Voglio aprire tessendo le lodi di un giocatore a mio avviso incompreso, Taysom Hill.
Siccome dobbiamo sempre rovinare tutto, c’è stato un punto in cui lo avevamo bollato come esperimento fallito in quanto inadatto a fare il quarterback. In quell’istanza a essere sbagliato non era il nostro giudizio, ma il nostro punto di vista: non si può valutare Taysom Hill in quanto quarterback perché non è un quarterback, ma un giocatore di football americano.
Da quando il coaching staff ha deciso di interpellarlo più assiduamente i Saints sono diventati più efficienti in red zone: prima di Week 7 hanno segnato un touchdown solamente in 7 dei 20 viaggi in red zone – 35%.

Per carità, non che ora si possa parlare di una macchina da guerra, ma il 43% di successo fra Week 7 e Week 9 ci mette comunque davanti a un miglioramento tangibile.
Hill è un giocatore di football e, in quanto tale, fa quello che deve fare un giocatore di football: giocare a football. Se serve lancia, corre, riceve e per non farsi mancare niente gioca pure negli special team. Non è un fenomeno sotto alcuna veste, ma è sufficientemente brillante da tornare utile e darti continuamente motivi di tirarlo in ballo.
È una risorsa preziosa che sta riuscendo a rendere quasi funzionale un reparto offensivo che sembrava essere una causa persa.

A proposito di cause perse, cosa sta succedendo ai Buffalo Bills?
La sconfitta contro Cincinnati fa male per più motivi. Per prima cosa affossa Buffalo su un 5-4 che, sinceramente, da loro non ce lo saremmo mai aspettati. Hanno perso – più nettamente di quanto il risultato finale possa raccontare – contro un’avversaria diretta: gli stessi che a gennaio li hanno eliminati dai playoff.
Ma soprattutto li mette a nudo come una squadra discontinua.

Tutti gli infortuni che volete, ma sono proprio inconsistenti.
In attacco continuano a non volerne sapere di correre. Sembra quasi che corrano controvoglia perché costretti, non per mettersi in una migliore posizione per vincere. James Cook è un buonissimo running back che, in quanto tale, ha bisogno di tocchi per entrare in ritmo: una corsa per drive non è sufficiente. Così lo tagli fuori dalla partita e ciò è controproducente.
Soprattutto in un anno in cui il corpo ricevitori appare più che mai come Diggs e altri quattro-cinque st…upendi mestieranti?

La difesa è parecchio incerottata, è vero, ma sbaglia molti più tackle del solito. Immagino che l’assenza di Matt Milano abbia qualcosa a che fare con quanto appena detto. Il numero di sack è buono, ma portano meno pressione dell’anno scorso.
Questo reparto sente disperatamente la mancanza di Leslie Frazier. Al momento, McDermott appare sopraffatto.
E poi c’è Josh Allen che il suo continua a farlo, pur con qualche errore di troppo. Ma Buffalo non sta perdendo per colpa di Josh Allen: il problema è che non sta più bastando il solo Josh Allen.
Non l’ho mai visto così solo.
Urge un esame di coscienza.

Arthur Smith è un uomo strano. No, non per un baffo che ci costringe ad associarlo al prefisso porno-, ma perché non lo capisco più. Atlanta negli ultimi anni ha investito massicciamente sulle skills position spendendo scelte al primo round per i vari Kyle Pitts, Drake London e Bijan Robinson.
Poi però per intere stagioni Kyle Pitts viene ignorato e trattato come un banalissimo giocatore di rotazione.
Ci sono domeniche in cui ci si dimentica completamente dell’esistenza di Drake London come persona, figuriamoci come giocatore.
La novità del momento è Bijan Robinson, running back per il quale hanno sacrificato una scelta all’interno della top ten… per non utilizzarlo?

In nove partite ha ricevuto più di 15 portate solamente contro Green Bay: era Week 2.
Che senso ha tenerlo nel freezer? Dato che rinnovare il contratto ai running back è diventato blasfemia spremiamolo finché sotto contratto come rookie, di grazia! No, ora più che mai fa parte di un committee con Tyler Allgeier.
Robinson è un giocatore potenzialmente generazionale che, in poche parole, deve essere rifornito di palloni in qualsiasi modalità possibile – e non. Pensate ad Alvin Kamara da rookie. O anche solo a Cordarrelle Patterson un paio d’anni fa proprio ad Atlanta.
Spediscilo nella slot. Mandalo sull’esterno. Integralo nel tuo gioco aereo in modo più serio, non relegarlo a un paio di prevedibili screen e checkdown.
Puoi fare sicuramente di meglio Arthur Smith.

