Ogni domenica di football è una bella domenica di football, tuttavia quella che abbiamo appena vissuto è stata tutto fuorché combattuta: solamente quattro partite sono terminate con uno scarto inferiore/uguale al touchdown.
Credo sia lecito affermare che ci poteva andare decisamente meglio.

La partita più emozionante della settimana ha avuto luogo a Cleveland, dove dei mai domi Browns sono riusciti a sopravvivere a dei solidi Bears con un provvidenziale 20 a 17.
Dopo i primi tre quarti la magia di Flacco sembrava essere svanita, una marea di errori e intercetti – ben tre – ci avevano messo davanti a un quarterback ben diverso rispetto a quello visto anche solo sette giorni fa, ma per fortuna sua e dell’attacco la difesa non ha mai permesso a Fields e compagni di prendere il largo – come testimoniato dal 17 a 7 Bears con il quale le due squadre si sono presentate all’ultimo quarto.

Dopo un turnover on downs di Fields, Cleveland si è riportata sotto di un possesso grazie a un piazzato da 33 yard di Hopkins. Uno scambio prolungato di punt – tre consecutivi – ha preceduto la giocata della giornata, ossia quella che ha impattato il punteggio sul 17 pari: un lancio apparentemente folle di Flacco ha trovato le sempre affidabili mani di Cooper che, una volta ricevuto il pallone, ha acceso il turbo sulla sideline mettendo tutto il reparto difensivo nello specchietto retrovisore.
Tre minuti da giocare, tutto da rifare per i Bears che, però, con un paio di primi down potrebbero mettere Santos nella posizione di vincerla.

Niente da fare, un altro three n’ out: palla nuovamente ai Browns.
Un paio di ricezioni da più di 30 yard dell’ispiratissimo Njoku catapultano Cleveland in red zone, dove saggiamente optano per far bruciare i timeout agli avversari prima di chiedere a Hopkins di regalar loro il vantaggio con un piazzato da meno di quaranta yard.

Cleveland fa quello che deve fare, Hopkins pure, 20 a 17 per i Marroni: Fields, però, ha ancora a disposizione una trentina di secondi.
Un guadagno da trenta yard di Scott dà speranza a Chicago che, nei pressi della metà campo, ha un paio di snap per mettere Santos nella posizione di pareggiarla: i tentativi dei Bears si spengono inesorabilmente al suolo, c’è il tempo per un ultimo disperato tentativo. C’è il tempo per una preghiera.

Fields riceve lo snap, naviga nella tasca quel tanto che basta per permettere ai suoi ricevitori di arrivare in end zone per poi spedire in orbita l’ovale: un rimbalzo favorevole fa schizzare il pallone nei pressi di Mooney che, forse stupito, forse impreparato, non riesce ad afferrarlo e rispondere alla preghiera del suo quarterback.
Vittoria non particolarmente bella ma fondamentale, sul 9-5 i playoff sono sempre più vicini: Cleveland ci crede e fa bene a farlo.

Siamo arrivati a tanto così dal primo pareggio della stagione, ma fortunatamente per Houston l’affidabile kicker Ka’imi Fairbairn ha recuperato giusto questa settimana dall’infortunio che gli è costato diverse partite nell’ultimo mese: una bomba da 54 yard a tempo scaduto nei supplementari ha scolpito su pietra il fondamentale 19 a 16 con cui Houston si è imposta su Tennessee.
Con Keenum under center l’attacco dei Texans per due quarti è stato impalpabile: anche grazie a una pick six di Elijah Molden Tennessee si è recata negli spogliatoi sopra 13 a 3, un vantaggio tutto sommato rassicurante in luce dello stato di forma dell’attacco dei Texans.
Da segnalare un extra point sbagliato da Folk: ecco qui il delta fra una vittoria insperata e una beffarda sconfitta ai supplementari.

Nella seconda metà Houston è apparsa rinvigorita e finalmente organizzata, ma purtroppo per loro tutti i drive terminavano tassativamente con un piazzato di Fairbairn.
Sotto di sette punti con metà quarto rimasto da giocare, Keenum si è evidentemente ricordato di essere stato un titolare in questa lega: l’attacco dei Texans comincia a muovere metodicamente le catene fino a giungere in red zone, dove dopo un paio di tentativi conclusi con un nulla di fatto Keenum cerca e trova Noah Brown in end zone per il primo touchdown della giornata, quello del pareggio.

