1) Kansas City Chiefs (6-1) (=) Vittoria divisionale che aumenta sensibilmente il gap con un raggruppamento debole, che non offre particolari preoccupazioni a una squadra che da quando Mahomes è alla guida dell’attacco ha vinto 29 delle 32 partite disputate nella AFC West. Pat inanella una gara da oltre 400 yard con 4 passaggi da touchdown, la connessione con Travis Kelce è al momento inarrestabile, l’attacco ritrova il prezioso contributo di Mecole Hardman, ripreso via trade dai Jets, con un punt return di 50 yard e una conversione chiave di un terzo down. Il reparto soffre più del dovuto nel secondo tempo, ed è questa l’area dove Andy Reid dovrà lavorare maggiormente in settimana, tuttavia nulla sembra precludere l’ennesimo campionato dominante e una nuova e profonda corsa nei playoff.
2) Philadelphia Eagles (6-1) (+3) Affermazione di estremo rilievo contro i Dolphins, e grande dimostrazione di coraggio da parte di Jalen Hurts nel duello tutto ex-Alabama contro Tua Tagovailoa. Il quarterback degli Eagles ha lottato come un leone contro un infortunio di cui nemmeno si conosce esattamente l’entità, rientrando mentalmente dai due intercetti lanciati; per la squadra funziona tutto a dovere, l’attacco produce grazie al devastante A.J. Brown, la difesa crea enorme pressione limitando a 17 punti il miglior attacco NFL, e quando serve arrivano pure le giocate decisive, come nel caso dell’intercetto preso da Darius Slay nel quarto periodo.
3) San Francisco 49ers (5-2) (=) I Niners cominciano seriamente a navigare tra le prime difficoltà stagionali, non preoccupa tanto la seconda sconfitta consecutiva, ma il fatto che essa sia nuovamente giunta in maniera del tutto inattesa. Si intravede qualche crepa per Brock Purdy, troppo frettoloso nel cercare la rimonta e firmatario di due intercetti rivedibili, i palloni persi costituiscono un fattore importante per questo piccolo tracollo, ivi comprendendo il secondo fumble in altrettante esibizioni consecutive di McCaffrey. Se siano difficoltà temporanee o una rottura del giocattolo perfetto di Shanahan, cominceremo a scoprirlo al Levi’s Stadium, quando Burrow e i Bengals forniranno un altro test che San Francisco dovrà superare con enormi pressioni addosso.
4) Miami Dolphins (5-2) (-2) Battuta d’arresto che va a confermare le statistiche, Miami aveva infatti ottenuto la maggior parte dei suoi successi contro squadra dal record perdente. I Dolphins hanno pagato alla lunga il fatto di dover fronteggiare una difesa ultra-aggressiva che non ha lasciato spazi utili alle corse, eliminando i tipici big play creati da Mike McDaniels, giungendo a confezionare solamente 133 yard e 10 punti nei primi due quarti. La buona notizia è che molti infortunati potrebbero rientrare presto, e le secondarie ne hanno forte necessità, oltre al fatto che la squadra se l’è giocata pur non mettendo su i soliti numeri, lasciando che fossero i singoli episodi a decidere l’esito, con una doverosa sottolineatura per i preoccupanti turnover cui è propenso Tagovailoa nei momenti conclusivi delle partite gestite in rimonta.
5) Baltimore Ravens (5-2) (+3) Prestazione dominante, i ruggenti Lions sono stati totalmente annichiliti sotto ogni punto di vista, e l’attacco ha dimostrato tutta la versatilità di cui è capace. Fantastica la gara di Lamar Jackson, uno spettacolo per gli occhi montando attraverso gli attrezzi per cui viene normalmente criticato, il gioco aereo, che domenica è risultato spumeggiante. 9 ricevitori colpiti, 6 oltre le 30 yard in ricezione, una buona distribuzione delle chiamate per le corse e tutto è filato via liscio, tant’è che non ci è voluto poi così molto a costruire un vantaggio di 28-0 molto presto, lasciando stordito un avversario che di certo non si attendeva una disfatta di queste proporzioni.
