1) San Francisco 49ers (11-3) (=) Nelle ultime quattro gare hanno assunto dei connotati preoccupanti per tutte le concorrenti al Super Bowl, realizzando 36.5 punti e 441.5 yard di media per uscita. Un reparto offensivo già abbondantemente attrezzato per il successo ha ritrovato un contributo eccellente da Deebo Samuel, che nel medesimo arco di tempo ha totalizzato 441 yard e 8 mete; i 45 punti segnati contro i Cardinals portano il parziale stagionale a quota 425, ruolino di marcia che se mantenuto potrebbe addirittura superare i 505 messi a punto dalla fantastica edizione di franchigia del 1994. Oltre ciò, i Niners segnano molto opportunisticamente anche in difesa, grazie a giocate intuitive e atletiche come quella di Charvarius Ward, altro segnale di preoccupazione per le avversarie dirette. San Francisco cercherà di mantenere questo livello di gioco anche nel prossimo turno in un possibile anticipo della finalissima contro i Ravens, unità di misura determinante, dove Kyle Shanahan dovrà trovare un modo per fermare Lamar Jackson e mantenere intatto il motore offensivo così sapientemente guidato da Brock Purdy, ormai una certezza.
2) Baltimore Ravens (11-3) (+1) Si qualificano matematicamente per la postseason grazie all’affermazione netta contro i Jaguars, nella quale John Harbaugh dimostra tutta la duttilità tattica in possesso di questa bellissima realtà. Spesso i Ravens hanno silenziato le critiche degli anni scorsi offrendo una versione nettamente progredita del loro attacco aereo, domenica è stato invece il backfield a fare la voce grossa grazie a un piano di gioco che ha premuto molto sulle corse e sul conseguente sfiancamento della difesa, collezionando ben 250 yard (204 nel solo secondo tempo) al termine delle ostilità. La storia di questa partita è tutta lì, con Baltimore ad assumere le vecchie sembianze di team capace di scavare profondi solchi sul terreno potendo sfoggiare corridori di qualità come Gus Edwards, Keaton Mitchell – purtroppo fuori per la stagione a causa dell’orrendo infortunio riportato – e lo stesso Lamar Jackson.
3) Miami Dolphins (10-4) (+2) Nessun problema contro i Jets nonostante l’assenza di Tyreek Hill, dato che i Dolphins forniscono a loro stessi le risposte che attendevano in situazioni di emergenza, mostrando una potenza di fuoco che non si limita certo alle acrobazie dell’ex-Kansas City. Importantissima la prova di fiducia ispirata da Jaylen Waddle, il quale ha decimato una delle migliori difese NFL con 142 yard, e non va dimenticato un lotto di running back che sta re-inserendo Devon Achane un pò per volta e può contare sulla stagione della vita a firma di Raheem Mostert, giunto a quota 20 touchdown tra corse e ricezioni, statistica letteralmente impensabile prima dell’inizio del campionato. Resta quella fastidiosa macchietta da togliere, quella che Miami si è portata in bella mostra sin dalla prima settimana di gioco, dovendo dimostrare di poter vincere anche con quelli grossi senza avere troppe possibilità, data la conformazione del calendario. Poco male, la prossima è contro i Cowboys, e sarà meglio non fallire uno degli esami più determinanti dell’anno.
