Vorrei salutarvi con una cinquantina di parole nelle quali scherzo sul Natale, su Santo Stefano e sul football natalizio, ma non ci riesco, sono ancora troppo sconcertato per quanto visto ieri sera: non sto parlando dei Ravens, sto parlando dei Chiefs.
Iniziamo che è meglio.

Che questo per i Chiefs fosse un anno diverso dagli altri è oramai cosa nota, ma qualcosa del genere non se lo poteva immaginare nessuno. I peggiori Chiefs dell’era Mahomes sono stati battuti da sé stessi e dai Las Vegas Raiders 20 a 14 al termine di una delle partite più meste di cui io abbia memoria: per sessanta minuti, in pratica, ci è stato riproposto lo stesso identico, sterile, disfunzionale e macchinoso drive.
Non ho molte cose da dirvi su questa partita perché, siamo onesti, non è successo praticamente niente. Giusto per rendere l’idea, i Chiefs hanno concluso il primo quarto producendo -19 yard di total offense, impresa che nemmeno i New York Jets nei loro giorni migliori possono sognare.

Mahomes è stato sotto pressione per ogni singolo snap, anzi, più che sotto pressione direi sotto assedio dato che non ricordo un singolo snap terminare prima di una commovente – ma fine a sé stessa – fuga dal pass rush avversario: non ho mai visto una sessione cardio con più pathos e spettatori paganti!
L’attacco di Las Vegas, nel frattempo, non faceva assolutamente nulla per punire i Chiefs e la loro avvilente inefficienza: dopo aver lanciato 62 yard nel primo quarto O’Connell non è stato più in grado di completare un singolo passaggio per il resto della partita.
Oltre alla sterilità offensiva a costar loro la partita ci hanno pensato sette sciagurati secondi, i sette peggiori secondi nella storia del football americano – o perlomeno del ventunesimo secolo, roba da mettere in dubbio la supremazia del Buttfumble.

Prima Pacheco e Mahomes hanno pasticciato l’handoff di una trick play – lo snap lo aveva ricevuto Pacheco – impacchettando un touchdown per lo sbalordito Bilal Nichols che ha letteralmente dovuto solo prendere la palla e consegnarla alla end zone.
Poi, lo snap immediatamente successivo a quello che ha regalato il touchdown ai Raiders, ecco il numero 15 lanciare una pick six firmata dall’ex Patriots Jack Jones perché è giusto ricordarci, anche a Natale, che quello della tristezza è un baratro senza fondo.
Normalmente dieci punti di passivo non sono nulla per i Chiefs, ma come già anticipato questi Chiefs cozzano violentemente con il concetto di normalità da loro plasmato nell’ultimo lustro.

La reazione – se così si può definire – è arrivata decisamente troppo tardi: il touchdown che ha ridato loro speranza è stato messo a segno a poco meno di tre minuti dal fischio finale e Las Vegas, per una volta, ha saputo muovere le catene e guadagnare i primi down che servivano per accompagnare l’orologio al triplo zero.
Semplicemente una delle peggiori partite che io abbia mai visto – sì Raiders, sto parlando anche di voi. Complimenti sinceri al front seven dei Raiders che ha dominato per sessanta minuti la linea di scrimmage con una fisicità alla quale la O-line dei Chiefs non sembrava essere pronta.

A proposito di normalità smarrita, che dire di questi Philadelphia Eagles? La buona notizia è che siano tornati a vincere, la cattiva è che a un paio di settimane dall’inizio dei playoff Philadelphia non sembra essere destinata a un cammino chissà quanto lungo se non cambia registro al più presto: il 33 a 25 con il quale sono sopravvissuti ai New York Giants non è accettabile per una squadra con questo genere di ambizioni.
Per due quarti, infatti, le cose sembravano essere tornate a girare nel verso giusto per Philadelphia che ha dominato i primi trenta minuti di gioco tornando negli spogliatoi sopra 20 a 3, un gap che contro questi Giants dovrebbe garantire ben motivata tranquillità.

E invece.
Dopo aver spedito in panchina DeVito a scapito del veteranissimo Tyrod Taylor, New York ha cominciato a risalire la china anche grazie alla collaborazione degli avversari che, con natalizia generosità, hanno immediatamente restituito loro il possesso dell’ovale commettendo fumble sul kickoff return che ha aperto la seconda metà: Saquon Barkley non ha avuto particolari problemi a mettere a segno il touchdown del 20 a 10, quello che ha riaperto la partita.
Un paio di drive dopo Babbo Hurts si è unito allo scambio di regali lanciando una sanguinosa pick six accompagnata da una conversione da due punti di Saquon Barkley che ha fissato il punteggio sul 20 a 18: fortunatamente Philly ha riacceso l’interruttore mettendo insieme un drive metodico da squadra matura concluso con il touchdown di Swift.

Un piazzato di Elliott sembrava averla chiusa definitivamente, ma nemmeno il tempo di battere le ciglia che Taylor pesca Slayton in profondità per il touchdown che riapre, di nuovo, i giochi: grazie a un piazzato Philly incrementa il vantaggio a otto lunghezze, lasciando agli ospiti un minuto per cercare il miracolo natalizio che, però, viene sabotato dal rookie Kelee Ringo che intercetta l’Hail Mary.
Era importante tornare a vincere e sotto questo punto di vista missione compiuta, ma questi Eagles sono troppo discontinui per ambire seriamente al Lombardi. Non ho ricordi di una partita con loro protagonisti nella quale sia attacco che difesa abbiano giocato bene – e sinergicamente – per sessanta minuti.

