Il nuovo corso sotto la guida del HC Dan Quinn, la presenza di un OC come Kliff Kingsbury, il possesso della seconda scelta assoluta, la qualità di questa classe di prospetti, la trade che ha spedito Sam Howell a Seattle, erano tutte chiare indicazioni che i Commanders intendessero cambiare completamente volto al team e cercare di portare nella capitale un nuovo, papabile, franchise quarterback.
Dopo aver gettato le basi per un ennesimo rilancio della squadra, ogni ricostruzione che si rispetti, da manuale del Football, prevede che gli sforzi successivi alla scelta di un QB, siano dedicati a colui che ha il compito di proteggerlo, ovvero in Offensive tackle, altro ruolo in cui Washington pareva piuttosto scoperto; sempre in attacco, servivano un TE da affiancare a Zach Ertz e un WR per dare maggiore profondità al gruppo, mentre in difesa, reparto già profondamente ritoccato e rinforzato con l’arrivo di Quinn, non andavano esclusi interventi nelle posizioni di DT, defensive end e in entrambe le posizioni delle secondarie.

Round 1, pick 2 (2): Jayden Daniels, QB, Louisiana State Tigers
Cresciuto costantemente nelle ultime due stagioni passate a Baton Rouge, dopo un inizio di carriera non proprio convincente con Arizona State, è diventato il primo QB nella storia a lanciare per più di 12,000 yards e correre per oltre 3,000 yds in NCAA, dimostrando, soprattutto nel corso della season 2023, di essere un dual-threat estremamente pericoloso, in grado di colpire sia sui pass che su run; veloce, elusivo, rapido nei cambi di direzione, il suo stile di corsa ricorda vagamente il primo Michael Vick per la facilità con cui guadagna terreno quando decide di muovere la palla con le proprie gambe. Dotato di un lancio piuttosto preciso sul profondo, sa sfruttare appieno la separazione che i suoi WR creano durante l’esecuzione della traccia; migliorato nella velocità di lettura e nella rapidità di rilascio dell’ovale, sembra ancora un po’ lento a livello decisionale quando le letture pre snap non lo convincono appieno. L’imprevedibilità mostrata alla guida dell’attacco dei Tigers lo rende, per ora, il rookie quarterback più difficile da gestire per le difese NFL.

Round 2, pick 4 (36): Jer’Zhan Newton, DT, Illinois Fighting Illini

Jer’Zhan Newton

Utilizzato principalmente all’interno della linea difensiva in Illinois ma spostato in alcune occasioni anche all’esterno, la rapidità nei primi passi e la capacità di mantenere il baricentro basso mentre attacca il bloccatore lo rendono un cliente particolarmente scomodo per gli OL che si trovano ad affrontarlo; veloce ad individuare la palla, dotato di braccia potenti che impiega per spingere gli avversari verso il backfield, è aggressivo, agile e tecnico, un mix che sembra piuttosto gradito a Quinn, sempre alla ricerca di lineman atletici e versatili da mandare in pressione sul QB. Leggermente undersized per la posizione, a volte subisce il missmatch fisico con i lineman più possenti, anche se con il tempo ha affinato varie tecniche per sfruttare a suo favore il peso superiore di C, OG e OT.

Round 2, pick 18 (50): Mike Sainristil, CB, Michigan Wolverines
Dopo aver iniziato la carriera collegiale come WR si è trasferito sul lato difensivo della palla nel 2022 diventando uno dei perni della difesa dei Wolverines, con i quali ha giocato sia come cornerback che come nichel, posizione in cui ha offerto alcune delle migliori prestazioni dell’intera FBS nell’ultimo anno; aggressivo, istintivo, rapido nelle letture, la tenacia con cui combatte su ogni pallone e in qualsiasi situazione lo ha reso uno dei prospetti più interessanti della classe, facendo passare in secondo piano le misure da undersized che rischiano di creargli qualche difficoltà nel percorso tra i professionisti. In grado di contribuire anche contro le run, il suo fiuto per l’ovale e la capacità di creare turnovers gli consentiranno di ritagliarsi ampio spazio già nella rookie season.

