Il più grande punto interrogativo della passata stagione, ovvero la linea offensiva, è stata oggetto delle maggiori attenzioni da parte del GM Joe Douglas durante la prima parte di free agency, che l’ha adeguatamente rinforzata prima del Draft aggiungendo un tris di veterani di altissimo valore come la guardia John Simpson, i tackle Morgan Moses e Tyron Smith; reduce da diverse stagioni condizionate dagl’infortuni e ormai ultratrentenne, quest’ultimo non sembra più offrire però le garanzie di un tempo e un’ulteriore investimento sulla OL durante l’evento di Detroit era tra i più gettonati per i Jets.
In alternativa si poteva prevedere un movimento nelle posizioni di WR o TE nel first round, visto che oltre a Garrett Wilson, il QB veterano Aaron Rodgers non sembrava disporre di molte frecce per il suo arco nonostante la fresca firma di Mike Williams, ex Chargers in cerca di un rilancio dopo l’approdo a New York; in difesa gli ingaggi di Javon Kinlaw e Haason Reddick avevano sistemato adeguatamente il front seven del reparto guidato da coach Jeff Ulbrich che, forse, poteva prevedere qualche innesto nelle secondarie, in particolare nella deep, per allungare un reparto safeties un po’ scarno alle spalle della coppia titolare composta da Tony Adams e dal nuovo arrivato Chuck Clark.
Round 1, pick 11 (11): Olu Fashanu, OT, Penn State Nittany Lions
Dopo aver bloccato per Caleb Williams al liceo si è costruito una carriera di tutto rispetto a Penn State diventando un All-American e conquistando la nomea di uno dei migliori pass protector della nazione, vista la sua abilità nel bloccare gli avversari nelle azioni di passaggio; rapido, capace di prendere gli angoli migliori per impostare il blocco e gestire la pressione portata dai pass rusher, ha mani e piedi veloci che lo rendono un ostacolo spesso invalicabile per i difensori che attaccano il backfield. Left tackle naturale, deve migliorare come run blocker, soprattutto quando sale al secondo livello, dove mostra alcune lacune nel tentativo di allontanare i linebacker dall ball carrier.
Round 3, pick 1 (65): Malachi Corley, WR, Western Kentucky Hilltoppers
Soprannominato “YAC King” per la sua capacità di conquistare parecchie yards dopo aver completato una ricezione, è un ex runningback che, convertito a ricevitore, non ha perso la sua abilità nel rompere i placcaggi e accumulare terreno una volta entrato in possesso dell’ovale; dotato di buone mani e di un’ottima visione di gioco, elusivo, in grado di allinearsi nello slot o nel backfield all’evenienza, è un giocatore che può essere utilizzato in più ruoli o situazioni sul terreno di gioco, anche se deve migliorare nell’esecuzione delle tracce, visto che non sempre sembra seguire la traiettoria corretta prima di raggiungere la palla. Non velocissimo, ma rapido e deciso nei tagli, da diversi scout è stato paragonato a Deebo Samuel.
Round 4, pick 34 (134): Braelon Allen, RB, Wisconsin Badgers
Giocatore più giovane di questa classe, ha da poco compiuto 20 anni, è arrivato a Wisconsin come S/LB ma si è spostato sul lato offensivo della palla emergendo come RB già nel 2021, nel corso della sua freshman season; tipico power runningback che sa farsi strada nel traffico punendo i difensori con il fisico, è paziente e segue bene i blocchi quando riceve la palla nel backfield, mentre non mostra particolari attitudini come pass-catcher quando ne viene utilizzato al di fuori, come WR aggiunto. Abbastanza rapido nei tagli nonostante le dimensioni, grazie a queste e ad un’ottima protezione dell’ovale riesce a guadagnare le yards aggiuntive necessarie alla conquista del down o alla realizzazione del touchdown anche dopo essere entrato in contatto con uno o più avversari.
Round 5, pick 36 (171): Jordan Travis, QB, Florida State Seminoles
Fermatosi sul più bello a causa di un tremendo infortunio alla caviglia subito durante la regular season NCAA, lascia FSU dopo aver lanciato più yards, 10,665, e segnato più touchdowns, 99, di qualsiasi QB abbia vestito la divisa dei ‘Noles, mostrando continui miglioramenti nel corso degl’anni passati a Talahassee, scalando le posizioni della depth chart fino a diventare il titolare nel corso della season 2020; abile a creare big play con la palla tra le mani e confezionare buonissimi lanci in movimento, sa leggere adeguatamente le difese avversarie e colpirle negli spazi che concedono, soprattutto nelle situazioni di “gioco rotto”; paradossalmente più preciso ed efficacie quando effettua i pass dopo essere uscito dalla tasca, ha migliorato costantemente la sua pocket presence all’interno di essa, imparando a gestire adeguatamente la pressione. Un’incognita il suo recupero a livello fisico, avrà la possibilità di imparare da due veterani di lungo corso come Aaron Rodgers e Tyrod Taylor.
