1) Baltimore Ravens (13-3) (=) Nemmeno una settimana dopo aver battuto nettamente i 49ers, attaccano i Dolphins al muro con 56 punti a referto, frutto dell’ennesima prestazione di un Lamar Jackson sempre più vicino al premio di Mvp. Il numero otto dei Ravens mette infatti a segno cinque passaggi vincenti, continuando a fornire l’impressione che i coordinatori difensivi possano proseguire nel cucirgli addosso strategie che lui invece perfora con una facilità estrema. La difesa continua a mordere con turnover e sack, Baltimore non ha un vero e proprio punto debole pur non disponendo di ricevitori di nomi altisonanti, ma capaci di contribuire con puntualità, come Zay Flowers. La differenza principale è lo stato di salute di un Jackson che pare tornato a quattro anni fa, proprio quando il destino dei Ravens pareva compiersi vincendo il Super Bowl, continuando a rincorrere il sogno in mezzo a uscite premature dai playoff e bruschi stop dati dagli infortuni.
2) San Francisco 49ers (12-4) (=) Si riscattano dopo la scoppola patita dai Ravens, trovando nei Commanders i migliori avversari possibili per ritrovare immediatamente fiducia e morale. Brock Purdy entra nella storia della franchigia registrando 4.280 yard stagionali superando Jeff Garcia al primo posto della speciale graduatoria, nonché gli altri fior di pari ruolo che San Francisco ha schierato nelle generazioni scorse; il quarterback lancia due passaggi da touchdown, uno dei quali frutto dell’abilità nell’improvvisare al di fuori della tasca pescando un Brandon Aiyuk incredibilmente perso dalla difesa, sigillo definitivo per un attacco che schiera un running back, due ricevitori e un tight end tutti sopra le 1.000 yard stagionali dallo scrimmage, evento mai accaduto prima in NFL.
3) Miami Dolphins (11-4) (=) L’attacco si dimostra asfittico privo di Raheem Mostert e Jaylen Waddle, mentre il reparto difensivo non capisce nulla sul come poter limitare Lamar Jackson non entrando mai in gara. Otto touchdown concessi, 491 yard al passivo, ed ecco che i Dolphins tornano immediatamente ad essere messi in discussione nei confronti con le squadre vincenti, dopo aver avuto ragione di Dallas in una gara che sembrava aver smesso di alimentare definitivamente i dubbi. Ciò che preoccupa maggiormente è la sensibile differenza vista in campo contro la miglior squadra NFL del momento, in particolare nella mancanza generica di fisicità, un fattore che Miami soffre oltremodo.
4) Buffalo Bills (10-6) (=) Vittoria sofferta contro la difesa dei Patriots, frutto dei necessari aggiustamenti sopraggiunti dopo l’intervallo, grazie ai quali i Bills hanno corso con efficacia togliendo il pallone dalle mani di un erroneo Josh Allen, mostrando la loro multi-dimensionalità. Nel confronto divisionale, l’elemento di maggior preoccupazione ha riguardato l’inefficacia del quarterback nel muovere le catene partendo da posizioni sfavorevoli, dato che le segnature di Buffalo sono pervenute per la maggior parte da turnover provocati in campo amico; Stephon Diggs non supera inoltre le 50 yard da troppe partite, sei delle ultime sette. Non sono perfetti ma trovano spesso e volentieri un modo di vincere, e il 4-0 dell’ultimo mese parla in maniera del tutto eloquente. Si giocano la vittoria divisionale – e una buona percentuale di andare ai playoff – contro i Dolphins nell’ultima di regular season, essendosi già assicurati la quinta stagione consecutiva in doppia cifra di successi.
5) Dallas Cowboys (11-5) (+2) Vittoria contro i Lions di cui si parlerà a lungo, sia per l’importanza rivestita nel quadro complessivo della NFC, sia per gli errori arbitrali che hanno inciso sul 20-19 finale. Giornata straordinaria per Cee-Dee Lamb, che con 13 ricezioni per 227 yard supera in entrambe le categorie i record stagionali di franchigia firmati da un certo Michael Irvin, la difesa offre alti e bassi ma recupera un paio di possessi importantissimi, e la notizia della sconfitta di Philadelphia esalta Dallas, ora in possesso del primo posto della NFC East dopo una regular season casalinga a dir poco spettacolare, nella quale sono giunte solo vittorie.
