L’addio di Christian Wilkins, passato durante la free agency ai Raiders, ha lasciato un vuoto piuttosto ingombrante al centro della linea difensiva dei Dolphins, senza stare a spiegare l’importanza che ricopriva all’interno dell’intero reparto difensivo, sia nella costruzione degli schemi, sia a livello di carisma; motivo per cui non sarebbe stato assolutamente facile per lo staff di Miami trovare un degno sostituto nel corso del Draft, dove, sempre in chiave difensiva, era necessario intervenire anche sulla posizione di EDGE, rimasta orfana di Andrew Van Ginkel, fondamentale in rotazione, e alle prese con gli infortuni subiti da Bradley Chubb e Jalean Phillips.
Decisamente più confortante la situazione dell’attacco, reduce da una stagione positivissima e rimasto pressochè invariato, tanto da non essere molto attenzionato dagli addetti ai lavori prima dell’evento di Detroit; una tre giorni nella quale coach Mike McDaniel poteva anche pensare di aggiungere qualche freccia al suo geniale arco e, magari, rinforzare una linea offensiva sempre un po’ condizionata dagli acciacchi dei suoi protagonisti o guardare con attenzione alla posizione di TE, forse l’unico vero punto debole di una offense iper produttiva.

Round 1, pick 21 (21): Chop Robinson, EDGE, Penn State Nittany Lions
Passato a Penn State dopo una sola stagione a Maryland, è continuato a crescere come pass rusher diventando uno dei più produttivi della nazione grazie all’abilità con la quale riesce ad entrare nel backfield avversario, aggredendo i bloccatori con una velocità decisamente difficile da arginare; esplosivo, rapido nei primi passi, riesce a mantenersi ben bilanciato mentre prosegue nella sua azione di pressione, lavorando bene con le mani per tenere a distanza gli avversari e superarli con le varie tecniche. Da affinare le sue qualità come placcatore, ha l’atletismo necessario per liberarsi dal blocco e colpire il portatore di palla, ma se non riesce a divincolarsi rapidamente, spesso tende a perdere il missmatch fisico con l’offensive lineman e tarda nel contrastare la run.

Round 2, pick 23 (55): Patrick Paul, OT, Houston Cougars
Lineman possente che ama dominare fisicamente gli avversari sfruttando i suoi 203 centimetri d’altezza e i 150 chilogrammi di peso per tenerli inchiodati al terreno, ha braccia lunghe che gli consentono di ottenere un vantaggio nella maggior parte delle azioni grazie alla vecchia regola che vige sulla linea di scrimmage, dove “vince chi mette per primo le mani”; mani che però, nel suo caso, non sono rapidissime, e se non prende un buon angolo di blocco, ha dimostrato di poter essere battuto, nonostante sia piuttosto reattivo e riesca ad ancorarsi molto bene in pass protection anche quando viene attaccato. Determinante con la sua stazza sulle run, è abbastanza veloce anche quando gli viene chiesto di proseguire nel blocco al secondo livello.

Round 4, pick 20 (120): Jaylen Wright, RB, Tennessee Volunteers

Jaylen Wright

Secondo RB più veloce della combine, sembra in grado di inventare grandi giocate ogni volta che gli viene consegnata la palla tra le mani per la sua capacità di accelerare e conquistare parecchie yards una volta che esce dal blocco; non molto paziente a seguirli, tende però ad aggredire il campo verticalmente invece di gestire il ritmo della corsa muovendosi alle spalle del bloccatore, prima di esplodere verso il campo aperto. Dotato di buone mani, è utilizzabile come ricevitore aggiunto fuori dal backfield, e questa caratteristica sembra essere qualla che ha maggiormente stuzzicato coach McDaniels.

Round 5, pick 23 (158): Mohamed Kamara, EDGE, Colorado State Rams
Giocatore che attacca con velocità il backfield avversario, è molto atletico e sa sfruttare benissimo l’agilità di piedi per effettuare ottime finte sulla linea di scrimmage, prima di cambiare rapidamente direzione buttandosi all’inseguimento del quarterback; dotato di una buona tecnica che, unita alla rapidità della parte inferiore del corpo lo rende di difficile gestione per tutti i lineman più macchinosi nei movimenti, ha mantenuto una buona produzione nell’arco di tutta la carriera universitaria, conclusa con 45.5 tackles for loss e 30.5 sacks all’attivo. Bravo anche a contrastare le corse, il suo passato da linebacker potrebbe renderlo utilizzabile anche in mediana tra i professionisti, è stato nominato miglior giocatore difensivo della MWC nell’ultima stagione.

