1) Philadelphia Eagles (9-1) (=) Nel confronto più ostico dell’anno primeggiano ancora una volta pur avendo concluso in svantaggio il primo tempo, grazie a una stratosferica prova della difesa, la quale lascia a zero Patrick Mahomes per tutto il secondo tempo. D’Andre Swift è ancora determinante e si rivela essere una delle migliori firme di free agency della scorsa offseason, Hurts confeziona una spettacolare giocata di 41 yard per DeVonta Smith nel quarto periodo settando la segnatura del sorpasso, e il Tush Push non cessa di mietere vittime. Affermazione pesantissima nell’ambiente intimidatorio dell’Arrowhead Stadium, tra pioggia, vento, freddo, e la sicurezza di essere la miglior franchigia NFL in questo momento, con la destinazione Super Bowl chiaramente scritta quale priorità assoluta, dato che possono battere chiunque.

2) Kansas City Chiefs (7-3) (=) Si misurano alla pari contro gli Eagles, anche se pesano parecchio alcuni errori fondamentali di esecuzione. E’ ancora la difesa a tenere in partita i Chiefs, un reparto che sta concedendo il quinto miglior risultato di Lega per yard concesse e che ha limitato Philadelphia tenedola sotto le 300 yard complessive, un’autentica impresa per chiunque. Preoccupante il fatto che il reparto offensivo sia rimasto in bianco per tutto il secondo tempo, pesano molto un fumble di Travis Kelce e l’intercetto di Mahomes nel primo tempo con i Chiefs avanti, ma Pat in qualche modo l’avrebbe comunque vinta, se solo Marquez Valdez-Scantling avesse ricevuto la bomba della possibile vittoria. Ora non resta altro che evitare di ripetere il solito errore di contarli fuori.

3) Baltimore Ravens (8-3) (=) Affermazione più che amara contro i Bengals lo scorso giovedì, visto il grave infortunio alla caviglia per Mark Andrews. In ogni caso l’attacco dei Ravens sembra funzionare meglio degli anni scorsi e dipendere molto meno dalle corse, non a caso Lamar Jackson offre un’altra prestazione ricca di sostanza che manda a segno Bateman e Agholor, oltre a rifornire adeguatamente un Odell Beckham Jr tornato a riassaporare lo sforo delle 100 yard. Poi chiaro, nelle vicinanze dell’area di meta ci pensa sempre Gus Edwards, responsabile di altre due segnature in una gara divisionale che Baltimore gestisce senza troppi problemi.

4) Detroit Lions (8-2) (=) Vincono una gara che all’apparenza era già andata sorprendentemente a favore dei Bears, evitando uno dei maggiori upset della scorsa domenica. Gara della definitiva dimostrazione di maturità di Jared Goff, che ha letteralmente cancellato gli errori commessi nei precedenti tre quarti per concentrarsi nel produrre due drive in quattro minuti, segnando altrettante mete e accumulando 148 yard in un amen. Il sorpasso definitivo è dato dalla conversione da due punti di David Montgomery, al resto pensa Aidan Hutchinson, portando la pressione che provoca la safety conclusiva. I Lions non vincevano otto delle prime dieci partite di campionato dall’era Kennedy, e sono 16-4 da ottobre del 2022. Eccellente il lavoro di svolta soprattutto motivazionale firmato da Dan Campbell.

5) San Francisco 49ers (7-3) (=) Hanno ritrovato la loro identità perduta di inizio campionato, e miglior notizia non poteva pervenire. Solo il tempo potrà rivelare se i Niners sono tornati a essere una sorta di corazzata in grado di creare significativi differenziali nei punteggi, ma le ultime due settimane offrono prove indiziarie molto confortanti. Contro Tampa torna a segnare Christian McCaffrey, le presenze di Trent Williams e Deebo Samuel sono determinanti per la resa generale di un attacco guidato dalle ricezioni del devastante Brandon Aiyuk, e Brock Purdy conferma di essere rientrato nei consueti canoni di precisione, registrando un quarterback rating perfetto. Per il regista di San Francisco ci sono due partite con 629 yard, il 78.4% di completi, e sei passaggi da touchdown spogli da turnover. Sono i numeri che avevano reso grandi i 49ers a inizio anno, nonché la squadra che è andata a un infortunio importante dal Super Bowl nello scorso gennaio.

