Questo è l’articolo che meno mi sarei aspettato di scrivere in assoluto.
È appena cominciato il 2024 e per combattere la noia di questi giorni di impasse e inerzia sto scrivendo un pezzo su Joe Flacco. Non solo, sto scrivendo un pezzo su Joe Flacco in qualità di nuovo indiscusso leader dei Cleveland Browns che, non si sa come, si sono qualificati ai playoff con una giornata d’anticipo.
La sinossi NFL pullula di storie improbabili, ma quella dei Browns e di Flacco potrebbe essere una delle più soddisfacenti in assoluto in quanto inaspettata, improbabile e incomparabilmente appagante per tutte le parti coinvolte.

Prima di diventare un meme, Joe Flacco le ha viste e vissute tutte. È stato selezionato al primo round del draft, ha vinto tantissime partite, un Super Bowl di cui è pure stato l’MVP e, per un breve periodo di tempo, è stato il firmatario del contratto più ricco nella storia NFL.
Eppure, stando a quanto dichiarato da papà Steve dopo la vittoria contro i New York Jets di giovedì scorso, Joe Flacco non è mai apparso più felice su un campo di football: se ad affermarlo è suo padre forse siamo costretti a crederci.

Fino a non troppo tempo fa Flacco viveva il football esattamente come lo facciamo noi, ossia sul divano a guardare – spero – Scott Hanson ridefinire il concetto di passione. In quanto atleta non ancora ufficialmente ritirato si stava tenendo in forma in attesa di una chiamata che, probabilmente, non sarebbe mai arrivata.
Poco prima del giorno del ringraziamento i social ci hanno regalato l’avvistamento che avrebbe cambiato la stagione dei Browns: Joe Flacco su un aereo diretto da Philadelphia a Cleveland.

Dopo che un allenamento ha deliberato che il suo corpo non fosse in decomposizione, Cleveland lo ha immediatamente aggiunto alla practice squad ché non si sa mai, un po’ di esperienza under center in questa lega può sempre tornare comoda: non potevano immaginare che la settimana seguente il rookie Dorian Thompson-Robinson avrebbe rimediato una commozione cerebrale così seria da costringerlo ai box.
Quello che la stagione NFL la stava vivendo dal divano sarebbe stato eletto quarterback titolare dei Browns per la trasferta a Los Angeles contro i Rams.

Quei Rams erano decisamente troppo lanciati per regalare a Flacco e Cleveland una vittoria che avrebbe trasformato in fiaba la sua storia, tuttavia la partita è stata molto più serrata di quanto possa suggerire il 36 a 19 Rams finale.
Il resto è già storia. Sotto la guida di un Flacco più incosciente del solito – e ce ne vuole -, Cleveland ha inanellato quattro vittorie consecutive che le hanno permesso di staccare un biglietto per i playoff con una giornata d’anticipo.

Ciò che più mi sta impressionando di questa improbabile storia è l’atteggiamento di Flacco che, pur avendo vissuto tutto quello che un quarterback NFL può sognare, sta esibendo la riconoscenza tipica di un bambino la mattina di Natale – o di Santa Lucia.
Le emozioni che intercettiamo nelle sue interviste sono autentiche e pure, si può vedere a occhio nudo quanto grato sia per l’opportunità datagli dai Browns e, non secondario, quanto si stia divertendo a giocare del football significativo in pieno inverno, il suo periodo dell’anno preferito.
Se non mi credete valutate coi vostri occhi.

In tutta sincerità non saprei dirvi se si stia divertendo più lui o Cleveland.
Quella dei Browns sembrava destinata a trasformarsi in una delle più beffarde stagioni buttate degli ultimi anni: come altro definireste il commovente lavoro del reparto difensivo inevitabilmente sprecato dall’inefficienza di un attacco che non ha saputo rendere né con Watson né con chi è stato spesso chiamato a sostituirlo?
Li abbiamo visti vincere partite quasi esclusivamente grazie alla difesa, eventualità alquanto anacronistica nel 2023, ma era chiaro che senza un quarterback non potessero pretendere di fare strada e sgattaiolare ai playoff. Thompson-Robinson è giovane e ricolmo di potenziale, ma dubito fosse una buona idea affidare le speranze di playoff a un quarterback visibilmente impreparato alla NFL.

Il gioco di corse, da anni forza trainante di questa squadra, è stato immediatamente privato di Nick Chubb, uno dei running back più completi e costanti attualmente in circolazione. Hanno perso entrambi i tackle titolari e, giusto per non farsi mancare niente, pure la loro riserva, il promettente rookie Dawand Jones.
Per non essere da meno pure la difesa è stata falcidiata dagli infortuni: insomma, i presupposti per una giustificatissima stagione buttata c’erano tutti.
Poi hanno messo sotto contratto Flacco.

Ciò che permise a Flacco di trascinare Baltimore sul tetto del mondo fu l’incoscienza. Flacco è uno dei quarterback più frustranti e discontinui che abbiano mai calcato un campo NFL: ha tutto il talento necessario per completare qualsiasi lancio ma nel corso della carriera scelte perlomeno discutibili – e sono generoso – gli sono costate decisamente troppi turnover.
Durante i playoff di quel magico 2012 la sua incoscienza fu costantemente premiata: non importava dove direzionasse il pallone, quanta separazione avessero generato i ricevitori o le yard da guadagnare per chiudere il down, ogni sua preghiera trovava le mani dei vari Anquan Boldin, Torrey Smith, Dennis Pitta e Jacoby Jones.
Non sto assolutamente usando più pathos del dovuto, guardate coi vostri occhi.