Sinceramente non saprei nemmeno io cosa dirvi di Joshua Dobbs.
Quella di domenica contro i Falcons più che come vittoria deve essere archiviata come autentico miracolo. Non ha alcun senso che un quarterback appena aggregato alla squadra possa vincere una partita di NFL – anche contro i generosi Falcons.
Dobbs, spedito a Minneapolis martedì, non aveva ancora giocato uno snap con l’attacco titolare.

No, nemmeno in allenamento. Il tackle Brian O’Neill ha rivelato che durante la prima huddle hanno provato le cadence – la serie di parole (apparentemente) senza senso che precede lo snap – più importanti in quanto quella per lui costituiva la prima volta al comando dell’attacco.
Non aveva ancora dato un handoff al proprio runningback. Non aveva ancora ricevuto uno snap dal centro. I suoi ricevitori non avevano ancora ricevuto un pallone da lui lanciato.

Vincere così non è sostenibile, intendiamoci.
Ciò nonostante, quanto fatto da Dobbs, indipendentemente da come proseguirà la sua tenuta ai Vikings, è storico. Ha vinto una partita improvvisando, imparando facendo. Una sorta di alternanza scuola-lavoro in cui però, fortunatamente, non ci rimette la vita nessun giovane studente.
Con una prestazione testarda e a tratti lisergica, Dobbs ci ha ricordato che a volte il cuore può vincere una partita di football americano. Anche al di fuori di un melenso film, nella vita reale.
Non improvvisi vittorie in NFL.

Credo che qualcuno di voi si stia chiedendo «dai, quand’è che parli di Baltimore?»: va bene ora?
Lo ammetto, sono impressionato. Resto scettico e distaccato optando per la strada più snob possibile, ovvero quella in cui storco il naso leggendo le credenziali delle avversarie, ma i Ravens stanno impressionando.
Lamar Jackson sta giocando da MVP, anche se non lo vincerà mai perché sta lanciando troppi pochi touchdown: a cosa serve lanciarli quando puoi portare la palla dentro la end zone con le tue gambe?
Edwards, lo stesso Jackson, Hill e l’elettrizzante Keaton Mitchell stanno rubando touchdown al braccio destro di Lamar, ma credo che nessuno abbia voglia o motivi di lamentarsi: 17 rushing touchdown danno vita a un più che lauto bottino.

La difesa non me la so spiegare, chiunque sta giocando a un’intensità impareggiabile. Forse solamente i Browns possono essere inseriti nella stessa frase. Gente come Van Noy e Clowney si sta riscoprendo venticinquenne. La secondaria tiene alla grande e Geno Stone intercetta palloni a cadenza settimanale. Justin Madubuike continua ad accumulare sack. Roquan Smith e Patrick Queen gestiscono il traffico con precisione e pugno duro.
Ovviamente i giudizi sulla loro stagione dipenderanno esclusivamente da quanto accadrà a gennaio, ma attenzione che questi Ravens ricordano pericolosamente da vicino quelli del 2019 – con un gioco aereo più esplosivo e affidabile.

Las Vegas aveva disperato bisogno di una giornata come quella di domenica. Non eleviamo a impresa erculea una vittoria contro questi Giants, tra l’altro privati nuovamente di Daniel Jones, ma un successo perentorio e a suo modo spettacolare era tutto ciò che aveva prescritto il medico. A proposito, stagione finita per Daniel Jones, è saltato il crociato. Poveraccio.
Parlo e parliamo dei Raiders come di una squadra in decomposizione, ma in realtà sono 4-5. Una partita dietro i Bills, per intenderci. Non voglio illudermi, per domenica devono ringraziare i Giants, ma avevano bisogno di qualcosa di positivo a cui appigliarsi e la loro stagione è più che mai viva.

Adams, di nuovo, non ha giocato da Adams ma non ce n’era bisogno, contro i Giants era il turno di Josh Jacobs.
La difesa si è divorata vivo il sopraffatto Tommy DeVito concludendo la giornata con ben otto sack – un terzo dei 24 complessivi accumulati in stagione. Ripeto, troppo poco per esaltarsi, ma se non altro hanno riscoperto come si fa a sorridere, non certamente una banalità guardandoli se li avete guardati in faccia durante le ultime settimane del regime McDaniels.