6) Miami Dolphins (7-3) (=) Battono a fatica i Raiders grazie all’intercetto di Jalen Ramsey, e per questo li si continua a osservare con qualche sospetto. A parte ciò i Dolphins stanno mantenendo un’impressionante media di 7 yard per gioco, numero molto simile ai Rams del Greatest Show On Turf del 2000, segnando più di 30 punti a gara senza che le difese possano trovare adeguate soluzioni per Tyreek Hill, ora giunto a quota 1.222 yard con diverse gare ancora da disputare. Partita dominata molto più del 20-13 finale, viste le 422 yard di total offense e i tre intercetti comminati al quarterback avversario, sempre in attesa di confronti con rivali dal record vincente, se non altro per far cessare le chiacchiere su quel presunto immeritato primo posto nella AFC East.

7) Dallas Cowboys (6-3) (+2) Giornata numericamente non alla pari di altre per Dak Prescott, ma nessun problema di sorta per gestire l’eventuale pericolo nella sottovalutazione dei Panthers, mai in partita e semplicemente non competitivi per questo livello di avversario. Fa notizia il quarto pick six stagionale di DaRon Bland, che pareggia un record NFL ogni epoca con tutti a fare il tifo per il quinto, oltre al fatto che il cornerback è curiosamente secondo a pari merito nella classifica delle mete segnate da Dallas quest’anno. Micah Parsons è una spina costantemente nel fianco di Bryce Young, 2.5 sack per lui, l’attacco ha segnato 33.6 punti di media nelle ultime cinque uscite e sembra aver trovato la costanza che la ripassata contro i 49ers aveva letteralmente messo in dubbio.

8) Jacksonville Jaguars (6-3) (-4) Nulla di meglio di una vittoria divisionale per scacciare le orribili sensazioni vissute contro San Francisco, che solo una settimana fa aveva impartito una tremenda lezione di umiltà ai Jaguars. L’attacco funziona a meraviglia segnando in cinque possessi consecutivi, Trevor Lawrence ottiene il quarto miglior rating di carriera e diventa il primo quarterback della franchigia a segnare due mete su passaggio e altrettante su corsa, un segnale di ritrovata fiducia nel momento più delicato possibile. Giornata speciale anche per Calvin Ridley, il quale segna la sua prima doppietta in maglia Jaguars e aiuta ad alimentare un punteggio che giunge al 27-0 prima che i Titans possano eseguire qualcosa di davvero significativo, a gara abbondantemente scappata.

9) Cleveland Browns (6-3) (+1) Con Deshaun Watson fuori per tutto il resto del campionato e pressioni psicologiche derivanti dal vero valore dell’investimento miliardario su un quarterback che non ha ancora giocato al pieno delle sue potenzialità, i Browns sono senz’altro bravi nel continuare a vincere tenendo all’esterno le questioni che non riguardano il football giocato. Il 2-0 rimediato nella AFC North in altrettante settimane è un indice importante, perché mai Cleveland aveva sconfitto Baltimore e Pittsburgh in settimane consecutive. L’affermazione contro gli arci-rivali Steelers è determinante per le economie divisionali, e con una difesa del genere i Browns possono continuare a sperare di disputare almeno una partita di playoff, se non altro perché il calendario prevede Jets, Rams, Bears e Broncos, tutte compagini che la squadra di Kevin Stefanski può dominare difensivamente, concedendo al rookie Dorian Thompson-Robinson di inserirsi nel sistema un pò alla volta, tagliando i turnover commessi nella ristretta affermazione di domenica al di là del fatto che il giovane abbia comunque effettuato le giocate necessarie per la vittoria quando contava davvero.

