Mi risulta impossibile cimentarmi nelle considerazioni settimanali senza parlare di lui, dell’uomo del momento, Tommy DeVito. Titolare per disperazione, con un nome uscito dai Soprano e la faccia di uno che si fa dichiaratamente rifare il letto dalla mamma, Tommy DeVito ce l’ha fatta, ha vinto una partita di football americano professionistico.
Quello che noi viviamo come un meme per lui è un sogno che diventa realtà, un traguardo raggiunto che porterà con sé fino in tomba e che non troppe persone nella storia dell’umanità possono vantare. Ha vinto una partita fra i professionisti: ci fanno film su simili occorrenze.

La partita, molto coerentemente, è stata un meme. La difesa dei Commanders che raccoglieva sack, l’attacco che commetteva un turnover dopo l’altro. Un paio di big play – e la classe di Saquon Barkley – l’hanno indirizzata dalla parte dei Giants che, seppur inadeguati, hanno indubbiamente meritato di vincerla prendendosi discretamente cura della palla.
I Commanders sono abbastanza patetici. Questo non è un attacco a Sam Howell, ma c’è sempre qualcosa che non va. Voci di corridoio parlano di un forte interessamento per Bill Belichick. Non sono particolarmente convinto che questa sia una buona idea. Né per lui né per una franchigia ancora ben lontana dalla competitività.

Tommy DeVito ha vinto. I Giants restano un disastro, la stagione un dolorosissimo flop e in offseason saranno prese decisioni che plasmeranno il prossimo lustro: il 2023 non è stato assolutamente gentile con i New York Giants, tuttavia questa vittoria lasciamogliela festeggiare.
Il quarterback più improbabile della stagione ha sopraffatto l’improbabilità di un suo successo regalandoci una partita indubbiamente esilarante. Giustizia poetica.

Nelle ultime settimane la ritrovata efficacia del gioco di corse e l’opportunismo difensivo hanno permesso agli Steelers di inanellare vittorie, tuttavia c’è un problema a Pittsburgh: Kenny Pickett non sembra essere la soluzione. Non è quello che gli americani – specialmente sotto i vent’anni – a cui farebbero riferimento con him.
In 22 partite da titolare ha lanciato lo stesso numero di touchdown e intercetti, 13. Se 13 intercetti rappresentano un dato incoraggiante per un quarterback alle prime armi, altrettanto non si può dire dei 13 touchdown. Più o meno lancia un touchdown una partita sì e una partita no. Troppo poco, insopportabilmente troppo poco.

Il record di squadra e il relativo successo, però, stanno occultando le sue mancanze. Aver ampliato il ruolo a Jaylen Warren ha giovato enormemente al gioco di corse, ma non prendiamoci in giro, l’attacco degli Steelers resta inefficiente. Possono vincere le partite solamente in un modo e sperare che la difesa non si tolga mai il mantello.
Non segnano nemmeno 17 punti a partita.
A onor del vero ogni tanto imbrocca qualche lancio che ti fa brillare gli occhi pensando al futuro, ma è troppo inconsistente e annacquato. Nel 2023 non puoi vincere semplicemente limitandoti a non commettere turnover. O meglio, puoi scamparla contro la classe operaia per poi essere umiliato dall’alta nobiltà a gennaio.

Credo ancora che possano andare ai playoff, ma con questa situazione under center la loro massima aspirazione non può che essere una sorprendente capatina al Divisional Round.
Pickett sta sfoggiando settimanalmente limiti piuttosto eloquenti. Devono capire loro per quanto siano disposti a stazionare a proprio agio nelle sabbie mobili. So solo che se non fosse in una squadra che in un modo o nell’altro continua a vincere lo tratteremmo come uno Zach Wilson qualsiasi.
Ha fortunatamente ancora tempo per farci rimangiare considerazioni del genere, tuttavia non sto più percependo progressi.

L’apparente resurrezione dei Denver Broncos ha del miracoloso. Li avevo dati per morti, li avevo scherniti, derisi e in un certo senso pure pianti: ora sono sul 5-5 forti di quattro vittorie consecutive.
Per la prima volta dalla trade di Russell Wilson li percepisco come una squadra. Attacco e difesa operano in simbiosi, l’una mette l’altro in condizioni di aver successo e, in un modo o nell’altro, sta funzionando.
Questa è la seconda vittoria in rimonta consecutiva. Continuano a indurre gli avversari al turnover, l’attacco trova consistentemente modo di portare a casa la giornata e le vittorie si accumulano pacifiche.

