Già nelle battute finali della passata stagione era parso abbastanza chiaro che l’avventura di Mac Jones a Boston stava per volgere al termine e la trade che lo ha spedito a Jacksonville ha avuto il semplice effetto di confermare quale era l’intenzione dei Patriots in vista del Draft 2024, ovvero mettere le mani sul nuovo, potenziale, franchise quarterback, relegando definitivamente Bradley Zappe al ruolo di backup; al di là di trovare il giocatore in grado di guidare l’attacco negl’anni a venire, la franchigia allenata da Jerod Mayo aveva necessità di intervenire sulle sideline offensive e sulla linea, dove serviva almeno un tackle da mettere a protezione del nuovo signal caller.
In difesa le conferme di alcuni veterani come Kyle Dugger e Josh Uche avevano permesso al GM Eliot Wolf di sistemare alcuni ruoli chiave del reparto, ma qualche aggiunta nella posizione di cornerback, un po’ scarna alle spalle della prima scelta 2023 Christian Gonzalez, era da mettere in conto.
Round 1, pick 3 (3): Drake Maye, QB, North Carolina Tar Heels
Reduce da due stagioni piuttosto positive con North Carolina, ha mostrato qualche difficoltà in più nel 2023, quando non godeva di un cast di supporto pari ad alcuni suoi colleghi e non sempre è riuscito a mostrare appieno il suo valore, nonostante sia comunque riuscito a confermare alcune delle sue qualità migliori, come la padronanza all’interno della tasca e la capacità di conquistare yards muovendo la palla con le proprie gambe; dotato di un buon braccio, potente ed in grado di esplorare anche le zone più profonde del campo, sfrutta l’atletismo per uscire dalla pressione e lanciare anche in movimento, riuscendo a confezionare buoni pass a livello di tocco e precisione pure se non perfettamente bilanciato con il corpo. Da migliorare la sua progressione di lettura, non sempre così fluida, ha doti fisiche, intelligenza, conoscenza del gioco e talento per sfidare le difese professionistiche su più livelli.
Round 2, pick 5 (37): Ja’Lynn Polk, WR, Washington Huskies
Dotato di ottime mani e di un eccellente controllo del corpo che gli consente di mettere a segno le ricezioni più complicate sia nel traffico che quando viene ostacolato dal difensore durante la finalizzazione della presa, ha mostrato tutta la sua affidabilità durante i 3 anni finali della sua carriera con Washington, confermando la capacità di far sua l’ovale su ogni pallone contestato dalla difesa; rapido, veloce nell’esecuzione della traccia, deve migliorare a livello di pulizia e tempismo nei tagli, affinando le sue qualità di route runner per sfruttare meglio gli spazi che si creano tra le zone nelle coperture difensive. Fisicamente ben costruito, ha le caratteristiche tecniche e atletiche per diventare il nuovo punto di riferimento nella passing offense dei Patriots.
Round 3, pick 4 (68): Caedan Wallace, OT, Penn State Nittany Lions
Titolare fin dalla sua seconda stagione a Penn State dopo essere stato redshirt freshman come matricola, ha maturato un’ottima esperienza sul lato destro della linea dimostrandosi un tackle di alto livello in NCAA, dotato di una buona tecnica di base e capace di prendere sempre l’angolazione di blocco più favorevole sia in pass protection che in run blocking; potente, ben bilanciato, reagisce e si setta rapidamente in posizione quando deve proteggere il quarterback dall’assalto dei pass rusher, e sa sfruttare adeguatamente la potenza delle braccia quando deve spingere via i difensori per favorire lo sviluppo di una corsa. Mobile e reattivo, ha la versatilità necessaria per essere utilizzato anche come guardia.
Round 4, pick 3 (103): Layden Robinson, OG, Texas A&M Aggies
Guardia titolare sul lato destro della OL Aggies, ha accumulato esperienza nella posizione per 3 season consecutive e sembra destinato a ricoprire il medesimo ruolo anche dopo il suo passaggio tra i professionisti, dove grazie alle sue dimensioni fisiche dovrebbe confermarsi un ostacolo difficile da superare per i difensori avversari, nonostante un movimento laterale limitato che lo vede andare in difficoltà contro i pass rusher più veloci; se migliora sotto questo aspetto ed impara ad aprirsi lateralmente con la stessa rapidità con cui reagisce indietreggiando, o avanzando nel caso delle run, rapidamente allo snap della palla, può diventare uno degli offensive lineman più affidabili dell’intera lega, unendo la velocità di esecuzione alla buona tecnica di blocco di cui è in possesso.
Round 4, pick 10 (110): Javon Baker, WR, Central Florida Golden Knights
Non velocissimo ma abile ad infilarsi negli spazi che gli vengono concessi dalle difese nelle coverage, entrando e uscendo rapidamente dalle zone con tagli e cambi di direzione repentini, esegue le tracce con solide basi tecniche e un buon tempismo, riuscendo a creare separazione in molte situazioni; quando non ci riesce, sfrutta fisico, coordinazione e lunghezza delle braccia per contrastare i difensori e far sue le prese contestate, andando a strappare possibilmente la palla nel punto più alto possibile. Iniziata la carriera universitaria con Alabama, si è trasferito a UCF nel 2022, diventando il target principale della squadra, ma come già accaduto in precedenza nei Tide non ha sempre brillato per concentrazione e coerenza, droppando alcuni palloni che sembravano già essere in suo possesso.
