Ci è voluta quasi un’eternità, ma alla fine della settima partita NFL più lunga della storia è emersa ancora una volta la stoffa dei campioni veri, quei Kansas City Chiefs costantemente atti ad aggiungere nuovi capitoli alla loro personale leggenda contemporanea. Stavolta non ci sono state pause di mezzo, l’impresa – a volte parsa titanica per com’era andata parte della stagione – ha condotto al primo back to back degli ultimi vent’anni di NFL (indovinato, gli ultimi erano stati i Patriots), un primato ancor più dolce se rapportato a tutte le immense fatiche che il cosiddetto Chiefs Kingdom ha dovuto sopportare in un campionato dove molta della critica si era mossa in direzione dei dubbi che per lungo tempo hanno avvolto questa franchigia vincente. A volte hanno perso la direzione, vero, ma si sono ricomposti strada facendo, trovando nei playoff quell’atmosfera ideale per esprimere al meglio le loro potenzialità, nella quale diventano maestri di football americano giocato sotto pressione, facendosi inaspettatamente sorreggere da una difesa granitica, dopo anni dove il pirotecnico spettacolo offensivo si era preso l’univoca responsabilità di questo dominio completamente tinto di rosso.

L’ultima parola, tuttavia, l’ha avuta ancora una volta lui: Patrick Mahomes. Il touchdown del terzo titolo degli ultimi quattro anni porta la sua incancellabile firma, sigillando una partita cominciata in rincorsa, tenuta a fatica sotto controllo grazie anche agli errori avversari, per poi prenderne le redini un poco alla volta, rendendosi padroni della situazione come solamente chi può vantare un determinato tipo di esperienza e sa come gestire le emozioni con il Super Bowl in bilico, riesce a fare. E’ stata una vera e propria maratona, spremuta quasi fino all’ultima goccia del tempo supplementare, andato a coronare una ripresa nella quale Kansas City ha ritrovato identità, energia, sagacia, caparbietà, e tutte le altre numerose qualità che ne hanno contraddistinto l’ascesa al potere. I 49ers hanno venduto cara la pelle, certo, ma pagato a caro prezzo quel minimo d’inesperienza in più rispetto agli avversari, evitando accuratamente di metterli pesantemente sotto quando invece le circostanze lo avrebbero permesso, dimenticando quell’istinto da killer che Mahomes, invece, sente scorrere nelle vene.

Il più grande merito da riconoscere ai Chiefs è il loro aver saputo mantenere saldi i nervi nei momenti salienti di una gara che gli stessi hanno saputo tenere in equilibrio a seguito di una prima frazione avversa nelle sorti, caratterizzata da errori esecutivi e qualche scatto di tensione sulla linea laterale, frutto della frustrazione accumulata dopo i soli 3 punti messi a segno nei primi trenta minuti effettivi di gioco, nonché a seguito di un primo quarto terminato con 16 yard di produzione. Un tratto caratteristico della loro stagione, forgiata da numerose esperienze frustranti, bocconi amari digeriti a forza, detrazioni sopraggiunte in maniera più feroce rispetto ad altre realtà, perché, in fin dei conti, dai campioni ci si aspetta sempre la perfezione, e non sempre la squadra è stata all’altezza di ogni situazione affrontata, facendo presagire a scricchiolii che davano adito a un possibile termine di una dinastia che si è invece dimostrata viva e vegeta nella sua fluente rigogliosità.

