L’arrivo di Jim Harbaugh sulla sideline dei Chargers ha segnato un cambio di rotta per la franchigia californiana, che se pur farà ancora affidamento al gioco aereo cercherà di gestire in maniera più proficua la palla a terra, seguendo la ricetta che ha permesso al nuovo HC di raggiungere il successo in NCAA con Michigan; per fare questo, ovviamente, Los Angeles aveva bisogno di intervenire su due ruoli fondamentali in attacco, quello di tackle, avendo da anni un problema soprattutto sul lato destro della OL, e quello di RB, dove gli arrivi degli ex Ravens Gus Edwards e J.K. Dobbins non sembrano sufficienti per ricreare il running game efficiente di cui han giovato i Wolverines nelle ultime stagioni.
Sempre sul lato offensivo della palla era diventato poi essenziale investire sul parco ricevitori, rimasto orfano dei due target principali di Justin Herbert, ovvero il veterano di lungo corso Keenan Allen, passato ai Bears, e Mike Williams, mai del tutto esploso con il team che l’aveva draftato nel 2017; in difesa, invece, la situazione nelle secondarie non pareva sicuramente rosea, anche in virtù della prossima scadenza contrattuale di Asante Samuel Jr., ed un paio di ritocchi alle posizioni di defensive tackle e linebacker potevano risultare utili.

Round 1, pick 5 (5): Joe Alt, OT, Notre Dame Fighting Irish
Considerato il miglior tackle della classe ha dimensioni e caratteristiche tecniche per dominare a lungo sulla linea di scrimmage tra i professionisti, sfruttando la forza e la potenza di cui è dotato per ancorare la OL in pass protection o aprire i gap necessari allo sviluppo delle corse in run blocking; rapido di piedi e di mani, mantiene il baricentro basso durante l’esecuzione del blocco e questo gli consente di avere sempre il bilanciamento adeguato per respingere gli assalti dei pass ruher o spingere lontano dal ball carrier i difensori. In grado di giocare su entrambi i lati della linea, è pronto per essere titolare fin dal kickoff weekend.

Round 2, pick 2 (34): Ladd McConkey, WR, Georgia Bulldogs
Ottimo route runner che esegue la traccia che gli viene richiesta dai coaches in maniera pulita, è in possesso di un gioco di gambe rapido ed elusivo con il quale riesce a mandare spesso in confusione i difensori che devono coprirlo; abile nell’effettuare i tagli con il giusto tempismo, dotato di un’accelerazione fulminea dopo aver rallentato per cambiare direzione, grazie ad una buona coordinazione occhi-mani riesce a raggiungere anche i palloni più complicati, garantendo un alto livello di affidabilità al proprio quarterback. Schierato sia all’esterno che all’interno negli schemi offensivi dei Bulldogs, seppur a volte limitato dagli infortuni ha dimostrato di essere una costante spina nel fianco per le difese avversarie.

Round 3, pick 5 (69): Junior Colson, LB, Michigan Wolverines

Junior Colson

Istintivo e allo stesso tempo bravo a leggere lo sviluppo del gioco, sembra essere sempre un passo in anticipo rispetto ai bloccatori sulle azioni di corsa, situazioni in cui da il meglio di se, sfruttando la capacità di gestire adeguatamente i blocchi e prendere gli angoli giusti per mettere a segno il tackle; eccellente placcatore che grazie all’ottima tecnica sviluppata nel corso degli anni difficilmente sbaglia un intervento, ha le qualità fisiche ed atletiche per coprire l’intera larghezza del campo, raggiungendo le sideline senza alcun problema dopo essere partito dalla posizione di Mike. Fisicamente ben costruito, deve ancora affinarsi nelle coperture, ma a Los Angeles non ritrova solo il suo ex HC Harbaugh, ma anche il suo mentore, il DC ex Wolverines Jesse Minter.

Round 4, pick 5 (105): Justin Eboigbe, DT, Alabama Crimson Tide
Lineman versatile che si è allineato in più posizioni sulla linea difensiva di Alabama nel corso degl’anni passati a Tuscaloosa, anche se in alcuni casi ha iniziato l’azione giocando sulla spalla interna dei tight end è molto probabile che a livello professionistico venga utilizzato più come DE nella linea a 3 dei Chargers; non molto esplosivo, sfrutta la potenza e la forza che riesce a sprigionare nella parte superiore del corpo per mettere in difficoltà i bloccatori, aggredendoli sia quando deve lavorare in pass rushing, sia quando deve cercare di fermare una corsa. Valido run stuffer, in grado di occupare il gap di sua competenza sulla linea di scrimmage impedendo al ball carrier di proseguire con la portata, ha avuto qualche infortunio di troppo in carriera NCAA e questo ne ha ridotto il valore in vista del Draft, nonostante sia stato il terzo miglior Tide, dopo Turner e Braswell, ad aver portato più pressioni sul QB nel 2023.

Round 5, pick 2 (137): Tarheeb Still, CB, Maryland Terrapins
Corner versatile in grado di allinearsi sia sulle sideline che nello slot, offre più certezze quando gli viene chiesto di coprire nelle zone medie e lunghe del campo, nelle quali riesce a leggere meglio il QB avversario e chiudere rapidamente sul destinatario del pass, mostrando anche un buon fiuto per la palla; in difficoltà quando deve lavorare in press, tende a perdere il contatto con il WR quando viene aggirato e questo gli crea qualche problema soprattutto quando si trova a dover gestire tracce articolate all’esterno. Probabilmente più adatto a giocare come nickel, contribuisce anche in run defense.

