1) Philadelphia Eagles (7-1) (+1) L’importante è non andare in panico, e gli Eagles, guidati da un sontuoso Jalen Hurts, hanno applicato la lezione alla perfezione. In svantaggio nel primo tempo e con una produzione offensiva totale minore di addirittura 100 yard rispetto ai Commanders a fine gara, Hurts confeziona 4 passaggi da touchdown, A.J. Brown riceve qualsiasi cosa anche con una sola mano e registra la sesta partita consecutiva oltre le 125 yard su ricezione, evento mai accaduto prima nella lunga storia della Lega. Sono tornati a giocare in maniera dominante pur dovendo aggiustare qualche turnover possibilmente fastidioso, e la difesa deve capire come mai si soffre così tanto contro Washington (31.3 punti di media nelle ultime tre partite); cresce l’attesa per il derby interno alla NFC East contro Dallas, per tentare di consolidare maggiormente il comando del raggruppamento. Squadra in forma strepitosa.
2) Kansas City Chiefs (6-2) (-1) Patrick Mahomes perde in trasferta contro una rivale della AFC West per la prima volta in carriera, e già questa è notizia da prima pagina. Il reparto offensivo dei Chiefs è risultato fuori fase per tutta la gara, tante le occasioni sprecate per un’esecuzione lontana dalla consueta perfezione, tanti gli episodi decisivi, tra cui la mancata connessione con Skyy Moore in endzone a metà del quarto periodo nonostante il lancio preciso di Pat. Semplicemente troppi gli errori commessi, due dei quali hanno regalato ai Broncos delle posizioni troppo comode da cui segnare velocemente, Denver domina il tempo di possesso del terzo periodo facendo raffreddare il forte reparto offensivo dei Chiefs. Gare che capitano anche ai migliori, e meglio che accadano ora piuttosto che a gennaio.
3) Miami Dolphins (6-2) (+1) Nuova affermazione contro una squadra dal record perdente, pertanto ci si attende uno spolvero dei sospetti quando gli impegni diverranno più difficoltosi. Tua Tagovailoa porta a 6–0 il suo bilancio contro Bill Belichick, curiosità assai interessante, mentre Tyreek Hill marcia dritto a suon di record avendo accumulando già oltre 1.000 yard su ricezione dopo sole otto gare. Si rivede un Jaylen Waddle decisivo con 121 yard e una meta, oltre a ciò i Dolphins recuperano anche Jalen Ramsey che non tarda far sentire la sua presenza con un intercetto riportato per 49 yard. Tutte ottime notizie in attesa di altri recuperi dagli infortuni (Xavien Howard su tutti), Miami è una squadra pericolosa per tutti.
4) Baltimore Ravens (6-2) (+1) Pratica agevole contro Arizona, per quanto i Ravens abbiano faticato più del dovuto. L’attacco parte lentamente ma la difesa risponde con due intercetti, un fumble recuperato e quattro sack del povero Dobbs. Arrembante la prova di Gus Edwards, autore di tre mete, Mark Andrews continua a varcare la endzone con puntualità svizzera, mentre Lamar Jackson sembra aver trovato il ritmo ideale con un’altra gara molto precisa, 66% di passaggi completati per medie che se mantenute sino a fine anno sarebbero le migliori di carriera. La cura Todd Monken sta funzionando.
5) Jacksonville Jaguars (6-2) (+1) I Jaguars vincono ovunque, e chiudono ottobre imbattuti nonostante le trasferte nel Regno Unito. La quinta affermazione in fila, giunta contro gli Steelers, allunga ulteriormente il gap con il resto della AFC South, ma soprattutto il lavoro di coach Perderson comincia a prendere sul serio forma. Lawrence sembra rinato dopo un inizio difficoltoso di carriera, Etienne (149 yard totali) è un playmaker fatto e finito, ma soprattutto la squadra gioca in maniera fisica e aggressiva, rendendosi competitiva. Delle ultime 17 gare di regular season giocate, i Jaguars ne hanno vinte 13.
6) San Francisco 49ers (5-3) (-3) Viene da chiedersi se sia terminato l’effetto-sorpresa che aveva contraddistinto Brock Purdy: l’attacco viene limitato entro i 17 punti per la terza occasione consecutiva, un evento mai accaduto nella gestione di Kyle Shanahan, ancora una volta sono i turnover a fare la differenza, con il quarterback dei Niners a registrare due intercetti in altrettanti drive di fila. I Niners sembravano la squadra da battere solamente venti giorni fa, giungiamo ora al terzo stop in altrettante gare, e ciò che preoccupa maggiormente è non assistere ad alcun segno di ripresa. McCaffrey continua a frequentare l’area di meta con costanza, per carità, ma gli errori offensivi stanno letteralmente condannando le possibilità di San Francisco, togliendo l’idea iniziale di trovarsi dinanzi a una corazzata imbattibile.