Notizia flash: C.J. Stroud sembra essere un fenomeno.
Un quarterback all’ottava partita in NFL non dovrebbe aver modo di condurre la propria squadra alla vittoria in una giornata in cui è stato abbandonato sia dal kicker che dal gioco di corse.
Sforziamoci di andare oltre i numeri. La vittoria di domenica contro dei commoventi – almeno in attacco – Tampa Bay Buccaneers potrebbe essere reputata la più impressionante dell’anno, non fosse per Joshua Dobbs e i suoi due exploit con due maglie diverse.
Oltre che fenomeno è pure un ragazzo consapevole, a quanto pare.

Altro big match perso dai Cowboys, ma questa volta mi sento obbligato a fare da scudo umano a Dak Prescott: non è colpa sua. Le ha provate davvero tutte, non ho ricordi di una sconfitta più frustrante di quella patita contro gli Eagles.
Se ci prendiamo la briga di umanizzare ogni singolo episodio che ha avuto luogo durante la partita contro gli Eagles regalandogli quattro arti, gli episodi domenica hanno preso a calci negli zebedei Prescott. Mentre esibivano sprezzanti il dito medio di entrambe le mani.

Nelle ultime settimane Dak ha ingranato una nuova marcia, ma purtroppo il gioco di corse non ha saputo tenere il passo. Nemmeno Terrence Steele domenica. Diciamoci la verità, Tony Pollard quest’anno sta deludendo. Non è lo stesso giocatore che dodici mesi fa rischiava seriamente di segnare sei punti ogni volta che toccava la palla.
Il gioco di corse dei Cowboys è lento, prevedibile e sterile. Fra 2021 e 2022 Pollard ha guadagnato 5.3 yard a portata, numero ora precipitato a 4.0, dato non orripilante ma che ci mette davanti al lapidario fatto che tante portate finiscano per annacquarlo e, eventualmente, neutralizzarlo.
Per una volta non scagliamoci su Dak che sta giocando dell’ottimo football.

Nell’ultracentenaria storia della National Football League, prima di domenica solamente 27 giocatori sono stati capaci di concludere una partita con due pick six: Kenny Moore, contro i Carolina Panthers, è diventato il ventottesimo.
Non risulta difficile percepire il peso specifico di due pick six in una partita vinta di 14 punti.
Mi trovate in difficoltà, non so nemmeno io cosa dire. Non sono cose per le quali ci si può preparare in quanto giocatori, dietro una pick six troviamo una miriade di variabili, ma ho reputato doveroso dedicare un paio di righe a quella che è stata a tutti gli effetti una vera e propria impresa.
A Indianapolis dal 2017, Moore è diventato una colonna portante dei Colts e la partita di ieri ha corroborato la sua candidatura per un posto nella loro Ring of Honor.

Vi voglio nei commenti, come sempre.

11 thoughts on “Considerazioni (il più possibile) lucide su Week 9 del 2023 NFL

  1. Caro Mattia, hai messo il dito nella piaga Falcons con la mira di un cecchino, e te lo conferma il fatto che, da domenica, il grido dei tifosi è “cacciate Arthur Smith”.
    Tutto quello che hai scritto è condivisibile e pure sintetico delle assurdità di questo uomo (che a me non ha mai dato l’idea di essere uno molto sveglio), che dopo avere costruito una macchina da guerra per il run game, ha deciso nelle ultime settimane di rinnegare il tutto con risultati invero modesti. Perché? Nessuno lo sa, anche perché lui nelle interviste non spiega nulla.
    Però siamo alla tragicommedia, davanti ad una squadra con una difesa da top 10 (grande merito, invece, al GM Fontenot, uomo competente che ha messo a segno autentici capolavori, spesso sottovalutati, come l’acquisto di Onyemata e di Okudah, ma anche l’ UDFA Nate Landman), un calendario tra i più facili, eppure ora con un record negativo.
    Pitts, il cui unico difetto è quello di avere un carattere tollerante, ora ad Atlanta viene ironicamente chiamato “l’altro tight end”, per sottintendere che Jonnu Smith lo sta surclassando ed è il vero n. 1 in rosa. Qualcuno, mi ci metto pure io, inizia a domandarsi se non sia il caso di scambiarlo prima che perda troppo valore. Magari per QB di medio livello che aiuterebbe non poco…
    Avessimo pure avuto un kicker meno che eccezionale come Koo oggi il record sarebbe ancora peggiore. Altra cosa di cui vergognarsi.
    Per ora l’unica certezza è che Ridder resta in panchina anche per la prossima.