4) Buffalo Bills (8-6) (+3) Letteralmente risorti dalle loro stesse ceneri, i Bills, proseguono una marcia di rimonta impressionante, che propone in campo una squadra letteralmente differente da quella impacciata di metà stagione. Collezionano vittime illustri, dopo i Chiefs è il turno di una Dallas precedentemente in formissima, e devono la loro esplosione alle significanti modifiche offensive che hanno avuto luogo dopo il licenziamento di Ken Dorsey, con un disegno tattico maggiormente votato a sfruttare le ampie qualità di James Cook. Il fratellino di Dalvin possiede qualità eccellenti in ricezione, sa correre tracce come un qualsiasi wide receiver e corre in maniera atletica, accumulando tonnellate di yard dopo aver fatto mancare il placcaggio, e si sta rivelando essere il vero ago della bilancia per tutto il reparto. Questi sembrano tanto i Bills del 2021, mentalmente più liberi, creativi in attacco e iper-aggressivi in difesa, tanto da tenere i Cowboys alla miseria di 10 punti. La strada per i playoff è ancora molto difficoltosa, qualora dovessero farcela nessuno, ma proprio nessuno, vorrà incontrarli, perché danno la sensazione di poter battere chiunque in singola partita.
5) Detroit Lions (10-4) (+3) Si rimettono in carreggiata dopo la delusione messa assieme contro i Bears, confezionando una prova solida, a tutto tondo, schiacciando i sempre pericolosi Broncos. L’intervento a soccorso di una difesa in netta difficoltà è stato evidente, i vari aggiustamenti apportati in settimana e un maggior senso di disciplina hanno bloccato Denver a 287 yard di total offense, tutto quello che serve per controbilanciare adeguatamente un attacco esplosivo, che ha confezionato 21 punti nel solo secondo quarto grazie a un Jared Goff concreto come mai lo è stato quest’anno, in virtù dei 5 passaggi da touchdown lanciati contro una difesa precedentemente stoica. Le scelte effettuate in primavera dai Lions funzionano a meraviglia, con Gibbs e LaPorta a fare man bassa di mete, tornando a far pensare che il turnaround apportato da Dan Campbell possa tradursi in un’esperienza di postseason più lunga di quanto preventivabile.
6) Kansas City Chiefs (9-5) (=) Riprendono finalmente a vincere dopo venti giorni che hanno drasticamente modificato il quadro complessivo della AFC, anche se i Patriots non erano un opponente irresistibile e alcuni dei problemi offensivi permangono, fomentando i dubbi. Giocano un primo tempo offensivamente mediocre concedendo turnover e sack, si riprendono nella seconda frazione grazie alla creatività schematica di Andy Reid, che manda a segno Rashee Rice per la settima volta in campionato realizzando un record per una matricola dei Chiefs, riuscendo poi ad essere più muscolari per chiudere la gara grazie alla sorprendente prestazione di Clyde Heyward-Helaire, che con 17 azioni a lui dedicate ha messo assieme la bellezza di 101 yard, somigliando tanto al giocatore in cui Kansas City confidava nelle stagioni scorse.
7) Dallas Cowboys (10-4) (-5) Subiscono per tutto il tardo pomeriggio il gioco di corse impositivo dei Bills, confermando la tendenza a giocare peggio fuori casa rispetto alle sontuose prove messe assieme tra le mura amiche. Una lezione dura, di quelle che servono per non perdere la concentrazione in vista dei playoff, che Dallas conquista grazie alla sconfitta dei Falcons ma festeggiano nel peggiore dei modi, mostrando vuoti preoccupanti in difesa nonostante un Josh Allen fermo a 7/15 per neanche 100 yard, e un attacco che non entra in meta fino al garbage time, dove CeeDee Lamb aggiunge una segnatura importante solo per la sua collezione statistica. Lo stop di Philadelphia è di enorme aiuto, ma lo spettro di giocare in trasferta nei playoff è concreto, e preoccupante per come rischia di minare l’ennesima ottima regular season dei Cowboys.
8) Philadelphia Eagles (10-4) (-4) Perdono ancora senza più ritrovare la loro possibilità di dominio, nonostante le modifiche difensive apportate in settimana da Nick Sirianni. Aveva infatti tenuto banco la decisione di rimuovere Sean Desai dalle vesti di play-caller difensivo trasmettendo la responsabilità a Matt Patricia, un cambio che per tre quarti di gara ha dimostrato efficaci progressi, tenendo i Seahawks a 4/12 in conversioni di terzo down prima del fatale ultimo drive. L’attacco funziona a singhiozzo e paga nuovamente i turnover sui giochi più profondi, mentre la difesa crolla nella serie che determina il risultato finale concedendo una frustrante ricezione di 34 yard a D.K. Metcalf, prima della meta della staffa. Si dice che il december football sia il più importante di tutti per misurare le ambizioni di una squadra, e gli Eagles, a 0-3 nel mese, hanno poco da dire a loro favore.