Determinanti, come sempre, sono stati gli aggiustamenti apportati da Andy Reid e il suo preparatissimo coaching staff, i quali, unitamente ai singoli episodi che non mancano mai di costituire la nota differenza, tutti fattori d’influenza sul prosieguo nella scrittura dello svolgimento di una gara poco spettacolare, ma innegabilmente intensa. I Chiefs hanno assolto a un compito determinante, vale a dire lo scrollarsi di dosso tutti quei peccati di meccanica che stavano portando l’inerzia verso luoghi poco desiderati, mortificando l’ennesima opera pia di una difesa che, come accaduto per tutta l’annata appena conclusa, aveva perseguito con grande costanza il compito di fornire più e più nuove occasioni a un attacco spento da un tasso di talento evidentemente inferiore rispetto al recente passato. Reid ha contrastato adeguatamente il piano del collega Kyle Shanahan cessando la tendenza del primo tempo, che aveva testimoniato la superiorità nella gestione del cronometro addivenendo alla missione di tenere il letale Mahomes fuori dal campo il più a lungo possibile per quanto i Niners non avessero monetizzato tale vantaggio in termini di distacco nel punteggio, trovando l’audacia per premere l’acceleratore sul discusso gioco aereo puntando su una miglior disciplina, nonché esplorando i mismatch più opportuni.

Determinante, per una fitta serie di ragioni, è infatti risultato essere il terzo periodo. In primis, per l’incapacità cronica di San Francisco nell’infierire quel paio di knockout che magari non avrebbero messo al sicuro il bottino (con Mahomes nei paraggi, nulla è tale) ma avrebbero senz’altro permesso una gestione tattica meno ansiosa, sfociata in una rottura prolungata che ha visto i californiani mettere assieme la miseria di 3 yard per la maggioranza della durata dello specifico quarto. Un blocco fondamentale, perché giunto in concomitanza di un pessimo principio di ripresa per Kansas City, già colpevole di un fumble sfuggito in redzone a Isiah Pacheco dopo uno splendido gioco che aveva fruttato l’unico highlight di quei trenta minuti, ovvero la ricezione di 52 yard firmata da uno dei protagonisti meno attesi, Mecole Hardman. Il post-halftime show aveva fatto temere infatti che quella tensione di cui sopra fosse sfociata in un presagio manifestatosi sotto forma di un raro colpo sparato fuori misura da Mahomes, che aveva aumentato il conto dei turnover in maniera sinistra, contro una difesa eroica, che gli aveva impedito di connettere adeguatamente con il suo bersaglio prediletto, Travis Kelce, responsabile di una ricezione per una singola yarda nei primi due quarti.

In quel momento così prezioso, i 49ers non sono tuttavia riusciti a mettere in piedi qualcosa che si differenziasse da una serie consecutiva di punt, prima di commettere quel pasticcio con gli special team che ha di fatto invertito il momentum, liberando un poco alla volta gli istinti avversari. Il freddo Harrison Butker aveva appena ritoccato il record di ogni epoca per lunghezza di field goal (57 yard) segnato al Super Bowl – primato curiosamente riscritto due volte nella stessa gara grazie alla conclusione di 55 yard del rookie avversario Jake Moody – quand’ecco che Ray-Ray McCloud ha scelto di tentare di raccogliere un pallone già erroneamente toccato dal compagno – e quindi di libero accesso a tutti – per cercare di mettere assieme un mezzo ritorno di punt, anziché gettarsi sull’ovale e metterlo al sicuro, un turnover poi trasformato in 7 determinanti punti dalla ricezione di Marquez Valdes-Scantling, alla prima azione utile. Una sassata morale di non poco conto, soprattutto per il buon Brock Purdy, il quale proprio in quel momento di gara stava patendo pene infernali per ottenere anche un solo primo down.

Entrambe le squadre hanno visto i rispettivi reparti offensivi funzionare a singhiozzo, con lampi solo isolati. Alla cattiveria capitalista dei Chiefs, rapida e velenosa, i Niners hanno risposto con un accenno reattivo, culminato nell’audace chiamata di Shanahan, un lancio su un quarto down con tre yard da prendere ricevuto con estrema puntualità da George Kittle (la prima di sole due ricezioni totali, attestanti l’ottimo piano di contenimento messo a punto sul tight end da Steve Spagnuolo), gettando i presupposti per la grintosa meta del 16-13 di Jauan Jennings, già protagonista del trick play con cui i Niners avevano allungato le distanze nel secondo quarto, divenendo il primo ricevitore dai tempi di Antwaan Randle-El a lanciare un passaggio da touchdown al Super Bowl. Avessero vinto i Niners, un pensierino per il premio di Mvp ce l’avremmo fatto. 16, dicevamo, già, perché Moody si è visto bloccare l’extra-point dalla trincea avversaria, mancando di generare un piccolo punticino che avrebbe fatto tutta la differenza dell’universo, dal momento che avrebbe costretto Kansas City ad agire diversamente, cercando forzatamente la meta.