10) Buffalo Bills (6-5) (+4) Schiantano i Jets con una prova offensiva finalmente degna delle loro potenzialità di fuoco, 32 punti e 392 yard a referto contro una delle migliori difese NFL non sono esattamente noccioline, e dimostrano tutto il senso d’urgenza dei Bills per un treno playoff a cui sono disperatamente aggrappati. Per un’uscita offensiva simile bisogna tornare indietro di ben sette settimane, quando Buffalo aveva seppellito i Dolphins tornando a mostrare l’onnipotenza del suo arsenale, il che fa ben sperare per la chiusura di un campionato da giocare tutto in salita, dal momento che i prossimi impegni contro Kansas City, Philadelphia e Dallas portano con loro l’obbligo di successo, e sarà tutt’altro che facile sopravvivere a una sequenza del genere.

11) Seattle Seahawks (6-4) (-1) La difesa cede sul più bello, dopo aver tenuto i Rams a 123 yard di total offense nei primi tre quarti di gioco. Determinante la temporanea assenza di Geno Smith, messo k.o. dal solito Aaron Donald, con Drew Lock a mandare l’attacco in stallo troppo a lungo permettendo il rientro nel punteggio dei losangelini. Smith torna in tempo per piazzare Jason Myers a portata di calcio della vittoria, ma il kicker fallisce consegnando ai Seahawks una sconfitta cocente, che pone una gara di distacco nei confronti dei 49ers per la vetta divisionale. Non tutto è perduto, in quanto Seattle deve ancora affrontare San Francisco in entrambe le occasioni previste dal calendario e normalmente le rivali danno vita a match molto combattuti, gettando le basi per un possibile recupero del terreno, basandosi su una difesa efficiente e sulla speranza che Smith non risenta troppo dell’infortunio al gomito.

12) Houston Texans (6-4) (=) Faticano molto nell’aver ragione dei Cardinals, ma piace molto il livello reattivo di C.J. Stroud alle avversità, cui il giovane rookie pare adeguarsi nel giro di minuti. Sarebbe stato facile perdere la calma dopo aver lanciato tre intercetti (solamente due in tutte le precedenti partite) rischiando di pesare gravemente sulle economie dei Texans, ma il ragazzo oltre che stoffa ha mentalità ferrea, e non ha paura di niente. Più che determinante l’apporto di Devin Singletary, ancora sopra le 100 yard, fantastico Tank Dell con il sesto touchdown stagionale, record di franchigia per una matricola, tutte statistiche determinanti per mantenere un vantaggio andato sgretolandosi per tutto il secondo tempo, dove Houston non ha messo punti a referto. La terza vittoria consecutiva non avveniva da cinque campionati, e i Texans hanno già raddoppiato il fatturato dello scorso campionato, disegnando i contorni di un ottimo esordio tanto per Stroud quanto per DeMeco Ryans.

13) Cincinnati Bengals (5-5) (-2) Tegola pesantissima quella caduta sulla testa dei Bengals, che perdono nientemeno che Joe Burrow per il resto del loro cammino. Sconfitta netta contro i Ravens, che aumenta ulteriormente le distanze da una vetta divisionale impensabile da raggiungere con Jake Browning eletto nuovo quarterback titolare, ben conoscendo la differenza che Joe può fare in qualsiasi partita. Peccato, perché la rimonta di Cincinnati era tra le cose più entusiasmanti da seguire in questo campionato e la voglia di riscatto di Burrow aveva aperto la porta a una rincorsa molto interessante, ma ora i Bengals vengono inevitabilmente depennati dal titolo di contender, privi del loro trascinatore. Browning ha giocato un secondo tempo decente contro Baltimore, ma nulla più, gestendo un drive terminato con un field goal e trovando la meta di Chase solo a sconfitta già acquisita. Difficile pensare si possa fare meglio nel prosieguo del rush finale.