9) Cleveland Browns (9-5) (=) Una delle maggiori sorprese stagionali, con ben quattro quarterback ad alternarsi in regia e il jolly pescato con un Joe Flacco determinante per la corsa verso i playoff che i Browns stanno cercando di portare a termine. Non è stata la gara più entusiasmante di Joe Cool, autore di 3 intercetti, ma il veterano è salito in cattedra nel quarto periodo confezionando giocate entusiasmanti, tra cui un missile che ha consentito a Marquise Goodwin – uno che a causa di coaguli di sangue formatisi l’estate scorsa nelle gambe non doveva nemmeno giocare – di realizzare la sua ricezione più lunga delle ultime cinque stagioni. Sotto per 17-7 contro i Bears agli albori del quarto decisivo, i Browns non si sono scomposti e ci hanno creduto fino in fondo, strappando con i denti la nona e determinante vittoria di campionato che li tiene momentaneamente al sicuro in una AFC assai complessa.
10) Cincinnati Bengals (8-6) (+3) Vittoria in rimonta contro i Vikings che mantiene vive le speranze di postseason, alzando esponenzialmente le quotazioni di Jake Browning. Incredibile come i Bengals riescano a mantenere l’efficienza offensiva nonostante l’assenza di Joe Burrow e l’infortunio alla spalla di Ja’Marr Chase, trovando sempre pronti i loro protagonisti secondari, come Tee Higgins. E’ proprio il wide receiver a meritare uno dei premi di Mvp della settimana grazie a una prova di stratosferica importanza, nella quale trasforma il 50% delle sue prese in punti preziosissimi per avere ragione di un’avversaria acciuffata per i capelli in rimonta, con ben 21 punti segnati nell’ultimo periodo. Browning è poi determinante nel dirigere il drive decisivo del supplementare, dove i 3 punti di Evan McPherson mandano tutti a casa felici.
11) Houston Texans (8-6) (=) Serviva un segnale di reazione alle avversità e i Texans hanno risposto con grande maturità, affrontando la sfida contro i Titans consci delle loro assenze offensive con la coscienza di possedere dei sostituti all’altezza del compito. Gara ordinata da parte del veterano Case Keenum in sostituzione di C.J. Stroud, fondamentale l’apporto di un Devin Singletary capace di 170 yard tra corse e ricezioni, tostissima una difesa in grado di bloccare Derrick Henry a sole 0.6 yard di media per portata, costringendo di fatto Tennessee a diventare del tutto monodimensionale. Vittoria d’importanza monumentale per tenere in piedi le speranze di postseason, a maggior ragione dato il passo falso dei Jaguars che rimette in discussione gli esiti della AFC South, grazie anche all’affidabilità del piede di Ka’imi Fairbairn, autore del field goal allo scadere del supplementare.
12) Indianapolis Colts (8-6) (=) Subiscono 13 punti in apertura di gara contro gli Steelers, ma ne restituiscono loro 30 consecutivi e non si voltano più indietro, il tutto armeggiando con improbabili riserve e protagonisti sempre nuovi. Gardner Minshew gioca una partita concreta, forse la migliore dell’anno per solidità decisionale, ottiene 3 passaggi vincenti e una pronta collaborazione da D.J. Montgomery, Tyler Goodson e Trey Sermon, nessuno dei quali era a roster a campionato iniziato. I Colts reagiscono ottimamente alla sconfitta contro i Bengals mostrando la forza delle loro seconde linee, un tema che hanno portato avanti positivamente in un campionato vissuto costantemente in emergenza.