Mahomes e Kelce sono saliti in cattedra al momento più opportuno, come hanno sempre fatto, permettendo per un istante di tornare indietro nel tempo, e puntare molte delle carte offensive sui lanci. Laddove Pacheco ha faticato a trovare spazio ottenendo solo 3.3 yard per portata, annullando l’effetto di guadagno abbondante con le corse ai primi down, ha risolto il numero 15 andando in scramble realizzando conversioni fondamentali, nonché trovando il suo tight end a ripetizione, trasformando quella yarda del primo tempo in 9 ricezioni per 93 yard in 10 target, statistiche quasi spietate per il tremendo effetto generato sulle economie complessive della partita. Un paio di serie ben giocate, ambedue in doppia cifra di snap e culminate entrambe con il sicuro piede di Butker a inquadrare perfettamente i pali, l’ultima delle quali a fissare il 19-19 che ha sancito il termine dei tempi regolamentari. La premiata coppia ha rotto definitivamente gli indugi, mostrando i denti nel momento preferito di Mahomes: quello dove si decide tutto quanto. I Niners ci hanno provato fino in fondo, graziati anche da un fallo difensivo che ha alimentato il primo drive del supplementare, ma senza andare più in là del terzo calcio di serata per il comunque soddisfacente Moody: nulla hanno tuttaviapotuto contro l’inesorabile avanzamento dei Chiefs, sistematici e impietosi come solo loro sanno, culminato con l’ennesima chiamata atta a creare il giusto squilibrio in marcatura, Patrick a lanciare una delle mete più semplici di carriera, e Hardman a trasportare in endzone il pallone di una vittoria mai così sofferta.

Finisce così, dunque, con il ricordo di quella disfunzione offensiva oramai lontano nel tempo: i Kansas City Chiefs hanno saputo esaminarsi, riordinare le idee, credere nel loro progetto vincente. Di nuovo campioni, stavolta da sfavoriti, alla conquista di un titolo molto importante, che pone Reid a pari merito con allenatori leggendari come Bill Walsh e Joe Gibbs, dietro solamente a Chuck Noll e al maestro Belichick. Mahomes, decretato Mvp della partita grazie a statistiche quest’anno quasi inattese (34/46, 333 yard, 2 mete, un intercetto), diviene invece membro di un club elitario, che lo vede quale quinto quarterback di sempre a raggiungere il tris di Super Bowl, portando il bilancio di carriera in postseason a quota 15-3.

La storia si ripete, di nuovo, contro ogni pronostico. Doveva essere l’anno di Philadelphia, imbattibile fino all’inspiegabile crollo, di Baltimore, del predestinato Lamar Jackson, della stessa San Francisco, che torna a casa con le ossa ulteriormente demolite, quattro anni dopo aver sprecato un consistente vantaggio proprio contro questa stessa nemesi. Invece, l’unico Lamar vincente è il Signor Hunt, che guarda da lassù il successo tramandato al figlio Clark, successore nella proprietà di questa fantastica dinastia che ha dimostrato di poter ancora crescere, e quanto pericoloso possa essere sottovalutarla. Finché ci sarà Patrick Mahomes in campo, ci sarà sempre una possibilità di vincere, i dubbi dovrebbero essere fugati una volta per tutte: in caso contrario, ci si rivede tra un anno, con serie probabilità che il palcoscenico sia ancora questo.

29 thoughts on “Kansas City Chiefs, il back to back è servito

  1. Onore al merito. Grande merito. Al momento mi viene da commentare solo così.
    Giusto il ricordo di Lamar Hunt, un gigante dello sport, non solo del football.

