Non saprei dirvi nemmeno io il motivo, ma per ragioni che tuttora maledico qualche anno ho deciso di aggiungere i miei pronostici alla guida settimanale: cosa vuoi che sia pronosticare una partita di NFL? Il football è uno sport così complicato che tendenzialmente fa il giro fino a diventare semplice: di norma vince la squadra più forte.
Non mi sarei mai immaginato di accumulare così tante figuracce a cadenza settimanale.

Se la tua linea d’attacco oggettivamente scarsa si trova costretta a fronteggiare un marziano come Aaron Donald – o chi per lui – il risultato finale è altamente prevedibile, Donald metterà le mani addosso al quarterback perché nel football il più forte vince – quasi – sempre. Veramente, il football sulla carta non è un gioco difficile, il reparto più forte si impone su quello più debole.
Non quest’anno. E infatti pronosticare per me non è mai stato così difficile.

Il 2023 sta distruggendo il rapporto causa-effetto che regolava silenziosamente questa lega. Perdi il quarterback titolare per la parte restante della stagione? Perdi tutte le partite, semplice.
Poi vedi i Bengals battere squadre da playoff sotto la guida di Jake Browning, i Browns mettere insieme un’ottima stagione pur non potendo praticamente mai contare su Deshaun Watson, i Colts sfangarla consistentemente con Gardner Minshew – giuro che un giorno in un articolo vivisezionerò la mia antipatia nei suoi confronti -, i Giants comportarsi meglio sotto la guida di Tommy DeVito che del neomillionario Daniel Jones… potrei andare avanti.

In quattro giorni abbiamo visto la corsa dei lanciatissimi Steelers essere arrestata bruscamente dagli Arizona Cardinals e dai New England Patriots, squadre che nel corso della loro deludente – per motivi diversi – stagione avevano già preso lo scalpo rispettivamente a Dallas Cowboys e Buffalo Bills.
Mai come quest’anno nessuna partita si può considerare vinta prima che le squadre scendano effettivamente in campo: Zach Wilson ha regalato il primo dispiacere stagionale ai Philadelphia Eagles – quando ancora sembravano essere imbattibili.
Avete visto cos’è successo lunedì notte?

Non è tanto che Miami abbia perso contro dei Titans il cui unico obiettivo è portare a termine decorosamente la stagione, è come abbiano perso: dopo aver segnato due touchdown in un minuto Miami ha buttato via la partita concedendone altrettanti nello stesso minuscolo intervallo temporale. Se da Miami qualcosa del genere possiamo anche aspettarcelo, da Tennessee non di sicuro.
Nel mentre i New York Giants di Tommy DeVito, squadra in antitesi con la parola vittoria, andavano a battere in extremis dei Green Bay Packers reduci dalle esaltanti vittorie sui Detroit Lions e Kansas City Chiefs: vai a sapere.
Vai a pronosticare.

È difficile individuare una squadra nettamente superiore alle altre.
I 49ers, attualmente quelli più in forma e pericolosi, a ottobre hanno mandato nel panico i loro tifosi perdendone tre di fila.
I Ravens continuano imperterriti a buttare partite che dovrebbero vincere.
Gli Eagles restano forti ma hanno i loro problemi, eccome se hanno i loro problemi.
I Chiefs non sono mai stati così vulnerabili e quando provano a tornare immortali… finiscono in fuorigioco.
Bengals e Bills, per motivi diversi, annaspano su un record che non ci saremmo potuti aspettare ad agosto.
I Cowboys, forse insieme ai ‘Niners quelli che stanno giocando meglio da più tempo, li attendiamo con ansia a gennaio.

Chiunque è battibile, e mai come quest’anno chiunque può battere chiunque.
Quello spirito etereo che un Tom Brady atipicamente boomer ha definito come mediocrità, io lo definirei equilibrio. C’è tanto equilibrio: se non mi credete guardate i record.
In AFC troviamo ben nove squadre racchiuse in una vittoria: a separare i Chiefs attualmente terzi e i Bills undicesimi ci pensa solamente una misera vittoria. Sei squadre completamente diverse sono appaiate sul 7-6. Bills e Bengals sfoggiano lo stesso record di Texans, Colts, Broncos e Steelers. Serve qualche similitudine per restituirvi lo stupore di cui è permeata l’ultima mia affermazione?

