Non potevamo sicuramente aspettarci che la partita più spettacolare della settimana avrebbe avuto luogo a Nashville, dove per sancire una vincitrice fra Titans e Colts sono stati necessari i tempi supplementari: faticando più del previsto, i Colts si sono portati a casa un fondamentale 31 a 28 che alimenta il sempre più concreto sogno playoff.

Un paio di touchdown di Derrick Henry avevano permesso a Tennessee di prendere il largo e portarsi sul 17 a 7 con una decina abbondante di minuti rimasti da giocare nella prima metà.
Malgrado un disastroso fumble di Minshew in piena red zone, l’attacco dei Colts ha continuato imperterrito a muovere le catene salvo poi doversi accontentare un po’ troppo spesso di piazzati che hanno fissato il punteggio sul 17 a 13 Titans al termine del primo tempo.
I secondi trenta minuti di gioco sono stati a loro modo unici.

Prima Indianapolis è stata costretta ad accontentarsi nuovamente di un piazzato dopo un ottimo drive da 19 giocate che si è esteso per più di dieci minuti, poi ecco una delle sequenze di football più improbabili che io abbia mai visto.
Dopo un three n’ out di Tennessee, Grant Stuard ha riportato in end zone un punt bloccato regalando finalmente a Indianapolis i sette pun… oh no.

Indianapolis, provvisoriamente sopra di 5, ha saggiamente optato per la conversione da due punti in modo da regalarsi un intero possesso di vantaggio, peccato che il lancio di Minshew abbia trovato le mani di Amani Hooker che, purtroppo per lui e i Colts, gioca con i Titans. A separare il defensive back di Tennessee dalla end zone c’era solamente Gardner Minshew che non ha avuto modo di fermare la corsa dell’avversario conclusa in end zone per una pick two – si chiama così? – che ha regalato due punti ai Titans portandoli sotto solamente di tre sul 22 a 19.
Punt bloccato e intercetto riportato in end zone sulla seguente conversione da due punti: avete mai visto qualcosa di simile?

Palla dunque ai Titans, nuovo three n’ out ed ecco l’imponderabile: questa volta il piede del povero punter Stonehouse non ha neanche l’opportunità di dare un bacio al pallone ché nemmeno tempo di riceverlo che gli materializza davanti Tony Brown che forza il fumble e, sciaguratamente, procura un infortunio a Stonehouse.
Nemmeno questa volta, però, Indianapolis riesce a sfruttare appieno l’occasione ricevuta in quanto costretta nuovamente ad accontentarsi dei tre punti.
Tennessee, però, non si perde d’animo. L’attacco dei Titans ricomincia a muovere le catene con autorevolezza trovando pure modo di sopperire all’infortunio di Derrick Henry, estromesso dalla contesa per una concussion: Levis, arrivato a due passi dalla end zone, trova le mani sicure di DeAndre Hopkins per il touchdown del… pareggio?

Ebbene sì, Tennessee fallisce l’extra point anche a causa dell’infortunio occorso poco minuti prima a Stonehouse, holder per Nick Folk: a tenere il pallone al navigatissimo kicker dei Titans troviamo Ryan Tannehill che, purtroppo, non è impeccabile nella gestione dell’ovale che non si avvicina nemmeno ai pali.
Da qui in avanti ci viene offerta solamente futilità offensiva: sul 25 a 25 nessuna delle due squadre riesce a imbastire un drive che possa regalare perlomeno al kicker l’opportunità di muovere il punteggio.

Tempi supplementari, quindi. La moneta strizza l’occhio a Tennessee che consapevole dell’importanza dell’occasione ricevuta ricomincia a muovere le catene salvo poi impantanarsi alle porte della red zone: Folk, questa volta, è impeccabile e regala a Tennessee un vantaggio che con uno stop difensivo potrebbe valer loro la vittoria.
Indianapolis, però, ha decisamente troppo in ballo per non vincere una partita del genere e così, dal nulla, ecco la giocata che cambia la partita: Minshew testa la profondità e trova le mani di Alec Pierce che con una magnifica ricezione da 55 yard porta i suoi dentro le cinque avversarie.
Dopo un incompleto Minshew connette con Pittman per il touchdown della vittoria: 31 a 28 Colts, è finita, Indianapolis vola sul 7-5 e tiene più vive che mai le speranze per un’improbabile qualificazione ai playoff.