  2. Sul 10-0 SF temevo la rimonta chiefs, infatti me ne sono andato a dormire non me la sentivo di fare le 4 di mattina per nessuno delle 2 squadre.
    Alla fine hanno rivinto i Chiefs, bravi sicuramente ma che 2 palle….

      • l’ho fatte per gli Eagles ma forse erano 4:30… li con esito negativo e successiva doppia incavolatura…per la sconfitta e per la nottata

      • KC ha vinto con una difesa che ha impedito ai 49ers di concretizzare la superiorità mostrata per i primi due quarti. Purdy ha mostrato di essere un QB di livello medio-alto, non decisivo, ma ha tempo per crescere. Mahomes è cresciuto nella seconda metà e nell’OT, credo abbia corso più lui di Pacheco, e ha avuto qualche guizzo di puro genio nonostante non sia stata la sua miglior partita. E solito monumento a Butker, decisivi i suoi field goal per tenere a galla i Chiefs quando SF sembrava avere il controllo assoluto. Un Superbowl molto tattico, poco spettacolare ma comunque giocato da due squadre di altissimo livello.

  3. La Gold Rush fermata a 3 secondi dalla vittoria, niente, 29 anni non sono stati sufficienti per aspettare il sesto titolo…. aspetteremo ancora.
    Non ho visto né letto alcun che, mi prendo un po’ per metabolizzare. Inoltre mi sento orfano di Mattia, qualcuno ha notizie?
    Speravo in un articolo di commiato….

      • Aveva ragione Mattia che ho sentito nel podcast, uomo partita Jack Moody

        • Purtroppo era uno dei miei numerosi punti di apprensione… a mio parere, la sconfitta alla fine è figlia anche di altro, tra cui il fatto di non avere capitalizzato a dovere il momento di scarsa vena dei Chiefs nella prima parte. Si sa che poi loro se un minimo potranno, ti presenteranno il conto.
          Un altro elemento su cui a mio parere dovranno riflettere è lo scarso utilizzo di alcuni forti skill players che pure avremmo in campo. I casi sono due, o non sono fenomeni come si dice, oppure c’è qualcosa nel manico. Ma questi comunque saranno discorsi su cui ci sarà tempo, e soprattutto io non sono la persona abbastanza formata per discuterne.

          Vero però che purtroppo alla fine, quel punticino avrebbe fatto un gran comodo. Il kicker affidabile è una figura necessaria, nella squadra ambiziosa.

          • La storia del punto non mi convince del tutto. KC all’ultimo drive poteva cercare il TD invece di andare sul sicuro col calcio. Certo sarebbe stato più complicato, ma quel punto non è stato così decisivo per me. Molto, ma molto peggio il pasticciaccio sul punt che colpisce lo stinco/tallone del difensore di SF, che era girato, diventa giocabile, viene perso da SF e recuperato da KC per diventare subito dopo un gioco da 7 punti. Ecco quei 7 punti, usciti fuori dal nulla, non li hanno più recuperati…

      • In che senso Lux? Qui su playitusa? Dove?
        Se invece si trova su qualche social allora non potrò mai trovarlo, da bravo boomer sono allergico 😏….

        • Niente social. Tiene una newsletter su un certo sito e partecipa a un podcast il martedì su un altro sito (podcast recentemente disponibile anche su Yt); al podcast partecipa da anni, anche quando scriveva qui su “Play it”. Non so però se posso citare i due siti: non so se “Play it” li consideri siti concorrenti o siti amici. Magari qualche moderatore di “Play it” può farci sapere se si possono nominare o no…

          • Grazie!!! L’ho trovato!!!
            Però è dura lasciare Playitusa…
            Vediamo…
            Che mese infausto questo febbraio ’24

  4. Complimenti a KC ma SF comunque grande partita e grande stagione. Capisco zero di football dal punto di vista tecnico tattico ma non era meglio qualche corsa in più sopratutto su quel terzo down dopo il timeout dei 2 minuti?Certo vederla è un conto prepararla e giocarla e un’altro.Comunque, ancora,grande stagione. 👍 Ciao 🙋‍♀️

    • Giustissimo.
      Quando hai McCaffrey e lo cavalchi così poco nel secondo tempo…è un errore pesante a mio parere.
      Da fuori è sempre facile per carità, ma è stato uno di quelli che ti ha portato a Super Bowl, andava messo in ritmo.
      Statistiche di coach Shanahan preoccupanti ai PO, nei secondi tempi, quando la partita arriva al momento decisivo.

