Finalmente ci siamo liberati di questo Super – letteralmente – Wild Card Weekend.
Su sei partite solamente due si sono dimostrate tutto sommato competitive ed equilibrate, anche se fortunatamente un paio di relativi upset hanno pepato il weekend quel tanto che serviva per dargli un po’ di colore.

A primo acchito il 31 a 17 con cui i Buffalo Bills si sono sbarazzati degli Steelers potrebbe suggerirci un monologo dei padroni di casa, ma fortunatamente non è andata così, l’esatto contrario.
La discontinuità dei Bills è nota a chiunque, motivo per cui vederli concludere il primo drive con un touchdown – Knox – deve aver rassicurato tifosi e appassionati: in dieci giocate, senza mai far toccare il suolo al pallone, Josh Allen e compagni hanno messo immediatamente in chiaro che ai playoff non avessero alcuna voglia di autosabotarsi.

Uno scambio di punt ha preceduto una delle giocate più importanti della partita, ossia il goffo fumble di Pickens nei pressi delle proprie trenta: ovviamente a Buffalo è bastato uno snap per trasformare il fumble in sette punti fumanti. Questa volta il marcatore è stato il rookie Dalton Kincaid.
Copiate e incollate quando appena scritto: scambio di punt, palla a Pittsburgh e nuova giocata che cambia la partita. Nel miglior momento degli Steelers, infatti, Mason Rudolph ha sparacchiato un sanguinoso intercetto, reso ancora più amaro dal fatto che Pittsburgh si trovasse a un paio di iarde di distanza dal touchdown che avrebbe dimezzato il vantaggio dei Bills.

Buffalo, tanto per cambiare, ha ricominciato a muovere le catene senza particolari difficoltà fino a quando Allen ha deciso di cambiare ritmo e di spaccare in due la partita con un’esaltante zingarata da 52 yard che è valsa ai Bills il 21 a 0.
Il seguente three n’ out degli Steelers sembrava aver chiuso definitivamente i conti, ma ecco la giocata che ha resuscitato una partita che si stava trasformando in un monologo Bills: a poco più di due minuti dal termine della prima metà, Bass tenta un field goal che viene sporcato da Adams di Pittsburgh e, ovviamente, il successivo drive degli ospiti si conclude con il touchdown di Diontae Johnson.
21 a 7 Bills, c’è una partita.

L’inerzia, ora dalla parte degli Steelers, costringe Buffalo a iniziare la seconda metà con un sanguinoso three n’ out che Pittsburgh, però, sfrutta solo parzialmente aggiungendo tre punti con un field goal. Buffalo ripristina il vantaggio sul +14 grazie a un piazzato di Bass, ma l’attacco degli Steelers a questo punto ha preso fiducia e con un drive enciclopedico si porta sul -7 grazie a un touchdown di Calvin Austin: c’è una partita signori.
Con le spalle sempre più vicine al muro, ecco la reazione della grande squadra. Allen e compagni hanno ben chiaro che non aggiungere punti coinciderebbe con una condanna a morte visto lo stato di forma del reparto offensivo avversario, quindi eccoli uscire dal breve letargo che ha permesso a Pittsburgh di rientrare in partita.

Un paio di penalità di Myles Jack semplificano la vita ai Bills che tenendo sempre e comunque l’orologio in movimento si affacciano alla red zone: una volta dentro, Khalil Shakir si regala il touchdown della vita, un magnifico sforzo individuale di un giocatore che in quel momento voleva vincere più di qualsiasi altra persona in campo.
Sotto di 14 con poco più di sei minuti rimasti da giocare, gli Steelers provano a imbastire una reazione ma purtroppo per loro l’inerzia dell’incontro è nuovamente in mano a Buffalo che costringendoli a un turnover on downs mette in ghiaccio – letteralmente – una vittoria tanto meritata quanto sudata.

All’infuori dei due turnover che hanno tagliato loro le gambe, gli Steelers hanno molto di cui andare fieri dopo questa partita. Una reazione del genere contro una squadra del calibro di Buffalo ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sulla forza mentale dei ragazzi di Tomlin chem seppur privi del loro miglior giocatore – T.J. Watt -, sono riusciti a raddrizzare una partita che sembrava esser sfuggita di mano.