6 Jacksonville Jaguars (5-2) (=) Conforta, e non poco, il fatto che Trevor Lawrence non fosse sicuro di giocare la gara se non prima di aver effettuato delle prove in riscaldamento, e che abbia condotto i Jaguars alla vittoria nonostante i soli quattro giorni di riposo per recuperare dalla botta presa al ginocchio. Soffrendo, ma contro i Saints l’hanno comunque portata a casa nonostante l’aver sprecato un vantaggio di 24-9 e aver dovuto attendere gli ultimi istanti del quarto periodo prima di esalare un respiro di sollievo, grazie ai due incompleti di Carr nei pressi della endzone. Solito Etienne in formato multi-tasking, decisivo Olokun con un intercetto riportato in meta, da intensificare l’attenzione verso i palloni persi, perché i due fumble che i Jags hanno lasciato a terra sarebbero potuti costare moltissimo.
7) Detroit Lions (5-2) (-3) Gara completamente da dimenticare a Baltimore, la difesa concede mete nei primi quattro drive consecutivi e l’attacco non riesce a stare in campo per più di tre azioni di fila. Di conseguenza, partita terminata ancora prima di cominciare e sicurezze dei Lions che vanno in frantumi, con un gran lavoro ad attendere coach Campbell nel ricomporre i cocci. Pessima la prestazione difensiva con otto azioni di passaggi uguali o maggiori alle 20 yard al passivo, l’unica soddisfazione offensiva giunge a buoi abbondantemente scappati con il rookie Jahmyr Gibbs.
8) Dallas Cowboys (4-2) (-1) Settimana di riposo per la compagine di Mike McCarthy, si rientra in casa per fronteggiare i rimaneggiati ma sempre pericolosi Rams.
9) Cleveland Browns (4-2) (+2) Proseguono le difficoltà ma non cessano le vittorie, il ritorno in campo di DeShaun Watson quasi un mese dopo l’infortunio è durato qualche azione a causa di un pesante colpo rimediato alla testa. Vincono in maniera avventurosa ma non si danno mai per spacciati, la difesa subisce stavolta parecchi punti ma recupera quattro palloni, che l’attacco trasforma in tre determinanti touchdown. P.J. Walker gioca una gara statisticamente poco spettacolare ma sufficientemente efficiente, importanti le 150 yard procurate da un backfield che può pescare fra tre differenti opzioni per colmare l’assenza di Chubb, e se Garrett continua a giocare in questo modo non ce n’è per nessuno. Cleveland non sarà una contender di prima fascia, ma un elemento scomodo da incontrare per chiunque assolutamente sì.
10) Buffalo Bills (4-3) (-1) Tutto si poteva presumere, ma non che i Bills andassero a rianimare le ceneri dei derelitti Patriots. Solita gara cominciata con il freno a mano offensivo, Allen e compagni scaldano i motori in maniera tardiva, per quanto abbiano comunque rischiato di salvarsi al foto finish. Il quarterback di Buffalo pecca ancora con l’intercetto che sfocia nel primo vantaggio di New England, e il reparto non capitalizza adeguatamente i quattro approdi dentro le 20 yard avversarie, mutandone solamente due in punti. La difesa soffre tantissimo le numerose assenze e deve limare gli errori, sia di esecuzione che di disciplina, visti i numerosi placcaggi mancati in fase di corsa e alcune gravi penalità che hanno modificato l’esito della contesa. Ritrovare l’attacco stratosferico di qualche tempo fa sarebbe senz’altro utile alla causa, ma è necessario giocare bene sin dal primo quarto e i Bills non lo fanno già da tre partite.
11) Pittsburgh Steelers (4-2) (-1) Difficile ricostruire l’identità di una squadra discontinua ma concreta nei risultati, in particolare dopo l’ennesima partita giocata con due facce offensive completamente differenti. L’affermazione contro i Rams è esclusivamente dovuta all’esplosione nel quarto periodo, quando Kenny Pickett ha trovato il giusto ritmo di conduzione di un attacco che aveva ammassato solamente 110 yard nei primi tre periodi. I touchdown di Harris e Warren costituiscono il differenziale nel punteggio finale, c’è il neo di una posizione più generosa del dovuto nella conversione di un quarto down, la connessione Pickett-Pickens funziona con estrema naturalezza e Pittsburgh può guardare con fiducia al prossimo futuro. Bene la difesa, con Cooper Kupp ridotto a un non fattore per tutta la durata della contesa.