      • Ciao. Direi non solo lui. Anche il 25 è un ottimo rb e anche il fb poteva correre magari anche il qb visto che con Det si è mosso bene. X me ha giocato benissimo prendendo parecchi colpi tipo me da ragazzina quando rompevo i maroni alle mie amichette che poi insieme mi accoppavano de botte. Comunque al SB arrivarci è sempre difficile quindi ritengo i nostri allenatori più che validi. Al prossimo campionato. Ciao. 🙋‍♀️

  5. Come previsto Moody ha combinato la caZZata.
    Poi McLoud ci ha messo il carico e Mahomes ha scartato il regalo da par suo. Peccato perché i Chiefs erano battibili (sotto fino a 10 secondi dalla fine…) ma hanno comunque meritato la vittoria.

  6. niente da fare… dovevamo chiuderla prima, oggi la possibilità di battere i Chiefs c’era, encomiabile la difesa, tenerli a 19 punti nei tempi regolamentari è stata un’impresa… se avessimo segnato una/due mete in più lo stop di Moody sarebbe stato indolore… cmq solo grazie ai Niners per le emozioni che ci hanno dato, da tenere conto anche la sfiga per i tanti infortuni, oggi l’ennesimo…

  7. Trascorso quel periodo, 2-3 quarto, in cui i 49ers avrebbero dovuto sotterrarli e non lo hanno fatto, ho capito come sarebbe finita. I Chiefs e Mahomes li devi distruggere altrimenti alla fine trovano il modo per batterti.

    • Complimenti ai Capi ma i 49ers hanno letteralmente gettato alle ortiche la vittoria. Troppi errori. Mostrano una superiorità nel primo tempo non corrispondente al divario sul tabellone. Non sfruttano un intercetto di Mahomes sulle 35/40 di Kansas. Sbagliano una conversione alla fine fatale. Combinano un pasticcio con lo special consentendo ai capi di segnare l’unico touchdown del tempo regolamentare. Si impantanano nell’ot (in cui scelgono di ricevere la palla) in red zone, dopo un ottimo drive “accontendandosi” di un fg. Consentono a Mahomes di trovare Hardman liberissimo in end zone a soli tre secondi dalla fine.

    • KC immensa,punto.

      Senza Tuney All pro,Omenihu pass rusher titolare,Mc kinnon a mezzo servizio…
      Immensi,punto.

  8. Partita stupenda: un giusto equilibrio tra attacchi e difese. Molto meglio un 25-22 che un 38-35. Sono contento per Reid, che a questo punto merita un posto tra i dieci allenatori migliori della storia. Mi dispiace per i tanti tifosi 49ers che scrivono qui sotto: San Francisco è una delle squadre più vincenti della lega, ma con questo fanno tre “Super bowl” persi in dodici anni e credo che l’umore inizi a farsi un po’ nero.

    Non darei eccessive colpe a Moody: vero che si è fatto bloccare l’extra point, però ha anche messo due calci da oltre 50 yard, che in termini di punti sono molto più importanti.

    Non conoscevo bene la nuova regola del supplementare: non sapevo che se la seconda squadra ad attaccare non ha ancora terminato il suo drive offensivo si va al secondo supplementare anche se il punteggio non è in parità. Quindi, quando ho visto che Reid non chiamava il time-out, credevo fosse impazzito.