Non che in NFC la situazione sia troppo diversa, poiché dopo la santa trinità 49ers-Cowboys-Eagles troviamo degli incerti Lions e uno sciame di squadre con sei o sette vittorie. La classe media in NFC non è affluente come dall’altra parte, ma Packers, Rams, Vikings – per come si era messa la stagione – e Buccaneers si stanno rendendo protagoniste di stagioni sopra le aspettative.
L’unico caso in cui “equilibrio” diventa sinonimo di “mediocrità” ci è fornito dalla NFC South, la Meg Griffin delle division NFL: viviamo in un mondo in cui il bistratto Baker Mayfield potrebbe essere – senza condizionale – il miglior quarterback della propria division.

Aspettatevi di tutto, non dite gatto finché non ce l’avete nel sacco ché prima che possiate aprirlo verrete storditi da un paio di impronosticabili upset che, a questo punto, non ha nemmeno più senso definire come tali. Come si può parlare di upset se oramai sono diventati un appuntamento settimanale? Dov’è la sorpresa? Dov’è l’imprevedibilità in qualcosa di sempre più prevedibile?
L’esorbitante numero di backup quarterback ha indubbiamente inficiato sulla qualità media del gioco, tuttavia parlare di mediocrità resta ingeneroso. Come già anticipato poc’anzi, i tanti sostituti hanno mediamente eclissato le nostre aspettative tenendo in piedi reparti offensivi che sembravano destinati al tracollo.

Siamo a metà dicembre e i Giants di Tommy DeVito hanno una possibilità concreta di accedere alla postseason. I Denver Broncos si sono elevati da barzelletta a squadra che in qualche modo ha trovato un equilibrio sufficientemente funzionale per poter ambire ai playoff in quella tonnara di conference che risponde al nome di AFC. In un battito di ciglia i Texans sono passati dal tanking – che ricordiamo non esistere – al giocarsela ad armi pari contro chiunque. Pure in questo caso potrei andare avanti, ma non lo faccio.
Quest’anno nulla è scontato e noi, in quanto appassionati, non possiamo chiedere di meglio.

Mancano quattro giornate al termine della regular season ed eccezion fatta per Panthers, Patriots, Cardinals e forse Commanders chiunque è ancora in vita, chiunque ha qualcosa di tangibile per cui giocare. Se per qualcuno questo è l’ennesimo sintomo di mediocrità non c’è alcun problema, sono punti di vista ed è giusto che siano tanti e diversi fra loro, ma di nuovo, in quanto appassionati non possiamo chiedere di meglio.
Il football è così poco che sarebbe un peccato svuotarlo di significato con una sfilza di partite le cui uniche implicazioni sono date dalla potenziale posizione al draft della squadra perdente.
Fra uno sbadiglio, un intercetto e un infortunio quest’anno mi sto veramente divertendo.

9 thoughts on “Quest’anno il vero padrone della NFL è l’equilibrio

  1. Buongiorno Mattia, leggerti già tre volte in una settimana aspettando le previsioni per la week 15 non ha prezzo. Mi lancio in questa affermazione: Tom Brady è invidioso di non essere parte di questo campionato così equilibrato ed imprevedibile!
    Ok, adesso insultatemi pure….
    Io sono dell’opinione che questo sia uno dei più bei campionati (fin’ora) a cui ho assistito. Altro che mediocrità. Le vittorie degli underdog dicono molto chiaramente che: il reparto più forte non deve sottovalutare quello più debole! Altrimenti finisce come, ad esempio, Titans-Dolphins. A me pare evidente che il reparto difensivo prime e quello offensivo dopo, hanno sottovalutato i Titans subito dopo la segnatura del 13-27, differentemente non mi spiego un primo drive da nemmeo 10 yarde ed il drive conclusivo dei Titans, quello del sorpasso, avvenuto in sole 4 plays.

  2. Eppure mi ricordo che quando Gardner Minshew fece le sue primissime apparizioni a Jacksonville non ti era antipatico. Cos’è successo? :)

    • Forse gli ricorda qualcuno che coi baffi lo picchiò da piccolo XD se no non si spiega…anche nell’ultima intervista della settimana scorsa a me non sembra per niente un tipo antipatico

  3. Taylor Swifter porta sfiga. Vada a fidanZarsi con qualcuno del Ravens, tanto TrEvis lo trova facilmente un rimpiaZZo adeguato.

  4. Il Football Americano era già il più bello sport prima di quest’anno…ma quest’anno fa sembrare gli altri sport il Curling.
    Tommy De Vito che dopo i Touchdown fa quel gesto con sugli spalti il padre euforico vestito da Calogero nel film “Bronx-A Bronx Tale” è la copertina di uno show inarrivabile. Spero per il ragazzo continui così peccato solo che Daniel Jones ha appena firmato un contrattone

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