7) Dallas Cowboys (5-2) (+1) Sembra passata un’eternità dalla sonante sconfitta contro i 49ers, tanto che i Cowboys sembrano una squadra con un’identità offensiva del tutto differente. Gara dominante per Cee Dee Lamb con 158 yard – massimo in carriera – e due mete, funziona in pieno al piano partita di McCarthy, il quale voleva mettere in moto da subito il gioco aereo finendo per accumulare un vantaggio di 33-9 già all’intervallo. Fanno ben sperare i 4 passaggi vincenti di Dak Prescott, in particolare nell’ottica del big game che attende Dallas contro gli Eagles, occasione ghiottissima di provare di essere una contender. I Cowboys salgono a 22-5 quando Lamb riceve per 70 o più yard, e vincono l’undicesima partita consecutiva in casa grazie anche a una difesa che mette nei guai Stafford sin dalle prime battute.
8) Detroit Lions (6-2) (-1) Miglior esibizione di sempre nella giovane carriera di Jahmyr Gibbs, spettacolare grazie alle sue 152 yard su corsa e 189 dallo scrimmage. Il running back ha finalmente dimostrato i motivi dietro alla sua chiamata al dodicesimo posto assoluto dello scorso Draft, rivelandosi elemento dinamico in grado di effettuare il big play a ogni azione. Ancora una volta molto buona la partita di Jared Goff, nonostante il pick-six rimediato nel terzo quarto, Sam LaPorta riceve il quarto touchdown stagionale dopo averne segnati soltanto cinque in tutta l’esperienza collegiale a Iowa.
9) Cincinnati Bengals (4-3) (+5) Cool Joe domina nella casa di Golden Joe, e i Bengals riprendono improvvisamente vita con un’importantissima affermazione in trasferta. Burrow sta indubbiamente meglio e il polpaccio non pare essere un problema, è tornato il quarterback mobile che è sempre stato e risolve parecchie situazioni lanciando in movimento con piena precisione, sbrogliando addirittura un’azione dove poteva essere atterrato due volte nel giro di pochi secondi. Tre passaggi da touchdown con l’88% di completi su 32 tentativi sono statistiche aliene, benissimo anche la difesa con intercetti firmati da entrambi i linebacker titolari, Pratt e Wilson. I Bengals cavalcano l’onda di questo provvisorio 3-0, in quella che sembra essere una rimonta sensazionale.
10) Buffalo Bills (5-3) (=) Affermazione risicata contro Tampa Bay ma assolutamente liberatoria, in particolare perché McDermott sembra aver capito che Josh Allen era stato precedentemente troppo limitato a livello schematico. Chiaro, l’obiettivo primario è di preservare il quarterback evitandogli colpi, ma il dubbio nasce quando Allen effettua performance complete come quella dello scorso giovedì, lanciando per 324 yard e due mete, oltre a segnarne una di persona provocato un clamoroso boato del pubblico di Buffalo. Determinante il contributo di Gabriel Davis in ricezione, segno che non sempre è necessario fossilizzarsi su Diggs, e prima meta di carriera per Dalton Kincaid, altro sospiro di sollievo.
11) Seattle Seahawks (5-2) (+1) L’attacco segna 17 punti nel primo quarto grazie alle movenze aliene di D.K. Metcalf, bucando una delle migliori difese NFL, poi subentra un lungo periodo di buio, e i Browns recuperano terreno trovandosi in vantaggio a due minuti dal termine con il possesso a favore. Ci pensa una deviazione di testa di Jamaal Adams a favorire l’intercetto decisivo di Julian Love, che permette il riscatto a Geno Smith portando a casa il drive del sorpasso. La gara è sembrata simile a tante altre, con la difesa a tenere le redini della gara con i denti e l’attacco incapace di sfruttare con costanza tutte le occasioni ricevute; decisivo Noah Fant con la ricezione che avvicina Seattle alla endzone per vincere, perfeziona tutto il rookie Smith-Njigba, che si sta rivelando essere un’ottima scelta, come spesso accade per la squadra di Pete Carroll.