Chi se lo sarebbe potuto mai aspettare che a mettere la pietra tombale sull’inquietante stagione degli Eagles c’avessero pensato i Buccaneers di Baker Mayfield? Il 32 a 9 con cui Tampa Bay ha posto fine alle sofferenze di Philadelphia è stato il prodotto di una delle partite più tristi di cui io abbia memoria.
Ne parlerò nell’analisi della sconfitta di dopo, ma è chiaro che a Philadelphia sia successo qualcosa che ha spaccato in due lo spogliatoio: vedendoli mi è risultato difficile non pensare alla parola “ammutinamento”.

Fornirvi una cronaca play by play mi risulterebbe impossibile, non riuscirei a non soffermarmi sulla vergognosa condotta della difesa degli Eagles, apparentemente allergica al tackle. I tackle mancati sono stati i protagonisti assoluti di questa partita, sostanzialmente a Baker Mayfield è bastato mettere la palla in mano ai propri ricevitori che a buttarli avanti ci avrebbero pensato i difensori degli Eagles ciccando clamorosamente tackle.
Malgrado lo stato di grazia del ritrovato attacco dei Buccaneers, i primi quattro drive hanno fruttato ai ragazzi di Bowles solamente sedici punti poiché in tre occasioni sono stati costretti ad accontentarsi del piazzato. Philadelphia, impalpabile in difesa e non sicuramente pimpante in attacco, è rimasta attaccata alla partita con un field goal e un touchdown, anche se dopo quel touchdown è arrivata la giocata più importante della partita.

Un fuorigioco sull’extra point ha regalato agli Eagles l’opportunità di tentare la conversione da due punti sulla goal line: Philadelphia Eagles sulla goal line, esiste qualcosa di più automatico? A quanto pare sì: Tampa Bay è riuscita a neutralizzare lo sneak di Hurts.
Quando nemmeno il Brotherly Shove funziona tanto vale lasciar perdere, alzare bandiera bianca e prendere il primo volo disponibile per tornare a casa.

Nella seconda metà gli Eagles sono completamente usciti dalla partita permettendo a dei titubanti Tampa Bay di chiuderla a suon di tackle mancati: quello sotto è il touchdown che ha regalato ai Bucs 16 punti di vantaggio.
Vi pare normale, o anche solo accettabile, qualcosa di simile ai playoff? Sotto di nove punti con tutto il tempo necessario per rimontare, la difesa di Philadelphia ha deciso di mettersi nella miglior posizione possibile per iniziare quanto prima l’offseason, non ho altre spiegazioni.

Un touchdown di Godwin su un fade away di Mayfield – sì, proprio quello – ha fissato il punteggio sul 32 a 9 finale: Tampa Bay è attesa a Detroit dagli esaltati Lions. Philadelphia invece è attesa da lunghe ore di riflessione e un collettivo esame di coscienza per quelli che sono stati due mesi inaccettabili: lo sarebbero stati per qualsiasi squadra, figuriamoci per una con un roster del genere.

Una statistica è a mio avviso in grado di restituirci la molle arrendevolezza degli Eagles: nel corso della partita non sono riusciti a convertire un singolo terzo o quarto down. Hanno chiuso con un tragicomico 0 su 11, esattamente quello che ti aspetteresti da una squadra che vuole a ogni costo tenere in vita la propria stagione.
Che brutte cose che ho visto.

11 thoughts on “Il riassunto del lunedì del Super Wild Card Weekend del 2023 NFL

  1. Direi la cosa più scontata di questo weekend era la non presentazione degli Eagles

  2. Troppo tosti questi Bills per dei più che dignitosi Steelers che si piegano ma non si spezzano e restano attaccati alla partita fino alla fine anche grazie ad un incredibile FG dalle 27 yd fallito da Bass che avrebbe chiuso i conti 2 minuti prima.
    Partita dura, caratterizzata da drive molto lunghi ( ricordo pochissimi punt ) con degli steelers che lottano ma alla fine la spuntano dei solidissimi Bills.
    La verità è che quando il gioco si fa duro i Mahomes e gli Allen cominciano a giocare, i Prescott e i Tagovailoa si rivelano per quello che sono.
    I Bills scappano subito via con 3 TD, apro parentesi Che bello vedere segnare i Tight End specie in via d’estinzione in quel della Florida chiudo parentesi, ma gli Steelers reagiscono e rientrano in partita senza riuscire nella rimonta.
    Ora avremo una sfida tra due fenomeni e sarà senz’altro una sfida che non deluderà le attese.
    A Tampa succede quello che molti si aspettavano, magari non in queste proporzioni.
    Dramma sportivo se ce n’è uno a Filadelfia. Raramente ho visto una squadra implodere in maniera così vistosa in così poco tempo. Quelli delle baie fanno fuori Cowboys e Eagles, due contender, con una Nfc che si rivela molto meno prevedibile di quello che mi aspettavo.