13) Jacksonville Jaguars (8-6) (-3) Perdono un vantaggio divisionale di tre partite, colato come neve al sole, complicando parecchio una situazione che pareva tranquillamente gestibile solamente fino a venti giorni fa. La terza sconfitta consecutiva porta il nome di Baltimore, che ha capitalizzato sul largo numero di errori di una Jacksonville distinta dalla durezza fisica e mentale di un Trevor Lawrence tuttavia troppo propenso all’errore, con un costoso fumble perso in redzone, ma le responsabilità sono da distribuire un po’ ovunque, soprattutto per i 13 punti lasciati a spasso nel primo tempo, con due calci mancati e una pessima gestione del cronometro a ridosso dell’intervallo. La prossima trasferta a Tampa contro dei Buccaneers improvvisamente ritrovati deve porre la massima attenzione, perché la concorrenza della AFC sta inaspettatamente risucchiando i Jags verso lidi inattesi.
14) Los Angeles Rams (7-7) (+2) Offrono una prova assai produttiva contro i Commanders, per quanto facciano poi fatica a chiudere adeguatamente la gara nel secondo tempo. Nei primi due quarti perdono due fumble ma si trovano comunque agevolmente avanti per 20-0, perdendo un pò la concentrazione nella ripresa, dove la difesa concede un assalto aereo a Jacoby Brissett. I Rams sono 4-1 a seguito del bye week, e stanno vivendo uno tra i migliori momenti di forma di tutte le compagini della NFC, il quale si sta concretizzando attraverso una rincorsa importante, che ora li vede possessori del settimo posto nella griglia playoff con una concorrenza tuttavia molto insidiosa, e uno scontro vitale di giovedì notte contro i Saints, diretti rivali per quell’ultimo posticino al sole.
15) Seattle Seahawks (7-7) (+4) Drew Lock si trasforma improvvisamente nel salvatore dello stato di Washington, eseguendo le giocate giuste al momento corretto infilando la difesa degli Eagles nel drive decisivo del Monday Night con una precisione mai vista prima. Contro una delle squadre più forti della Lega non era certo facile pensare di portare a spasso il proprio attacco per 92 yard quasi insormontabili, ma Lock, dopo una serata statisticamente mediocre, ha estratto due completi perfetti per Metcalf e Smith-Njigba, ottenendo una vittoria pesantissima per la caratura dell’avversario che i Seahawks avevano di fronte, in una gara che avrebbe invece potuto rappresentare l’addio ai sogni di postseason.
16) Denver Broncos (7-7) (-2) Nettamente dominati da Detroit, i Broncos perseverano nel loro faticare a combinare consistentemente qualcosa di buono in attacco, collezionando un solo terzo down convertito di sei tentativi e 75 yard in un primo tempo dove i Lions sono già abbondantemente fuggiti. Preoccupante la discesa di qualità in termini di prestazione difensiva, andando a concedere 448 yard di total offense e 42 punti facendosi sovrastare in tutti i settori del gioco, nonostante il numero molto simile di azioni giocate da entrambe le squadre, sottolineando le enormi sofferenze che Denver prova contro gli avversari più veloci e atletici. Restano ora tre gare da svolgere con il massimo della perfezione, migliorando gioco di corse ed efficienza nei lanci sul profondo, e sperare che le dirette concorrenti cadano.
17) Tampa Bay Buccaneers (7-7) (+3) Baker Mayfield è tra i protagonisti più gettonati della settimana, grazie ad una performance stellata nel momento di maggior necessità per i Buccaneers, i quali dovevano fare ogni cosa possibile per mantenersi in corsa per la NFC South. Le sue 381 yard condite da quattro passaggi da touchdown con il 78% di completi gli consentono di divenire il primo quarterback della storia a registrare un rating perfetto al Lambeau Field, frutto di un atteggiamento aggressivo nei confronti di quanto mostrato dalla difesa prima dello snap in un pomeriggio dove il playcalling del coordinatore Dave Canales è risultato determinante per le buone sorti dei Bucs. Si prosegue in casa contro Jacksonville in un derby della Florida fondamentale per entrambe le compagini, con grosse implicazioni playoff nelle rispettive Conference.