12) Cleveland Browns (4-3) (-3) Affrontando un’altra gara senza DeShaun Watson i Browns partono da un passivo di 14-0 e arrivano a gestire l’inerzia nel secondo tempo, facendo a fette la trincea di Seattle grazie alla loro efficace rotazione di running back, che accumula 150 yard su corsa. Non basta l’intercetto di Maurice Hurst, perché Cleveland non riesce a gestire un terzo e tre in prossimità del two-minute warning, Stefanski chiama un lancio quando tutti si sarebbero attesi una corsa, ma P.J. Walker scaglia il suo lancio contro il casco di Adams, e la difesa non riesce a fermare il drive decisivo. Un peccato, perché nonostante le assenze i Browns stanno lottando con fierezza, ma devono guardarsi senz’altro dentro per non essere riusciti a portare a casa una vittoria oramai in dirittura d’arrivo.
13) Pittsburgh Steelers (4-3) (-2) Troppo stallo offensivo, ancora una volta l’attacco è responsabile di una partenza eccessivamente lenta con otto di dodici possessi terminati con un three & out. Kenny Pickett lascia la gara con dopo un colpo alle costole, Mitch Trubisky lancia un intercetto deleterio nel cementificare il vantaggio dei Jaguars nonostante la difesa avesse retto assai dignitosamente, pur senza l’infortunato Fitzpatrick. Tomlin deve aggiustare diverse fasi del gioco offensivo per dotare la squadra di maggior credibilità, di sicuro Pickett deve acquisire maggior esperienza leggendo meglio alcune situazioni nei pressi della endzone (manca infatti un touchdown per Diontae Johnson che si trasforma in un field goal), e deve migliorare un reparto statisticamente tra i peggiori in molte delle apposite statistiche di Lega.
14) New York Jets (4-3) (+1) Miracolati dal field goal mancato da Graham Gano, ma autori di una lotta senza quartiere strappando una vittoria insperata con il coltello tra i denti. Questi Jets lottano fino in fondo, giocano a volte al di sopra delle loro possibilità e stanno cercando di inquadrare il miglior record possibile sperando nell’improbabile recupero di Aaron Rodgers. Attacco fermo a 1/12 nei terzi down, Zach Wilson cresce nel momento del bisogno con due completi di oltre 20 yard, che permettono il field goal del pareggio. Vittoria da incubo contro dei Giants tenuti a -8 yard di total offense, ma pur sempre nuovo piccolo passo verso un territorio assolutamente imprevedibile, per come si erano messe le cose a inizio anno.
15) Minnesota Vikings (4-4) (+5) Vittoria strappa-lacrime se ce n’è una, visto l’infortunio al tendine d’Achille che terrà fuori Kirk Cousins per il resto della stagione proprio mentre i Vikes stavano ritrovando la loro identità. Altra partita precisa e sostanziosa in attacco, con Jordan Addison a segnare ancora, e difesa abile nel mettere in difficoltà Jordan Love con schieramenti sempre differenti. Nessuno avrebbe creduto in un 3-0 in assenza di Justin Jefferson se non i Vikings stessi, condotti da un fiero condottiero che andrà ora sostituito alla meno peggio, dato che le opzioni sono il quinto giro Jaren Hall (3/4 per 23 yard) e l’infortunato Nick Mullens.
16) New Orleans Saints (4-4) (+4) Ecco finalmente sopraggiungere la tanto agognata esplosione offensiva di cui si pensava fossero capaci i Saints, guidati da un Derek Carr in formato chirurgico per com’è andato a vivisezionare le coperture dei Colts. Partita ricca di giocate ad alto voltaggio con Taysom Hill e Alvin Kamara a segnare due mete ciascuno, spettacolare Rasheed Shaheed con il massimo in carriera di 153 yard e la ricezione che rompe definitivamente in due la partita, le 511 yard di total offense sono una pezza giustificativa imponente e significativa delle reali potenzialità di New Orleans, che trovando la giusta quadratura del cerchio può vincere la NFC South a mani basse.
17) Tampa Bay Buccaneers (3-4) (-1) Tentativo di rimonta occorso troppo tardi, nonostante le buona prestazione di Mayfield i Bucs non raggiungono le 200 yard totali sino al terzo periodo, mentre nel quarto l’attacco consuma oltre sette minuti mettendo assieme 17 giochi per il touchdown dell’accorciamento delle distanze, con poco senso d’urgenza. A nulla serve l’Hail Mary quale ultimo disperato tentativo di pareggiare, Tampa raccoglie la quarta sconfitta nelle ultime cinque apparizioni a seguito della partenza di 2-0, ma non ci sono segni di particolare miglioramento né di esecuzione, né di nervi saldi, viste le 11 penalità che sono costate ben 74 yard.