Era la partita della settimana e, malgrado abbia in un certo senso deluso per la scarsa competitività, non si può sicuramente dire abbia deluso da un punto di vista emotivo.
Mi sento piuttosto sicuro ad affermare che San Francisco stesse attendendo questo momento da mesi, da quando a gennaio il loro sogno Super Bowl è stato sabotato dallo sciagurato infortunio occorso a Brock Purdy che li ha costretti a giocarsi un pass per il Super Bowl senza quarterback: ieri non c’è stata storia, i 49ers hanno barbarizzato gli Eagles con un eloquente 42 a 19.
Eppure erano partiti malino con due three n’ out che, però, Philadelphia non ha saputo sfruttare appieno regalandosi solamente due field goal: da lì in avanti è stato un monologo degli ospiti.

Escludendo l’ultimo drive della partita, San Francisco ha concluso ogni singolo possesso con un touchdown. Philly nel mentre ha provato a tenere in vita la partita con mete sporadiche firmate da Hurts e Smith, ma non c’è stato niente da fare, ogni volta che l’attacco dei ‘Niners aveva la palla l’esito era scritto: touchdown.
Partita impressionante di Brock Purdy che ha lanciato ben quattro touchdown, due dei quali ricevuti da un indemoniato Samuel che, per non farsi mancare niente, ne ha firmato uno pure su corsa. Da segnalare pure il solito touchdown di McCaffrey, il solito touchdown di Aiyuk e uno dello specialista dei terzi down Jennings.
Spero che una vittoria del genere possa, almeno per una settimana, quietare i bollenti spiriti degli apprensivi tifosi dei 49ers: prova di forza monumentale quella di ieri.

Sotto una pioggia torrenziale che ha indubbiamente influenzato la contesa, a Foxborough è andato in scena l’ennesimo capitolo di una stagione che sembra uscita da un girone dantesco. Fra sbadigli, punt e incapacità di convertire terzi down, ai Chargers per regalarsi una vittoria non poi così utile sui Patriots sono bastati due piazzati di Dicker che hanno fissato il punteggio su un tennistico 6 a 0 per gli ospiti.
Non ho molto da raccontarvi di questa partita, il punteggio finale compendia magnificamente tutta l’inettitudine di cui siamo stati testimoni. Volete un dato? Vi regalo IL dato: nessuna delle due squadre, nel corso dei sessanta minuti di gioco, è stata in grado di trascinare un drive in red zone. Serve aggiungere altro?
È football pure questo, immagino.

Partita strana quella andata in scena a New Orleans dove per qualche quarto d’ora i Lions hanno flirtato con l’idea di emulare i Dolphins contro i Broncos e segnarne settanta. Dopo neanche sette minuti, infatti, Detroit era già sul 21 a 0: è a suo modo stupefacente che i Lions siano stati in grado di vincere “solamente” 33 a 28 contro dei Saints che non si sono mai dati per vinti.

Dopo un inizio più che traumatico, New Orleans ha risalito la china fino a portarsi sotto solamente di tre lunghezze sul 24 a 21 con venti minuti rimasti da giocare. Sotto di sei dopo un piazzato di Patterson, Carr ha omologato la partita con il suo marchio di fabbrica, ossia il turnover nel peggior momento possibile commettendo un sanguinoso fumble che ha regalato ai Lions il possesso nei pressi della red zone: Detroit, bramosa di chiuderla, si è portata sopra di due possessi con un pregevole touchdown su corsa di Jameson Williams.

I rabbiosi tentativi di rimonta dei Saints sono stati complicati dall’ennesimo infortunio di Derek Carr che, però, non ha impedito ai padroni di casa di portarsi sotto solamente di un possesso grazie al secondo touchdown della giornata di Alvin Kamara.
Il seguente three n’ out dei Lions ha regalato a Winston e compagni l’opportunità di raddrizzare la contesa e completare una rimonta a suo modo storico, ma purtroppo per loro i sogni sono sfumati a seguito di un turnover on downs a ridosso della metà campo.
Agli ospiti, a quel punto, sono bastati un paio di primo down per condurre il cronometro al quadruplo zero: partita veramente pregevole, soprattutto per com’era iniziata.
Da segnalare la prestazione monstre di Sam LaPorta che ha concluso con nove ricezioni per 140 yard e un touchdown.

