Ma secondo voi potevo esimermi dal dovere di riassumervi non una, non due ma ben tre partite?
Non scherziamo.

Il nostro viaggio non può che partire dalla prima partita della serata, ossia il sorprendente 29 a 22 con cui i Green Bay Packers hanno fatto lo sgambetto ai lanciatissimi Detroit Lions.
Che quella di ieri potesse essere una giornata felice per i Packers lo si era capito immediatamente in quanto pronti-via e Love connette in profondità con Watson per 53 yard: attenzione, nelle ultime settimane Love si sta dimostrando essere un gran bel quarterback.
Neanche il tempo di battere le ciglia che i Packers sono già sul 20 a 6. Il primo drive, quello inaugurato dalla bomba in profondità per Watson, è stato concluso dall’ennesimo touchdown del rookie Jayden Reed, a cui però i Lions hanno risposto con un touchdown del loro magnifico rookie Sam LaPorta… a cui Green Bay ha risposto a sua volta con l’ennesimo touchdown di un rookie, il tight end Tucker Kraft.

Da lì in avanti, per la seconda partita consecutiva, l’attacco dei Lions è precipitato in un preoccupante stato di ipnosi scandito da turnover e sciatteria varia. Green Bay si è portata sopra di due possessi grazie al reparto difensivo che guidato da un Rashan Gary in giornata di grazia – tre sack per lui – ha messo punti a tabellone con il fumble recuperato e portato in end zone da Jonathan Owens, o come direbbero gli americani il marito di Simone Biles. Fumble causato da Gary, chiaramente.
Un fumble, un turnover on downs e un paio di punt hanno tenuto Detroit ancorata al 6, mentre Green Bay ha aggiunto al proprio bottino un piazzato che ha fissato il punteggio sul 23 a 6 a fine della prima metà di gioco.

Canta Jack Harlow, buona performance, si torna in campo e i ragazzi di Campbell sembrano aver recepito il messaggio sbraitato dall’allenatore in quanto con un drive impeccabile Detroit si porta sul 23 a 14 grazie a un touchdown e una conversione di David Montgomery.
L’inerzia sembra essere dalla parte dei padroni di casa che dopo aver costretto Green Bay al punt commettono l’errore che, a mio avviso, costerà loro la partita. 4&4 sulle proprie 23, Campbell opta per un folle fake punt che non coglie minimamente impreparata la difesa dei Packers e il possesso torna ai gialloverdi alle porte della end zone: Love ci mette un attimo a trovare Watson per il terzo touchdown della sua giornata, il touchdown che li porta sul 29 a 14 – da segnalare una conversione da due fallita.

Detroit reagisce, ma è una reazione più d’orgoglio che di testa e un paio di drive promettenti vengono stroncati da fumble e, ovviamente, turnover on downs. Il touchdown che li riporta sotto di un possesso fissando il punteggio sul 29 a 22 – conversione da due di LaPorta – arriva in pieno garbage time quando ormai è troppo tardi.
Vittoria veramente esaltante per i Packers che, oltre che a reinserirsi con prepotenza nella bagarre playoff, stanno ricevendo segnali davvero incoraggianti da un Jordan Love sempre più a proprio agio all’interno dell’attacco di LaFleur. L’intesa con i giovani ricevitori aumenta settimana dopo settimana e, in generale, lo percepisco sempre più in controllo della situazione, è da un paio di settimane che non lo noto mai sopraffatto dal momento o dalle difese avversarie. Ieri è stato preciso, deciso e più che affidabile in quanto si è dimostrato consistentemente esplosivo senza mai prendersi rischi inutili, esattamente ciò che un allenatore sogna la notte.

Sconfitta invece dolorosa per i Lions che se la sono davvero cercata. È facile – e giusto – puntare il dito contro il fake punt, ma in generale il playcalling mi ha lasciato veramente perplesso: che senso ha insistere con le corse su primo e secondo down quando si è sotto di due possessi con poco tempo a disposizione? L’aggressività di Campbell – il suo marchio di fabbrica – questa volta non ha ripagato, ma se non altro non posso rimproverar loro di essere stati incoerenti poiché questa è una delle principali ragioni dietro la loro resurrezione. Tuttavia, un filo di flessibilità mentale in più potrebbe essere tutto quello di cui hanno bisogno per completare il salto di qualità.
A proposito, tutto bene Jared Goff? I troppi turnover delle ultime settimane preoccupano.