  3. Sono orgoglioso di me stesso, beccate quattro su cinque toppato solo i rams prossima week ci riprovo.

  4. Ed il primo turno di PO è archiviato! Due Upset che rendono il secondo turno accattivante. Che bello il Football Americano, ragazzi!!!
    Riguardo le due gare di ieri: Buffalo dopo il 21-0 iniziale si è limitata a rispondere a Pittsburgh con la stessa moneta, e si è pure permessa il lusso di sbagliare un FG da 27 yarde a due minuti dalla fine.
    L’altra partita….. beh! che dire? Hai già detto tutto tu, Mattia. Comunque, onore a Mayfield, non avrei scommesso un cent sui Bucs, non solo sul passaggio di turno ai PO, ma addirittura sulla loro qualificazione ai PO. Possiamo parlare di Brady’s Legacy? 😁
    Vediamo se riscatteranno la sconfitta di week 6 contro i Lions.

  5. In NFC per me gli Eagles potevano essere l’alternativa a SF. Purtroppo si è spaccato qualcosa per essere cosi “molli”. Green Bay, Detroit e Tampa sicuramente inferiori sulla carta a SF che ha una ghiottissima opportunità di andare al SB quest’anno.
    In AFC che siano i Ravens o i Texans avranno la fortuna che una delle + forti tra KC e Bills vada a casa

  6. Sulla carta la AFC sembra molto più forte e combattuta. Ma non mi fido delle apparenze, mai come quest’anno le “Cenerentole” hanno potuto dire la loro. Quindi, miei Niners… drizzate le antenne e non abbassate la guardia. Di previsioni ne ho azzeccate solo tre su sei. Però una me la sono proprio cercata, come si fa a dare per vincenti i Dolphins. Puntavo sulla sorpresa. Quella che invece c’è stata sul mio errore che mi ha dato più soddisfazioni, la mancata vittoria dei Cowboys.

  7. Io sono sorpreso dalla sconfitta degli Eagles: ero convinto che ai playoff sarebbero tornati a essere la solita squadra, come accaduto ai Chiefs. Mi dispiace per Kelce, ma sono contento per Mayfield.

    Buffalo, ieri sera, ha avuto degli infortuni in difesa, che si sommano a quelli di inizio anno: non so in quali condizioni scenderemo in campo domenica. Perché è stata la difesa, più che l’attacco, l’artefice della rimonta in stagione regolare: nelle cinque vittorie consecutive di fine campionato, abbiamo concesso una media di 16.8 punti, oltre a forzare intercetti e fumble riportati in touchdown o che hanno permesso all’attacco di ripartire da ottima posizione. Speriamo che Allen sia quello visto ieri sera e che possa sopperire a probabili carenze della difesa, mettendo a referto molti punti.

  8. Ho fatto 3 su 6 sbagliando Texans Packers e Buccs. Tua e Prescott hanno mostrato i loro limiti. Bradberry e compagnia fingevano il tackle e lasciavano passare, con la ricezione di Godwin alquanto ridicola. Cosa sarà successo mai in quello spogliatoio? È esploso qualcosa di grande per ridurli in questo stato. Go Lions! Go!

  9. Gli Eagles mi hanno ricordato certe squadre di calcio italiane che perdevano apposta ( ora non succede più…vero?) per sbarazzarsi di un allenatore sgradito. Ho visto un tackle fallito su un giocatore dei Bucs che pesava 40 kg di meno…come se la fisica fosse un’opinione. Sono andato a dormire sul 21-0 per i Bills e sinceramente pensavo chiedessero con 30 punti di vantaggio lasciando agli Steelers un paio di touchdown in garbage time. I gialloneri tra fumbles e intercetti erano inguardabili. Poi hanno reagito, ma la mia impressione è che i BB non abbiano mai perso il controllo. Josh Allen fe-no-me-na-le.

  10. A mio avviso il responsabile della sconfitta degli Eagles ha nome e cognome: Matt Patricia, dove è andato ha fatto disastri e secondo me non si rende neanche simpatico negli spogliatoi..

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.