Quella andata in scena a Pittsburgh non è stata una partita, ma una maratona. Due pause per maltempo hanno infatti trascinato nella late window un incontro cominciato alle 19: sorprende e non poco l’esito finale, dato che gli Arizona Cardinals hanno preso lo scalpo agli Steelers con un netto 24 a 10.
La notizia, oltre al risultato finale, è l’infortunio alla caviglia occorso a Kenny Pickett che con ogni probabilità gli costerà qualche settimana. Arizona, malgrado il netto delta tecnico, ha giocato una partita estremamente concreta dimostrandosi inarrestabile in red zone grazie anche a un grandissimo James Conner che ha concluso una partita indubbiamente diversa dalle altre con 105 yard e un paio di touchdown.

Arrestando quella dei Broncos, riprendono la propria marcia gli Houston Texans che si assicurano una vittoria fondamentale per un’eventuale qualificazione ai playoff grazie a un sofferto 22 a 17: dopo settimane di football efficiente e incredibilmente concreto, i Broncos sono incappati in un pomeriggio di hackettiana memoria tirandosi sistematicamente la zappa sui piedi a suon di turnover nei peggiori momenti possibili.
Dopo essere volata sul 13 a 0 Houston si è fatta progressivamente rimontare trovandosi sopra solamente di sei lunghezze – 16 a 10 – prima che Wilson sparasse il primo intercetto della sua giornata: ovviamente questo intercetto è stato tramutato in touchdown da Houston che con Nico Collins si è riportata sopra di due possessi.

Denver, zitta zitta, si è rifatta sotto grazie a un touchdown su corsa di Wilson che li ha messi nella posizione di vincerla con un possibile game winning drive di Wilson che, occorre dirlo, era partito sotto i migliori auspici – tutto questo dopo che il quarterback dei Broncos aveva lanciato un altro intercetto.
Con metodicità Wilson e compagni hanno percorso il campo portandosi in una situazione goal-to-go a una trentina scarsa di secondi dal termine: su terzo down, però, il lancio del numero 3 dei Broncos ha trovato nuovamente le mani di un difensore avversario – Jimmie Ward – che ha chiuso definitivamente i conti con il provvidenziale intercetto della vittoria.

La cosa che rende davvero simpatica la NFC South è realizzare che qualcuno, per forza di cose, dovrà vincerla. Al momento i favoriti sembrano essere gli Atlanta Falcons che grazie a uno stomachevole 13 a 8 sui sempre più inqualificabili New York Jets si sono regalati il primo posto in solitaria in division.
Il punteggio finale è piuttosto eloquente, quella andata in scena a New York è stata una battaglia di posizioni di campo scandita da punt – ben 16 complessivamente: l’unico touchdown della giornata è stato firmato dal tight end MyCole Pruitt nelle fasi iniziali del secondo quarto.
Da segnalare la disperazione di Saleh che ha già staccato la spina dall’esperimento Boyle spedendolo in panchina a scapito di Trevor Siemian che, però, non si è sicuramente rivelato più efficace del compagno di reparto.

No contest a Washington, dove gli straripanti Dolphins hanno umiliato i Commanders con un perentorio 45 a 15. Nella capitale non c’è mai stata partita, la difesa dei padroni di casa non aveva alcun tipo di risposta all’esplosività degli ospiti che si sono regalati un altro esaltante pomeriggio di football in cui Tyreek Hill si è avvicinato ulteriormente al dichiarato obiettivo delle 200 yard: l’incontenibile velocista di Miami ha infatti firmato due touchdown ai quali vanno aggiunte 157 yard che lo portano a 519 yard di distanza da quota 2000.
All’infuori di un paio di touchdown su corsa di Sam Howell l’attacco dei Commanders è stato totalmente neutralizzato dalla sempre più arcigna difesa di Miami che gli ha permesso di completare solamente 12 dei 23 passaggi tentati.

Doppiavù soffertissima per i Tampa Bay Buccaneers che con un 21 a 18 su dei Panthers sempre più senza speranze tengono vivo l’improbabile sogno playoff. Quella andata in scena a Tampa Bay non è stata sicuramente una partita chissà quanto spettacolare, ma va detto che i Buccaneers nel momento del massimo bisogno siano sempre riusciti a tirar fuori dal cilindro la giocata di cui necessitavano: Carolina, sotto di tre con più di tre minuti a disposizione, avrebbe pure avuto l’opportunità di portarla ai supplementari con un piazzato, ma il prodigioso Winfield nel momento della verità ha messo le mani sull’intercetto della vittoria.