18) Minnesota Vikings (7-7) (-1) La bontà della squadra è fuori discussione, ma è chiaro che i Vikings stiano eccessivamente soffrendo la pochezza reperita nel ruolo di quarterback dal momento dell’infortunio a Kirk Cousins. Hanno sempre lottato, rimontato, vinto spesso, tuttavia a Cincinnati sono rimasti sguarniti concedendo ai Bengals di rientrare nel punteggio in una gara che avrebbero senz’altro portato a casa senza i chiari errori di Nick Mullens, tragicomico in uno dei due intercetti registrati sabato, e la difesa ha ceduto sul più bello dopo una prestazione ottimale nei primi tre quarti.
19) New Orleans Saints (7-7) (+3) Se non altro hanno trovato un minimo di ritmo offensivo, ciò che è mancato per larghe porzioni di questo campionato, trovando contro i Giants un Derek Carr capace di 23 completi su 28 e di produrre, seppure a scoppio ritardato. Contribuisce, non poco, una difesa che porta a casa sette sack lasciando New York a 2/16 nei terzi down, ma la pulizia del reparto offensivo con una maggior cura del pallone nelle ultime 20 yard e una concretezza ottenuta nonostante l’assenza di un punto di riferimento come Chris Olave sono tra le chiavi di lettura principali di una porzione di stagione senz’altro positiva, nonostante i Saints non abbiano recentemente incontrato chissà quale caratura di avversarie.
20) Green Bay Packers (6-8) (-5) Quotazioni in discesa dopo la fiammata di qualche settimana fa, dove la squadra mostrato evidenti progressi offensivi e nella gestione delle lacune difensive, le quali sembrano essere tornate d’attualità proprio nel mese decisivo, complicando la posizione dei Packers in un dicembre di solito per loro perfetto. Il gioco aereo dei Buccaneers ha infatti disposto a piacimento delle secondarie, problematica che si va ad aggiungere a una difesa contro le corse tornata ad essere facilmente perforabile. Jordan Love cerca di tenere in equilibrio la gara pur senza usufruire di un running back completamente sano, Jayden Reed va ancora a segno sottolineando un’importante annata da rookie, ma le crepe difensive sono determinanti nel permettere a Tampa di scappare dal Lambeau Field con un bottino importantissimo.
21) Pittsburgh Steelers (7-7) (-3) Subiscono 30 punti consecutivi dai Colts coronando un mese disastroso, nel quale sono riusciti a perdere contro Patriots e Cardinals complicandosi l’esistenza esclusivamente per proprio demerito. Ai dirve incoraggianti del primo quarto non segue nulla se non il solito festival di decisioni discutibili da parte di Mitch Trubisky, che in vece di Pickett ne ha combinate di vari assortimenti, la brutta notizia è che la stessa difesa capace di vincere quasi da sola alcune partite di questo campionato sta lentamente cedendo il passo, concedendo qualche giocata di troppo soprattutto nelle retrovie, non il massimo viste le precarie condizioni del roster offensivo che Indianapolis presentava lo scorso sabato.
22) Atlanta Falcons (6-8) (-1) Perdono l’opportunità di mettere assieme la prima striscia di tre vittorie consecutive sotto coach Arthur Smith, e continuando così difficilmente ce la faranno. I Falcons hanno perso partite frustranti come questa contro Carolina, senza mettere assieme un granché nel gioco offensivo a causa dell’altalenante livello prestazionale di Desmond Ridder, che alterna drive entusiasmanti a errori grossolani, e sarà nuovamente sostituito da Tyler Heinecke nella delicatissima sfida contro i Colts. Determinante l’intercetto commesso nel quarto periodo con la possibilità di mettere il confronto in ghiaccio, alla pari del fumble perso da un Bijan Robinson assolutamente spento; la difesa invece riesce nell’impresa di ravvivare un gioco di corse moribondo, subendo 87 yard da Chuba Hubbard.