14) Pittsburgh Steelers (6-4) (-1) L’attacco fa acqua ovunque, ed era difficile pensare facesse di meglio fronteggiando una delle migliori difese della Lega, quella di Cleveland. Le previsioni non hanno portato smentite, gli Steelers hanno sistematicamente guadagnato meno yard di ogni avversaria affrontata quest’anno, elenco comprensivo di quegli stessi Browns che si sono dovuti rivolgere alla 140ma scelta dello scorso Draft e che hanno vinto pur incassando tre intercetti. Kenny Pickett gioca una delle peggiori gare dell’anno, l’attacco è sostanzialmente fermo e colleziona sette punt nei primi otto possessi con il 21% nelle conversioni di terzo down. Il disastro viene pagato dall’offensive coordinator Matt Canada, criticatissimo e ora lasciato a spasso visto il totale mancato progresso di un attacco che ha faticato dal primo momento in cui è entrato in campo in questa campagna.

15) Minnesota Vikings (6-5) (=) Battuta d’arresto beffarda, che interrompe una clamorosa striscia positiva raccolta nonostante le pesanti assenze. La difesa gioca una gara eccellente eliminando il gioco di corse di Denver, concedendo solo due dei dodici terzi down tentati e tenendo l’attacco avversario sotto le 300 yard, concedendo solamente field goal fino all’ultima beffarda azione offensiva dei Broncos, che centrano la segnatura del sorpasso con la gara giunta agli sgoccioli. Altra buonissima prestazione di Josh Dobbs, nuovamente autore di un touchdown su passaggio e uno su corsa, i Vikings puntano forte sul rush finale dovendo ancora disputare entrambi confronto con i Lions, anche se oramai la vetta della Division è lontana di ben tre partite. Squadra coraggiosa, mai doma, che continua a credere in se stessa nonostante stia schierando un attacco sostanzialmente improvvisato e inesperto.

16) Denver Broncos (5-5) (+6) E fu così che i Broncos giunsero a due distanze dai Chiefs puntualizzando una rimonta clamorosa, quando tutti, ma proprio tutti, li avevano già determinati fuori dai giochi per i playoff. La rivincita è partita proprio da Kansas City, gara in cui Denver ha capito di poter comandare la gara grazie alla stessa difesa pressante che ha contenuto i danno contro i Vikings, fornendo numerose possibilità a un attacco asfittico, ma capace di trovare la meta decisiva nel momento del bisogno. Will Lutz è firmatario di tutti i 15 punti segnati nei primi tre quarti, ennesimo segno delle grandi difficoltà offensive, ma Russell Wilson sta sistematicamente elevando il suo livello di gioco in ciascun quarto periodo, confezionando il passaggio decisivo che l’acrobatico Courtland Sutton riceve per il 21-10 finale, che porta il bilancio in perfetto pareggio per la prima volta in stagione.

17) New Orleans Saints (5-5) (-1) Settimana di stop utile ai Saints per fare il punto della situazione su una stagione al di sotto delle aspettative, certamente non consona all’importante contratto di Derek Carr. Non che tutte le colpe possano sempre ricadere sul quarterback, chiaro, tuttavia l’attacco di New Orleans arranca nonostante un calendario tra i più facili di tutta la Lega, che avrebbe dovuto produrre ben più del diciottesimo reparto offensivo di Lega. Pur segnando solo 21.4 punti a partita i Saints sono ancora i favoriti della NFC South, a testimonianza della mediocrità divisionale.

18) Indianapolis Colts (5-5) (-1) Bye week contraddistinta dall’inatteso rilascio di Shaq Leonard, una colonna dei Colts del passato, che guardano a nuovi orizzonti con un attacco sorprendentemente decimo per punti segnati di media nonostante i vari avvicendamenti occorsi al reparto. La colonnina delle vittorie può tornare in positivo nella prossima sfida contro Tampa Bay, occasione ghiotta per mantenere vive le speranze di strappare un invito ai playoff all’ultimo momento.

19) Tampa Bay Buccaneers (4-6) (-1) In caduta libera, peraltro difficilmente arginabile, visto che i Bucs, nell’ultimo mese e mezzo, hanno battuto solamente la mediocre Tennessee. Contro i 49ers non c’è partita, semplicemente troppa la differenza di talento tra le due compagini, Tampa vive nella parte medio-bassa del tabellone statistico riguardante sia i punti segnati che concessi, e il gioco di corse è tra i peggiori della NFL. Il fatto di non trovare risposta alcuna per i completi di Purdy sottolinea lacune importanti anche in copertura, confezionando la quinta sconfitta delle ultime sei apparizioni in campo, dopo una partenza da ricordare semplicemente come un fuoco fatuo.