Vi segnalo le 162 yard – e un touchdown – di Mike Evans che gli hanno permesso, per il decimo anno consecutivo, di firmare una stagione da 1000 yard: da quando è entrato in NFL nel 2014 il sottovalutato ricevitore dei Buccaneers non ha mai concluso una stagione sotto la quadrupla cifra di yard ricevute.
Questo, signori miei, è un futuro Hall of Famer.

Niente da fare per Joe Flacco. Malgrado vederlo sistematicamente cercare la profondità con ben calibrati lanci almeno venti yard fuori dal campo mi abbia commosso, alla fine non c’è stato nulla da fare: i sempre più lanciati Los Angeles Rams si sono portati sul 6-6 con un 36 a 19 infinitamente più combattuto di quanto possano suggerire i numeri a primo acchito.
Cleveland, infatti, a poco meno di nove minuti dal termine si è portata sul -1 grazie a un touchdown del tight end Bryant – seguito da un extra point sbagliato da Hopkins -, ma dopo aver ricevuto il pallone per il potenziale touchdown del sorpasso Flacco ha sparato un folle intercetto che ha permesso a Stafford e compagni di incrementare il vantaggio grazie a un touchdown di Kupp.
Una meta del solito Kyren Williams e un safety hanno fissato il punteggio sul 36 a 19 finale che, come avrete avuto modo di intuire, è un risultato davvero bugiardo.

Concludiamo la nostra rassegna con la vera sorpresa della giornata, il 27 a 19 con cui i Green Bay Packers hanno fatto lo sgambetto ai Kansas City Chiefs: attenzione, Jordan Love al momento sta giocando a un livello veramente alto.
Pure questa notte Love ha lanciato tre touchdown non commettendo alcun turnover, mentre dall’altra parte Mahomes e compagni si sono condannati a una serata di sofferenza concludendo con due piazzati due drive estremamente promettenti nella prima metà di gioco che si sono protratti complessivamente per 27 giocate.

Dopo essersi rifatti sotto grazie a un paio di touchdown consecutivi – intervallati però da una meta dei Packers – i Chiefs si sono smaterializzati dimostrandosi incapaci di sostenere drive mentre i Packers, con lucidità e metodicità, sostenevano lunghi drive da 11 giocate conclusi con due piazzati che hanno fissato il punteggio sul 27 a 19 finale.
Non mancheranno le proteste per le – mancate – scelte arbitrali durante l’ultimo drive, quello della disperazione: forse Kansas City avrebbe meritato almeno una pass interference che li avrebbe catapultati in red zone.
Sia quello che sia, Green Bay al momento sembra essere una squadra da playoff e grazie a un Love sempre più consapevole del proprio valore potrebbe togliersi enormi soddisfazioni in quella che non troppo tempo fa sembrava essere una stagione buttata.

17 thoughts on “Il riassunto della tredicesima domenica del 2023 NFL

  1. Come ho scritto ieri notte a caldo, partenza brutta brutta ma poi dato che c’è comunque da giocare, tanto vale provare a giocarsela. E allora si è visto qualche sprazzo degno della città di San Francisco.

    Non sono in grado di dare un giudizio tecnico. Mi fa solo molto piacere che, come contro Dallas, quando l’avversario è tosto i “miei” Niners salgono di livello.

    Ottimo Mattia, nella previsione sul match di hai preso. Ma ora calma e conserviamo un mesto pessimismo, altro che quietare le apprensioni.

  2. Non è una novità: i 49ers sono da anni a un QB dal titolo. Ora il QB c’è e solo degli infortuni possono impedire che a febbraio San Francisco festeggi.
    Specie considerando che di là i Chiefs non reggono, i Dolphins sono troppo discontinui e i Ravens attuali non hanno esperienZa di lunghi viaggi in post season.
    A Boston tankano, inutile far finta di nulla.