Da lì in avanti solo occasioni sprecate, in quanto prima del termine dei tempi regolamentari entrambe le squadre avrebbero un paio di opportunità a testa per portarsi a casa l’intera posta in palio, ma gli attacchi iniziano a rendersi protagonisti di dolorosi giri a vuoto.
I supplementari si rivelano essere coerenti con quanto appena descritto, né Levis né Keenum riescono a trovare il guizzo vincente… fino a un minuto e quaranta dalla fine, quando Keenum pesca Singletary completamente libero per un provvidenziale guadagno da 41 yard.

Singletary, in realtà, sarebbe pure andato a vincersela questa partita dato che un paio di snap dopo avrebbe segnato il touchdown della vittoria… touchdown naturalmente annullato per holding: se vogliono vincerla devono affidarsi al piede destro di Fairbairn, chiamato a trasformarsi in eroe con uno spinoso piazzato da 54 yard.
Che ovviamente trova il centro dei pali.
L’obiettivo dei Texans era la sopravvivenza e, forse condannando i propri tifosi a una sofferenza a tratti gratuita, sono sopravvissuti.

Certe vittorie sono in grado di definire una stagione. Per mesi abbiamo timidamente tessuto le lodi a un Baker Mayfield apparentemente rigenerato dal clima della Florida: ora dobbiamo sbarazzarci della timidezza. Mettendo insieme quella che mi sento di definire come la miglior partita della sua carriera, Mayfield ha regalato ai suoi Buccaneers un fondamentale 34 a 20 su dei Green Bay Packers che non hanno saputo tenere il passo all’attacco guidato dall’ex prima scelta assoluta.

Per tre quarti quella andata in scena a Lambeau Field è stata una partita estremamente equilibrata, un piacevole botta e risposta fra due attacchi tutto sommato in salute, ma dopo che Green Bay si è portata sotto di tre punti grazie a un touchdown di Jayden Reed Mayfield ha cominciato a dipingere football dirigendo due scoring drive consecutivi ai quali i padroni di casa non sono stati in grado di rispondere.
Come vi dicevo, partita monumentale di Mayfield che ha concluso con un passer rating di 158.3, il sinonimo numerico di perfezione: l’ex QB dei Marroni ha lanciato per 381 yard e quattro touchdown, sfruttando alla perfezione la giornata di grazia di un indemoniato Godwin che con 10 ricezioni per 155 yard ha convertito giusto un paio di terzi down.

La vittoria dei Buccaneers è stata resa ancora più dolce dal sorprendente 9 a 7 con cui i Carolina Panthers hanno preso lo scalpo ai desolanti Atlanta Falcons. L’incessante diluvio di Charlotte ha sabotato entrambi gli attacchi al punto che nessuno dei due è stato in grado di andare oltre quota 300 yard di total offense.
Sopra 7 a 6 Atlanta e con il pallone in red zone nel cuore dell’ultimo quarto, Atlanta sembrava essersi messa nella posizione di vincerla anche solo con un piazzato, ma purtroppo per loro Ridder ha lanciato un vergognoso intercetto nei pressi della goal line che ha tolto ad Atlanta punti col senno di poi provvidenziali.

Young, con carattere e sangue freddo, ha messo insieme un drive pressoché perfetto da 17 giocate che ha permesso al cronometro di arrivare al triplo zero nel momento esatto in cui il piede di Piñeiro ha spedito in orbita il piazzato della vittoria.
Permettetemi di complimentarmi con Arthur Smith che, in una giornata in cui ogni velleità di gioco aereo è stata sabotata dal diluvio, ha pensato bene di dare la bellezza di otto tocchi a Bijan Robinson, il loro miglior giocatore: giusto così, dopo tutto è stato selezionato solamente nella top ten dell’ultimo draft.

In cima alla NFC South con i Buccaneers troviamo i Saints che si sono sbarazzati agevolmente dei Giants: 24 a 6 il punteggio finale di una partita mai veramente in discussione.
La difesa di Dennis Allen ha massacrato il povero Tommy DeVito costringendolo ad assorbire ben sette sack che condannavano lo sterile attacco dei Giants a continui a terzi-e-lungo: New York è riuscita a convertire solamente due dei sedici terzi down giocati.
Dall’altra parte, un Carr finalmente cinico ha lanciato tre touchdown sfruttando nel migliore dei modi ogni singolo viaggio in red zone, impresa tutt’altro che banale per questi Saints.