Round 5, pick 5 (140): Cam Hart, CB, Notre Dame Fighting Irish
Cornerback fisico ed atletico che sa tenere testa anche ai ricevitori più fisicati, ha giocato WR al liceo prima di passare sul lato opposto della palla durante la sua redshirt season a South Bend; veloce, abile a leggere il gioco e in grado di contrastare gli avversari in fase di ricezione, deve migliorare nella gestione dei tagli, visto che spesso tende ad arrivarvi con troppa irruenza ed è costretto a rallentare in maniera repentina, con conseguente perdita di terreno, per evitare di commettere dei falli. Buon placcatore, ha esperienza anche negli special team, dove è stato utilizzato come gunner.

Round 6, pick 5 (281): Kimani Vidal, RB, Troy Trojans

Kimani Vidal

Secondo runner più produttivo della NCAA con 1,661 yards accumulate nel 2023, ha guidato il backfield dei Trojans mostrando di possedere una certa abilità nel seguire i propri bloccatori nel traffico, effettuando tagli, cambi di direzione improvvisi e giocando con il cosiddetto start&stop per eludere gli interventi dei difensori avversari; utilizzabile come ricevitore aggiunto fuori dal backfield, è in grado di creare giocate e guadagnare una buona quantità di yards ogni volta che mette le mani sulla palla, anche come returner negli special team. Capace di sacrificarsi in protezione del proprio quarterback, gli unici dubbi sul suo conto riguardano il livello di competizione affrontato con Troy nella Sun Belt.

Round 7, pick 5 (225): Brenden Rice, WR, Southern California Trojans
Figlio del leggendario Jerry, ha iniziato la carriera universitaria con Colorado prima di trasferirsi a USC per le ultime due season NCAA, diventando uno dei bersagli preferiti di Caleb Williams; abile a creare big play quando viene lanciato sul profondo, in grado di lottare con i difensori per completare la ricezione, nonostante non sia rapidissimo di piedi e non esegua in maniera sempre corretta le tracce, sa aprirsi e creare una minima separazione per farsi individuare dal proprio QB, soprattutto in endzone. Dotato di un buon fisico e di un eccellente controllo del corpo, ha le potenzialità per trasformarsi in un ricevitore affidabile e utilizzabile sia all’interno che all’esterno del campo.

Round 7, pick 33 (253): Cornelius Johnson, WR, Michigan Wolverines
Prodotto di Michigan che coach Harbaugh ha sempre apprezzato per le qualità come bloccatore, non ha messo insieme grandi numeri in NCAA a causa del sistema offensivo dei Wolverines ma ha mostrato alcuni tratti interessanti, soprattutto quando gli è stato chiesto di colpire le difese nella deep, allungando il campo all’esterno o tagliando verso il centro; dotato di una buona accelerazione, non ha la rapidità necessaria per creare separazione nelle tracce più articolate, ma è in grado di combattere per far suoi i palloni contestati dai DB.

Undrafted Free Agents : 17 i rookie non draftati che sono stati invitati agli OTA dai Chargers, tra i quali non manca un altro prodotto di Michigan, la guardia offensiva Karsen Barnhart, giocatore versatile che coach Harbaugh ha utilizzato in più posizioni sulla linea e che nonostante alcuni limiti ha dimostrato di saper svolgere un buonissimo lavoro come run blocker; da attenzionare, oltre all’ex Wolverines, anche il TE da South Dakota State Zach Heins, penalizzato da un pessimo tempo sulle 40 yards alle combine ma dotato di ottime mani e di un controllo del corpo che può tornar certamente utile a sviluppare il passing game nel traffico, e la S da Florida State Akeem Dent, DB versatile che può allinearsi nella deep, nello slot e sulle sideline.

Voto Finale: 9
Il GM di Los Angeles Joe Hortiz ha tenuto fede alle parole pronunciate prima del Draft e si è attenuto a quanto ha imparato nel corso degli anni passati nello staff dei Ravens draftando per talento invece che per necessità, scelta che lo ha portato a preferire un prospetto di altissimo livello come Alt, giocatore che contribuirà a rendere solidissima la linea offensiva dei californiani nel prossimo futuro, ad uno dei tanti WR di valore disponibili in questa classe, need colmato poi ad inizio secondo round con una trade up di 3 posizioni, utile a regalare ad Herbert uno dei receiver più elettrizzanti dell’ultima season NCAA.
McConkey ha infatti tutte le carte in regola per diventare il target principale del numero 10 già delle prime battute della regular season, e con le due pick dell’ultimo round spese per Rice e Johnson, i Chargers hanno completato un parco ricevitori che era rimasto un po’ scarno dopo le uscite degli ultimi mesi; sempre in attacco la scelta di puntare sul versatile Vidal, che può competere fin da subito con i veterani per guidare il backfield, offre spunti interessanti per il reparto allenato da Greg Roman, mentre sul lato opposto della palla l’arrivo di Colson ha permesso a Minter di trovare non solo un ottimo linebacker, ma anche un leader carismatico attorno al quale costruire la propria difesa, impreziosita da validi prospetti come Hart e Eboigbe, ambedue in grado di contribuire a risolvere il problema che il team ha avuto nell’arginare le corse nel 2023.

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