12) Seattle Seahawks (4-2) (+1) Convincono poco questi Seahawks, il confronto con i Cardinals non era particolarmente preoccupante e un successo era più che preventivabile, preoccupante è invece la consistenza nelle performance di Geno Smith, il quale non sembra a suo agio nel manovrare in reparto così come lo fu nel campionato scorso. Seattle dimostra buona profondità offensiva mandando a segno il rookie Jaxon Smith-Njigba e l’undrafted Bobo, entrambi determinanti nel riempire il vuoto lasciato dall’infortunato Metcalf. La difesa concede meno di 250 yard per la terza occasione consecutiva, solo 10 i punti concessi all’asfittico attacco di Arizona, ma la prestazione generale dei Seahawks somiglia tanto a qualcosa che andava chiuso con maggior anticipo, invece di tenere gli avversari in partita così a lungo.
13) Houston Texans (3-3) (+1) Giornata di riposo per i Texans, prossimo impegno il duello tra rookie quarterback tra Marcus Stroud e Bryce Young, sicuramente oggetto di grande interesse. Quarta vittoria stagionale a portata di mano, dato che i Panthers rimangono l’unica franchigia NFL a non aver mai vinto quest’anno.
14) Cincinnati Bengals (3-3) (+1) pausa anche per i Bengals, che ne avevano estrema necessità per raggruppare le idee e alimentare il recupero di Burrow in vista di un campionato dove rimane pochissimo margine d’errore. Con i 49ers in mini-crisi sarà durissima, ma ci si divertirà senz’altro.
15) New York Jets (3-3) (+1) bye week con il derby tutto newyorkese in prossimità, fondamentale partire con il piede giusto contro una difesa più sottovalutata del dovuto.
16) Tampa Bay Buccaneers (3-3) (-4) Le affermazioni di inizio anno sembrano solo un pallido ricordo, i Bucs mancano nel capitalizzare le numerose opportunità offerte dai Falcons in una sfida molto delicata per le economie divisionali. Non bastano i tre fumble recuperati ai danni di Ridder, per Mayfield solo il lampo della meta di 40 yard per il solito Evans, per il resto tanta, troppa fatica a concretizzare punti che non siano field goal. Perdono con un calcio allo scadere, ma le ultime due settimane danno indicazioni di una compagine in difficoltà, a maggior ragione dopo le 156 yard concesse a un backfield orfano di Bijan Robinson.
17) Los Angeles Rams (3-4) (=) Risultati molto altalenanti quelli dei Rams, solo in parte giustificati dall’assenza di Kyren Williams, la quale ha annullato il fattore corse. Tanti errori in termini di esecuzione, poca produzione offensiva in rapporto ai minuti di possesso, e giornata assai poco caratteristica per Brett Maher, il quale sbaglia due field goal e un punto addizionale nello stesso pomeriggio. Non basta la scoperta Nacua, che banchetta sulle ceneri di un Cooper Kupp tenuto a guinzaglio dalle secondarie degli Steelers, e l’eccellente lavoro svolto dalla difesa nei primi tre quarti non è sufficiente a evitare il decisivo tracollo del periodo più determinante.
18) Indianapolis Colts (3-4) (+1) Gara stranissima, l’attacco sfodera una prestazione altisonante contro l’intimidatoria difesa dei Browns ma il successo sfugge comunque di un solo punticino, lasciando parecchio amaro in bocca a una squadra soffocata dagli errori di Gardner Minshew. Il sostituto di Richardson ha commesso ben sette turnover nelle ultime due gare, non casualmente coincise con altrettanti passi falsi, portando in negativo il bilancio di una franchigia molto promettente. Aggettivo, questo, senz’altro calzante per il rookie Josh Downs, autore di 125 yard e di una meta di 59, andata a corredare una produzione offensiva che ha visto finalmente qualche giocata in profondità per Pittman e un adeguamento ambientamento per Taylor, efficace sia su corsa che ricezione. Da registrare la difesa, che ha concesso una meta su corsa di 69 yard a Jerome Ford al terzo gioco della partita.
