontaneranno presto dal 50% e la NY firmata Rodgers appare finora troppo apatica proprio nell’offense.
Il 2-0 di inizio stagione non significa ancora nulla bada bene, ma le due W provengono da 120 minuti di football diametralmente opposti, che se tuttavia amalgamati rappresentano tantissime basi su cui proseguire, e ratificano soprattutto quanto i Bills di questa tornata, svestiti delle molteplici skill su cui si sono appoggiati nelle ultime e regnanti vittorie divisionali, dovranno continuare a sfruttarle per sopperire ai sicuri e nuovi contesti pericolosi che si manifesteranno loro fino a Gennaio.
Alla gara disordinata al cospetto dei Cardinals – presenziata diciamolo subito da ben 10 rookie fra ruoli backup e special team – e risolta in rimonta più che altro dalle magie di Allen, è seguita difatti quella più attenta, disciplinata e incredibilmente sicura sui temibili Dolphins, tenuti soltanto a 10 punti, sotto le 5 yard per play e lontani dalla propria metà campo, gestendo oculatamente il match, sempre avanti nello score e in zolle di gridiron redditizie. Miami rimane così la bestia nera di Buffalo a marchio McDermott, ora a 2-14 negli scontri diretti inclusi i playoff.
E’ da marzo, dopo che parecchi artefici dei 4 gagliardetti divisionali consecutivi hanno salutato il gm Brandon Beane, che i Bills vengono considerati al ribasso da tutti gli analisti. D’altronde parliamo di un certo Stefon Diggs, ma pure Gabe Davis nonché il centro Mitch Morse, dell’ultimo leader in sack Leonard Floyd e di una secondaria smembrata in Poyer, Tre’Davious White e Micah Hyde, per il quale si parla addirittura di ritiro. Una difesa certamente impoverita nella linebacker room anche dall’infortunio di Matt Milano nei training camp!
Invece, oltre alla seconda giovinezza che sta finora risplendendo nel comeback Von Miller, in D-line alla ormai certezza canterana Ed Oliver e il crack Rousseau, subito difensore della settimana AFC in week 1, le dipartite della offseason stanno elevando la crescita (o nascita) di diamanti grezzi pronti a sbocciare, su tutti Dorian Williams, già 19 placcaggi totali, 1 con perdita di terreno e fumble recuperato, che a questi ritmi potrebbe ripercorrere le gesta di Terrel Bernard, adesso fermo per infortunio pettorale, come lui terzo giro – 2022 – ed oggi profilo pro bowler se ce ne è uno, nonché capitano al pari di Allen, coppia dietro la linea questa che potrebbe fare la storia della franchigia e divenire insuperabile.
Oltretutto stanno definitivamente uscendo fuori le qualità nell’angolo di Ja’Marcus Ingram, primo membro della Università di Buffalo ad intercettare l’ovale due volte in una partita NFL e complementare a Cam Lewis dopo l’infortunio di Taron Johnson, fra gli artefici assieme a Benford dei numerosi takeaway in end zone.
Le preoccupazioni maggiori, nonché fisiologiche, dovrebbero arrivare in secondaria, pietra miliare qui a Buffalo per ben sette stagioni e ora come detto smembrata. Inutile guardare le prime statistiche, positive certo, ma pervenute contro un Tagovailoa confuso e dei Cardinals mai costanti per più drive; ripetere ciò che Poyer e Hyde hanno fatto qui ci sembra utopistico, con passaggi superiori alle 40 yd in pratica mai concessi (1 solo, miglior dato 2023), soltanto 44 per 20 e meno (terzi) lo scorso anno e nel 2019 e 2021 più bassa percentuale su tale distanza in tutta la NFL!
Le problematiche fisiche di Mike Edwards e l’inesperienza del rookie Bishop hanno spinto McDermott e Bobby Babich a puntare su Rapp, che sebbene abbia la maturità ed esperienza adatta, passa dall’essere terza safety e titolare soltanto dopo 6 week e con altrettanti defensive back schierati lo scorso anno a seguito dell’infortunio di Milano, a prima opzione annuale.
Senza un go to guy come Diggs briglia ancor più sciolte Joe Brady sta concedendo all’elite quarterback, che ironia della sorte quest’anno intravede più opzioni ovale in mano che nell’ultimo, dividendo perciò il playbook offensivo sia coi molteplici target aerei, in una posizione che comprende comunque l’usato sicuro Valdes-Scantling, Knox, Hollins e Curtis Samuel, con quelli terreni assieme a Cook e partendo pure in avanscoperta fuori dalla tasca, certo che in lontananza prospetti giovani che sprizzano energia dappertutto come Shakir e la matricola Coleman potrebbero effettuare big play e prese wide open!
Agli albori di partita Allen si affida a un tight end come Kincaid, quick receiver fra i migliori a confondere linebacker e blitz in retrovie, per non parlare appunto di James Cook, valvola di sfogo principale per Allen e linfa vitale via ground e a corto raggio, sin da subito in scia per superare le 1.122 yd su corsa e raggiungere le 440 aeree del 2023! Un elemento restio alle segnature in gol line (affidate per lo più al quarterback) e ai touchdown in generale, tranne che contro Miami dove ha eguagliato Thurman Thomas per td su corsa e ricezione; parliamo di un regista aggiunto capace di leggere i blocchi e volare addirittura fino a 22 miglia orarie, che da solo crea 3.14 yard a portata per 22.2 punti previsti, cifra spaziale e terza NFL lo scorso torneo, letale contro 6 o meno difensori nel box ma anche su passaggio, con la ragguardevole media di 10.1 iarde per ricezione, secondo fra i pari ruolo.
Tali e svariate soluzioni, ammirate sin dall’opening day con ben 10 differenti target, stanno già dando i frutti sulle conversioni dei primi e secondi down, spade di Damocle della vecchia tornata, quando le insufficienti conquiste terrene costringevano Allen ai miracoli sui terzi, la trasformazione dei quali portò infatti i Bills allo step numero uno NFL col 49.3%! Inoltre non sembra più necessario sfornare cifre offensive astronomiche per vincere, come dimostra la fine della più lunga striscia NFL dal 1950 con 300+ yd in trasferta.
I Bills sembrano pertanto tornati più normali del solito a livello statistico, ma anche più squadra. Che sia questo un buon auspicio per assaltare di nuovo l’inarrivabile AFC di sua maestà Patrick Mahomes?
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.
Grazie per questo splendido articolo!
Da tifoso Bills mi sono approcciato alla stagione pieno di dubbi, più in difesa che in attacco: per ora l’attacco mi sembra buono e anche la difesa, dopo un avvio traumatico (ma Arizona, come abbiamo visto, non è una brutta squadra), sembra anch’essa abbastanza valida.
Ma è troppo presto per trarre conclusioni: i Jets sono rognosi e hanno un calendario più semplice di quello dei Bills. Vero che 14 partite sono in comune, ma se nelle restanti tre i Bills affrontano squadroni e i Jets squadrette (almeno sulla carta, perché la Nfl è imprevedibile), allora anche tre partite possono risultare decisive.
Credo che si inizierà a capire qualcosa dopo lo scontro diretto della sesta settimana.
Grazie a te per il commento Nick. Concordo con la tua disamina anche se finora NY non mi convince per nulla, fa’ una fatica immane a muovere le catene e non ha assolutamente la fluidità e la varietà dei Bills nel conquistare yard. È vero che i Jets in difesa sono migliori ma anche più in là con gli anni, e se restano in campo sempre per più di 35 minuti vanno in tilt anche loro..