Round 5, pick 38 (173): Isaiah Davis, RB, South Dakota State Jackrabbits
Runner piuttosto veloce ed abile a colpire il gap con rapidità, si muove bene tra i blocchi quando ha la palla tra le mani, conquistando diverse yards aggiuntive anche grazie alla sua abilità nel rompere i placcaggi degli avversari; dotato di buone mani ed in grado di ricevere con costanza fuori dal backfield, ha dominato le difese della FCS tramutandosi in una minaccia ogni volta che veniva chiamato in causa. Utilizzabile anche negli special team, alterna run di pura potenza a scatti fulminei che gli consentono di produrre una volta raggiunto il campo aperto.
Round 5, pick 41 (176): Qwan’tez Stiggers, CB, Toronto Argonauts (CFL)
Ben strutturato fisicamente, 180 cm per 92 kg, il suo viaggio verso la NFL è una storia tutta da raccontare, visto che si è fatto notare nell’unica stagione disputata in CFL dopo aver lasciato momentaneamente il football al termine del liceo e non aver giocato un singolo snap in NCAA; tenace, combattivo, dotato di un buon fiuto per l’ovale, è istintivo e in possesso di un eccellente controllo del corpo che gli consente di infastidire gli avversari al momento di completare la ricezione. Rapido nei cambi di direzione, deve migliorare nella lettura delle situazioni e, soprattutto, adeguarsi alla velocità di gioco del football professionistico, ma mostra sicuramente notevoli margini di crescita.
Round 7, pick 37 (257): Jaylen Key, S, Alabama Crimson Tide
Giocatore intelligente che conosce il gioco e legge velocemente le situazioni che si sviluppano sul campo, ha iniziato la carriera universitaria con UAB prima di giocare l’ultimo anno NCAA con Alabama, sostituendo come FS DeMarcco Hellams, ma allineandosi anche a ridosso della linea di scrimmage all’occorrenza, mostrando una buona rapidità di reazione contro le corse; non particolarmente abile come placcatore, deve lavorare per migliorare ed affinare la tecnica, ha confermato una certa solidità nella passing defense, gestendo bene i vari tipi di copertura e giocando sulle sideline quando necessario.
Undrafted Free Agents : tra I nove giocatori firmati dai Jets dopo la fine dell’evento di Detroit spiccano tre prospetti difensivi che meritano una certa attenzione in vista della partenza del training camp, a cominciare dal potente DT da Miami, The U, Leonard Taylor III, un’ex recluta 5-stelle che ha mostrato lampi di talento nel periodo passato negli Hurricanes ma non è mai riuscito a fare quel salto di qualità definitivo, faticando a mantenere una continuità a livello prestazionale.
Top recruit anche l’ex Michigan Braiden McGregor, EDGE che si è fatto notare nella rotazione dei rusher nei Wolverines per l’esplosività e la tenacia con cui ha affrontato le situazioni di gioco in cui è stato chiamato in causa, attaccando con rapidità il backfield avversario; velocità che invece non sembra essere la qualità migliore di Jarius Moore, CB da Tulane dotato di un buon fiuto per l’ovale e di una versatilità che dovrebbe consentirgli di ritagliarsi uno spazio nelle difese situazionali andando a ricoprire anche ruoli ibridi.
Voto Finale: 7,5
La New York biancoverde ha alternato delle pick intelligenti ad un paio davvero inspiegabili, in particolare le due scelte spese nel terzo giorno su altrettanti runningback quando a roster è già presente una coppia di runner giovane e variegata come Israel Abanikanda e Breece Hall, che nell’ultima stagione ha dimostrato di aver pienamente recuperato dall’infortunio; utilizzare due selezioni per allungare un backfield già ricco ed ignorare una posizione con poche certezze come quella di tight end fa nascere certamente dei dubbi sul Draft 2024 della franchigia, che aveva iniziato mettendo le mani su un talento come Fashanu, ideale per offrire un ricambio di valore sulla OL nell’immediato e renderla più solida nel prossimo futuro, magari quando Smith deciderà di appendere il casco al chiodo.
Dello stesso tenore gli investimenti effettuati su Travis, che potrebbe imparare tantissimo lavorando a stretto contatto con Rodgers, Stiggers e Key, che hanno le qualità per ritagliarsi un ruolo importante nel reparto difensivo nelle prossime stagioni, mentre intriga parecchio, e fin da questa sua rookie season, la chiamata di Corley, un playmaker che potrebbe esaltarsi nel passing game orchestrato dall’ex stella dei Packers; per assicurarsi il prospetto di WKU, Douglas sembra abbia tentato di rientrare addirittura al secondo round, prima di finalizzare una trade up, sacrificando una quinta scelta, con i Panthers ad inizio terzo, una mossa che oltre a raccogliere il gradimento dei tifosi, ha ottenuto un benestare decisamente importante, quello del giocatore che dovrà consegnarli la palla tra le mani.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…