Con l’ingaggio del veterano Trent Brown i Bengals hanno rafforzato una linea offensiva che ha mostrato diversi problemi nelle varie fasi di gioco nelle ultime stagioni e che ha perso il RT Jonah Williams nella prima parte di questa offseason, ma qualche innesto per garantire una maggiore protezione a Joe Burrow sembrava quantomeno necessario, al pari di un intervento nel reparto WR, dove la permanenza di Tee Higgins aveva i connotati della classica pezza volta a tamponare l’addio di Tyler Boyd, utilizzato come secondo o terzo ricevitore negli schemi offensivi di Cincinnati. In difesa, invece, l’area da attenzionare maggiormente era la linea difensiva, rimasta orfana di un ottimo DT come D.J. Reader all’interno.

Round 1, pick 18 (18): Amarius Mims, OT, Georgia Bulldogs
Lineman possente, 203 cm per 154 kg, è piuttosto rapido di piedi nonostante le sue dimensioni, come dimostra la sua capacità di gestire i pass rusher all’esterno trovando sempre il posizionamento ideale per effettuare il blocco in pass protection e schermando l’avversario anche quando questo prova a superarlo con rollout o cambi di direzione improvvisi; la lunghezza e la forza delle sue braccia gli consentono di spingere lontano gli avversari in run blocking sulla linea di scrimmage, ma deve migliorare in campo aperto e soprattutto al secondo livello, quando i blocchi diventano fondamentali per consentire al ball carrier di accumulare yards. Spesso fermo per infortunio, se in salute è sicuramente uno dei migliori OT della classe .

Round 2, pick 17 (39): Kris Jenkins, DT, Michigan Wolverines
Figlio dell’ex stella dei Jets è un pass rusher interno produttivo, che sfrutta le braccia forti e potenti per tenere a distanza i bloccatori prima di liberarsi e proseguire nell’azione verso il quarterback avversario; rapidissimo nei primi passi e abile ad infilarsi nel gap, riesce a potare pressione nel backfield anche quando non mette a segno sack o tackles for loss, lavorando in contain e costringendo il giocatore che ha il possesso dell’ovale a scappare o anticipare la giocata. In grado di contribuire anche contro le corse, la sua atleticità gli consente di allinearsi anche all’esterno dei tackle e giocare in tecnica 5.

Round 3, pick 16 (80): Jermaine Burton, WR, Alabama Crimson Tide

Jermaine Burton

Dotato di un’accelerazione fulminea in partenza, possiede un footwork che gli consente di eseguire molto bene le tracce, rallentando, accelerando ed effettuando i tagli con i tempi e nei modi giusti che gli permettono di arrivare all’appuntamento con la palla sempre in controllo, con una buona coordinazione per completare la presa; più efficace quando viene impiegato nelle route che si sviluppano in profondità, oltre ai problemi fuori dal campo che hanno influito sul giudizio degli scout NFL, non sempre ha avuto una produzione in linea con il suo talento.

Round 3, pick 34 (96): McKinnley Jackson, DT, Texas A&M Aggies
Tipico run stopper che sa lavorare molto bene sulle corse interne, è rapido nonostante la stazza ed attacca in modo efficace i bloccatori sulla linea di scrimmage, sfruttando il baricentro basso per imprimere più potenza quando deve farsi strada nei gap centrali spostando gli avversari; veloce nella lettura del gioco, riesce a liberarsi del blocco e fermare il runner sulle corse ma fatica quando deve operare in pass rushing, arrivando difficilmente a portare pressione sul backfield. Aggressivo ed esperto, è un defensive tackle che può giocare anche come NT in uno schieramento 3-4.

Round 4, pick 15 (115): Erick All, TE, Iowa Hawkeyes
Limitato nelle ultime stagioni dagli infortuni, la sua scelta di trasferirsi ad Iowa sembrava orientata a migliorare nei vari aspetti del gioco facendo affidamento su un programma che, di recente, ha sempre sfornato ottimi TE; dotato di buonissime mani, capace di infilarsi negli spazi che gli vengono concessi nel medio-corto, sfruttando i cuscini che gli concedono i difensori o attaccando direttamente le SEAMS, è atletico ed elusivo, in grado di mandare a vuoto i giocatori che cercano di placcarlo e conquistare yards aggiuntive. Gran lavoratore, non disdegna impegnarsi nei blocchi ma deve migliorare ancora in questo fondamentale.

Round 5, pick 14 (159): Josh Newton, CB, TCU Horned Frogs
Dopo 4 stagioni a Lousiana-Monroe si è trasferito a TCU per giocare le ultime due season della carriera NCAA diventando subito uno dei capitani del reparto difensivo, che ha guidato ricoprendo il ruolo di cornerback nello schema a 5 DB utilizzato dagli Horned Frogs; efficacie nella copertura a zona, riesce a seguire lo sviluppo del gioco mantenendo il contatto con il WR e coprendo adeguatamente la porzione di campo di sua competenza, è dotato di una buona tecnica di placcaggio che gli consente di essere produttivo anche contro le corse. Non rapidissimo nei cambi di direzione, ha faticato a tenere testa ai receiver più veloci, soprattutto dopo i tagli volti a sviluppare la traccia in campo aperto; tenace e combattivo, non si arrende fino a quando gli arbitri non fischiano il termine dell’azione.

Round 6, pick 18 (194): Tanner McLachlan,TE, Arizona Wildcats

Tanner McLachlan

Dotato di ottime mani e di una presa sicura, non ha droppato nessun pallone nell’ultima stagione universitaria, superando nel record book all-time di Arizona un certo Rob Gronkowski; abile a ritagliarsi gli spazi necessari a completare la ricezione sia all’interno che all’esterno, accelera rapidamente verso il campo aperto una volta entrato in possesso del pallone, guadagnando yards anche grazie alla sua capacità di eludere gli interventi degl’avversari. Non molto utilizzato come bloccatore, in grado di allinearsi nello slot all’occorrenza, deve migliorare nell’esecuzione della traccia.