Round 6, pick 4 (180): Marcellas Dial, South Carolina Gamecocks
Cornerback veloce ed atletico che offre un buon contributo in copertura grazie ad un fiuto per la palla che gli ha consentito di rompere 31 passaggi nel corso della carriera universitaria, mostra alcune difficoltà nelle seguire i tagli ed effettuare correttamente le transizioni mentre segue gli avversari in traccia, ma ha sviluppato una buona reattività che gli consente di recuperare abbastanza agevolmente quando perde il passo contro i WR; non molto produttivo come placcatore, possiede comunque un buon istinto nell’individuare la zona di sviluppo dell’azione per cercare di dare una mano ai compagni nel contrastare le run.
Round 6, pick 17 (193): QB Joe Milton III, QB, Tennessee Volunteers
Dotato di un braccio potentissimo che gli consente di attaccare le difese in profondità, sa inventare con la palla in mano quando esce fuori dalla tasca, come dimostrano i 7 TD su corsa realizzati lo scorso anno, e si muove bene anche dentro la tasca, sfuggendo alla pressione grazie ad un fisico che gli permette di reggere il contatto con gli avversari ed una rapidità di movimenti che utilizza per scappare nei momenti critici; inesperto, ha giocato titolare solo nell’ultimo anno con Tennessee, ha mostrato qualche lacuna nella lettura delle difese avversarie e nelle progressioni, rendendosi protagonista di alcuni lanci che hanno fatto storcere il naso a diversi scout NFL. In possesso di mezzi fisici ed atletici di altissimo livello, ha talento per provare a sfondare come QB o costruirsi eventualmente una carriera come TE tra i professionisti.
Round 7, pick 11 (231): Jaheim Bell, TE, Florida State Seminoles
Dotato di buone mani e molto bravo a gestire i guadagni dopo aver completato la ricezione, evitando i difensori avversari grazie ad una buona capacità nel seguire i blocchi dei compagni o chiudendosi per rompere il placcaggio e conquistare qualche yards aggiuntiva, ha lavorato benissimo nello slot con i Seminoles risultando uno dei migliori pass catcher della nazione nella posizione di TE; discreto bloccatore, sa sacrificarsi per i runner quando deve aiutarli nello sviluppo delle corse mentre mostra qualche limite quando è chiamato a contribuire in pass protection, mantenendo il contatto con l’avversario per troppo poco tempo. Talentuoso, può risultare un ricevitore efficiente nel medio-corto yardaggio.
Undrafted Free Agents : 9 gli undrafted messi sotto contratto da New England dopo la fine del Draft, ed oltre al linebacker Jeontrey Hunter, buon placcatore da Georgia State che mostra una certa rapidità nel portarsi sul ball carrier e ha i mezzi per ritagliarsi un po’ di spazio negli special team, l’unico prospetto che sembra avere le carte in regola per entrare a roster è il centro da LSU Charles Turner; interior lineman esperto che ha ancorato la OL dei Tigers nelle ultime due stagioni, ha confermato ottime qualità in pass protection durante il Senior Bowl, dimostrando di sapersi muovere con rapidità e leggere adeguatamente pressioni o eventuali blitz dei difensori avversari.
Voto Finale: 7,5
Come spesso accade quando si sceglie un potenziale franchise quarterback anche nel caso dei Patriots il giudizio reale su questo Draft lo si potrà dare solo nel momento in cui Maye avrà dimostrato il suo reale valore, anche se è indubbio che a livello di potenziale si tratti di uno tra i migliori talenti visti all’opera in NCAA negl’ultimi anni; la decisione di puntare su di lui dopo il fallimento di Mac Jones cambia anche le prospettive di un attacco che passa da un tipico pocket passer ad un giocatore più dinamico, capace di produrre con le proprie gambe e lanciare in movimento, motivo per cui ha avuto senso cercare di aggiornare la linea offensiva, aggiungendo due volti nuovi come Wallace e Robinson, e fornire più target per la costruzione del passing game, andando tra l’altro a prendere due dei migliori WR della classe quando si tratta di vincere le ricezioni contestate.
Polk e Baker possono essere tanto complementari quanto efficaci, e la possibilità di crescere passo a passo con il nuovo QB potrebbe consentire a New England di raccogliere ulteriori dividendi nel prossimo futuro, soprattutto se riusciranno a capire come sfruttare al meglio Bell, altro giocatore che può diventare un target di spessore; nell’attesa di capire in che ruolo utilizzeranno Milton, tra l’altro acquisito con la scelta ricevuta dai Jaguars nella trade che ha portato Jones in Florida, l’unico prospetto difensivo Dial si candida a ritagliarsi spazio nelle difese situazionali e negli special team.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…