19) Atlanta Falcons (4-3) (+4) Tra le compagini con record vincente i Falcons sono sicuramente la più sospetta. A Ridder va il merito di aver orchestrato la serie di giochi vincente, che ha permesso a Younghoe Koo di centrare i pali per il 16-13 finale, tuttavia il quarterback di Atlanta ha commesso ulteriori tre fumble che avrebbero facilmente potuto alterare l’esito del confronto con i Buccaneers, limitati dalla difesa a 13 punti. Il reparto ha errato molto con diverse penalità che hanno elargito ben 6 primi down agli avversari, ma ha effettuato le giocate decisive nel quarto periodo, in particolare intercettando Mayfield in buona posizione di campo. I Falcons sembrano a tratti una squadra competitiva, ma il computo dei palloni persi è troppo pesante al momento per rendere auspicabile qualcosa di più di un campionato al limite tra un posto ai playoff – la DIvision non è un granché – e l’ennesima delusione georgiana.
20) Minnesota Vikings (3-4) (+5) Segni di evidente ripresa, l’ambiente porpora respira finalmente aria di ottimismo e il record si sta lentamente raddrizzando, cercando di salvare l’annata con senso di urgenza. Gara della vita per il rookie Jordan Addison, che confeziona 123 yard nel maggior momento di necessità dell’attacco grazie anche alla prestazione maiuscola di Cousins, responsabile di 378 yard e solamente 10 lanci mancati sui 45 tentati. La notizia più confortante è che Minnesota comincia ad accaparrarsi anche le gare importanti, i 49ers reduci dalla prima sconfitta in campionato non erano affatto un test semplice, fa ben sperare pure la difesa, che ha intercettato per due volte Purdy nel quarto periodo per merito di Camryn Bynum, giovane safety in rampa di lancio con ottimo fiuto per il turnover.
21) New Orleans Saints (3-4) (+1) Non basta un Alvin Kamara d’altri tempi autore di 153 yard totali, e un redivivo Michael Thomas che riprende confidenza con le endzone. Pesa come un macigno il drop di Foster Moreau a fine gara, azione che avrebbe potuto rappresentare il raggiungimento di un pareggio sventato dall’incapacità cronica dei Saints di chiudere i drive. Carr e soci confezionano infatti oltre 400 yard di total offense superando abbondantemente i Jaguars nello specifico settore statistico, ma non producono punti sufficienti per prendere il largo nel punteggio, con l’aggravante difensiva di aver concesso troppe azioni in scramble a Lawrence, incerto di presenziare a causa del problema al ginocchio riportato nella domenica precedente.
22) Las Vegas Raiders (3-4) (-1) Prova genericamente desolante contro una squadra che negli ultimi due anni non ha fatto altro che perdere, Davante Adams non è più un fattore anche a causa dello scarso talento che i Raiders schierano nel ruolo di quarterback, e Jacobs è limitato a sole 11 portate per 35 misere yard, frutto dell’essere andati sotto presto nel punteggio. La difesa nulla può contro il piano di gioco dei Bears, reso semplice dall’esigenza di tenere al minimo la possibilità di errore per il semi-sconosciuto rookie Tyson Bagent, il quale senza la benché minima esperienza ha giocato assai meglio di Bryan Hoyer.
23) Los Angeles Chargers (2-4) (-5) Reparto offensivo dal grande potenziale ma inconsistente nei secondi tempi, momento dove troppo spesso non vengono segnati punti. Impossibile restare aggrappati ai Chiefs segna illuminare pertinentemente il tabellone, di conseguenza i Chargers non possono certo permettersi il secondo fatturato a zero delle ultime tre gare dopo l’halftime, e per bilanciare una difesa di medio-bassa resa la cura sarebbe senz’altro una produzione offensiva esplosiva come quella delle prime tre esibizioni. Contano molto gli infortuni per la linea offensiva, oltre che un rendimento tendente a concedere qualche sack di troppo, solo il tempo dirà se l’inizio scoppiettante di Kellen Moore a chiamare i giochi abbia vissuto inceppamenti in qualche modo rimediabili. In questo momento non valgono i playoff.