I racconti delle prossime due partite saranno decisamente più scorrevoli in quanto, come dire, definirle partite a qualcuno potrebbe sembrare un’esagerazione.
Non ho molto da dirvi sul 45 a 10 con cui Dallas ha triturato Washington, se non che il risultato finale sia a suo modo bugiardo: ma come, non ho appena detto il contrario? Per più di metà partita, pensate un po’, abbiamo avuto una partita.
Il 20 a 10 con cui le squadre si sono scansate per lasciare il campo a Dolly Parton non solo ci ha messo davanti a un incontro tutto sommato equilibrato, ma se andiamo a guardare il tempo di possesso noteremo come Washington, in realtà, abbia dominato: peccato solo che la difesa continuasse a concedere big play.
Dallas ha infatti tenuto il pallone per poco più di 11 minuti, ma è stata incredibilmente efficiente ricavando tre touchdown da quattro drive – non fosse stato per un lancio troppo lungo per Lamb durante il primo drive sarebbero rientrati negli spogliatoi con un incredibile quattro su quattro.

Dall’altra parte Howell ha fatto il possibile per tenere in partita i suoi estendendo giocate e smistando il pallone con efficienza, anche se appariva piuttosto evidente che alla lunga la costante pressione portata dal pass rush dei Cowboys l’avrebbe sopraffatto. Dico la mia? Con un po’ di aiuto – leggasi una linea d’attacco competente – e ulteriore esperienza Howell ha tutto il necessario per essere un quarterback titolare in NFL.
Nella seconda metà Dallas è apparsa un po’ accartocciata, tant’è che i loro primi due drive si sono spenti con due mesti punt, ma sfortunatamente i Commanders non hanno saputo sfruttare i rari giri a vuoto del reparto offensivo avversario: sanguinosissimo in tal senso il fallimento su 4&1, anche se prendere lo snap dallo shotgun quando tutto ciò che serve è guadagnare una iarda deve essere visto come crimine contro l’umanità.

Da lì in poi monologo totale dei Cowboys che dopo aver mosso il punteggio con un piazzato di Aubrey hanno messo a segno tre touchdown consecutivi con Lamb, Turpin e, udite udite, Bland.
Permettetemi di celebrare un giocatore che ha letteralmente fatto la storia di questo gioco: la pick six messa a segno da Bland contro i Commanders è la quinta della sua incredibile stagione e questo, signori miei, costituisce il nuovo record all-time per pick six in una singola stagione. È già di per sé terribilmente complicato concludere un campionato con cinque intercetti, figuriamoci con cinque intercetti riportati in end zone: questa cosa non ha alcun senso.
Complimenti a Bland, complimenti a Dak Prescott – quattro touchdown pure ieri – e complimenti a dei Dallas Cowboys che si trovano a una vittoria contro una big di distanza dal poter essere cantati come legittimi contender per il Super Bowl.

Il giorno del ringraziamento si è concluso con la vittoria dei sempre più lanciati 49ers sui Seahawks: 31 a 13 il risultato finale. Che soddisfazione vedere un risultato palindromo.
Credo che in questo caso sciorinare un paio di numeri sia ben più esaustivo che parlarvi di giocate. Se non prendiamo in considerazione l’ultimo drive della prima metà – concluso giustamente con un piazzato fallito -, Seattle ha nei primi trenta minuti di gioco ha raccolto 11 yard da 15 giocate a cui vanno aggiunti, giusto per non farsi mancare niente, pure due turnover: San Francisco nel mentre ha accumulato 16 primi down.
In un certo senso il 24 a 3 poteva quasi risultare stretto a dei ‘Niners eccessivamente dominanti via terra: tutti e tre i touchdown segnati nella prima metà sono arrivati da corse, uno da Samuel e due dall’incontenibile McCaffrey.

A onor del vero Seattle nella seconda metà di gioco ha pure trovato modo di rientrare in partita quando, con un po’ di fortuna, un passaggio di Purdy è stato sporcato quel tanto che bastava da farlo finire nelle voraci mani di Jordyn Brooks che, esattamente come Bland, si è regalato una pick six per il giorno del ringraziamento.
Forse frastornati dall’errore, i ‘Niners sono incappati in un raro three n’ out che Seattle ha saputo sfruttare solo parzialmente poiché il miglior drive della loro giornata – 14 giocate per 78 yard – ha avuto come epilogo un insipido field goal: non sicuramente quello che aveva ordinato il dottore. Vista la situazione e l’avversaria un field goal non poteva bastare – e infatti non è bastato.
Un altro drive di assestamento dei ‘Niners ha preceduto quello decisivo, quello che ha ammazzato definitivamente la partita, concluso con l’immancabile touchdown del magnifico Brandon Aiyuk.