20) Los Angeles Chargers (4-6) (-1) Cresce il senso di frustrazione dei Chargers, nel senso che Justin Herbert sta giocando dell’ottimo football ma la squadra continua a perdere, soprattutto a causa dei drop commessi dai ricevitori che tolgono punti preziosi a un attacco che sulla carta è a tutti gli effetti produttivo. Giocano bene una partita difficile, giocata in un fuso orario diverso dal solito, di quelle che normalmente mettono in seria difficoltà le squadre della West Coast, la perdono di tre punti dopo numerose occasioni sprecate nonostante la giornata poco produttiva di Austin Ekeler, e alla fine decide un quarto e uno battuto a terra dalla difesa dei Packers, lasciando un senso di amarezza e spreco difficili da digerire.

21) New York Jets (4-6) (-1) La resistenza sta cedendo sotto i colpi di un attacco tra i peggiori dell’ultima decade a livello statistico, Robert Saleh decide di averne finalmente abbastanza di Zach Wilson ben comprendendo di non potersi più inventare nulla a sua difesa. I Jets vengono distrutti dal possente attacco dei Bills fornendo la peggior prova difensiva dell’anno, giustificabile dal fatto di dover trascorrere in campo un numero esagerato di snap. Tim Boyle subentra al titolare ma raggruppa solamente 33 yard con 7/15, non avendo altre scelte il backup sarà schierato anche venerdì contro Miami nel primo Black Friday Game della storia NFL, con il timore che i risultati non possano essere molto diversi da quelli raccolti domenica.

22) Las Vegas Raiders (5-6) (-2) Il piano di gioco non funziona contro i Dolphins, i Raiders non riescono a correre e tutta la pressione si trasla sulle spalle di Aidan O’Connell, che lancia tre intercetti. La difesa gioca una grande partita concedendo diverse yard ma bloccando Miami a 20 punti, tenendo Las Vegas in vita per tutto il pomeriggio. Tuttavia è la formula basilare a non funzionare, e statisticamente il non saper correre dei Raiders si trasla automaticamente in una sconfitta nella maggior parte delle ipotesi. Schierare la trentunesima produzione di Lega per il backfield non è affatto ideale per un attacco che non possiede più un quarterback come Carr, che dava molte più possibilità di risoluzione dei problemi offensivi.

23) Washington Commanders (4-6) (-2) Fanno trascorrere una domenica da leone ai moribondi Giants, segnando con tutta probabilità la sorte di Ron Rivera. New York ha infatti ottenuto due delle tre vittorie stagionali contro dei Commanders disastrosi nel settore turnover, con ben sei palloni persi in un pomeriggio dove la squadra ha rincorso un’avversaria di livello nettamente inferiore fornendo una prestazione complessivamente deprimente, rivitalizzando un gioco aereo che fino dal momento della titolarità di Tommy DeVito non toccava nemmeno le 100 yard a partita. La difesa va invece a concedere il primo tris di passaggi vincenti ad un quarterback dei Giants delle ultime 52 partite, statistica emblematica dell’ennesima campagna gettata alle ortiche dalla compagine di Washington.

24) Atlanta Falcons (4-6) (=) Pausa trascorsa nel pieno della confusione, fallito l’esperimento Heinecke i Falcons ritornano su Desmond Ridder, sperando che la motivazione per la retrocessione a backup possa accendergli quel fuoco interiore utile a migliorarne le prestazioni. Incredibile come Atlanta possa essere ancora competitiva per vincere la NFC South, nonostante l’1-4 delle ultime cinque settimane.

25) Los Angeles Rams (4-6) (=) Torna Matthew Stafford e assieme a lui pure il sorriso nel volto di Sean McVay, che vince dopo un’eternità grazie al field goal mancato allo scadere dai Seahawks. I Rams trovano respiro grazie alle 73 yard in 17 portate per Royce Freeman, il meno atteso tra i possibili protagonisti, e per la sfida contro i Cardinals ci sarà anche Kyren Williams, dopo il mese trascorso in injured reserve. Grazie a quest’ultimo i Rams potrebbero ritrovare parte della loro identità offensiva, con Stafford decisivo nel quarto periodo nell’alzare drasticamente il suo livello di performance.