    • Hai ragione ed in AFC è impensabile che i Chiefs centrino l’obiettivo tutti gli anni.
      Riguardo SF sono curioso di vedere come Pardy possa reggere la tensione nei confronti che contano.
      Io sono una voce fuori dal coro.. go Eagles per la vittoria finale

    • Il Tank dei Patriots l’ ho annusato almeno 1 mese fa. Puntano al QB. Se la giocano con i Panthers (Bears)

  3. Wow che vittoria SF x me inaspettata nel punteggio. Mi ha ricordato un Dal SF del 95 senza Young con una prestazione di tutta la squadra eccellente come la partita di ieri. Ciao Lux e ciao anche a tutti voi. 😁 🖐️

    • Ciao a te. Cavoli, non me la ricordo. Mi ricordo il NFC championship, ma Steve c’era😁

      • Regular season stagione 1995 poi vinta dai cowboys.La vidi in diretta su tele più gameplam offensivo straordinario come difesa e special team. Young in divisa nonostante l infortunio praticamente un OC.QB Grbic poi andato a KC. 🖐️

      • Il qb era Elvis Grbac non Grbic che dovrebbe essere l allenatore della Polonia pallavolo. Gli. Anni passano😂😁🖐️

  4. Bellissime vittorie per i miei 49ers (anche se, con tutto quello che ci è capitato negli ultimi anni, per forza sono apprensivo) e per i Packers. Inaspettata sconfitta per gli Steelers e nomination per la più brutta partita dell’anno per Chargers – Patriots (a proposito di Zappe sui piedi).

  5. Buongiorno malati di NFL. Ieri sera ho seguito la sfida al vertice della NFC dal sito ESPN sino alla fine del terzo quarto, ero molto preoccupato per il minutaggio in campo della nostra difesa e dalle frequenti rimonte Eagles nei quarti tempi. Forse per scaramanzia, o per la sveglia che suona alle 6:00 AM ho chiuso e sono andato a nanna. Stamattina ho acceso lo smartphone con trepidazione e paura, trasformati in grande gioia quando ho letto come siamo arrivati in fondo: annichilendo Philly. Rivincita guadagnata con grande merito, le cifre lo dicono: 9 drive a testa, 456 yds per i Niners con 28 min di possesso e 333 per gli Eagles con quasi 32 min di possesso. La miseria di 46 yds di corsa concesse a Philly. Ci rivedremo al Championship, sempre a Philadelphia….. pessimismo ragazzi, pessimismo, checché ne dica Mattia ;-))

    Riguardo le altre partite, ho avuto ragione a definire KC@GB e Lions@Saints partite della settimana……
    Onestamente non capisco come tu abbia potuto classificare tale Browns@Rams, Mattia.

  6. Chiedo scusa se parlo di Buffalo anche la settimana in cui non gioca, ma oramai sono in fissa e guardo la Nfl prevalentemente in ottica Bills: so che non è una buona cosa, ma non so che farci 😆. Settimana discretamente favorevole: perdono Denver, Cleveland e Pittsburgh; peccato solo che Tennessee abbia gettato alle ortiche la partita con Indianapolis.

    Però resta durissima: ho fatto un po’ di calcoli e credo che l’unica partita che si potrebbe anche perdere è quella con Dallas, perché non comprometterebbe il record di conference, probabile fattore dirimente in caso di ammucchiata di più squadre a 10-7: Cleveland, Pittsburgh, Indianapolis e Houston hanno già perso due partite contro squadre della Nfc; se Buffalo perdesse con Dallas, avrebbe anche lei due sconfitte con squadre della Nfc, di conseguenza il record contro le squadre della Afc sarebbe il medesimo e a decidere le qualificate ai playoff sarebbe la strenght of victory, su cui al momento non ho dati ma che a occhio potrebbe essere favorevole ai Bills.

    Però se perdessimo una sola partita tra Kansas City, Los Angeles Chargers, New England e Miami saremmo al 95% fuori: a quel punto, potremmo solo sperare che le avversarie si fermino a 9-8, cosa alquanto improbabile. Quindi a Kansas City sarà gara da dentro o fuori.

  7. Fanno sorridere i fan dei Niners che fingono di non sapere che in attacco SF esonda di talento mentre la difesa, da anni tra le migliori in tutta la NFL, ha ricevuto in omaggio anche Chase Young. Il SB non è una chimera, Baltimore e Kansas City permettendo, arrivarci quasi una formalità se gli infortuni e le manie di protagonismo di Kyle Shanahan rimangono nei limiti.
    E a dirla tutta il titolo se lo meriterebbero proprio.