Round 6, pick 8 (184): Malik Washington, WR, Virginia Cavaliers

Malik Washington

Autore di 110 ricezioni nella sua ultima stagione a Virginia, è cresciuto con costanza durante il suo quadriennio precedente a Northwestern, ma è esploso definitivamente quando ha messo piede nella ACC, rivelandosi un validissimo route runner in grado di creare diversi problemi alle difese, sia all’interno che all’esterno del campo; undersized, sfrutta velocità, ottime mani e eccellente controllo del corpo per mettere a segno le ricezioni anche nel traffico, spesso partendo dalla posizione di slot e tagliando con rapidità attraverso le varie zone di copertura. Compatto, può essere utilizzato fin da subito come returner.

Round 6, pick 22 (198): Patrick McMorris, S, California Golden Bears
Safety versatile che può giocare nella deep, nello slot, ed allinearsi come LB aggiuntivo nel box all’occorrenza, sa lavorare piuttosto bene in copertura gestendo anche i WR più fisici ed i tight end, ma deve migliorare come placcatore sulle corse, visto che legge rapidamente, insegue bene il ball carrier, ma tende più a colpirlo che finalizzare il tackle una volta che lo ha raggiunto; istintivo, veloce, atletico, può accumulare esperienza in rotazione o nelle squadre speciali mentre cerca di ritagliarsi uno spazio più importante a roster.

Round 7, pick 21 (241): Tahj Washington, WR, Southern California Trojans
Altro ricevitore in grado di produrre molto bene sul campo, rispetto all’omonimo Malik ha mostrato un’efficacia ancora maggiore quando schierato nello slot vista la sua abilità nell’infilarsi tra le maglie delle difese avversarie e sfruttare i cuscini che gli vengono concessi per mettere a segno la presa; dotato di buone mani, bravo a creare separazione e rendersi visibile al proprio QB anche sui giochi rotti, rapido nei cambi di direzione e nell’effettuazione dei tagli, nonostante la stazza non ha timore di subire punizioni quando riceve nel mezzo. Elusivo, anche lui può tornare parecchio utile negli special team.

Undrafted Free Agents : un giocatore uscito dal International Player Pathway Program ha attirato le maggiori attenzioni tra i 9 rookie free agent firmati dopo il Draft da Miami, l’OT Bayron Matos, prospetto di origine dominicana che ha vestito la canotta di basket di New Mexico e South Florida prima di mettere il suo fisico alla prova sul gridiron con i Bulls, risultando un lineman molto solido con una rapidità di esecuzione degna di nota; prove atletiche che sembrano essere il punto di forza anche per Grayson Murphy, EDGE da UCLA che ha mostrato buone doti soprattutto quando viene chiamato a difendere contro le run, una situazione di gioco che potrebbe interessare anche la S Mack Perry, versatile DB da TCU che oltre ad essere un buon placcatore, sa coprire adeguatamente in diverse zone del campo e in particolare sui lanci profondi. Un’ultima menzione, infine, per il QB da UTEP Gavin Hardison, dotato di un ottimo braccio ma non sempre precisissimo, si giocherà le chances di entrare a roster concorrendo per lo spot di terzo alle spalle di Tagovailoa e White.

Voto Finale: 7
Due mosse hanno lasciato un po’ interdetti nel Draft dei Dolphins, la prima, quella di non aver speso alcuna scelta per assicurarsi un defensive tackle in grado, almeno, di aggiungere profondità ad un reparto rimasto un po’ a corto di opzioni, la seconda, la decisione di cedere un third round del 2024 per acquisire una pick al quarto giro di quest’anno e utilizzarla poi prendere Wright, runner di valore ma davvero tanto simile, per caratteristiche e stile di gioco, a quel De’von Achane draftato solo 12 mesi fa; per carità, un attacco esplosivo come quello di Miami sa sempre come sfruttare i giocatori veloci e pronti a tirare fuori dal cilindro giocate impensabili con la palla tra le mani, ma forse poteva essere più logico investire una scelta del genere su posizioni più in difficoltà, soprattutto in virtù del tanto talento ancora disponibile sulla board in quel momento.
Dubbi a parte su quanto sopra descritto, la franchigia della Florida ha comunque operato in maniera positiva, andando ad aggiungere 2 EDGE di qualità in un reparto dove era necessario intervenire, con Robinson che può ambire ad un ruolo importante fin da subito e Kamara che può entrare nelle rotazioni della difesa al pari di Morris, la S selezionata al sesto round; in una situazione simile a quella dell’ex Penn State si troverà Paul sulla linea opposta, dove è candidato ad essere l’erede, nel prossimo futuro, di Terron Armstead, in una offense nella quale troveranno certamente spazio entrambi i Washington, Malik in particolare.

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