6) Detroit Lions (11-5) (-1) Sconfitta frustrante, perché sopraggiunta dopo aver eseguito quasi alla perfezione il piano di gioco necessario per mettere in crisi i Cowboys in casa loro, e guadagnare terreno nelle graduatorie di postseason della NFC. Dopo la controversa penalità che annulla la conversione da due punti del sorpasso, Dan Campbell decide di ripetere il medesimo schema senza tentare l’extra point del pareggio, ma i Lions escono comunque a testa alta dopo aver dimostrato di poter adeguatamente rivaleggiare con la miglior competizione della loro Conference, in un test importantissimo per la preparazione ai primi playoff giocati da questo gruppo di giocatori.
7) Cleveland Browns (11-5) (+1) Guadagnano i primi playoff degli ultimi tre anni battendo i Jets nel Thursday Night, aggiungendo alla vittoria qualche giorno di riposo in più. Sono tra le storie più incantevoli dell’anno, con Joe Flacco sopraggiunto a dispensare palloni al laser accendendo un attacco mediocre che aveva perso la sua miglior arma, Nick Chubb, e il quarterback titolare, Deshaun Watson, rispetto al quale il veterano ex-Ravens sta producendo inaspettatamente meglio, innescando ogni arma a disposizione. La quarta vittoria consecutiva permette un rush finale eccitante, a volte spericolato, ma assolutamente positivo: grazie a una difesa fisica e aggressiva, e a un attacco aereo rinato, in possesso di soluzioni letali come Amari Cooper e David Njoku, possono giocare il ruolo della mina vagante nei playoff della AFC.
8) Kansas City Chiefs (10-6) (+1) Tornano a vincere dopo aver trascorso il momento di maggior difficoltà dell’ultimo quadriennio, battendo i Bengals in una gara che scaccia momentaneamente la crisi di risultati e di efficienza offensiva. Contro Cincinnati hanno confermato di potersi affermare con nuove modalità strategiche, affrontando una metamorfosi che li vede meno potenti in attacco e più gestori dei possessi, sfruttando le loro migliori potenzialità a roster, giocando un secondo tempo all’insegna del gioco di corse e di saltuari highlight del solito Rashee Rice, l’unico ricevitore che Mahomes possa definire affidabile. La difesa chiude le serrande nel secondo tempo, non facendo avvicinare i Bengals negli ultimi quattro drive consecutivi, e si conferma essere il punto di forza che può trascinare avanti i campioni in carica.
9) Philadelphia Eagles (11-5) (-3) Può esserci fine a un tracollo non annunciato, ma dannatamente reale? La squadra che stava dominando la Lega a quota 10-1 in novembre non è più la stessa, è in crisi d’identità, eppure il talento c’è. La cosa grottesca è che probabilmente nemmeno il coaching staff conosce un metodo risolutivo di una crisi che toglie quasi certamente gli Eagles dalla candidatura al Super Bowl, e che le problematiche continuano a ripetersi. Sotto l’occhio del ciclone c’è una difesa che ha concesso 450 yard e 35 punti agli Arizona Cardinals, senza riuscire a fermarli nel drive decisivo, che ha trangugiato 70 yard dinanzi a un reparto impotente. A nulla, se non a generare le chiacchiere dei media, è servita la promozione di Matt Patricia nel chiamare i giochi.
10) Los Angeles Rams (9-7) (=) Vincono la sesta delle ultime sette partite e inchiodano la questione playoff dopo una rimonta sensazionale, dal momento che sembravano già destinati a un campionato mediocre a metà stagione. Il livello di gioco di Matthew Stafford è rimasto eccellente con il quarterback in salute, con altre 317 yard che si aggiungono a cifre valide per l’ottavo posto di passer più prolifico di Lega, con 254 yard a partita, poi con un Kyren Williams del genere si può vincere in più di qualche occasione. Da rivedere la difesa sul profondo, scoperta in occasione della meta di Slayton, mentre proseguono i disastri degli special team, con l’ennesimo ritorno di calcio concesso nel momento meno opportuno, rischiando di far capitolare la squadra dopo lunghe fatiche. Vale la pena ricordare che questi Rams erano andati a un passo dal battere i Ravens in trasferta, impresa impedita proprio da un punt return concesso in overtime, simbolo dei problemi di un reparto che dalla disperazione ha pure richiamato il kicker Brett Maher, già tagliato nel corso dell’anno.