23) Las Vegas Raiders (6-8) (+4) Pareva un videogioco, e invece erano i Raiders presi a massacrare i Chargers con numeri degni dell’ultima edizione di Madden. Las Vegas si riprende alla grande dopo lo shut-out causato dai Vikings mettendo 9 mete a referto per un totale di 63 punti, con statistiche ghiotte per quasi tutti i membri dell’attacco. Ottime le prove di Aidan O’Connell, che colleziona 4 passaggi da touchdown; Jacoby Meyers, che ne lancia e ne riceve; Zamir White, il quale gioca molto bene in sostituzione di Josh Jacobs; infine Davante Adams, che gioca una partita da…Davante Adams con 101 yard e una meta. La difesa provoca fumble, colpisce a ripetizione il quarterback, segna su ritorno e si diverte un sacco, dimenticando per un attimo le grandi frustrazioni della domenica precedente.
24) Tennessee Titans (5-9) (=) Ufficialmente eliminati dalla corsa ai playoff i Titans possono finalmente concentrarsi sul futuro, che con una scelta nelle prime dieci del prossimo Draft e una montagna di soldi da spendere in free agent potranno agire sulle aree più problematiche del roster. Will Levis continua a mostrare sufficienti progressi per giocarsi il ruolo di starter al prossimo training camp, spiccano le sole 9 yard collezionate da un Derrick Henry che con tutta probabilità non sarà più a roster nel 2024, la squadra resta in partita fino ai minuti conclusivi del supplementare, perdendo il confronto diretto contro i Texans con un field goal.
25) Chicago Bears (5-9) (=) I progressi difensivi sono evidenti, nelle ultime quattro uscite sono infatti giunti 14 turnover, dato eclatante, ma i Bears non hanno perso il vizio di vedersi disintegrare vantaggi confortevoli. Il 17-7 di predominio contro i Browns viene annientato da un secondo tempo ricco d’inefficienza offensiva, con Justin Fields impossibilitato a correre e autore di un misero 36% di completi nella ripresa, nonostante venga sfiorato il miracolo con l’Hail Mary pass dell’ultimo secondo che Darnell Mooney si fa sfuggire di un nulla.
26) New York Giants (5-9) (=) Tornano alla sconfitta dopo una striscia positiva, pagando i sette sack subiti da Tommy DeVito con responsabilità da distribuire tra il medesimo quarterback e la linea offensiva, trovando poca linfa vitale in un reparto contraddistinto dalle altalenanti prove dei ricevitori, che per l’occasione recuperano il tight end Darren Waller. Solo 6 i punti a referto contro i rivitalizzati Saints, contro i quali la difesa non riesce a fare abbastanza concedendo a Derek Carr una delle migliori uscite dell’anno.
27) Los Angeles Chargers (5-9) (-4) Ultimo chiodo sulla bara dei Chargers di quest’anno, giunto attraverso una prova vergognosa per impegno e dedizione. Sotto di cinque mete in prossimità dell’intervallo, responsabili di un passivo di 63 punti segnati dagli arci-rivali Raiders, i losangelini capitolano gravemente dando il via a una totale ristrutturazione che ha già avuto luogo attraverso il licenziamento di Brandon Staley e Tom Telesco.