18) Los Angeles Rams (3-5) (-1) Tantissimi gli errori commessi in una gara caratterizzata dall’infortunio di Matthew Stafford, che prima di uscire trova il tempo per farsi intercettare un passaggio riportato in endzone. Gara senza storia sin dalle prime battute, la difesa non riesce a tenere Lamb, gli special team concedono un ritorno di 63 yard agevolando la già facile vita dell’attacco dei Cowboys, che già stava in precedenza pasteggiando a piacimento. Uscita disastrosa, sperando di non perdere Stafford a lungo a causa della distorsione di un legamento del pollice, altrimenti toccherà a Brett Rypien scendere in campo contro Green Bay in una sfida che si spera possa ribaltare le sorti dei Rams.
19) Indianapolis Colts (3-5) (-1) La difesa, in particolare le secondarie, continua a vivere le pene dell’inferno, attestazione confermata dalla pessima giornata del cornerback TOny Brown Jr., responsabile delle due giocate a lunga gittata che hanno permesso a Shaheed di essere determinante per il risultato finale. Ennesima partita che Indianapolis avrebbe potuto vincere ma sfugge, dato che l’attacco è costretto a votarsi esclusivamente al gioco aereo per tutto il secondo tempo consegnando un solo pallone nelle mani di un produttivo Jonathan Taylor, di certo non è d’ausilio concedere quasi 80 punti in due gare.
20) Atlanta Falcons (4-4) (-1) E’ ufficialmente iniziato il dramma-quarterback per Arthur Smith, il quale dovrà decidere se scommettere per il resto dell’anno su Taylor Heinicke, entrato in campo all’intervallo per sostituire l’infortunato Desmond Ridder. I Falcons posseggono il ventottesimo attacco di Lega e non superano i venti punti di media, i turnover continuano a fioccare e non sempre ci si può rivolgere al kicker per vincere. La difesa perde Grady Jarrett per la stagione ed è una notizia pessima, in particolare se in concomitanza dei quattro passaggi da touchdown concessi a Will Lewis alla prima gara da titolare.
21) Los Angeles Chargers (3-4) (+2) Non faticano ad avere ragione dei Bears, già annichiliti nel primo tempo con un Justin Herbert sostanzialmente perfetto, autore di 3 mete a fine partita. L’attacco tende ad andare in stallo nei secondi tempi, momenti nei quali i Chargers hanno segnato solo 16 punti nelle ultime quattro uscite, nonostante il positivo re-inserimento di Austin Ekeler, responsabile di 94 yard su ricezione. Miglior prestazione difensiva dell’anno grazie a due intercetti e due quarti down non concessi, oltre a un controllo ideale delle corse, con sole 2.9 yard di media elargite a D’Onta Foreman e soci.
22) Washington Commanders (3-4) (+2) Altra sconfitta, stavolta dignitosa. I Commanders sono infatti l’unica squadra che ha messo alle strette gli Eagles in due occasioni, superando in entrambi i casi la fatidica quota dei trenta punti, a una sola settimana dopo la vergognosa prova contro i Giants, lasciando un forte alone di perplessità sulla continuità offensiva. Howell lancia per 397 yard, miglior dato di carriera e, notiziona, subisce un solo sack in 52 tentativi di passaggio. C’è da chiedersi perché il livello di gioco non sia stato questo in occasione delle gare più abbordabili, Rivera dovrà trovare una risposta adeguata prima che il suo tempo di permanenza nella Capitale si accorci inesorabilmente.
23) Houston Texans (3-4) (-10) Prova assai deludente, che va a concedere la prima affermazione stagionale ai Panthers. Solamente un gioco oltre le 20 yard è ciò che i Texans hanno messo assieme contro una difesa disastrata, che aveva concesso 84 punti e 12 mete nelle due uscite precedenti, pesano come macigni il fumble perso da Andrew Beck e la penalità che provoca il drive vincente di Carolina.
24) Denver Broncos (3-5) (+4) Confezionano una partita sorprendente, mettendo le catene a Mahomes e Kelce mentre Russell Wilson distribuisce palloni a piacimento, facendo finalmente felice Jerry Jeudy. La difesa gioca una gara mastodontica limitando a nove miseri punti uno degli attacchi più potenti della NFL, Denver vince la seconda gara consecutiva per la prima volta in un anno e si afferma contro i Chiefs per la prima volta in quasi 3.000 giorni. Aiuta moltissimo la prestazione di Javonte Williams, che segna la prima meta post-infortunio e contribuisce a costruire un terzo quarto esemplare per la gestione del possesso palla.