11) Houston Texans (9-7) (+3) Demoliscono i Titans grazie al rientro di C.J. Stroud, a dimostrazione del fatto che con il quarterback giusto tutto può tornare a essere efficiente come in precedenza. Aggiungono una vittoria essenziale per continuare a sperare nei playoff, messi in pericolo dopo la sconfitta contro Cleveland di due turni fa, si giocheranno il tutto per tutto in una sorta di spareggio contro i Colts, contro i quali saranno obbligati a vincere per staccare il biglietto giusto. Comunque vada sarà stata una grande annata, con il quarterback del futuro e la sicurezza di aver scelto bene anche in difesa, grazie al settimo sack stagionale del rookie Will Anderson Jr..
12) Pittsburgh Steelers (9-7) (+5) L’affermazione contro Seattle garantisce il mantenimento del primato per Mike Tomlin, che da quando guida gli Steelers non ha mai vissuto una stagione dal bilancio perdente, ma ancora non basta a garantire un biglietto per la postseason durissimo da strappare. Dopo aver quasi perso ogni speranza uscendo sconfitti da gare più che deludenti contro Arizona e New England, di fatto ciò che ha complicato notevolmente la loro vita, i ragazzi di Tomlin hanno riposto ogni possibilità di farcela sulle spalle di Mason Rudolph, il quale si è fatto trovare pronto in maniera assai professionale, trasformando in via impensabile un reparto offensivo lacunoso. Pittsburgh può contare su un ritrovato George Pickens, che con Rudolph ha offerto giocate altamente spettacolari, e Najee Harris, che ha aperto la difesa dei Seahawks con 122 yard su corsa. Uno scontro con dei Ravens già sicuri del primo posto in AFC sarà l’ultimo ostacolo da superare.
13) Indianapolis Colts (9-7) (+2) Si impongono a fatica contro i Raiders, sottolineando una stagione vincente e sottovalutata, nonostante tutti i problemi di infermeria che la franchigia ha sopportato ogni settimana. Gardner Minshew si riscatta dopo l’opaca prova di una settimana fa, giocando in maniera calma e ordinata, Jonathan Taylor raccoglie 96 yard – massimo stagionale – stabilizzando le corse, Alec Pierce continua a effettuare big play che fanno la differenza, e la difesa tiene il dovuto, pur stringendo i denti contro il non irresistibile Aidan O’Connell. Scontro finale contro Houston, con i playoff in palio.
14) Jacksonville Jaguars (9-7) (+2) Finisce la striscia negativa nonostante la prima assenza in carriera per Trevor Lawrence, grazie soprattutto a una prova difensiva che azzera le velleità dei poveri Panthers. Josh Allen distribuisce terrore in giro atterrando il quarterback in tre occasioni, coronando un campionato molto più che solido e poco pubblicizzato, mentre la difesa lascia Carolina a sole 124 yard, senza permettere di iniziare una vera competizione. Fondamentale Travis Etienne, firmatario di due mete e di un prezioso alleggerimento della pressione per C.J. Beathard, il quale gestisce bene l’andamento della partita senza glorie né particolari errori. Massima attenzione per il finalone divisionale contro i Titans, sempre pronti allo scherzetto, pena pagare pesantemente la striscia di quattro sconfitte che ha attecchito le quotazioni di Jacksonville per il prossimo futuro.
15) Tampa Bay Buccaneers (8-8) (-4) Stranamente impreparati ad affrontare i Saints dopo un’ottimo filotto di vittorie consecutive che li aveva visti tra le compagini più in forma del momento, i Bucs vanno sotto subito e non entrano in partita se non quand’è troppo tardi. Mantengono il vantaggio proprio contro New Orleans nel tie-breaker per l’accesso ai playoff, ma danno un segnale di immaturità difficile da decifrare, commettendo quattro turnover in una delle gare più importanti del campionato. Hanno rimontato alla grande e le statistiche di Baker Mayfield non mentono, ma devono dimostrare di rendere altrettanto bene quando la posta in palio diventa più pesante.
16) Green Bay Packers (8-8) (+5) Si giocano il tutto per tutto contro i Vikings e la spuntano alla grandissima, grazie a un Jordan Love in grado di giocare un’eccellente seconda parte di campionato. Se i Packers cercavano risposte per il ruolo di quarterback ne hanno trovate a sufficienza, merito della maturità di un ragazzo di ottime qualità tecniche e in grado di aumentare l’efficienza decisionale strada facendo, coltivando un’ideale intesa con i suoi ricevitori. Jayden Reed prosegue la sua eccellente annata da rookie segnando due mete prima di abbandonare la gara per infortunio, fondamentale come sempre è il contributo di Aaron Jones, ancora sopra le 100 yard per la seconda settimana consecutiva. Battendo i Bears, sono ai playoff.