Vorrei scrivere per vivere, quindi va da sé che aver sempre la faretra linguistica piena sia un prerequisito per realizzare questo irrealizzabile sogno, ma questa volta non ne ho: non mi sarei mai aspettato che i Baltimore Ravens andassero a San Francisco e dessero una lezione del genere ai 49ers, umiliati con un 33 a 19 molto più perentorio di quanto possano suggerire i 14 punti di passivo.
Baltimore ha dato una lectio magistralis di football complementare, attacco e difesa si sono alimentati a vicenda, anche se è legittimo affermare che a rubare la scena ci abbia pensato un reparto difensivo capace di mettere a segno non uno, non due, non tre, non quattro ma ben cinque intercetti.

Come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, il reparto difensivo di Baltimore è stato il Grinch per Brock Purdy e Babbo Natale per l’attacco con cui condivide il colore della divisa: Purdy, infatti, è stato estromesso dalla contesa a causa di un infortunio rimediato nell’ultimo quarto sul 33 a 12 per gli ospiti. I quattro intercetti lanciati costituiscono un nuovo record in carriera che difficilmente un quarterback così efficiente e preciso saprà superare, ma la difesa dei Ravens ha giocato una delle partite più ispirate di cui io abbia memoria riuscendo a portare a termine una missione che credevo irrealizzabile, ovverosia far sentire sopraffatto Brock Purdy, il quarterback apparentemente immune alla pressione.

Per due quarti la contesa è stata più che competitiva, ma alla lunga i ripetuti turnover hanno permesso a Baltimore di inanellare sette scoring drive consecutivi che li hanno catapultati dal 3 a 5 49ers al 33 a 12 sul quale l’acciaccato Purdy ha lasciato spazio a Darnold.
Prestazione tremendamente solida pure questa notte per un Lamar Jackson sempre più vicino al secondo MVP: a differenza di Purdy, Lamar non ha commesso alcun errore prendendosi cura del pallone con un’intelligenza inedita. La razionalità con cui sta dirigendo l’attacco dei Ravens mi sta scaldando il cuore, sta consistentemente ricavando il massimo da ogni maledetto snap correndo solo quando strettamente necessario e imbeccando i propri ricevitori senza mai forzare inutilmente.
L’assenza di Andrews si sta indubbiamente facendo sentire, ma con un Lamar e una difesa del genere Baltimore si è guadagnata il diritto di sognare.

Un ovvio plauso al reparto difensivo che capitanato da un Kyle Hamilton sempre più sensazionale ha indotto l’apparentemente inarrestabile San Francisco all’errore sistematico piegandosi senza mai spezzarsi: i ‘Niners hanno infatti concluso la partita con circa 430 yard di total offense svuotate completamente di significato dai cinque intercetti.

12 thoughts on “Il riassunto del Christmas Day Football del 2023 NFL

  1. E poi qualche amico mi chiede perchè nutra sospetti sui “miei” Niners.
    Varo, rendimi le mie legioni (cit sfornata pensando alla notte persa per vedere la partita).
    Sinceri complimenti ai Ravens, li meritano. Buon S. Stefano.

  2. Quale sarebbe l infortunio occorso a Pardy? Dai ieri non si capisce… tranne il fatto che aveva corvi ovunque….un incubo per lui….

  3. A questo punto, fossi nei ravens, non vorrei che il Superbowl fosse nuovamente contro gli stessi avversari

  4. Che ne dite di una bella finale di conferenza AFC Baltimore-Cleveland con Flacco a rigiocare un Supebowl 10 anni dopo la partita superlunga?

    • È una stagione talmente squinternata che non mi stupirei di vedere trionfare Cleveland con Flacco mvp del “Super bowl”. Che sarei pure felice: sia per i Browns sia per Flacco 😁 !

  5. Direi che la versione di Lamar Jackson running back che incidentalmente gioca quarter back non esiste più.
    Sarà che gli anni passano, sarà che qualche bersaglio valido intorno ce l’ha, o sarà stato che i soldi sono arrivati ed ha capito che è stupido accorciarsi la carriera perdendone tanti altri, sarà stato quel che sarà stato, ma lui ormai fa, e bene, solo il QB. Anche se ogni tanto qualche accelerazione vecchio stile ancora si vede ed è sempre un piacere.
    L’altro, invece, si è giocato secco l’MVP.

  6. As I supposed!
    Comunque onore LJ (da tifoso anche dei Celtics due iniziali che mi restano sempre indigeste) ma la dose di fortuna su tre dei 5 intercetti non credo potrà essere replicata, più che intercetti sono state picks di palloni vaganti, e questo fa la differenza a mio modo di vedere.
    L’MVP lo vinca pure Jackson, è più che meritato, ma concordo con @ S.Gerrard, se ci rincontreremo a Las Vegas, gli sconfitti possono solo far tesoro degli errori e della sconfitta, lavorando per rimediare, i vincitori no.
    Come temevo anche, gli infortuni…. a parte Purdy che ha preso due volte colpi che sarebbero dovuti essere sanzionati come rougher the passer, ma gli hanno causato solo qualche scossa nervosa (se traduco bene la parola “stinger”), sono molto più preoccupato per Trent Williams, il cui stiramento all’inguine potrebbe essere grave visto che farà una MRI.
    Queste sconfitte, la storia dello sport insegna, possono essere più salutari che deleterie, questo è il mio augurio.
    Auguri ai Ravens per la postseason!

  7. Da scaramantico tifoso niners, e ne ho tutti i motivi viste le ultime stagioni, vuoi che lo sia anche Purdy e quindi abbia lanciato volontariamente degli intercetti per non vincere l’MVP in regular season, cosa che poi porta sfortuna al SB? Scherzo naturalmente, sono più preoccupato per il suo infortunio, però. Ed anche di quello occorso a Williams. Complimenti comunque ai Ravens, hanno vinto con merito.

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