    • Grazie @Supersax15, ma preferiamo rimanere ignoranti fino al 12 febbraio 2024….. ;-))

    • Io, da tifoso, non fingo di non sapere che abbiamo probabilmente la squadra più talentuosa della lega, ma tutto questo talento è rimasto spesso inespresso. Difesa a parte che più o meno fa sempre il suo, la partita di ieri è stata la prima in cui finalmente ho visto chiamati in causa tutti i playmaker offensivi che abbiamo in squadra e il risultato si è visto. I miei dubbi (che Mattia definirebbe nevrosi :-)) riguardano il fatto che nelle partite precedenti alcuni di questi playmaker erano totalmente ignorati, giocatori come samuel e kittle non possono essere “dimenticati” per intere partite…. per questo in altri commenti ho espresso perplessità anche sulle chiamate di shanahan, se hai un TE così non puoi relegarlo a fare solo blocchi così come non puoi far fare ad un fenomeno come samuel solo il running back. Spero che la partita di ieri smentisca questi miei dubbi, anche perchè sarebbe proprio un bel vedere!! Buon football a tutti e grazie Mattia per i tuoi articoli!!!

    • Come sia fatto il roster lo sappiamo benissimo. Sappiamo benissimo anche che dobbiamo temere solo noi stessi, e ovviamente gli infortuni. Al punto infortuni sappiamo bene, ahimè, come una stagione possa cambiare nel breve volgere di qualche snap. Al punto temi te stesso, abbiamo visto cosa è successo in ottobre. Quindi come ho cominciato a scrivere appunto tra fine ottobre e inizio novembre, rimango pessimista, fino a prova contraria. E spero di venire sonoramente smentito, non ho problemi a ammettere di sbagliarmi, anzi in questo caso, lo faccio molto volentieri anche ogni domenica, magari!!😁

  8. Che i 49ers siano forti non ci sono dubbi, ma, lo dico da tifoso, finora sono stati piuttosto discontinui e a volte si è spenta la luce durante le partite, vedremo se quelli visti ieri saranno i veri 49ers fino alla fine, in tal caso ci sarebbe sicuramente da divertirsi. Ci sono però ancora diverse partite e può succedere di tutto. Gli Eagles restano una corazzata secondo me, a prescindere dalla partita di ieri e poi ci sono in giro diverse squadre forti con grande potenziale, Ravens, Dolphins, Lions e Cowboys su tutte che daranno battaglia ai playoff. E non ci dimentichiamo dei Chiefs che in un modo o nell’altro arrivano sempre in fondo grazie a quel fenomeno di Mahomes…. a proposito dei Chiefs, mi spiegate come si fa a non fischiare pass interference nel drive finale contro i Packers??!? A volte non capisco proprio come ragionino gli arbitri NFL…. su alcune azioni capisco il dubbio, ma su quella di ieri proprio no!

  9. Me ne vergogno, ma mi sono addormentato davanti a 49s-Eagles… eppure la partita è stata bellissima (finché ne ho memoria), con in più una dose di cattiveria, e di risse con tanto di espulsioni, che mi avrebbe dovuto tenere ben sveglio.
    Evidentemente, se non mi sono mai appassionato al wrestling un motivo c’era…
    Mi è rimasta, però, negli occhi l’immagine di una squadra molto vicina alla perfezione e credo che solo la sfortuna potrà impedirgli di arrivare dove meritano.
    E’ anche per questo che, nel momento in cui i miei Falcons si avvicinano alla conquista della NFC South (complice anche il 3-0 di division) che capisco perché ad ATL molti si stiano iniziando a domandare se valga la pena qualificarsi ai PO per poi farsi bastonare di 30 punti dal primo che passa…
    Il problema è che grazie ad un calendario morbido, ad un calendario ancora più morbido per il futuro, alla mediocrità della NFC South, ed ad una buona dose di fortuna, insomma a tutto, fuorché al fatto di essere una buona squadra, sarà il primo posto a venire a noi.
    E non potrà certo essere l’alternanza Ridder-Heinicki, uno peggio dell’altro alla prova pratica, a risollevare un gioco d’attacco che domenica ha guadagnato meno yards persino di quello dei Jets.
    Questo giro ai PO, però, per certo minerà le potenzialità della società al prossimo draft. Ma non credo sarà un male: se con tre scelte consecutive in top ten, la cosa migliore che hai fatto è stata portarti a casa un running back, non credo che scegliere per 25mi, o giù di lì, sarà poi questo gran danno.

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