  2. Non una parola su quella che al momento è la migliore franchigia. Son convinto che se l’ 8-1 l’avesse Dallas avrei letto mezz’ora di lodi. Vabbè peccato. Peccato perché è sempre pacevole leggere chi di football ha competenza e passione.
    Fly Eagles fly
    Cesare

    • Arriva anche il loro turno, non preoccuparti, è che siete talmente costanti e forti che faccio fatica a trovare cose nuove da dire!

  3. A proposito di Dobbs, tra l’altro, c’è anche da considerare il record W/L della franchigia da cui proviene. Vorrei vederlo in una candidata alla vittoria finale. Per finire complimenti ancora a Stroud ed ai Ravens.

    • Taysom hill incompreso solo da spettatori occasionali, trovami un allenatore che non voglia nel suo roster uno che puo fare qb, te, rb, wr, a me sempre piaciuto e poi è un bravo ragazzo. C.J Stroud spettacolo puro, talento e sfrontatezza per un mix vincente ma secondo me il man of the week è Dobbs che compie una vera è propria impresa e immagino poi che soddisfazione vedere i cardinals prendere schiaffoni. Una domanda per chiunque ne sappia qualcosa, sul tubo si ipotizzava un ritorno come redskins per Washington, per il sottoscritto sarebbe tanta roba e poi commanders fa veramente schifo.

  4. Ci vuoi nei commenti, ma è difficile aggiungere qualcosa: sei stato quantomai esaustivo, dalla solitudine di Josh Allen alla fenomenologia di C. J. Stroud!

    Anch’io sono impressionato da Baltimore: mi aspettavo una squadra da 10-7 e da eliminazione al turno di wild card, invece state vincendo e, soprattutto, convincendo. Sembrate davvero simili alla versione del 2019, che dopo un assestamento iniziale con un paio di sconfitte è andata a chiudere la stagione 14-2. Diciamo che avete preso il posto che nelle previsioni di inizio anno era di Buffalo, mentre Buffalo ha preso il vostro. Tra l’altro, ho l’impressione che Cincinnati sia tornata a essere la vera Cincinnati, ma con una Baltimore così in division rischia seriamente di finire alla testa di serie n. 5 e di farsi tutti i playoff in trasferta.

  5. Io a inizio stagione avevo pronosticato SB Bengals – Eagles. dopo le prime 4/5 partite sembrava una cacchiata. ora forse lo sembra meno. Se i 49ers non si riprendono e i Chiefs non ingranano sul serio ( anche contro i dolphins hanno approfittato degli errori avversari ma non hanno impressionato) forse forse azzecco il pronostico. Ravens permettendo.

  6. come al solito due parole ( non di più ) sul MN. Partitaccia dei jets che collezionano 6 punti con zero TD in 60 minuti.
    Ai Chargers è bastato approfittare degli orrori di NY ( 3 fumble che hanno portato la bellezza di 17 punti oltre a un return di punt da 80 yd ) per portare a casa la partita. Ottima prova della difesa Chargers, attacco così così. Menzione d’onore per una presa fantascientifica di Allen.

  7. “Tenuta” non è italiano. Se proprio bisogna ricalcare pedissequamente (slavishly) l’inglese si ottiene un risultato migliore usando direttamente i termini inglesi.

  8. Ciao a tutti. Vorrei dire solo poche parole su 2 giocatori che mi hanno colpito in maniera fortemente negativa e mettono in dubbio la capacità di scelta di molti dirigenti: Zach Wilson e Brice Young. Pensa a Wilson come seconda scelta assoluta mette i brividi. Ormai è già al secondo anni e penso che, finito il contratto da rookie, scomparirà dalla Nfl. I Jets hanno una difesa formidabile e con un quarterback modesto ( arrivo a dire Trent Dilfer, non Aaron Rogers con il quale potevano arrivare al Superbowl) sarebbero una squadra veramente ostica. Brice Young sembra un bambino in mezzo agli adulti: timido, impacciato, insicuro, terrorizzato dagli avversari, sembra incapace di muoversi. Speriamo sia solo l’ inizio, ma l’appellativo di bust sta diventando sempre più concreto. Se poi facciamo un paragone con Stroud……. ciao a tutti

  9. C’è una cosa su cui non si può che essere d’accordo con te. Francoforte è la città più brutta d’Europa.

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