Round 2, pick 21 (53): Ben Sinnott, TE, Kansas State Wildcats
Giocatore versatile che può essere impiegato anche come fullback negli schemi di corsa, ha dimostrato nel corso dei suoi anni passati a Kansas State di giocare ogni snap con intelligenza, traendo sempre il massimo da ogni situazione, sia quando gli viene chiesto di bloccare, sia quando deve ricevere; dotato di una presa sicura, sa muoversi nel traffico ed eseguire le tracce assegnategli in maniera disciplinata, trovando gli spazi per completare la presa. Abile a creare separazione anche in campo aperto grazie ad una buona velocità, sfrutta le dimensioni fisiche per proteggere la palla e rompe i placcaggi degli avversari per guadagnare yards extra; in grado di sacrificarsi per i compagni, può lavorare come bloccatore aggiunto sia per proteggere il quarterback che per aprire la strada alle portate del runningback.

Round 3, pick 3 (67): Brandon Coleman, OT, Texas Christian Horned Frogs
Lineman versatile che ha giocato in entrambe le posizioni di guardia e come left tackle con gli Horned Frogs, le dimensioni fisiche e la lunghezza delle braccia gli consentono di tenere a distanza i difensori in ogni situazione, mantenendo un buon bilanciamento quando blocca per un runner o protegge il backfield dall’assalto dei pass rusher; rapido a spostarsi lateralmente per chiudere le corsie esterne, sembra più efficacie quando lavora in pass protection rispetto al run blocking, ma ha le caratteristiche necessarie per offrire un buon contributo in entrambe le situazioni. Da affinare sotto il profilo tecnico, a livello puramente atletico è uno dei migliori prospetti di linea offensiva prodotti dalla NCAA negl’ultimi anni.

Round 3, pick 37 (100): Luke McCaffrey, WR, Rice Owls

Luke McCaffrey

Dopo essere stato una delle migliori reclute dell’intera nazione nella posizione di quarterback si è convertito a wide receiver, il ruolo ricoperto dal padre Ed, un anno dopo il suo trasferimento da Nebraska a Rice, e con gli Owls si è fatto subito notare per la sua capacità di ricevere un gran numero di palloni; tra i target più utilizzati nella FBS nell’ultimo biennio, l’esperienza maturata in precedenza ha facilitato il suo cambio di ruolo, vista la capacità di comprendere quanto sia importante mantenere il timing con il proprio QB eseguendo la traccia nella maniera più pulita possibile. Dotato di una buona coordinazione e di una presa salda, la competitività che sembra insita nel DNA di famiglia e la sua vasta conoscenza del gioco gli hanno permesso di farsi strada sia come WR che come membro degli special team, impieghi che dovrebbe mantenere attivi anche tra i professionisti.

Round 5, pick 6 (139): Jordan Magee, LB, Temple Owls
Altro ex quarterback che è passato sul lato opposto della palla una volta sbarcato in NCAA, del vecchio ruolo si è portato dietro la capacità di leggere rapidamente il gioco e muoversi velocemente verso il luogo di sviluppo dell’azione per cercare di porvi fine; combattivo, tenace, istintivo e dotato di una buona tecnica di placcaggio, nella difesa contro le corse e in pass rushing offre una resa migliore rispetto a quando viene chiamato a lavorare in coverage. Produttivo come blitzer, la sua abilità nell’evitare i blocchi lo rende utilizzabile anche negli special team.

Round 5, pick 22 (161): Dominique Hampton, S, Washington Huskies
Defensive back esperto che ha ricoperto più posizioni nelle secondarie degli Huskies nel corso degli anni, sfrutta il fisico e la lunghezza delle braccia per contrastare ricevitori e tight end durante la presa, riuscendo ad ostacolarli anche quando non è in una posizione ottimale per farlo; molto abile nella copertura sul medio corto, a volte in difficoltà quando gli viene assegnata la deep, tende a non darsi mai per vinto anche quando sembra battuto e spesso riesce a rendersi protagonista di recuperi impensabili. Buon placcatore che sa anche liberarsi dai blocchi, le sue caratteristiche tecniche e fisiche possono aprirgli le porte delle squadre speciali.