Non mi sembra realistico definirli contender, ma se non altro sono di nuovo una squadra. Non hanno assolutamente nulla a che fare con quelli che ne hanno incassati 70 dai Dolphins.
Wilson, con tutto l’aiuto di questo mondo, ha ripreso a essere efficiente. Chiaramente senza il supporto della difesa non starebbe vincendo, ma ha comunque ricominciato a vincere. Non è banale.
Il calendario non è certamente proibitivo. Questi Chargers li possono battere due volte. Browns, Patriots e Raiders dovrebbero essere alla loro portata: hanno appena preso lo scalpo a Chiefs, Bills e Vikings, tre squadre che la scorsa stagione hanno preso parte ai playoff.
Tifosi, bentornati ad avere un motivo per accendere la televisione.

Questa è una lega nelle mani delle stelle.
Sono le stelle a decidere una partita. Lo abbiamo visto con i 49ers: per far vacillare quella che sembrava essere una corazzata sono bastati un paio di infortuni a un paio di giocatori giusti. Hanno perso. Ora, dopo aver riabbracciato i caduti, hanno ripreso a vincere in scioltezza. Vediamo come sarà la vita senza Talanoa Hufanga.
Nelle ultime acciaccate stagioni hanno sopperito agli infortuni dei titolari creandone continuamente di nuovi. Se ne rompe uno? Nessun problema, una scelta al quarto round del penultimo draft risponderà alla chiamata e dimostrerà di poter essere un titolare in questa lega. Magari, un giorno, pure una stella.

Gli potete pure cambiare la maglia, ma la sua stella non smetterà mai di brillare un pelo più intensamente delle altre. Jalen Ramsey è proprio un giocatore speciale, un futuro Hall of Famer.
Tre intercetti in tre partite. Gli intercetti, cari lettori, possono avere un ruolo determinante nel definire l’esito di una partita. Per esempio, un suo intercetto ha chiuso definitivamente la porta in faccia ai Raiders.
Ramsey è un giocatore che quando c’è si vede, si sente, lo si percepisce proprio. Trattandosi di un cornerback non può essere nominato al termine di ogni snap, ma potete stare certi che prima o poi sarà menzionato.
La difesa dei Dolphins è ben altra cosa con lui in campo.

La stizzita scenata di Brandon Staley in conferenza stampa ci ha messo davanti all’inequivocabile fatto che quest’uomo stia per valicare il suo personalissimo limite. Credo sia consapevole che non gli resti a disposizione tanto tempo.
Per carità, in campo non c’è lui, non è colpa sua se ricevitori completamente liberi non riescono a fare quello che sono pagati per fare, ossia ricevere il pallone, ma quei drop sono emblematici. Los Angeles, a questo punto del ciclo, dovrebbe essere una squadra matura e consapevole che quando c’è da mettere insieme il game winning drive non si tira sicuramente la zappa sui piedi. Insomma, una squadra esperta e abituata alla vittoria.
Invece eccoli qua, ancora nevrotici e sciatti come fossero alle prime armi. Herbert di esperienza comincia ad averne parecchia, eppure siamo sempre lì.

Dal momento che in situazioni del genere è l’allenatore il primo a cadere, lasciatelo cadere. Non tutti i problemi di questa squadra sono attribuibili a Staley, ma è fuori questione che non abbia alcun tipo di soluzione per risolverne almeno un paio.
Hanno quasi concesso 400 yard di total offense ai Green Bay Packers. Hanno ridato speranza a Jordan Love, quarterback così mentalmente contratto da non essere troppo distante dalla paralisi.
Ripeto, è uno specialista della difesa e il suo reparto difensivo è puntualmente deludente. Non sta rispettando i patti, non sta facendo quello che avrebbe dovuto fare.

Herbert non è sicuramente esente da colpe, ma cosa può fare di più? Se i ricevitori si dimenticano come ricevere, se Ekeler perde il controllo del pallone a pochi passi dalla end zone e se è costretto a indirizzarla ai vari Erikson, Davis e Smartt si può parlare di fallimento del front office? Pure in questo caso gli infortuni sono tanti, però…
Definire Staley teso sarebbe un’eufemismo. Non c’è serenità e, fra non troppo, potrebbero non esserci più obiettivi per cui giocare. Los Angeles sta perdendo tempo, fossi in loro mi butterei avanti.

Vittoria imprescindibile per i Bills che, almeno per qualche giorno, esorcizzano gli incubi che hanno scandito le loro ultime settimane. Tuttavia vi inviterei alla calma, erano pur sempre contro i New York Jets. La difesa ai comandi di Saleh è di primo livello, ma è impossibile pretendere produzione da un reparto perennemente in campo – o spedito al suo interno a una ventina scarsa di iarde dalla end zone dopo l’ennesimo turnover.
Buffalo è apparsa più serena e sciolta e, pensate un po’, coinvolgere James Cook ha pagato immediatamente dividendi. 102 yard dallo scrimmage e un touchdown su ricezione costituiscono un ottimo bottino contro la difesa dei Jets.