24) Washington Commanders (3-3) (-3) Cresce esponenzialmente il numero di sack concessi da una linea offensiva disastrosa, la difesa tiene Washington in gara ma nulla emerge dai drive condotti da Sam Howell, che non ha semplicemente tempo per lanciare per cole sia sue che del fronte a cinque. Arriva solo la meta di Brian Robinson ad accorciare le distanze, ma da lì in poi è un vuoto offensivo completo, spiazzante e indicativo di un’altra scampagnata avara di soddisfazioni per la Capitale.
25) New York Giants (2-5) (+2) Hanno fatto dell’eroica resistenza il loro motto, una settimana dopo aver limitato come potevano i Buffalo Bills, i Giants incassano solamente 7 punti da una rivale divisionale, grazie alla gara molto ordinata di Tyrod Taylor, primo quarterback afroamericano della storia a vincere una partita da titolare per i Big Blue. Sei sack, ma dall’altra parte c’era la penosa linea offensiva dei Commanders.
26) Tennessee Titans (2-4) (=) Turno in pantofole sul divano di casa, necessario per carpire idee sul come superare lo stato di crisi e decidere se valga la pena consegnare le chiavi dell’attacco a Will Lewis, e vedere che si ha per le mani. Potrebbero essere attivi alla trade deadline, cedendo molto probabilmente Tannehill, dato che Malik Willis pare non avere mercato.
27) Chicago Bears (2-5) (+2) Domenica da sogno per Tyson Bagent, nuova e incredibile storia americana, passato dalla minuscola Shepherd University al dover reggere la pressione di vincere nell’intimidatorio clima del Soldier Field, impresa non comune per un ragazzo sconosciuto che il Draft l’ha visto solamente in streaming. Raiders letteralmente polverizzati da un attacco che segna in ogni quarto, grazie pure alla preziosa prestazione di D’Onta Foreman.
28) Denver Broncos (2-5) (+2) Morale momentaneamente risollevato, ma i problemi restano. Denver gioca una buonissima partita offensiva grazie al massimo stagionale di yard su corsa -145 – ciononostante rischia la beffa nel quarto periodo ritrovandosi a ringraziare un lancio in doppia copertura di Jordan Love, che consegue nell’intercetto della staffa.
29) New England Patriots (2-5) (+2) Mettono assieme l’upset della settimana proprio nel momento in cui erano caduti profondamente nel baratro, regalando la vittoria numero 300 in carriera a Coach Belichick. Per capirne di più attendiamo il probante test contro Miami, che indicherà se si tratta di un abbaglio o di un timido raddrizzamento di una nave già mezza affondata, visti gli standard che permangono nel Massachusets.
30) Green Bay Packers (2-4) (-6) Attacco immobile per tutto il primo tempo, Jordan Love sta giocando ben al di sotto delle aspettative, considerati i tre anni di apprendistato trascorsi sotto Aaron Rodgers. Semplicemente, il reparto offensivo non funziona, l’imprecisione nel livello decisionale ed esecutivo quarterback è determinante, come dimostrano i numerosi passaggi mancati con ricevitori aperti e il touchdown di Romeo Dubbs, ottenuto solamente dopo una lotta serrata per il possesso dell’ovale. Discutibile pure LaFleur, che su un terzo e venti chiama la bomba quando sarebbe bastato avvicinarsi ai pali per il field goal della possibile vittoria, esempio emblematico della confusione che sta attraversando il Wisconsin in questo periodo.
31) Arizona Cardinals (1-6) (-3) Gara contro Seattle iniziata con tre punt consecutivi, Joshua Dobbs fa il possibile per tenere la barca a galla ma non è Kyler Murray, il quale è oramai prossimo al rientro. La difesa recupera tre palloni, ma l’attacco non capitalizza.
32) Carolina Panthers (0-6) (=) Settimana di riposo, prossimo scontro con i Texans per vedere di ottenere la prima vittoria stagionale, un’autentica impresa.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.