25) Tennessee Titans (3-4) (+1) Debutto con il botto per Will Levis, che fa partire missili ovunque rivitalizzando le quotazioni di DeAndre Hopkins, beneficiario di tre dei quattro passaggi vincenti del rookie, che termina con il 130.5 di punteggio nel rating. I Titans, travestiti per l’occasione da Oilers rianimando il cuore dei tifosi anni novanta, si trovano in vantaggio per 21-9 a fine terzo quarto, con Levis a giocare una gara irreale, scagliando un passaggio profondo dietro l’altro con ottima precisione, centrando mete di 47 e 61 yard per il redivivo Hop. Un’iniezione di entusiasmo necessaria, per quanto le difficoltà della franchigia potranno continuare.
26) Las Vegas Raiders (3-5) (-4) L’anno sta scendendo lentamente a sud, l’attacco è asfittico, la frustrazione di Davante Adams è evidente, e la difesa è l’unico reparto che sta orgogliosamente tenendo in piedi una baracca che McDaniels sta faticando a tenere in piedi. Tra i pochi motivi di eccitazione c’è il pick six di Marcus Peters ai danni di Goff, Maxx Crosby è la solita macchina da guerra, ma i Raiders non riescono semplicemente a segnare. E ora pure Jimmy Garoppolo è in discussione, tanto che McDaniels non è sicuro di affidargli le chiavi dell’attacco nella prossima partita contro i Giants.
27) New York Giants (2-6) (-2) Altra prestazione disastrosa in attacco, per quanto viziata dall’infortunio alle costole riportato da Tyrod Taylor nel secondo quarto. I Giants non combinano nulla a livello offensivo e Daboll non rischia con l’undrafted Tommy DeVito, che termina la giornata con 2/7 per -1 yard. Grave il field goal di 35 yard mancato da Gano, il quale avrebbe messo in ghiaccio la seconda vittoria orribile di New York, l’inerzia gira invece a favore dei Jets, che colpiscono a ripetizione una difesa che li aveva dominati per tutto il pomeriggio affermandosi in seguito al supplementare.
28) Chicago Bears (2-6) (-1) Gara molto povera quella disputata contro i Chargers, subito sotto nel punteggio e difesa che non riesce a sfiorare nemmeno un capello di Herbert, il quale fa sostanzialmente ciò che vuole per tutto il primo tempo. Tyson Bagent finisce senza mete e con due intercetti, il gioco di corse non riesce a imporsi e il rookie paga con una partita di maggior pressione.
29) New England Patriots (2-6) (=) Ritorno sulla terra per i Patriots dopo l’exploit contro i Bills, i Dolphins hanno semplicemente troppo talento perché New England possa misurarsi con loro. Brutta gara di Mac Jones con un pick-six e diverse decisioni discutibili, troppo profondo il gap tra le due compagini.
30) Green Bay Packers (2-5) (=) Perdono la quarta gara consecutiva e sembrano senza speranza, soprattutto in attacco, dove nei primi tempi non segnano una meta da cinque apparizioni, striscia più lunga dal 1988. Non aiutano i numerosi passaggi lasciati cadere dai ricevitori, nonché le 99 yard perse con penalità, nove delle quali commesse dall’attacco. Dimostrazione di come passare da contender a pensare ai prossimi prospetti al Draft nel giro di un niente.
31) Arizona Cardinals (1-7) (=) Ennesima sconfitta che costa il posto a Josh Dobbs, che si siederà in panchina in occasione della trasferta a Cleveland. L’attacco continua a giocare molto male a causa dell’instabilità della linea offensiva e la mancanza di talento negli altri settori, l’unica fonte di attenzione è caratterizzata dal fatto se Kyler Murray debutterà già la prossima domenica, o se toccherà a Clayton Tune subire un’altra probabile sconfitta per una delle peggiori franchigie di quest’anno.
32) Carolina Panthers (1-6) (=) Bryce Young vince il primo duello di carriera pro contro Marcus Stroud, orchestrando il drive della vittoria, regalando ai Panthers la prima vittoria in rimonta degli ultimi…cinque anni. Young sopravvive a sei sack conducendo una serie di giochi di 86 yard, che permette a Eddy Pineiro di calciare il field goal del primo successo stagionale.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.