Per indicazioni più precise sul loro stato di salute vorrei prima vedere cosa succederà contro gli Eagles. I Jets, ripeto, non sono assolutamente una squadra materasso ma sono così strutturalmente incompleti da essere diventati unità di misura inattendibile.
Il principio del post-Dorsey è incoraggiante, ma saranno gli altri gli impegni che ci permetteranno di prendere il polso ai loro eventuali progressi.

Chi invece il futuro fatica a guardarlo con coraggio è Seattle, reduce da una domenica più che disastrosa. Hanno buttato una partita da vincere e che a un certo punto sembrava (quasi) vinta, hanno perso per infortunio Kenneth Walker e Geno Smith. Walker potrebbe averne per un po’, Smith ancora non si sa. Ha giocato l’ultimo drive e, a momenti, quasi non riusciva a firmare il mezzo miracolo, ma per loro sfortuna hanno la settimana corta in quanto impegnati durante il giorno del ringraziamento.
Ha un paio di giorni per recuperare da una mazzata tremenda al gomito. Lui, conoscendolo, farà il possibile per esserci.

Non potevano permettersi di perdere questa partita, non con 49ers, Cowboys, Eagles e ancora 49ers in programma.
C’è il serio rischio che si trovino con un record negativo ancora prima che possano rendersene conto. Non è la prima partita del genere che buttano via quest’anno e scivoloni del genere a fine stagione presentano puntuali il conto. Anche in NFC.
Stagione che sta prendendo una brutta piega quella dei Seahawks.

Prima di salutarvi un paio di anticipazioni.
Questa settimana la guida del venerdì uscirà il giovedì in quanto il football che sfuggirebbe dalle sue grinfie pubblicandola il venerdì sarebbe decisamente troppo. Per questa ragione inizierò a scriverla ASAP e, purtroppo, non avrò modo di proporvi l’articolo random del mercoledì. La buona notizia è che mi rifarò venerdì con il mini-riassunto di quanto successo durante il giorno del ringraziamento.
A giovedì, dunque.

18 thoughts on “Considerazioni (il più possibile) lucide su Week 11 del 2023 NFL

  1. Tutto giusto. Unica pecca Tommy De Vito era un personaggio di Goodfellas, in particolare il personaggio interpretato da Joe Pesci.

  2. Perché Herbert ai Chargers “non è sicuramente esente da colpe”? Quale colpa gli si può ascrivere ad un quarterback così, in una domenica in cui gli droppano due/tre passaggi da TD compreso il probabile go-ahead? Nonostante lo scempio difensivo, le assenze in attacco, i drop assurdi dei ricevitori, ha avuto una gara da 2 td-pass (uno clamoroso passando in un tunnel di formaggi) con 260 yard di passaggio e altre 73 yard su corsa. Cosa dovrebbe fare per essere esente da colpe, andarsi a ricevere i palloni che lui stesso lancia? Per favore…

    • “Non è esente da colpe” in questi tre anni in cui ha consistentemente giocato bene ma, per l’appunto, non è mai stato consistentemente perfetto :)

  3. Le prossime tre partite di Buffalo sono contro Philadelphia, Kansas City e Dallas: servono almeno due vittorie per restare a galla. Le prossime tre di Miami sono contro New York Jets, Washington e Tennessee: fatta la solita premessa sull’imprevedibilità del football, sembra abbastanza probabile che nelle prossime tre gare Miami metterà in cassaforte la division.

    Bisogna quindi ragionare in chiave wild card e anche qui la vedo grigia. Temo che quei 12 uomini in campo contro Denver siano stati la chiave di volta della stagione: potevamo essere 7-4 con Denver fuori dai giochi, invece siamo 6-5, Denver è in piena corsa e ha lo scontro diretto a favore. E anche in caso di parità con altre squadre con cui non c’è uno scontro diretto, come Houston, Pittsburgh e Indianapolis, saremmo dietro per il record di conference. Comincio a temere che un 10-7 non sia sufficiente per una wild card.

  4. Effettivamente i 49ers, in questi anni magri di inforuni che hanno portato a sconfitte dolorose (in particolare al Conference Game di gennaio contro Philly), si sono un pochino vaccinati contro la sfiga cosmica. Ji’Ayir Brown ha preso comunque parte a tutte le 10 gare con queste statistiche: 1 int, 3 PD, 8 Combo Tckl; per un rookie niente male. Ma resta pur sempre un debuttante e quando il gioco si farà duro…….
    @Lux: più pessimismo, per favore!!!! :-D

    • No ma io rimango superpessimista eh.