Torniamo in AFC, dove dei Dolphins privi del mitologico Tyreek Hill sono passati senza alcuna difficoltà sui resti dei New York Jets: dite che il 30 a 0 finale sappia rendere giustizia al monologo di Miami?
New York ha concluso la partita con la miseria di 103 yard di total offense e quattro turnover che hanno reso tutto facile a Tagovailoa e compagni: da segnalare la prestazione mostruosa dello spesso dimenticato Waddle che con 142 yard e un touchdown non ha fatto rimpiangere l’inimitabile Hill.
Non ho nient’altro da aggiungere su questa partita, tutto decisamente troppo facile per Miami.

Tornano a vincere – non senza qualche difficoltà – i Kansas City Chiefs che passano 27 a 17 su dei buoni, almeno per i loro standard, New England Patriots.
Decisivo si è rivelato essere il parziale da 13 a 0 Chiefs nel terzo quarto, poiché per metà partita la difesa di Belichick era riuscita a limitare brillantemente Mahomes che con un intercetto a una decina scarsa di minuti dal fischio finale aveva pure rischiato di rimetterli in gioco, visto che New England aveva trovato i sette punti pochi snap dopo: fortunatamente per Reid e i suoi ragazzi contro questi Patriots errori del genere tendono a non rivelarsi quasi mai fatali.
Sugli scudi il sempre più importante Rashee Rice che con 9 ricezioni per 91 yard e un TD ha sopperito alla giornata no di un irriconoscibile Travis Kelce.

Era la partita della giornata ma, purtroppo per tutti noi, è stato difficile anche solo definirla come tale: i Buffalo Bills, i rigenerati Buffalo Bills, hanno massacrato i Dallas Cowboys con un perentorio 31 a 10 che porta un solo nome e cognome, quello di James Cook.
L’elettrizzante – e finalmente coinvolto – running back dei Bills ha predicato football guadagnando circa il 63% delle yard di total offense generate dai Bills: il fratellino di Dalvin ha concluso con 221 yard dallo scrimmage e un paio di touchdown, uno via aria e uno via terra.

Dall’altra parte la difesa ha soffocato Prescott e compagni con pressione costante e copertura pressoché perfetta, tant’è che Dallas ha messo a segno il primo e unico touchdown della loro giornata a un paio di minuti dal fischio finale in pienissimo garbage time.
Ora Buffalo comincia a fare seriamente paura, il fatto che possano dominare una partita del genere contro un’avversaria di qualità come Dallas con Allen che completa solamente sette passaggi è semplicemente terrificante.
Avevano bisogno di licenziare l’offensive coordinator per capire che mettere la palla in mano a Cook sia spesso una buona idea?
Con questa vittoria Buffalo diventa ufficialmente la squadra che nessuno vorrà incrociare ai playoff.

A questo punto, che ci piaccia o meno, ci troviamo costretti a proclamare Brock Purdy come quasi certo MVP del 2023: il 45 a 29 con cui San Francisco si è sbarazzata dei rognosi Cardinals è arrivato al termine dell’ennesima prestazione esaltante del quarterback dei 49ers che, tanto per cambiare, ha lanciato quattro touchdown pure ieri.
Arizona è rimasta in partita per almeno due quarti rispondendo – quasi – colpo su colpo ai ‘Niners che, però, nel terzo quarto hanno messo la freccia grazie a due dei tre touchdown della giornata di McCaffrey.
Questi ‘Niners sono troppo esplosivi per essere veri.

Nonostante i commoventi tentativi dei Rams di tenerli in partita il più possibile, i Commanders non sono riusciti a portare a termine quella che sarebbe stata una rimonta tanto improbabile quanto inspiegabile: sotto 28 a 7 a inizio dell’ultimo quarto, con Brissett under center Washington ha risalito la china fino a fissare il punteggio sul 28 a 20 Rams finale.
Los Angeles ha dominato e in egual misura sprecato sbagliando piazzati e commettendo fumble più che sanguinosi in zona punti – credo che inizierò a usare questa locuzione più spesso: da segnalare a tal proposito i due fumble di Kyren Williams che, ciò nonostante, ha concluso la sua giornata con più di 150 yard e un touchdown.

Continuano a vincere e a perdere playmaker in attacco i Baltimore Ravens, che si portano a casa un prezioso 23 a 7 sui Jacksonville Jaguars reso sicuramente amaro dall’infortunio che li priverà per il resto della stagione dell’esplosivo Keaton Mitchell.
In una giornata in cui il gioco aereo ha faticato a prendere quota, Baltimore è tornata a muovere le catene via terra guadagnando ben 251 rushing yard, numero che ha permesso loro di dominare la battaglia per il tempo di possesso e che, immagino, abbia messo parecchia pressione sulle spalle di un Trevor Lawrence particolarmente sciupone che, oltre ad aver perso due fumble, ha portato a casa zero punti dalla bellezza di tre viaggi in red zone.