Sotto di tre possessi con poco più di metà quarto a disposizione per tentare la rimonta, Seattle ha provato a mettere in piedi un drive della disperazione che però si è spento con un turnover on downs alle porte della red zone.
I Seahawks erano troppo malconci per avere una speranza contro dei 49ers che dopo un ottobre davvero nefasto sono tornati a macinare gioco su entrambi i lati della linea di scrimmage. La difesa, in particolar modo, ha brutalmente neutralizzato il reparto di Geno Smith dando così modo all’attacco di prendere il largo nella prima metà, regalandosi così a un secondo tempo di – quasi – tranquilla amministrazione.

Ho come l’impressione che per Seattle sia scoccata la mezzanotte, l’ottimo inizio appartiene a un passato sempre più lontano e, forse, è da attribuire a un calendario perlopiù generoso. San Francisco, dopo aver gettato nel panico la fanbase più nevrotica della NFL, è tornata a essere San Francisco e credo che a questo punto chiunque possa tirare un gran sospiro di sollievo e limitarsi ad attendere gennaio con le dita incrociate nella speranza che nessuna stella si faccia male.

Ci sentiamo lunedì.

6 thoughts on “Il riassunto del Thanksgiving Day NFL 2023

  1. Giornata di football che prometteva bene con la vittoria a sorpresa dei Packers sui Lions. Finalmente un Love convincente con un attacco che ha girato alla grande. Difesa Green Bay che ha bullizzato una delle migliori OL della lega fra sack e fumble. Passo indietro deciso dei Lions.
    Nulla da dire sulle altre 2 partite a senso unico con i Cowboys che a metà El 4° quarto stavano già addentando il tacchino ( letteralmente) e i 49ers sempre in controllo contro dei pessimi Seahawks ( con zero TD dall’ attacco)in modalità Shrek per l’ occasione.
    Nota di colore un ritorno da circa 50 yd da FG dei Lions che francamente non avevo mai visto.

  2. Ho visto la partita di San Francisco e ovviamente la differenza tecnica tra le due compagini era tale da non consentire, probabilmente, nessun esito diverso.

    Ciononostante io non sono mai contento. Come tu Mattia hai fatto giustamente notare c’è stato un momento, il terzo tempo, in cui SF ha segnato zero punti e nel parziale le stats di yard guadagnate si erano invertite: a un certo punto mi ricordo 3 Niners contro 111 Seahawks. Non mi preoccupa l’intercetto subito: un rimpallo può sempre capitare. Mi fa aggrottare un ciglio quella che ogni tanto mi sembra una pausa dell’attacco, altrimenti consistente nel muovere le catene.

    I 3&out, in generale, a me non paiono affatto rari e nemmeno sporadici. Ieri sera sono stati tre, se so ancora contare fino a tale cifra, includendo un drive in cui abbiamo ripetuto il primo snap scontando una penalità. E in generale le partite vanno così.

    Assai buona la difesa anche se lo stato dell’avversario va tenuto in conto.

    Infine molto probabilmente ci rivedremo a gennaio, ma già dalla prossima settimana ci sarebbe un piccolo test match che dovrebbe togliermi diversi dubbi, in un senso o nell’altro. Speriamo solo di giocarcela al massimo, con la personalità che certe ambizioni richiedono. Stavolta, temo che sarà necessario giocare tutti e quattro i tempi.

  3. Bella vittoria per quelli che sono tornati ad essere i Packers. Con la miglior prestazione stagionale di Love che si è ricordato di essere il QB di Green Bay. W anche per i miei 49ers, anche se concedendo sempre qualcosa di troppo agli avversari. Inoltre leggendo le tue note non posso fare a meno di fare gli scongiuri. Troppa sfortuna negli ultimi anni per non ricorrere ad amuleti vari e poter essere ottimisti. Speriamo bene.

  4. 2 parole sul Black Friday Match.
    Vittoria abbastanza agevole dei Dolphins sui derelitti jets. Il risultato è pesante ma anche bugiardo perchè fino al clamoroso pick six a tempo scaduto di Holland da 99 yd su hail mary di Boyle , la partita per un tempo è stata equilibrata con Tua che si è fatto intercettare 2 volte provocando i 6 punti dei jets.
    Difesa Dolphins a dir poco strepitosa, e finalmente, che domina e segna pure .
    Le brutte notizie per i miei Delfini riguardano il nostro Jaelan Phillips che starà fuori x il resto della stagione.
    Con questi Jets Aronne può guarire in tutta tranquillità.

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