      A me la prestazione dell’altra sera non è così piaciuta, nonostante qualche numerino sembrerebbe dire l’opposto. Purdy nell’occasione mi pare avere fatto scelte assai conservative. Non gliene faccio certo una colpa, il suo gioco senza rischi inutili mi trova concorde. Ma nemmeno mi esalto perchè è l’intero attacco ad aver fatto il compitino. Il ricorso sistematico a CMC poi mi sembra ormai abbastanza prevedibile. Nel complesso abbiamo vinto ma contro una squadra con cui dovremmo farlo anche con una mano legata dietro la schiena. Leggo che avremmo tenuto in mano la partita, ma quei turnover on downs, qualche three and out a me non hanno fatto pensare ad una partita così comoda, contro una avversaria che pur volenterosa, comoda doveva essere. Se il buon Baker ne infila una in red zone (e ci sono passati un paio di volte) poi la situazione si fa complessa, da sciolta che doveva essere. Insomma non è che abbiamo limitato a 17 i Chiefs facendone al contempo 45. Secondo me siamo ancora in convalescenza. Su tutto questo perdiamo la guardia titolarissima.

      Ma tutto questo è secondario. Io ho sempre negli occhi l’involuzione di qualche settimana fa iniziata dal terzo drive contro i Browns. E’ questo che mi continua a lasciare razionalmente pessimista. Stiamo facendo il compitino, sospesi tra il desiderio di volare e il timore che riaffiori qualche spettro. Le prossime due partite con i vari rapaci saranno una bella verifica. Se mi sbaglio, offro da bere (ma da esigersi ad Albinea, Reggio Emilia).

      • @Lux: La tua analisi mi trova assolutamente d’accordo. L’utilizzo di CMC è veramente esagerato. Se poteva essere in un certo senso comprensibile quando si cercava di portarlo al record, nella partita di domenica 21 portate e 5 ricezioni in 9 drives giocati sono oggettivamente tanti. Anche perché non capisco lo scarso utilizzo di Mitchell e l’inutilizzo di Mason. Così come c’è una poca variazione nei destinatari dei lanci, con pochissimo utilizzo di Juszczyk.
        In questo modo si è molto prevedibili in fase di possesso….

  5. Solite 2 parole sul MN
    Gli Eagles quest’ anno fanno tremendamente sul serio, molto, pure troppo.
    Di contro ai Chiefs manca qualcosa in attacco per ripetersi. Forse potrebbe bastare questa difesa e la magia di Pat per primeggiare in AFC ma li vedo perdenti non solo contro gli Eagles ma anche contro i 49ers (se sani).
    La partita è stata si combattuta con le difese sugli scudi, ma ho sempre avuto la sensazione che gli Eagles l’avrebbero portata a casa. Giocata della partita , lancione da oltre 60 yd di Hurts e poi solito abbraccio fraterno a chiudere.

    • In effetti il reparto WR dei chiefs non mi pare il max. Cmq eagles bella squadra, che sia il loro anno…

    • A me pare che senZa 3/4 dropponi dei ricevitori Chiefs (uno pure di Mr. Swift, l’87 in rosso, l’altro era un TD già fatto di Toney, mi pare) i ragaZZi di Reid avrebbero vinto in carroZZa. Hurts ha preso un sacco di botte, di conseguenZa AJ Brown non ha fatto granchè: non il massimo dei segnali.

  6. Gli Steleers hanno cacciato Matt Canada. Immaginiamo la tristezza di Mattia… 😀

  7. Se i Browns trovano un quarterback affidabile sono caZZi per tutti in AFC, altro che.
    In NFC finale annunciata Eagles-49ers salvo strani incroci di calendario.

    • Hanno preso il meglio che c’era in giro… peccato che prima pieno di impicci fuori dal campo e mo si è pure rotto…
      Un po la sfortuna un po pure la capoccia di watson

  8. Chiefs 26 drops leader in NFL …quando si decideranno a dare a Mahomes dei ricevitori del livello delle altre squadre forse vinceranno un Superbowl senza che Mahomes debba fare i miracoli con una gamba zoppa… Che poi Kelce quest’anno il più grosso errore della carriera di uno sportivo mettersi con una celebrità, non sorride più in campo e fa una cavolata dietro l’altra in una partita come questa

    • Dai però non diciamo cavolate, non so cosa c’entri T-Swift dato che ha il catch ratio più alto della carriera (79%) e numeri assolutamente in linea con quelli degli ultimi anni (71.2 yard a partita, nel 2021 erano 70.3, l’anno scorso 78.7): non sorride (ma quando???) perché è perennemente raddoppiato in quanto unica vera minaccia del gioco aereo di Kansas City, non sicuramente per Taylor Swift. Non cadiamo in pigre banalizzazioni!

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