La sua incoscienza ha permesso all’attacco dei Browns di scoprirsi esplosivo e, finalmente, tridimensionale. Con un quarterback in grado di trovarla, la profondità non è più stata chimera per loro: fa niente se più della metà dei suoi lanci sul profondo trovino prima il manto erboso che le mani di un ricevitore, gli basta letteralmente un completo per cambiare l’inerzia di una partita.
Nelle ultime quattro uscite – tutte vittorie – Flacco ha sempre lanciato per più di 300 yard e, complessivamente, è stato autore di tredici touchdown – lo stesso numero di quelli messi a segno da Kenny Pickett in due anni fra i professionisti.
Come tutte le cose belle Flacco ha degli effetti collaterali e, ovviamente, il rovescio della medaglia di questi numeri da videogioco sono gli otto intercetti che traslati su un’intera stagione ci restituirebbero un ignobile ventisette.

Flacco è questo, prendere o lasciare: Cleveland ha più che volentieri preso.
Con lui a dirigere le operazioni l’attacco ha cominciato consistentemente a dare manforte alla difesa, anzi, se possibile pure a comportarsi meglio di uno dei reparti più temuti della lega. In tre delle quattro vittorie i Browns hanno segnato più di trenta punti, ma non servono i numeri per constatare i progressi del reparto: pensiamo ai giocatori.
Sotto la guida di Flacco David Njoku si è trasformato in uno dei tight end più esplosivi e pericolosi della lega.
Amari Cooper ha composto un capolavoro da 265 yard e due touchdown contro Houston nella partita forse più importante della loro stagione.
È pure stato in grado di regalare a Elijah Moore la soddisfazione di mettere insieme la miglior prestazione stagionale proprio contro quei New York Jets che lo hanno scaricato senza troppi complimenti.

Non ho idea di quali possano essere le prospettive dei Browns ai playoff, ma posso dirvi con sfacciata sicurezza che saranno una squadra estremamente pericolosa perché non hanno assolutamente nulla da perdere: probabilmente nemmeno loro si aspettavano di riuscire a qualificarsi.
Il quinto seed AFC garantisce loro la ghiotta opportunità di giocare contro la vincitrice della AFC South durante il weekend delle Wild Card: Cleveland ha già battuto ogni possibile vincitrice. Le vittorie contro Houston e Jacksonville sono arrivate con Flacco under center.
Verosimilmente potrebbe trovarsi davanti i suoi Baltimore Ravens e prendersi una bella rivincita contro il giocatore che gli ha soffiato il posto, Lamar Jackson.

Anche se dovessero uscire al primo turno, per favore, non dimentichiamoci del 2023 dei Cleveland Browns.
Non dimentichiamoci di una stagione così travagliata da poter essere confusa con una sceneggiatura scritta da un appassionato di cinema dal comfort della propria camera. La coppia improbabile Browns-Flacco ci ha regalato una delle storie più improbabili dell’anno e dimenticarsene solamente perché non si è conclusa con il Lombardi sarebbe un mezzo crimine.
Chi se lo sarebbe potuto immaginare che quello che fino a non troppo tempo fa era il nemico pubblico numero uno – in carriera ha vinto 18 delle 21 partite giocate contro i Marroni – sarebbe vissuto abbastanza a lungo da trasformarsi nell’eroe di cui questa franchigia aveva disperatamente bisogno?

5 thoughts on “Quella dei Cleveland Browns di Joe Flacco è la storia più soddisfacente di questa stagione NFL

  1. Corsi e ricorsi storici, se vogliamo possiamo vederla così: Flacco è, sostanzialmente, tornato a casa o meglio alle origini, guida quei Cleveland Browns che, volenti o nolenti, sono coloro che hanno dato i natali ai Baltimore Ravens…

  2. La citazione finale mi ha fatto trattenere il fastidio che provo nei suoi confronti

  3. Flacco funZiona perchè è uno della Old School (quella di Brady, al cospetto del quale faceva sempre la figura dello spilungone sfigato), e la Old School batte la Next Gen ogni volta che bisogna risolvere problemi partendo dalle macerie.
    Joe da Audubon è un bambino di 40 anni che ha appena ricevuto il più bel regalo di Natale che potesse desiderare, e si sa che i bambini di 40 anni felici sono praticamente onnipotenti.
    Dubito invece voglia ‘vendicarsi’ dei suoi Ravens: lo hanno reso famoso, lo hanno reso straricco e lo hanno reso grande invece di uno spilungone sfigato. Dovessero incrociarsi probabilmente ricambierà tutti i regali ricevuti da Baltimore, tanto la stagione dei Browns è già un capolavoro così.
    Se arrivasse al SuperBallo ci girerebbero di sicuro un film (su Nick Foles non l’hanno fatto: peggio per loro).
    Avesse avuto Chubb e pure solo metà degli altri infortunati la cosa sarebbe stata più che probabile. Così è ‘soltanto’ la più bella speranZa sportiva da coltivare in questo uggioso gennaio.
    Cheers, Joe.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.