10 thoughts on “Il riassunto della quindicesima domenica del 2023 NFL

  1. Grandi Bills (e anche Cincy ieri). No, dare la palla ogni tanto al tuo RB non è certo una cattiva idea ma come scrivo ogni tanto, nell’universo NFL c’è posto anche per qualcuno che ogni tanto pare fare valutazioni con criteri abbastanza singolari.

    L’opposto di Steelers e Packers insomma, che vedono bene di dilapidare quel po’ di buono costruito finora. Situazione che un po’ conosco, anche se per fortuna i Niners possono anche permettersi di disertare tre partite e rimanere in corsa lo stesso. A proposito di loro sì, Purdy MVP sarebbe una storia bellissima. Ma mancano ancora un sacco di gare e soprattutto, l’MVP è uno di quei titoli un po’ effimeri che fa contorno se poi succede qualcosa d’altro, secondo me. Altrimenti non so, a me non piacerebbe gran che. Niners che vincono ma non mi convincono. Concediamo troppo ma che dico troppo, molto. Poi la differenza di talento mette a posto le cose ma non siamo stati gran che brillanti in difesa. Cioè, gli exploit ci sono, ma la conduzione difensiva “ordinaria” mi sembra deficitaria. Mi rincuora solo il fatto che con quelle forti siamo stati più attenti.

    • Buona giornata. Concordo con la tua analisi. Alla fine ennesima vittoria divisionale quindi tutto 👍 ok. Sempre grazie a Mattia. 🙋‍♀️

    • E nonostante i Ravens abbiano raccolto il ns talismano portasfiga, io temo assai la sfida natalizia. Bisogna che i ns difensori si diano una bella sveglia, soprattutto sugli attacchi terrestri. E il trio Bosa, Hargrave e Young si ricordino di essere i migliori pass rushers del campionato. Perché bisognerà saltare addosso a Jackson il più in fretta possibile.
      Concordo sul discorso MVP, un contorno che senza pietanza può risultare assolutamente insipido, anche se oggettivamente potremmo averne due….BP del campionato e CMC del SB, quindi, per rimanere un giusto tifoso dei Niners, non prenderemo nessuno dei tre…..

  2. La notizia buona è che abbiamo ritrovato i veri Bills; anzi, forse qualcosa di ancor meglio, perché un rb così forte non lo vedevamo dai tempi di McCoy. L’altro lato della medaglia è che con questa vittoria è matematico che in caso di parità Buffalo avrà un record di conference peggiore di Cleveland, Pittsburgh, Houston, Indianapolis e Denver. Ce lo avrà migliore solo rispetto a Cincinnati, con cui però ha perso lo scontro diretto. Quindi non si può arrivare alla pari: bisogna vincere una partita in più delle avversarie.

    Non credo che un 10-7 basti: penso che altre tre squadre arriverebbero a 10-7 e Buffalo resterebbe fuori dei playoff per i tie-breaker. Ritengo che ci possano arrivare Cleveland, una tra Indianapolis e Houston (c’è lo scontro diretto l’ultima giornata) e Denver (ha tre partite facilissime). Quindi bisogna arrivare a 11-6: vuol dire che siamo obbligati a vincere l’ultima a Miami.

  3. Ennesima dimostrazione del fatto che Dallas non ama le partite all’aperto. Soprattutto dove fa freddo e c’è brutto tempo. Buffalo aveva inoltre motivazioni maggiori, ha meritato sicuramente. Riguardo i miei niners… ogni volta che leggo i tuoi complimenti faccio tutti gli scongiuri possibili :o)

  4. Non ho parole per la sfiga dei Ravens..
    Dopo Dobbins avevamo trovato la soluzione e pure questa va a farsi benedire…
    Cribbio

  5. Non c’è niente da fare, anche per quest’ anno non ci resta che guardare gli altri alzare il Superbowl. FORZA COWBOYS COMUNQUE PER SEMPRE….

  6. Non ho capito i tifosi 49ers… vogliono vincere tutte le partite 40-0 da qui a Febbraio?
    Io senza nulla togliere a Purdy, l’mvp lo darei a Mccaffrey. Sennò sarebbe ora che cambino il nome del premio in mqp

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