Round 7, pick 2 (222): Javontae Jean-Baptiste, EDGE, Notre Dame Fighting Irish
Diventato titolare solo dopo il suo trasferimento da Ohio State a Notre Dame nel 2023, si è rivelato un pass rusher produttivo che ha mostrato di saper lottare con tenacia nonostante un fisico undersized che lo costringe a lavorare il doppio quando non riesce ad aver ragione dell’avversario con la rapidità che sfodera nei primi passi; instancabile quando deve inseguire il quarterback, dotato di un’ottima tecnica di placcaggio che lo ha portato a non sbagliare alcun tackle nell’ultimo torneo NCAA con gli Irish, deve mettere su peso e muscoli se vuole avere qualche chances in più di lottare per uno starting spot tra i professionisti.

Undrafted Free Agents : 11 i rookie chiamati alla corte dei Commanders dopo la fine del Draft e tra questi vi è anche un QB che aveva fatto parlare parecchio di se nell’ultima estate in virtù del suo trasferimento da Wake Forest a Notre Dame per misurarsi all’interno di un sistema offensivo pro-style, Sam Hartman, che dopo un buon inizio in divisa Hartman ha palesato alcuni limiti che hanno visto crollare le sue quotazioni in vista del draft; combattente eccezionale e gran lavoratore, il rilascio pulito e preciso fan da contraltare ad un braccio che non mostra la potenza necessaria per coprire le zone più profonde del campo, ma l’esperienza, unita al suo amore per il gioco, potranno concedergli qualche opportunità come backup affidabile.
Sempre in attacco potrebbe avere qualche chance l’ex RB di Arizona Michael Wiley, piuttosto produttivo nelle situazioni di corto yardaggio grazie alla buona visione e alla capacità di farsi strada nel traffico, sia quando porta palla direttamente, sia quando gli viene consegnata su pass; negli spazi stretti è a suo agio anche il WR da Georgia Marcus Rosemy-Jacksaint, buon route runner dotato mani affidabili e ottimo controllo del corpo che sembra però avere qualche difficoltà a creare separazione in campo aperto, motivo per cui è stato utilizzato con il contagocce anche nell’attacco dei Bulldogs. In difesa, infine, merita una certa attenzione un prospetto di valore come Chigozie Anusiem, cornerback ben costruito fisicamente e piuttosto veloce, che offre buone garanzie nella copertura a zona, soprattutto sul profondo.

Voto Finale: 9
Il Draft d’esordio del nuovo GM Adam Peters è stato condotto in maniera pressoché esemplare e probabilmente l’unico movimento che può far storcere un minimo il naso è aver atteso il terzo round per portare nella capitale un offensive tackle, need che per i Commanders era inferiore solo a quello del quarterback, ruolo che, come ci si poteva aspettare, è stato invece coperto subito, con la seconda scelta assoluta nella prima serata dell’evento di Detroit; Daniels ha numeri, qualità e appeal per infiammare fin da subito i tifosi e traghettare la franchigia verso una nuova era, rinvigorendo un attacco nel quale troveranno facilmente spazio già nelle prime settimane di regular season due validi elementi come Sinnott e McCaffrey, giocatori che sembrano fatti su misura per abbinarsi al talento di LSU e consentirgli di rendere al meglio, andando a ritagliarsi uno spazio come TE2 e WR3.
In difesa non era così fondamentale l’aggiunta di un DT, ma Washington nel momento in cui ha chiamato Newton ha applicato alla perfezione la regola non scritta di “draftare il miglior prospetto disponibile”, assicurandosi tra l’altro un giocatore che, oltre ad imparare i segreti del mestiere da due top del ruolo come Da’Ron Payne e Jonathan Allen, ha tutte le carte in regola per diventare un futuro pro bowler; molto buona la scelta di Sainristil, DB che può allinearsi in diverse posizioni e risponde, come Hampton, a quella versatilità che l’head coach Dan Quinn è solito ricercare nei giocatori difensivi.
Capacità di ricoprire più ruoli, buona conoscenza del gioco, intelligenza applicata al football, queste sono le caratteristiche che ama particolarmente l’ex DC dei Cowboys, e le ultime due sono proprio quelle che interessano Magee, non molto pubblicizzato nel percorso verso il Draft per aver giocato a Temple, ma con buone probabilità di diventare un ottimo linebacker titolare nel prossimo futuro; averlo scelto all’inizio del Day 3 impreziosisce ulteriormente l’ottima campagna di reclutamento condotta dal già citato Peters, che come ampiamente descritto sopra, ha poi messo a segno dei buonissimi colpi anche tra gli undrafted rookie, gettando davvero le basi per costruire un nuovo capitolo di questo storico team.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.