Round 6, pick 38 (214): Cedric Johnson, EDGE, Ole Miss Rebels
Passato sul lato difensivo della palla dopo aver iniziato la carriera universitaria in offense, si è sviluppato come un pass rusher produttivo, 5,5 in 10 match disputati a Ole Miss, che attacca bene il backfield partendo all’esterno della linea offensiva e insegue il QB una volta effettuata la penetrazione alle spalle degli OL; abile ad effettuare le coperture a ridosso della LOS e scivolare sul medio-corto in caso di zone blitz, deve affinare la tecnica in pass rusher imparando ad utilizzare in maniera più efficacie le mani per liberarsi dei bloccatori.

Round 7, pick 4 (224): Daijahn Anthony, S, Ole Miss Rebels
Defensive back versatile che ha giocato in tutte le posizioni delle secondarie, sembra offrire il miglior contributo operando come nichel nello slot, dove riesce ad essere più produttivo sia in coverage che contro le corse, prendendo buoni angoli di placcaggio; migliorato nel corso degli anni, ha iniziato a Sheperd, in Div.II, prima di passare a Liberty e chiudere la carriera NCAA con Ole Miss. Rapido nei cambi di direzione, dotato di una buona lettura, ha messo in difficoltà i QB della SEC concedendo 1 solo TD pass nella sua zona di competenza; aggressivo, tende ad essere troppo irruento nei tackle e deve migliorare a livello tecnico.

Round 7, pick 17 (237): Matt Lee, C, Miami (FL) Hurricanes
Giocatore esperto che ha alle spalle 4 anni da starter suddivisi tra Central Florida e Miami, da centro ha concesso appena 1 sack nell’ultima stagione, lavorando molto bene in pass protection contro i defensive lineman e i linebacker, reagendo rapidamente ai blitz di quest’ultimi; capace di prendere buoni angoli quando deve bloccare a zona, deve muoversi più rapidamente in run blocking.

Undrafted Free Agents : Cincinnati è stata molto attiva anche al termine del Draft, offrendo un contratto da professionista a 12 giocatori, tra i quali spicca il talento da Cortland State, piccola scuola di Division III, Cole Burgess, WR versatile che ha dimostrato di possedere ottime mani e sapersi divincolare nel traffico, sia scivolando tra le maglie dei difensori avversari, sia conquistando parecchie yards nei ritorni di punt o kickoff; oltre a lui, potrebbero avere qualche chances di entrare a roster anche il LB da Indiana Aaron Casey, buon placcatore che ha collezionato 16.5 tkl for loss nell’ultima stagione, e il punter Austin McNamara, tra i migliori della nazione con la divisa di Texas Tech.

Voto Finale: 8,5
I Bengals hanno lavorato bene durante la tre giorni di Detroit colmando tutti i needs con le scelte a loro disposizione, a cominciare dalla posizione di right tackle che dovrebbe andare a ricoprire Amarius Mims, candidato ad entrare in rotazione già nel corso della rookie season per accumulare esperienza in vista di un suo futuro ruolo come starter; non molto esperto avendo iniziato solo 8 partite al college, avrà modo di crescere alle spalle dell’esperto Trent Brown, recuperando con le giuste tempistiche dall’infortunio che ha posto fine anticipatamente alla sua ultima stagione NCAA.
Percorso simile, a livello di crescita, che potranno fare anche Jenkins e Jackson, giocatori che hanno tutte le carte in regola per diventare la nuova coppia di DT titolari nel prossimo futuro, visto che le loro caratteristiche tecniche e fisiche li rendono complementari; sempre in difesa, Newton è un defensive back che allunga il reparto e offre buonissime garanzie in coverage, mentre il duo di prospetti provenienti da Ole Miss, Cedric Johnson e Daljiahn Anthony, hanno le carte in regola per entrare subito nella rotazione dei rispettivi reparti.
Gli ex Rebels, il C Matt Lee e il TE Tanner McLachlan sembrano allungare la serie di ottime pick che abitualmente Cincinnati mette a segno nei Day 3 del Draft, giorno iniziato con la presa di Erik All, tight end che aggiunge qualità in un ruolo dove la franchigia dell’Ohio non ha ricevuto le risposte sperate da Irv Smith la scorsa stagione e ha già investito su un veterano del calibro di Mike Gesicki nella prima parte della free agency.

One thought on “Cincinnati Bengals: l’analisi del Draft 2024

  1. Questi andrebbero denunciati per i danni creati a Burrow.
    Quando era esordiente vidi l’intervista ad un commentatore americano il quale pregava l’allora coach dei Bengals di panchinare Burrow prima che si facesse male, tanto ormai la stagione era persa. Ricordo disse che Burrow era un patrimonio della lega, di tutti, e che lui doveva impedire che si facesse male di brutto, visto che la linea non era in grado di proteggerlo. Ogni domenica era un massacro, e, ovviamente, andò a finire che Burrow uscì in barella da una partita coi Redskins, per rientrare l’anno dopo.
    Da allora le cose sono migliorate, ma non tanto e ancora oggi i Bengals non sono mai stati in grado di proteggere Burrow come si dovrebbe, nonostante i tanti prospetti presi per completare la linea. Tutte situazioni che finiranno col pesare sulla sua carriera.
    Io non lo so se Mims e Lee risolveranno il problema, lo vedremo, ma ho sempre pensato che quel commentatore avesse completamente ragione.

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