17) Seattle Seahawks (8-8) (-5) Tornano alla medesima situazione di un anno fa, necessitando di una vittoria obbligata e di una congiunzione di sconfitte altrui per accedere ai playoff. Perdono una partita delicatissima contro gli Steelers concedendo molto in difesa, giocando male contro i terzi down, mentre l’attacco lascia per strada troppi palloni sotto forma di turnover rompendo l’equilibrio di una gara sulla quale Pittsburgh ha allungato le mani proprio nel quarto periodo. La sconfitta costa il settimo e ultimo posto disponibile per la Wild Card, pertanto bisognerà battere Arizona e tifare Bears, unico modo per sovrastare i Packers in classifica.
18) New Orleans Saints (8-8) (+4) Reagiscono mettendo sotto Tampa Bay per tutto il primo tempo, nel quale si trovano a condurre per 17-0 dopo aver doppiato gli avversari per numero di azioni giocate e yard, grazie a una gara non spettacolare ma efficiente di Derek Carr. Determinante la vittoria nella battaglia dei turnover, 4-0, con due intercetti registrati ai danni di Mayfield e punti concessi nel tempo spazzatura, rimettendo in discussione ancora una volta la NFC South. Possono ancora fare i playoff qualora i Panthers facessero il miracolo battendo Carolina, e vincendo contemporaneamente contro i Falcons, già eliminati.
19) Cincinnati Bengals (8-8) (-6) Hanno fatto il meglio che potevano cercando di resistere ai Chiefs, ma nulla possono dinanzi ad una gara vicina nel punteggio, ma inevitabilmente macchiata dai tre intercetti lanciati di Jake Browning. L’improbabile rincorsa ai playoff finisce qui, con un’eliminazione amara ma consapevole di aver lottato con i mezzi a disposizione, e di aver sorpreso un congruo numero di persone restando competitivi così a lungo.
20) Denver Broncos (8-8) (+2) Jarrett Stidham vince la prima partenza stagionale da titolare, in una settimana caratterizzata dalle polemiche sul trattamento riservato a Russell Wilson, che ha praticamente già preparato le valigie in attesa di essere tagliato o scambiato. Si chiude una mini-era disastrosa, ricordata per il peggior scambio mai effettuato nella storia della franchigia, e possibili conseguenze per il front office, al di là della facile vittoria contro i Chargers che riporta il bilancio in pareggio.
21) Minnesota Vikings (7-9) (-2) Non riescono a trovare l’equilibrio necessario nella giostra di quarterback cui devono forzatamente assoggettarsi, senza soluzione di continuità. Perdono contro i Packers una partita essenziale per le possibilità di sopravvivenza, ma lo standard qualitativo dell’attacco non è più stato uguale senza Kirk Cousins, escludendo qualche exploit adrenalinico di Josh Dobbs. Dimostrazione essenziale che nella NFL non si vince con continuità quando manca un quarterback di talento.
22) Las Vegas Raiders (7-9) (-2) Prosegue la dimostrazione di forza nella candidatura di Antonio Pierce per il ruolo definitivo di head coach, ma i Raiders cadono contro i Colts portando a 4-4 il bilancio del loro attuale allenatore, in ogni caso sempre meglio di quanto raccolto dal regime precedente. Partita finalmente coinvolgente per Davante Adams, destinatario di ben 21 target dopo essere stato dimenticato per settimane, anche se pare probabile che domenica prossima sarà l’ultima nella quale il wide receiver scenderà in campo in silver & black.
23) Chicago Bears (7-9) (+1) Continua il dilemma, con Fields a giocare molto bene vincendo la quarta delle ultime cinque uscite, mettendo in crisi una squadra che si è appena assicurata la prima scelta assoluta grazie alla trade con i Panthers. Parte di quella trade, DJ Moore, ha giocato un’altra partita di grande sostanza, la difesa ha confermato la crescita e pare essere un pilastro essenziale in vista della lavorazione del prossimo anno, ma i dubbi rimangono, e i quarterback in grado di fare gola non mancheranno di certo, quando ROger Goodell aprirà le danze del Draft.