    P. s. Complimenti per aver scritto “prosieguo” nella maniera corretta: solitamente, lo sbagliano tutti 🤣.

  9. Prima di tutto onore ai Chiefs che hanno tenuto i nervi saldi quando erano in bambola e hanno fatto un gran recupero contro i miei niners. Però per me c’è poco da discutere, va bene la gran difesa dei Chiefs, va bene un pò di sfiga per il pasticcio dello special team, ma la verità è che in attacco abbiamo fatto pena…. non esiste fare solo 10 punti nel primo tempo dove eri riuscito a demolire l’attacco dei Chiefs e annullare Mahomes. Secondo me si torna ad un’amara verità, a QB invertiti avremmo vinto con minimo 20 punti di scarto, mi dispiace per Purdy, per cui provo una grande simpatia, ma non è un QB in grado di fare la differenza quando conta. E’ meglio di Jimmy G. ma appartiene alla stessa categoria, ovvero a quel tipo di QB che sa fare benissimo il compitino quando le cose vanno bene ma non sa far fare il salto di qualità nei momenti critici. Alla fine ieri, in maniera più contesa, è finita come l’altro SB perso con i Chiefs, partita dominata e poi quando la pressione sale il nostro QB lancia delle fetecchie irricevibili…. e la pressione della difesa avversaria non è una buona scusa, se sei un grande QB devi saperla eludere. La differenza è stata tutta li. Il problema è che ora rischiamo di passare altri anni con un qb ottimo ma non campione e la finestra di questa bellissima squadra si chiuderà.
    Un ultima considerazione su Shanahan, è da un pò che nutro qualche dubbio sulla sua presunta genialità e dopo ieri i dubbi aumentano, al netto di quanto detto sopra su Purdy, trovo cmq incomprensibile come non si riesca a sfruttare come si deve l’immenso talento offensivo di questa squadra. Ho letto su NFL.com di come sia stato bravo Spagnuolo a bloccare Kittle o Samuel, ma ti restano cmq Aiyuk e CMC, tutti sono praticamente impossibili da fermare, ma bisogna saperli trovare con le chiamate giuste e non credo che il nostro HC lo abbia fatto.
    Scusate il pippone ma non ne posso più di vedere i miei Niners buttarsi via così!!!
    Buon football a tutti e… Mattia torna tra noi!!!!

  10. Concordo sul fatto che a quarterback invertiti la partita non avrebbe avuto storia. Però gli allenatori dei Chiefs sono di una spanna superiori. Shanahan da OC dei Falcons aveva già perso un Superbowl con una chiamata terribile. Certo Mahomes rimane inarrivabile e se gli daranno un ricevitore di livello non sappiamo cosa potrà accadere.

  11. Ho letto qualche critica a San Francisco per aver scelto di ricevere la palla al supplementare, ma secondo me è stata la scelta giusta, poiché se permane la parità dopo i primi due attacchi subentra la sudden death: in un eventuale terzo attacco, a San Francisco sarebbe bastato un field goal per vincere la partita.

  12. Se i Chiefs prendono qualche WR free agent valido tipo Evans l’ anno prossimo meglio seguire il college football

    • Tre di fila in era “Super bowl” non ci è mai riuscito nessuno, ma se qualcuno può farcela è proprio la coppia Mahomes-Reid. Una piccola curiosità: i Kansas City Chiefs sono campioni Nfl 2023 (nonostante il Super bowl si sia disputato a inizio 2024). Guardando l’albo d’oro degli sport americani nel 2023, troviamo i Denver Nuggets campioni Nba (1° titolo), i Vegas Golden Knights campioni Nhl (1° titolo), i Texas Rangers campioni Mlb (1° titolo), i Kansas City Chiefs campioni Nfl (2° titolo di fila, 3° negli ultimi cinque anni). È davvero curioso vedere questa controtendenza della Nfl rispetto alle altre tre leghe, visto che sulla carta, per come è strutturata (tetto salariale fisso, playoff in gara secca e non al meglio delle sette), dovrebbe essere proprio la lega con il maggior ricambio al vertice.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.