26) Green Bay Packers (4-6) (+1) Ottima partita per un Jordan Love capace di salire in cattedra di fronte all’infortunio di Aaron Jones, che ha tolto una pedina fondamentale nella scacchiera di Green Bay. I Packers hanno sofferto contro i Chargers, ma hanno stavolta trovato modo di completare il sorpasso nel quarto periodo dopo che le più recenti uscite li avevano visti cadere proprio dinanzi al traguardo. La spirale con cui Love centra le mani di Romeo Doubs fissa il finale sul 23-20, poi la difesa ferma gli ultimi sussulti di Herbert, ma il tema della domenica è il possibile e tanto atteso progresso del giovane sostituto di Aaron Rodgers.

27) Tennessee Titans (3-7) (-2) Mai competitivi contro i Jaguars, portano avanti un’importante striscia negativa perdendo la quinta uscita delle ultime sei, dopo l’entusiasmante esordio Will Levis è 0-3 e conduce un attacco che produce 16.8 punti a gara, buono per i bassifondi statistici della NFL. Tra i problemi più gravi si trova una linea offensiva inadeguata alla protezione del giovane rookie, atterrato più volte nelle quattro partite sinora giocate, segno che i Titans non hanno mai trovato un tackle di qualità simile a Taylor Lewan, oltre a essersi giocati maluccio le più recenti scelte alte, che non hanno mai reso come da potenziale. E’ chiaramente giunta l’ora di ricostruire, partendo da Derrick Henry.

28) Chicago Bears (3-8) (-2) Perdono una partita di consistente vantaggio rovinando tutto negli ultimi quattro minuti, concedendo ai Lions una rimonta insperata. Perlomeno divertono, dato che Justin Fields vivacizza le manovre offensive grazie alla sua grande mobilità, toccando quota 100 yard su corsa per la quinta volta in carriera, tenendo contemporaneamente un rating di 105.6. Peccato che i risultati siano sempre gli stessi.

29) New York Giants (3-8) (+2) Domenica di grandi soddisfazioni per i Giants, che contro Washington hanno ottenuto il 66% delle tre misere vittorie stagionali. Buonissima prestazione per Tommy DeVito, che realizza 246 yard con tre passaggi vincenti senza intercetti contro una difesa che lo atterra in nove distinte occasioni, infliggendole otto giocate superiori alle venti yard. Complici i numerosi errori dei Commanders fa la voce grossa anche la difesa, che vince molte battaglie in trincea inducendo Sam Howell ad affrettare le decisioni commettendo turnover deleteri, nonché recuperando tre fumble utilissimi per accorciare le posizioni di ripartenza dell’attacco.

30) Arizona Cardinals (2-9) (-3) L’attacco condotto da Kyler Murray spreca troppe opportunità, nulla si può opporre a una difesa che intercetta Marcus Stroud in tre differenti circostanze. I Cardinals hanno l’opportunità di vincere ma il tentativo finale di Murray viene battuto a terra, e forse è meglio così, se non altro per un più opportuno posizionamento nel prossimo Draft.

31) New England Patriots (2-8) (=) L’unica buona notizia della settimana è che i Patriots non giocavano, e per una domenica Bill Belichick ha potuto evitare di rispondere a domande riguardanti gli intercetti di Jones e Zappe nel quarto periodo con la gara in bilico.

32) Carolina Panthers (1-9) (=) Difficile pretendere qualcosa da una squadra in netta difficoltà che si misura con una contender come Dallas, ancor peggio se Adam Thielen è l’unico ricevitore su cui Bryce Young può fare affidamento. La differenza di talento verso i Cowboys è evidente, per Young altra gara difficilissima ma che servirà enormemente per l’esperienza, 7 sack e sole 123 yard su passaggio di certo non incoraggiano.

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