28) New York Jets (5-9) (=) Non fanno a tempo a gioire per la secca vittoria contro Houston che cadono nuovamente da un dirupo altissimo, prendendone 30 da Miami senza Tyreek Hill incasellando un bello zero nel computo dei punti a referto. Il gioco offensivo è inesistente, sia Wilson che Siemian risultano inconcludenti, le corse sono annichilite, e il primo tempo porta una produzione netta di sole 4 yard. Impensabile pensare di fare nemmeno il solletico ai Dolphins in tali condizioni, ma ciò che fa riflettere di più è proprio l’ennesima brutta figura rimediata in stagione.
29) Arizona Cardinals (3-11) (=) Giocano più che degnamente un confronto offensivo dove tengono testa ai 49ers per lunghe porzioni di gara, capitolando dal punto di vista difensivo. Spiccano le 234 yard su corsa inflitte alla migliore squadra NFL grazie ai contributi di James Conner e Emari Emercado, i Cardinals riescono addirittura a produrre 30 yard in più rispetto ai titolati avversari divisionali ma concretizzano molto poco, anche a causa dei due intercetti di Kyler Murray.
30) Washington Commanders (4-10) (=) Non servono due fumble recuperati nel primo tempo, perché l’attacco non capitalizza nessuna di tali opportunità, mostrando una semi-totale assenza di motivazione. Jacoby Brissett colleziona 124 yard su passaggio nel giro di poco tempo, senza faticare a superare il precedente fatturato totale di Sam Howell, se non altro Terry McLaurin viene maggiormente coinvolto e segna due rare mete nella stessa gara, togliendosi una soddisfazione personale dopo una stagione troppo frustrante. Alcune amnesie difensive aprono lo scenario idoneo a grandi giocate dei Rams, che non faticano troppo a dominare nonostante la ristretta differenza nel punteggio conclusivo.
31) New England Patriots (3-11) (=) Rimangono competitivi a lungo contro Kansas City grazie alla difesa, che recupera ben tre palloni, ma rimangono affossati da una prova offensiva dove Bailey Zappe non trova la continuità necessaria dopo l’incoraggiante prestazione contro Pittsburgh. Tante, troppe, le penalità offensive che determinano il mancato avanzamento dell’attacco, alle quali si aggiunge un intercetto del tutto evitabile derivante da una decisione di pessima qualità, creando i presupposti per il maggior numero di sconfitte dell’era-Belichick da ventitré anni a questa parte, sperando che l’agonia possa terminare presto.
32) Carolina Panthers (2-11) (=) Vincono miracolosamente la seconda gara stagionale, sotto una pioggia battente e contro una rivale divisionale, mettendola pure in difficoltà per i playoff. Gara poco entusiasmante in attacco ma come spesso è accaduto nell’ultimo mese assolutamente concreta in difesa, reparto che tiene in gara la squadra fino all’ultimo determinante possesso, dove Eddie Pineiro calcia il field goal che fa esultare i quattro gatti presenti allo stadio.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.
Stucchevoli anche in questa occasioni i festeggiamenti da sb dei penosi panthers
Quest anno da tifoso ravens non posso dire nulla.. a parte gli infortuni. Resta da vedere cosa faranno nei playoff.
Avversario rognoso x tutti quest anno
Anche a me i Bills sembrano quelli del 2021: grosse difficoltà a metà stagione, con New England che sembrava essere scappata via nella corsa al titolo divisionale, poi resurrezione a dicembre, filotto di vittorie (compreso lo scontro diretto coi Patriots in trasferta) e primo posto nella division. Un rullo compressore fermato solo dal fondersi di due fattori imponderabili: Patrick Mahomes e una monetina malevola.
Però, rispetto a due anni or sono, c’è una grande differenza: i Miami Dolphins del 2023 sono molto più forti dei New England Patriots del 2021 e andare a batterli a casa loro nell’ultima partita sarà tutt’altro che semplice. E perderla, probabilmente, significherebbe non andare nemmeno a wild card, salvo suicidi di massa delle altre squadre. Per me, a oggi, le percentuali dei Bills sono queste: 40% di vincere la Afc East, 10% di andare a wild card, 50% di restare fuori dei playoff.