24) Atlanta Falcons (7-9) (-2) Dimostrano di aver goduto di una settimana di grazia, la scorsa, ma poi tornano quelli di sempre, totalmente inconsistenti in attacco. Eliminati dai playoff, i Falcons saranno tra quelle compagini alla disperata ricerca di un nuovo quarterback, visti i disastri combinati da Ridder e Heinecke, ma in possesso di una selezione troppo bassa per riuscire ad agguantare i maggiori talenti disponibili. Stagione deludente, con tantissime armi offensive utilizzate male, e una cabina di regia del tutto inaffidabile.
25) Tennessee Titans (5-11) (=) Mai in gara contro i Texans, dopo aver confezionato solamente 187 yard di total offense con Ryan Tannehill nuovamente al posto di Levis, e senza segnare lo straccio di una meta. Dopo il picco delle tre stagioni consecutive con i playoff in saccoccia, Tennessee è 12-21 dal campionato scorso, e in forte necessità di una nuova identità.
26) New York Jets (6-10) (=) Perdono contro Joe Flacco creando a loro stessi l’ennesima tagliente ironia della sorte, con tutto il bisogno che avrebbero avuto di un quarterback decente ed essersi dimenticati di chiamare un giocatore che, essendo già stato a roster un anno fa, conosceva già l’ambiente.
27) New York Giants (5-11) (=) Una cosa i Giants l’hanno pienamente compresa, ovvero che Tyrod Taylor è stato nettamente il miglior quarterback a roster, quello con cui hanno disputato le loro migliori uscite offensive. Poi restano una squadra problematica, in grado di confezionare un big play con Darius Slayton, impostare una rimonta grazie al ritorno di punt di Gunner Olzewski, ma giocare malissimo la conversione da due punti del pareggio. Perdono con un field goal mancato da Mason Crosby, perseguendo nel farsi male da soli.
28) Los Angeles Chargers (5-11) (=) Attacco immobile e non solo perché privo dei suoi elementi migliori, simbolo di una stagione gettata al vento con diversi cambiamenti all’orizzonte. Mai in gara contro i Broncos, come già accaduto in troppe circostanze durante l’anno, i Chargers chiuderanno un’annata da dimenticare contro i Chiefs, in attesa di cominciare la ricerca di un nuovo head coach e del futuro general manager.
29) Arizona Cardinals (4-12) (+1) Lodevoli perché non sono una grande squadra per talento, in particolare in difesa, ma lottano per l’onore al contrario di tante altre realtà nei bassifondi e vincono contro gli Eagles, trascinati a forza dai muscoli di James Conner, condizionando la corsa ai playoff della NFC pur non avendo nulla per cui giocare.
30) New England Patriots (4-12) (-2) Tengono testa ai Bills contro ogni aspettativa, ma vengono affossati dai tre intercetti di Bailey Zappe, uno dei quali riportato in meta da Rasul Douglas. Per segnare devono affidarsi a un gioco di corse asfittico, che senza Rhamondre Stevenson non morde, e a una segnatura degli special team, altrimenti è notte fonda. Chad Ryland porta a 15/24 il computo dei calci messi a segno, confermando il pessimo investimento effettuato da Belichick nello scorso Draft.
31) Washington Commanders (4-12) (=) Jacoby Brissett doveva essere il nuovo titolare per questo amarissimo finale di campionato, ma l’infortunio riportato in allenamento ha costretto lo staff a ripristinare Sam Howell da starter contro una delle difese più forti della Lega. Non è difficile immaginare com’è andata, vista l’inarrestabile parabola discendente di un’organizzazione che non sa più come vincere e guadagna, con l’ennesima sconfitta, solo il piacere di detenere ora la seconda scelta assoluta.
32) Carolina Panthers (2-14) (=) Tornano negli inferi dopo due partite molto incoraggianti, facendosi distruggere dai Jaguars privi di Lawrence, sotterrati da una feroce pass rush. La giornata di Bryce Young torna a essere frustrante, il comportamento dell’owner David Tepper sugli spalti è inaccettabile, e serve un cambio di marcia spedito. La sconfitta conferma la prima scelta assoluta, genialmente ceduta ai Bears.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.
Grazie 🙏 Davide. Non conoscevo dei 49ers alcune statistiche che hai menzionato. Ciao 🙋♀️
Se non sbaglio, ATL non è ancora fuori dai PO. Può vincere la division con una vittoria e sconfitta di TB 😉
GO BILLS GO! 😉